Tu che sei caduto nelle mie mani, così come una foglia può cadere su una macchina in corsa..
Non ti ho amato all’istante, ma con il tempo ho imparato ad apprezzarti.
Tu che mi permettevi di viaggiare in rete, restando comodamente sul letto,
nonostante il tuo cursore, nonostante i tuoi tasti, nonostante me.
E’ durato poco il nostro rapporto, ma è stato intenso,
fino a quel disgraziato giorno di agosto, che per cercare un po' di pace interiore, andai a casa a talano.
E ti portai con me, come un alcolizzato porta con se una bottiglia.
Durante il sonno già tormentato, fui svegliato dai fuochi artificiali,
per sfogare la mia rabbia, ti misi sul letto e con il mio stivale ti presi a colpi.
Poi me ne andai da quella casa, e di sotto ti diedi il colpo di grazia,
mentre i fuochi d’artificio continuavano ad illuminare il cielo,
come a commemorare il tuo trapasso.
Ti presi giacente e ti portai con me in macchina,
provai subito a farti una respirazione bocca a bocca,
e un piccolo massaggio cardiaco sulla tastiera, ma niente ti avevo ucciso.
Ora stai lì su quel mobile in sala, ed ogni volta che passo,
sento la tua mancanza, mi manchi così tanto che non riesco a trattenere il pianto.