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Autore: Viviane Danglars    01/06/2008    2 recensioni
[ Ora non ci sono più bugie o segreti o piani. E’ tutto dichiarato, ora, non dobbiamo più fingere. Tu non devi fingere che io non ti faccia paura, io non devo fingere di essere una brava persona, e nessuno dei due deve fingere di curarsi della felicità dell’altro. ]
» Gin/Ran; spoiler per la fine della Soul Society Arc. Come ci si poteva aspettare, né Rangiku ha capito Gin, né lui ha capito lei.
Genere: Romantico, Triste, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gin Ichimaru, Rangiku Matsumoto
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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... sono secoli che non pubblico più qualcosa! O_O
Da questo deducete quanto mi suoni strano. XD Ebbene, ho deciso di riprovarci, con un fandom nuovo per me (per quanto amatissimo). Ci provo con una delle mie coppie preferite. *_*

Piccolo avvertimento: questa fanfic non sarà una one-shot, ma neppure molto lunga. La sua lunghezza è già stata decisa e anche se si divide in episodi ricopre un arco di tempo definito, perciò non è una vera e propria long-fic. :P
Diciamo che ho cercato di esplorare i due personaggi e di ipotizzare una possibile dinamica tra loro; è una mia visione, particolarmente quella di Gin. Ma spero vi piaccia. :D


1.
Our hopes and expectations


Cammino, corro, faccio disperare il capitano, e dimentico cose.
Se fossi un po’ più simile a Nanao Ise, per esempio, tutti noterebbero che qualcosa non va; ma io ho sempre dimenticato le cose, sono sempre stata distratta ed eccessiva, e faccio comunque il mio dovere. Perciò non è che ci siano molte differenze da notare, no? E poi io ho sempre saputo badare a me stessa, questo è risaputo.
Bevute notturne con Kyouraku-taichou non sono una novità, per altro. Ho imparato che posso lussargli le dita per tenerle lontane dal mio seno senza che la mattina dopo se ne ricordi.

Anche Kira corre, come me, ma con ben altri intenti. Si fa in quattro ed è ancora più irreprensibile del solito – il paragone potrebbe gettare una luce negativa sulla mia condotta, in effetti, ma sono ben lontana dal preoccuparmene -, anche se ora è senza capitano, ed essere un vice di un superiore inesistente dev’essere molto triste.
Sembra voler dimostrare a tutti che non è un traditore, che possono fidarsi di lui, che lui non è come il suo ex capitano. Forse non dovrebbe, ma la cosa mi irrita, anche se so bene quanto Kira si sia sentito in colpa e senta la necessità di rimediare.

Momo sta meglio, almeno fisicamente, e anche per questo il mio capitano è più tranquillo. Ne sono contenta, ma so che le ferite di Hinamori sono ben lungi dall’essere guarite.
Io lo capisco. Anzi; lo vedo. A volte la osservo, di sfuggita – fugge gli sguardi – e sono sicura di sapere precisamente cosa sta provando.
Anche se per noi le cose sono andate in maniera diversa, lei ed io siamo simili: le nostre sono ferite profonde e difficili da raggiungere; sono quel genere di ferite che assomigliano a tagli sottilissimi, dai quali quasi non esce sangue, e per questo non si vede nulla in superficie. Ma, se le hai subite, sai quanto il filo della lama sia arrivato a fondo. E lì rimane. Brucia, come se fosse troppo caldo o troppo freddo.

Lui mi manca, anche se nessuno sembra pensare che dovrebbe mancarmi, e questa è una delle cose che mi ferisce di più.

Ichimaru Gin non è mai stato troppo simpatico a nessuno. Naturalmente, so bene per quale motivo il suo aspetto, i suoi modi, persino la sua voce – e quel suo dialetto di Osaka – non sono mai piaciuti. Gin è inquietante, strano, e soprattutto non comprensibile. Non catalogabile.
Pensi di averlo capito, e proprio quando hai già pronto lo stereotipo per lui, ecco che ti compare davanti, e tu non sei più tanto sicuro. Allora lo esamini un po’. Ma non ne concludi granchè e alla fine scegli comunque di metterlo nella categoria della gente poco raccomandabile – giusto per sicurezza. E quindi è così che lui rimane: poco raccomandabile. Come ha detto il capitano, uno da tenere d’occhio… per tutti, o quasi tutti.

Non mi stupisce che nessuno lo consideri una perdita, o che nessuno si sia preoccupato di quali illusioni – delusioni? Speranze? - abbia lasciato dietro di sé. Komamura ha perso un amico in Tousen, e, oltre a Momo, tutto il Gotei 13 è stato duramente colpito dal voltafaccia di Aizen-taichou. Ma Gin? Nessuno aveva mai fatto grande affidamento su Gin. Il suo tradimento non ha stupito poi molto: Gin era perfetto per il ruolo del cattivo.

E io sembro essere l’unica rimasta a pensare a lui.
Di sicuro sono l’unica che possa ricordare alcune cose. Chiunque ricorda il suo sorriso, la sua espressione sorniona, costantemente beffarda, vagamente inquietante, e la sua voce e i suoi movimenti imprevedibili e tutte le caratteristiche che fanno di lui il cattivo perfetto. Ma c’è di più, ed io lo so, qualunque cosa loro ne pensino. Ci sono alcune cose che Gin – e penso questo con orgoglio, e con ostinazione – non ha fatto con nessun altro, non ha mostrato a nessun altro, tranne me.
Sì. Lo conosco da così tanto tempo. Persino il giorno della mia nascita mi fa pensare a lui… E’ così tanto. In realtà, probabilmente, è troppo. Troppo per un traditore.
Eppure la parola non mi basta, non descrive Gin; lui non è semplicemente un traditore. Nessuna parola da sola può descriverlo ed esprimere davvero la complessità della domanda che rappresenta.
Questa domanda c’è, anche se io sembro essere l’unica a vederla, l’unica a porla: perché? Deve esserci una risposta, e non mi bastano quelle semplici che chiunque può dare, non bastano per Gin.
Gin asservito ad Aizen per la conquista del potere? Gin asservito? … Qualsiasi cosa voglia, io so che non accetterà di diventare il servo di nessuno per ottenerla. Qualsiasi cosa abbia fatto, non accetterò una spiegazione che non sia la sua.

Non pretendo di aver mai capito poi molto di lui. Ho capito solo quel tanto necessario per apprezzarlo… anzi, forse, quest’ultima cosa indica proprio che non l’ho capito affatto. Eppure, almeno, di questo traditore io posso conservare qualcosa; debiti e ricordi diversi da quelli di un combattimento contro un Hollow o da qualche sua battuta sibillina, e questo è qualcosa che nessun altro può affermare.
Conservo cose che io sapevo trovarsi dietro alle sue palpebre socchiuse, e che tutti gli altri ignoravano.
Lo ricordo.

Gin… cosa hai intenzione di fare di questo ragazzino? »

Lo faccio la notte, quando sono sola. Penso a lui e mi faccio delle domande, perché quando sono sola, nella mia stanza, mi sembra quasi di non potere fare altro, come se sapessi che anche lui mi pensa o mi segue con gli occhi della mente, come se sentissi che mi chiama, che cerca un contatto e questo mi attraesse in maniera irresistibile.
Pensavo a lui anche quando era qui, ma sembra così tanto tempo fa, e una parte di me si chiede se non sia stato semplicemente sciocco lasciarlo andare via. Avrei potuto, e dovuto, fare di più per catturare quel traditore. Per tenerlo qui.

E cosa diavolo hai intenzione di fare … di me? »

Dannato Gin.

Dove diavolo vuoi andare? »

   
 
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