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Autore: brendy    14/01/2014    4 recensioni
“Mi arrendo” dice sedendosi accanto a lei “che cosa facciamo?”
“Aspettiamo”
“Cosa?”
Ceries si stringe nelle spalle, lo ringrazia quando le passa l’accendino e appoggiando la testa contro il muretto, butta fuori dalle labbra un soffio di fumo che si condensa nell’aria.
“Qualsiasi cosa”
“Sono le quattro del mattino, non c’è nulla a quest’ora”
“L’alba”
“L’alba?”
“Si” stringe un po’ di più la sigaretta tra le dita “aspettiamo l’alba”
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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tu non capiti, tu accadi
 



“Vuoi darti una mossa, per favore?”
Ceries ignora la voce che viene dalle sue spalle, concentrandosi maggiormente sul freddo del marciapiede leggermente gelato e sistemandosi meglio il cappuccio in testa, chiude gli occhi.
Non ha voglia di alzarsi, sta bene li; seduta e con la testa che gira, che fa male.
Sta bene anche se ha saltato il pranzo, a cena ha mangiato solo un toast veloce e l’alcool ha fatto più effetto del dovuto.
Gerald sbuffa, alza gli occhi limpidi al cielo e picchietta nervosamente il piede contro l’asfalto, sperando in un miracolo.
“Non vuoi proprio alzarti, vero?
La ragazza scuote la testa, cerca nelle tasche il pacchetto di Merit e ne estrae una, tenendola in equilibrio tra le labbra un po’ troppo carnose per i suoi gusti.
“Mi arrendo” dice sedendosi accanto a lei “che cosa facciamo?”
“Aspettiamo”
“Cosa?”
Ceries si stringe nelle spalle, lo ringrazia quando le passa l’accendino e appoggiando la testa contro il muretto, butta fuori dalle labbra un soffio di fumo che si condensa nell’aria.
“Qualsiasi cosa”
“Sono le quattro del mattino, non c’è nulla a quest’ora”
“L’alba”
“L’alba?”
“Si” stringe un po’ di più la sigaretta tra le dita “aspettiamo l’alba”
Nessuno dei due dice altro.
E passano le seguenti ore così; ad inseguire un’alba che sta sorgendo davanti ai loro occhi mentre nella testa, non hanno nemmeno un pensiero.
 
 
 
La mattina è uguale a tutte le altre, forse è per questo che nessun giorno le piace.
Il lunedì le ricorda che è appena iniziata la settimana, martedì ha due ore di storia, mercoledì passa gran parte del pomeriggio nel negozio di Gerald insieme a Louis, che si diverte a riempirsi di tatuaggi, giovedì invece, ha puntualmente un’interrogazione di francese. Il venerdì lo odia perché è così stanca che a malapena riesce a non dormire il pomeriggio e fa compagnia a Zayn, che ha sempre qualcosa di nuovo per lamentarsi e sabato, dorme così tanto che quando si alza, tutti i programmi che aveva in testa vanno in frantumi.
La domenica, invece, è forse il giorno più noioso, perché non c’è assolutamente niente e Ceries, semplicemente, la odia.
“Stasera siamo da Izac”
“Che gioia”
Niall ridacchia, prende la sigaretta da dietro l’orecchio e finalmente, la smette di tormentare il piercing che ha al centro del labbro.
“A proposito, mi sono iscritto al giornalino della scuola”
“Tu?”
“Ti sembra strano?”
Ceries annuisce, ma non gli dice altro se non che deve essere responsabile, dato che quello è un impegno che si è preso.
“C’è anche Liam Payne, hai presente?”
“Si, abbiamo lo stesso corso di economia”
“E’ un tipo simpatico”
“Non male, già”
“E poi c’è anche Noreen”
“Quella del quarto anno?”
“Proprio lei, è davvero carina. Mi domando come abbia fatto a non notarla prima”
Lei rotea gli occhi e beh, la risposta è abbastanza facile; Niall non presta mai attenzione a ciò che gli è intorno.
Ha perennemente le cuffie nelle orecchie, lo skateboard sotto il braccio e lo zaino con dentro due bombolette, che ha appena imparato ad usare grazie a Gerald.
Le sue preoccupazioni si basano sui soldi per le sigarette e la ricarica del telefono, altrimenti gli tolgono la promozione e la voglia di rifarla, non ce l’ha.
“Comunque” dice “andiamo al bar? Non ho voglia di entrare”
Ceries annuisce e fregandogli una cuffia, si incamminano verso il ‘The breakfast club’, vicino ad Oxford Street.
Il posto è piccolo, due piani che contengono a malapena sette tavolini e un bancone, però fanno la migliore cheesecake, ha una bella atmosfera e il Wi-Fi libero, quindi è davvero un posto carino.
“Mia mamma in questi giorni non la posso proprio sopportare, ne ha sempre una e il mio cane non mi fa dormire, alle tre, inizia ad abbaiare come un pazzo, manco ci fossero gli spiriti in casa!”
E vorrebbe davvero prestargli ascolto, ma sono quasi le nove e lei ha ancora sonno e a differenza del suo amico, le piace guardarsi intorno e prestare attenzione alle cose, proprio per questo lo nota, proprio per questo, le parole di Niall accompagnano la musica di sottofondo che lei sta leggermente ignorando.
“Non pensi che io abbia ragione? Ceries?”
“Cosa?”
“Lascia perdere” dice “chi stai fissando?”
Sente le guance colorarsi di rosso e fa un po’ troppo caldo.
“Nessuno”
“Certo, come no”
Ceries rotea gli occhi e abbassa lo sguardo sul piatto che ha davanti, mentre Niall lancia occhiate a destra e a sinistra, fino a quando: “Oh” sussurra e ride.
“Harry Styles? Davvero?”
Il ragazzo è seduto a quattro tavoli di distanza, il computer acceso e la macchina fotografica accanto.
La cameriera gli ha appena portato un Ice Caramel, si può capire dal ghiaccio che si vede in superficie e dall’odore dolciastro; lui le sorride, ringrazia e torna a quello che stava facendo prima.
Ha una maglietta bordeaux a maniche corte che lascia intravedere i troppi tatuaggi che, sfortunatamente, gli stanno fin troppo bene e tra i ricci scuri ha una bandana grigia, quasi tendente al nero, che ritiene buffa.
“Davvero cosa? Non ho detto niente”
“Però lo stai fissando e lo sai, è maleducazione guardare in quel modo qualcuno”
“Come se tu non lo facessi”
“Si, ma almeno io sono discreto”
Ceries sbuffa, incapace di staccare gli occhi dal ragazzo che adesso, si sta sistemando gli occhiali.
“Però, nel caso lo volessi sapere, fa anche lui parte del giornalino scolastico. Ha diciannove anni, è acquario, conosce Nick Grimshaw ed è anche single, sicuramente non è gay, anche se potrebbe sembrarlo”
“Te l’ho mai detto che il tuo futuro da portinaio migliora di giorno in giorno?”
“Perché?”
“Sai più cazzi degli altri che i tuoi”
Niall scoppia a ridere, così tanto che Harry è obbligato ad alzare lo sguardo e puntarlo nella loro direzione, arrossendo immediatamente quando vede entrambi i ragazzi voltati verso di lui.
“Ciao amico”
Ceries giura, che se non gli volesse così bene, a quest’ora lo avrebbe già ucciso.
Harry gli fa un cenno con il capo e sorride, contornando il sorriso con fossette e un occhiolino veloce.
Irritante.
Pensa ma non lo dice.
“Andiamo”
“Ma la torta?”
“Non importa, siamo in ritardo”
“Per cosa?”
Non gli risponde, troppo impegnata a mettersi il giubbotto e lasciare i soldi sul tavolo.
 
 
 
Il negozio di Gerald è più affollato del solito, Louis sta disegnando il suo prossimo tatuaggio sul polpaccio e Izac, è impegnato a prendere appuntamenti per la settimana.
Sono passati tre giorni ed Harry Styles l’ha incontrato almeno dieci volte, quando prima, non sapeva nemmeno della sua esistenza.
Si sono dati si e no quattro sguardi e due giorni fa, Niall ha anche avuto la faccia tosta di chiedergli di mangiare con loro ma fortunatamente, era troppo impegnato a fare foto per il giornalino che ha declinato l’invito.
Ceries sbuffa, seduta sul divanetto in pelle nera della stanzetta.
Gerald sorride divertito, facendo risaltare i due piercing che ha ai lati delle guance, perché ovviamente, era impossibile che Niall stesse zitto e che non raccontasse della sua interessante fuga dal bar.
“Qual è il problema?”
“Come?”
“Mi hai capito, devo davvero ripetere?”
Scuote la testa e alzandosi, si mette i guanti in lattice e aiuta il ragazzo a pulire la macchinetta per i tatuaggi.
“Va tutto bene”
“Davvero?”
“Certo”
Lui annuisce, perché Ceries prima di parlare ha bisogno di capire quello che le passa per la testa, anche se sono stupidaggini, anche se sono solo idee —prima le tiene per sé, poi forse, le condivide con gli altri.
Izac entra nella stanza, annunciando che il ragazzo del tatuaggio è arrivato e chiede se può entrare.
“Due minuti”
Gerald prende gli aghi, l’inchiostro e Ceries, sistema lo schienale della sedia mentre la porta si apre ed Harry Styles, fa la sua entrata.
Non è possibile.
Questo è uno scherzo e non è divertente, affatto.

Il ragazzo se ne sta in piedi, stretto in skinny jeans e un giubbotto in pelle incredibilmente ridicolo.
“Harry, ciao! Dovevamo finire le rondini sul petto vero?”
“Si”
“Accomodati allora”
Ceries lo osserva avvicinarsi e mordendosi l’interno guancia, conta fino a dieci. È una cosa che la calma ed Harry, sa renderla nervosa.
Come ci riesce poi?, questo non l’ha ancora capito.
Fondamentalmente non lo conosce, certo, di lui sa abbastanza cose perché Niall gliene parla spesso, quasi a farglielo rimanere nella mente ancora di più ma per il resto, non gli ha mai detto ‘ciao’, nemmeno per sbaglio.
“Gerald, ci vediamo dopo”
E senza altre parole esce, con due sguardi puntati addosso e l’espressione strana di Izac quando la vede appoggiata alla porta appena chiusa.
 
 
 
Harry Styles passa altre due volte in negozio, lo incontra nei corridoi puntualmente quando è di fretta, incazzata o sovrappensiero.
L’ha visto fotografare la squadra di basket, la mensa durante l’ora di punta e in auditorium, quando c’è stata una riunione sulle droghe e Niall si stava rollando una canna come se niente fosse.
Ha ora buca e la sigaretta che sta fumando, le è sembrata molto più interessante della proposta di rimanere in classe e portarsi avanti con i compiti di Liam.
La terrazza è vuota e i nuvoloni grigi coprono il cielo di Londra.
“Hey”
Ceries alza lo sguardo velocemente e non ha tempo di contare fino a dieci, perché Harry e li e le sta sorridendo, come se si conoscessero da una vita.
“Avresti un accendino?”
Si, certo.
Ma ovviamente non lo dice, perché le parole sono bloccate nella sua mente.
Stupida.
Lo guarda accendersi la sigaretta e sedersi accanto a lei, ringraziandola e porgendole l’accendino nero, come gli stivaletti che ha ai piedi.
Adesso li conta, i cinque tiri che passano in silenzio e il rumore del vento che fa rabbrividire entrambi.
“Non ti avevo mai vista al negozio di Gerald, è tanto che lo conosci?”
“Qualche anno” e ringrazia che non abbia balbettato “tu come l’hai conosciuto?”
“Ad una festa di Zayn, sai, il ragazzo che gioca nella squadra di basket”
“Ho presente, è abbastanza nominato tra i corridoi”
Harry ridacchia e annuisce.
La sigaretta si sta consumando lentamente a differenza del tempo, che sembra volare via.
“Non ho mai avuto modo di presentarmi, sono Harry”
“Ho sentito parlare di te”
“Spero cose positive”
“Niall ha il vizio di parlare troppo, comunque Ceries”
“Come?”
“Ceries, mi chiamo così”
Harry la guarda e sorride, facendola innervosire ancora di più.
Cosa c’è da sorridere?
Il tempo fa schifo, la scuola è stancante, i prezzi delle sigarette sono aumentate e come se non bastasse, oggi ci sono anche i rientri al pomeriggio.
Non c’è niente per cui sorridere però lui non sembra pensarla allo stesso modo.
“Sai, potresti..”
“Harry!, che ci fai qui? Ti ho cercato ovunque.”
Nick, con un ciuffo esageratamente cotonato lo richiama, interrompendolo e lei non sa se essere felice, quando il ragazzo si alza ma continua a guardarla, non prestando attenzione all’amico.
“Grazie per la chiacchierata”
Dice e stringendo le mani nelle tasche del giubbotto, si incammina verso la porta di vetro della terrazza.
Ceries rimane immobile, guardando velocemente il pacchetto di sigarette ed estraendone un’altra.
È ancora nervosa e vede ancora il suo sorriso se chiude gli occhi; deve andare da Gerald e al più presto.
 
 
 
La fermata del pullman vicino alla stazione è deserta e la nebbia, le impedisce di vedere ciò che le sta attorno.
Ceries si guarda la punta delle converse nere consumate e batte le mani rosse per il freddo sul jeans scuro a ritmo di ‘Girls’.
Il pullman ha un ritardo di venti minuti e può sentire la voce metallica dell’altoparlante annunciare l’arrivo di un treno.
( They're just girls breaking hearts. Eyes bright uptight, just girls  but she can't be what you need if she's 17. They're just girls, they're just girls. 
Told her from the start, destined to be hard. 
Told her from the start, I’m breaking your heart, destined to be hard I’ll break your heart
)
Ed è presa, mentre con le labbra prive di burro cacao o lucidalabbra, canticchia a bassa voce e forse è perchè ha gli occhi chiusi, come se le piacesse immaginare di non essere realmente li, che non si accorge di qualcuno che si è appena seduto accanto a lei.
Harry non dice niente, rimane a fissarla con il solito sorrisetto sulle labbra e una sigaretta tra le dita.
“Hey”
Ceries lo nota, perché anche la voce di Matthew Healy non c’è più e al suo posto si sentono solo accordi di chitarra.
Lo guarda per qualche secondo poi alza gli occhi al cielo, come è solito fare.
“Ti diverte interrompere i momenti di solitudine delle persone?”
“Non proprio” dice, aspirando “è che quando si è soli si è tristi e mi dispiacerebbe se tu lo fossi”
“Ma non lo sono”
“Davvero?”
Lei annuisce, giocando con la cartina trasparente del pacchetto da dieci rovinato.
“Trovo sia giusto ogni tanto stare senza qualcuno attorno”
“Vuoi che me ne vada?”
“No” abbassa lo sguardo “devi rimanere comunque, stai aspettando anche tu il pullman, no?”
Harry non le dice altro e lei, giusto per non sembrare del tutto disinteressata alla sua compagnia, toglie una cuffia dall’orecchio mentre un’altra canzone inizia.
“Sai, non sapevo frequentassimo la stessa scuola ed è strano, perché sono obbligato a fare tantissime foto e in un modo o nell’altro dovrei averti vista ma non è così. Non pensi sia curiosa come cosa?”
“Forse, comunque non mi sarei mai fatta fare una foto, soprattutto per il giornalino scolastico”
“Perché?”
“Lo trovo stupido”
“Così mi ferisci”
Ridacchiano, perché Harry ha aggiunto un tono melodrammatico nella voce e forse, non è poi così insopportabile, nemmeno il suo sorriso.
“No, apprezzo l’entusiasmo che metti nel fare ciò che fai, solo penso tu sia sprecato”
“Come?”
“Niall mi ha mostrato alcune tue foto”
“Davvero?”
“Già e penso che dovresti mandarle a qualcuno”
Lui scuote la testa e le porge una sigaretta, che non rifiuta.
“Grazie ma dubito sia una buona idea”
“Perché?”
“Ci sono persone molto più brave di me, la mia è solo una piccola passione, niente di più”
Ceries vorrebbe ribattere e dirgli che non dovrebbe sottovalutare così tanto ciò che fa, perché Harry mette qualcosa di suo in ogni foto ed è una cosa rara da trovare.
Gliel’ha detto anche Gerald, quando hanno parlato tre giorni fa e solitamente, lei lo ignora perché: come potrebbe mai dar ragione a qualcuno che gli dice che Harry Styles potrebbe piacerle?
Se non si conoscono nemmeno poi!
E certo, c’è il colpo di fulmine, l’anima gemella, la leggenda del filo rosso, la lattina, le stelle cadenti e altre stronzate simili, ma sono nel ventesimo secolo e lei ci crede poco a queste cose.
Le porte del pullman si aprono e lei sale frettolosamente, prima che lui possa ricambiare il saluto.
 
 
 
 “Allora?”
“Cosa?”
“Come sta andando con Harry?”
“Sta andando come dovrebbe andare?”
Niall le appoggia una mano sulla spalla e sorride, forse più per il piatto del giorno che per la notizia, ma va bene così.
“Quindi ti ha già invitata fuori?”
Cosa?
“Frena, non so davvero di cosa tu stia parlando”
“Hai detto che sta andando bene”
“No”
“Si”
“No, ho semplicemente detto che va”
“Quando una cosa va” e lo dice marcando l’ultima parola “vuol dire che allora è qualcosa di importante”
“Come con Noreen?”
“E adesso lei che c’entra?”
Ceries ridacchia, prende il succo all’ananas e lo appoggia sul vassoio di legno scuro.
“E’ la stessa cosa, con il semplice fatto che io ed Harry non proviamo niente l’uno per l’altra”
“Certo, infatti è per questi motivi se tu lo eviti o se continui a fare la fuggitiva”
“Io non scappo”
“Con lui lo fai” ribatte, prendendo il budino al cioccolato e un tovagliolo, che tanto non gli servirà “di continuo”
“Oh, falla finita Niall!”
Si siedono al tavolo, archiviando l’argomento Harry che è appena entrato e con un sorriso, saluta entrambi.
 
 
 
Nick l’ha conosciuto ad una festa di Louis e l’ha colpita il suo strano umorismo e i suoi commenti poco discreti sui ragazzi.
L’ha conosciuto meglio un pomeriggio di metà Marzo, quando Niall l’ha quasi obbligata a sedersi con lui e il suo gruppo di amici a mensa perché: “C’è Noreen e ho bisogno di sostegno morale!” ha esclamato, richiamando quelli che lui nomina ‘doveri da amici’ e ovviamente, c’era anche Harry, che non ha perso occasione di farle domande, di conoscerla.
Adesso che Aprile è appena iniziato, Ceries è perennemente stanca.
L’anno scolastico è quasi finito ed Harry è entrato nella sua routine come se fosse niente; il mercoledì mattina fanno colazione insieme e il venerdì sera, si incontrano sempre a qualche festa.
Il giovedì invece, Harry è puntualmente nello studio di Gerald per ritoccare, fare o finire un tatuaggio e lei, a differenza della prima volta, rimane seduta sul divanetto in pelle a studiare o semplicemente ad osservare la scena e le buffe espressioni che fa il ragazzo quando l’ago gli buca la pelle.
Il lunedì pranzano insieme ed è capitato forse cinque volte, che rimanessero soli —perché i loro amici, erano troppo occupati da impegni immaginari per poter mangiare.
Ceries in cinque mesi l’ha conosciuto abbastanza da dire che ci sono troppe cose di Harry che non sopporta; il sorriso, le fossette, il modo interessante in cui fuma e il fatto che non è in grado di capire se quello che dice è sempre la verità.
I jeans troppo stretti e che gli fasciano le gambe femminili, i tatuaggi che ha addosso e che: “Un giorno ti dirò il significato di ognuno” le ha detto durante l’ora di economia, seduti in terrazza sulla stessa panchina dietro l’albero.
La musica che ascolta, il fatto che andranno allo stesso concerto, quando la trova sul marciapiede dopo qualche festa e come se niente fosse, rimane a farle compagnia mentre il sole schiarisce il cielo.
Ha inoltre capito, che forse Gerald ha ragione, perché Harry un po’ le piace, ma giusto un po’.
Ed è per questo che è irritante, perché adesso non può usare la banale scusa del ‘non lo conosco nemmeno’ e non fa altro che arrossire, andare via quando le cose si fanno imbarazzanti o quando lui le da un bacio sulla guancia o appoggia lentamente una mano sul suo fianco.
 
 
 
Zayn è dietro il bancone del ‘The breakfast club’ e le sta raccontando del test della patente, dei pochi errori che ha fatto e che molto probabilmente, entro il weekend, andrà a comprarsi la macchina.
Poi,  l’aria fredda di Londra entra nel locale e Ceries è obbligata a voltarsi, trovandosi davanti Harry e Nick, che parlottano di impaginazioni, foto e articoli.
“Cers!”
La saluta, prendendosi quella confidenza che la fa innervosire.
Perché è Harry e quella confidenza è amichevole e lei non può essergli amica, proprio non ce la fa.
“Hai da fare stasera?”
“Perché?”
“Hai da fare?”
Scuote la testa.
“Benissimo, allora alle nove ti passo a prendere”
Per andare dove?
E se non volessi?

Ma non lo dice, perché lui le fa un occhiolino e seguito a ruota da Grimshaw, escono dal bar, lasciando sia lei che Zayn leggermente stupiti.
“Cos’è appena successo?”
“Credo ti abbia invitato ad uscire”
“Harry?”
“Harry”
Merda.
 
 
 
Noreen sta trattenendo le risate, Ceries lo può sentire nonostante stiano parlando al telefono e lei abbia lo stereo acceso.
“Te lo giuro, è andata proprio così”
“Non ti ha baciata?”
“No”
“E avete parlato per tutto il tempo? Senza che ci fosse un minimo di silenzio imbarazzante o altro?”
“Già”
Sospira, sdraiata sul letto e con la sigaretta tra le dita.
“Beh, è una buona cosa”
“Dici?”
“Certo! Si vede che vuole prima conoscerti e che la sua intenzione non è entrare nel tuo letto, non ancora almeno”
“Noreen!”
La ragazza ride, così tanto che Ceries non può non imitarla e passano il resto del tempo a valutare i pro e contro della serata di venerdì, che è andata.
È andata davvero fin troppo bene, così tanto che Niall il giorno dopo è venuto da lei offeso, perché ha dovuto scoprire da Liam del loro appuntamento.
Ceries gli ha raccontato del gelato in piazza, dei panini mangiati mentre camminavano e della mostra di fotografie che hanno visto.
“Te l’avevo detto, questo è qualcosa di importante”
“Come no”
“Non dire ‘sono cose da amici’ perché giuro, che attacco manifesti per tutta la scuola con tue foto imbarazzanti”
“Gentile”
“Lo so”
Poi l’ha abbracciata, dicendogli che era contento per lei e sorridendole, sono andati a casa di Louis per giocare alla play e parlare di Noreen e del bacio che avrebbe voluto darle in redazione, quando impegnata nell’articolo che stava scrivendo, l’ha ignorato.
“Quindi” Noreen attira di nuovo la sua attenzione “uscirete di nuovo?”
“Non penso”
“Perché no?”
“Non credo che..”
“Smettila con tutte queste paranoie, non ti portano da nessuna parte. Harry ha già fatto il primo passo, adesso tocca a te”
Ceries lo sa, non lo farà.
Perché come si fa il primo passo? Come si fa a capire e a far capire a qualcuno che ti interessa?
Lei non è da storie serie, non lo è mai stata; le piace sentirsi libera, non dover dare spiegazioni del perché è tornata tardi, perché ha bevuto poco o tanto, perché fuma le Merit e non le Marlboro.
Le piace stare da sola, divertirsi (nei limiti) e vivere l’adolescenza che tra anni, ricorderà con nostalgia.
Poi però è arrivato Harry, che non chiede, né pretende, né impone —è arrivato e lei si sente persa.
 Perché le piace in quel modo che fa venire voglia di stringersi le mani, restare sveglia la notte a pensare a situazioni vecchie e a quello che potrebbe succedere.
Che potrebbe succedere tra me e te?
Perché non mi hai baciata?
Perché diamine, continui a sorridere così?

 
 
 
 Gerald le porta il thè, dei biscotti al cocco in un piatto e ringrazia Izac, che ha preso il suo posto con il cliente delle dieci.
“Allora mi ha detto Niall che le cose procedono alla grande”
“Non sa tenersi la bocca chiusa quel ragazzo? Almeno una santa volta”
“Sai com’è fatto”
“Sfortunatamente”
Gerald ride e le passa il posacenere.
Ceries vorrebbe davvero dirgli che è arrivata alla conclusione di essere fottuta.
Perché Harry l’ha chiamata e hanno passato l’intera nottata a parlare, lui ha suonato la chitarra e lei gli ha detto che non era affatto stanca e che di fare fisica il giorno dopo, non ne aveva voglia.
Lui le ha raccontato delle nuove foto, le ha promesso un giro in moto e che gli piacerebbe, se un giorno, un tatuaggio glielo facesse lei, non importa cosa, va bene anche un punto o uno smile o un triangolo, basta che sia lei a disegnarlo.
Ceries è arrossita ed è rimasta cinque minuti in silenzio, prima di: “Esci con me, ancora” dire, mordendosi poco dopo la lingua perché è stata affrettata, perché Harry è rimasto in silenzio, ha riso nervosamente e lei ha sentito il sangue bloccarsi nelle vene.
“Pensavo dovessi aspettare ancora molto prima di sentirti dire una cosa simile”
“Sabato sera?”
“Io sarei libero anche domani”
Ed è inutile dire che il sonno non è più arrivato, che hanno chiuso la chiamata alle sei del mattino quando entrambi, dovevano prepararsi per andare a scuola.
Gerald però non ha bisogno che lei gli dica qualcosa, aveva già capito tutto la prima volta che l’ha vista cambiare strada alla vista del ragazzo.
“Ti ha baciata?”
“No”
“Oh”
“Già, magari non gli piaccio come mi fa credere”
“Dagli tempo”
Ma a me tempo, chi me ne da?
E perché devo stare ad aspettarlo?
Che sicurezze ho?
Se va male?
Se mi faccio male?

 
 
 
Ceries non vede Harry da quattro giorni.
Il telefono l’ha tenuto spento e non ha voglia di alzarsi dal letto, di andare a scuola, di sentire Niall dirle quanto le cose vanno bene e vedere Nick, che le chiederà sicuramente di accompagnarlo fuori da scuola, perché Izac lo sta aspettando.
Non ha voglia soprattutto di andarci perché sarebbe come stare tutto il tempo in gabbia, aspettando che Harry faccia qualcosa che vada oltre gli sguardi, gli abbracci, le carezze, i baci sulla guancia, i sorrisi e i discorsi infiniti, pieni di gesti incompresi o fraintesi.
La sveglia suona e con un uno sbuffo spazientito, si toglie il piumone di dosso, incamminandosi verso la sedia, afferra le prime cose a portata di mano e poi si chiude in bagno, mentre il campanello di casa suona.
Harry è seduto sul muretto, con le cuffie nelle orecchie e una sigaretta appena accesa.
“Che ci fai-”
Insopportabile.
Perché non l’ha fatta finire, perché con un solo gesto e senza nemmeno scendere da quel muretto, l’ha stretta a sé.
Harry la sta baciando.
La bacia con fretta, come a cancellare tutte le volte che ne ha avuto l’occasione e se l’è lasciata scappare.
Schiude le labbra, ne traccia il contorno con la lingua e le morde, per poco, perché anche lui deve capire che è reale, che lui è li, lei c’è e sta ricambiando.
Rallenta di poco, scusandosi per il ritardo, per il poco tempismo e l’atmosfera per niente romantica.
Ceries sorride una volta essersi allontanata.
“Per questo”
“Mmh?”
“Sono qui, per questo, per te”
Oh.
Insopportabile.
Harry è insopportabile anche dopo un bacio che toglie il fiato, perché Ceries lo sa, non ne esce più e trova insopportabile il fatto che tutto ciò stia capitando a lei.
E non si tratta di provare qualcosa di così forte, di lui che le stringe le mani fredde, delle parole sussurrate all’orecchio o delle domande a cui non darà una risposta.
Si tratta di Harry che è successo e lei, che non ha impedito che le cose andassero diversamente.
 
 
 
Giugno è arrivato.
Fa caldo, le giornate si sono allungate e lo studio è aumentato.
Nick e Izac hanno ufficializzato la loro relazione, Niall bacia Noreen sulle labbra e il venerdì sera si sveglia con lei accanto, stretta a lui e a Ceries dice che sono in una relazione mentre Noreen non dice niente, perché etichettare le cose è stupido: “E’ quello che è” e stringe le mani del ragazzo, salutando Harry che stringe un fianco di Ceries e la bacia, sorridendole.
Zayn lavora ancora al ‘The breakfast club’ e ogni martedì mattina, porta cornetti a tutti; Louis, ha comprato un cane, usando la scusa che in mezzo a tutte queste coppiette di adolescenti innamorati si sente escluso.
“Ho seguito il tuo consiglio”
“Cioè?”
Harry le fa l’occhiolino e si stringe nelle spalle.
Irritante, come lo è sempre.
“Ho mandato le mie foto ad una rivista”
Ceries rimane in silenzio per alcuni secondi e cazzo, va bene.
“L’hai fatto davvero?”
“Si” si passa una mano tra i ricci “dopotutto, fotografare mi piace. In modo particolare te”
“L’ultima frase non vale”
“Perché? Era dolce”
“Appunto”
Lui rotea gli occhi e ride, perché anche Ceries è irritante, soprattutto quando si imbarazza in determinate situazione e a determinati commenti, quando la mattina gli ruba sempre le coperte e dopo le feste, si siede sui marciapiedi ad aspettare il sole.
“Vuoi sapere che mi hanno detto?”
“Me lo diresti comunque”
“Che ho fatto la scelta giusta e che a settembre, potrei avere un posto di lavoro fisso”
“E’ grandioso Harry!”
“Si?”
“Certo!”
Lo bacia e cambiando discorso, raggiungono il negozio di Gerald —gli ha promesso un tatuaggio ed Harry, non dimentica le cose tanto facilmente.
 
 
 
“Cosa siamo noi?”
Harry la guarda e si morde il labbro.
“Ceries ed Harry”
“Okay”
“Se preferisci possiamo dire che stiamo insieme, che tu sei mia, che ti amo e tutte le altre cose che si dicono due persone che stanno insieme ma..”
“Ma?”
“Ma io preferisco così, siamo io e te, noi, non abbiamo bisogno di specificare niente o di dimostrare agli altri che siamo qualcosa, giusto?”
Ceries ha le guance rosse e sente le gambe leggere.
“Giusto”
“Sicura?”
“Si, penso che mi piaccia così. Fa meno, paura”
“Paura?”
Annuisce ma non glielo spiega, perché come glielo dice che è la prima volta che prova quelle cose?
Che lei è li per lui e che non se ne andrà così facilmente.
Che lo vuole davvero nei suoi giorni, anche nei momenti neri; che quello che sono loro due insieme, le sembra irritantemente giusto?
“Harry?”
“Si?”
Scuote la testa e gli bacia le rondini che ha sul petto.
Ti amo.
Lui le circonda le spalle con il braccio e chiude gli occhi, perché sono appena iniziate le vacanze, la scuola è finita e loro hanno tutto il tempo del mondo per scoprirsi e sopportarsi.
E Ceries, dalla finestra della sua camera, guarda il sole sorgere e illuminare il viso del ragazzo che le sta accanto.
Alla fine aveva ragione Niall, loro due, sono qualcosa di importante.
 
  
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