Serie TV > Teen Wolf
Segui la storia  |       
Autore: Fyamma    14/01/2014    3 recensioni
Spoiler terza stagione
Crossover Teen Wolf X Shadowhunters
Cosa succederebbe se il mondo dei licantropi di Beacon Hills si intrecciasse con quello dei Nephilim di New York? Tra personaggi nuovi e vecchi, vecchi nemici e nuove amicizie che sembravano impossibili, la vita di questi ragazzi prende una nuova svolta, creando le condizioni per lo sviluppo di nuovi amori e dolori. Perchè si sa, in un posto dove ci sono licantropi, Nephilim e creature soprannaturali varie non ci potrà mai essere pace.
Tratto dal prologo:
"Quando hai intenzione di dirglielo, Tris?"
"Non lo so. Glielo dirò, ma questo non... Non è il momento." Rispose.
"Non sarà mai il momento. Fa solo in modo da non protrarre troppo a lungo la cosa, o le conseguenze potrebbero non essere piacevoli per nessuno dei due."
"D'accordo. Si, hai ragione. Glielo dirò."
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Isaac Lahey, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

BATTLES AND REVELATIONS

 

Il nostro pentimento non è tanto un rimorso per il male che abbiamo fatto,

quanto un timore per quello che ce ne puo venire.

- François de La Rochefoucauld 

 

L'incontro con Magnus le aveva risollevato un po' il morale, ma aveva anche aggiunto un nuovo peso sul suo cuore. Isaac teneva così tanto a lei che l'incantesimo non aveva funzionato... Tris non si era mai sentita così in colpa. Non poteva neanche immaginare cosa si provava a ricordare cose diverse da quelle di tutti gli altri, lo dovevano aver preso per pazzo. Per colpa sua.

Ma, come aveva detto Magnus, forse non aveva fatto la cosa migliore, ma era la più giusta per tutti. Forse lo aveva reso infelice, ma almeno era vivo. L'unica cosa che poteva fare a quale punto era seguire il consiglio del fratello e non rivederlo mai più, non avrebbe permesso che la sua vita fosse stravolta dal suo mondo pericoloso e pieno di dolore. Piuttosto se ne sarebbe andata sparendo per sempre, o sarebbe morta. Non gli avrebbe permesso di subire il suo stesso destino.

Camminando senza meta, immersa nei suoi pensieri, aveva raggiunto una stradina appartata vicino al bosco, con poche abitazioni e scarsamente illuminata. Fece una smorfia. Sembrava che le strade buie e deserte l'attirassero particolarmente quel giorno. D'altronde, era abituata ad andare a caccia di demoni in posti come quello.

Fece per tornare indietro, per quel giorno ne aveva abbastanza di guai e ancora non aveva ottenuto il pisolino che le spettava.

Tris si bloccò in mezzo alla strada, tendendo le orecchie. Affinò tutti i suoi sensi, com'era stata addestrata a fare, e rilassò tutti i muscoli, pronta a colpire più veloce di un cobra. Si fece scivolare in mano il pugnale che aveva nascosto nella manica, attenta a evitare che la luce della luna o dei pochi lampioni presenti si riflettesse sulla lama.

Rimase semplicemente lì, in attesa, aveva imparato che per qualcuno minuto come lei la difesa era migliore dell'attacco. Se fosse rimasta ferma senza attaccare sarebbe sembrata indifesa, e avrebbe potuto contare sull'effetto sorpresa. Nessuno si aspettava che una sedicenne che non arrivava al metro e sessanta potesse essere una macchina da guerra.

Sentì una serie di schiocchi e ticchettii provenire da un tetto sopra di lei, e vide un movimento fulmineo con la coda dell'occhio. Si sentì invadere da quella sensazione unica che precede una battaglia, si sentiva come inondata di energia pura, mentre i suoi istinti da Cacciatrice prendevano il sopravvento.

Strinse meglio il pugnale, migliorando la presa, e quando la creatura saltò da un tetto ad un altro -tanto veloce da essere a malapena visibile- lei con un movimento altrettanto rapido lanciò il coltello. L'essere, ferito, non riuscì a raggiungere il tetto, precipitando ai piedi della ragazza. Aveva mirato per ferire, non per uccidere, in modo da evitare spiacevoli incidenti a causa degli Accordi se si fosse trattato di un Nascosto. Ma non era così, come ebbe modo di appurare con gioia. Aveva davanti un demone Drevak, noti per la loro velocità e abilità nello spionaggio. Non erano demoni molto forti, ma sapevano parlare rozzamente il linguaggio umano.

"Per chi lavori?" Gli chiese duramente, sguainando la spada angelica e sussurrando "Cassiel" per chiamarla.

Il demone non rispose, troppo occupato a contorcersi dal dolore. Allora lei gli puntò la spada alla gola, esercitando una leggera pressione per far capire che non scherzava. Il demone si bloccò, e cominciò ad emettere una serie di suoni gutturali in quella che lei riconobbe come il linguaggio corrente tra la sua specie.

"Parla in modo che ti possa capire, so che ne sei capace. Altrimenti potrei ritenere che quella lingua non ti serva a molto..." Minacciò lei, mentre un sorriso sadico si faceva strada sul suo volto.

Il demone, sorprendendola, scoppiò nella sua versione di una risata sguaiata.

"Al mio padronne non piaciono gli anggioleti, no. E tu morrirai dollorossamente, sssi! Sssarai un saccrificcio perfeto! Nesunno qui sa ancorra nula, ma presssto i nemicci del mio padronne avrano delle brute sorpresse, e tuta la città sarrà pienna delle lorro urla!"

Scoppiò di nuovo a ridere, e Tris si rese conto che non avrebbe potuto ottenere nulla di più. Piantò la spada nel corpo del demone, ma quello prima di sparire emise un verso acutissimo che la costrinse a coprirsi le orecchie per non perforarsi i timpani. Quando il demone fu ufficialmente rispedito per posta prioritaria all'inferno, e il rumore con lui, la ragazza si arrischiò a scoprire le orecchie e a raddrizzarsi, infastidita. Nessun demone le aveva mai fatto uno scherzo simile prima d'ora.

E non le ci volle molto per capire il perchè: dopo neanche cinque minuti un vero esercito di demoni Moloch la assalì in pieno, e lei ebbe appena il tempo di sguainare due spade angeliche.

"Un richiamo! Era un fottuto richiamo!" Imprecò tra se e se la mora, mentre schivava, colpiva, deviava e tranciava a più non posso.

Era attaccata su così tanti fronti che a furia di voltarsi a destra e a manca stava iniziando a girarle la testa. Staccò di netto la testa ad un demone con una spada, mentre con l'altra deviava gli artigli di un altro verso destra, destabilizzandolo e colpendolo al fianco. Tuttavia non aveva mille occhi, e non riuscì a parare in tempo un attacco laterale che la spedì dritta contro il muro di un edificio. Notò con orrore che una luce all'interno si accese, e imprecò di nuovo. Non poteva permettere che dei mondani finissero coinvolti nella faccenda, i demoni non si sarebbero di certo fatti scrupoli.

I demoni la circondarono in breve, ma lei riuscì a scorgere un pezzo occupato solo da cinque demoni che fece fuori con facilità, infilzandone uno con la spada, tirando un pugnale ad un altro e mozzando la testa agli altri tre con un un unico movimento, anche se alla fine non riuscì a decapitare completamente l'ultimo demone. Poco male, era morto lo stesso.

Si fiondò sull'apertura prima che altri nemici venissero a riempirla e si mise a correre verso il bosco più veloce che poteva. Sentiva chiaramente i demoni dietro di lei seguirla, eccitati dall'idea della caccia e pregustando già una cena a base di Nephilim. Si spinse più lontano possibile, evitando rami bassi e scavalcando radici senza mai perdere l'equilibrio. Sfrecciava nel bosco come un fulmine, ma fu costretta a rallentare per non far perdere le sue tracce ai mostri. Non voleva che si disperdessero andando a fare casino in città, e poi si stava divertendo.

Giunse nei pressi di una vecchia casa diroccata e si fermò, appurando di essere abbastanza lontana da potersi scatenare senza pericoli. Interruppe la corsa bruscamente e si voltò, trapassando un demone che non era riuscito a frenare in tempo, spinto dalla forza della sua stessa corsa. Quei demoni non erano troppo complicati da gestire singolarmente, dato che non brillavano di intelligenza, ma quando eri in così elevata inferiorità numerica cominciavano a sorgere i problemi.

Il fatto che sputassero fiamme dagli occhi non aiutava, la ragazza aveva già collezionato una serie di bruciature più o meno gravi, e la sua divisa era tutta bucherellata. Fece una smorfia quando un taglio più profondo sul polpaccio per poco non la fece cadere, e si riprese appena in tempo per ricominciare la lotta. Perse il conto dei demoni uccisi, ormai combatteva in modo quasi automatico. Ma lei era una sola e, anche se era una delle Cacciatrici più abili della sua età, era umana e stava iniziando a stancarsi, mentre ogni demone che veniva a sostituire quello appena abbattuto era fresco e riposato. Senza contare le innumerevoli ferite che si era procurata nella lotta.

Con un urlo sfinito uccise l'ennesimo demone, e si accorse con piacere che le fila nemiche iniziavano a sfoltirsi. Per compensare i demoni serrarono i ranghi, rendendo i movimenti della mora ancora più difficoltosi. Ormai si era avvicinata abbastanza alla casa da sentire delle voci all'interno, tra le quali le sembrò quasi di scorgere il suo nome.

Distratta da ciò, per la stanchezza non si accorse dell'attacco di uno di quei mostri, e per la seconda volta in quel giorno Tris venne spedita contro il muro di una casa. Solo che quella era quasi completamente distrutta, e il corpo della ragazza sfondò il muro con facilità. Scivolò sul pavimento spinta dalla forza dell'impatto, e sbatté la testa su qualcosa di duro. Si rese conto che si trattava della gamba di un tavolo, e con la vista appannata sollevò lo sguardo. Vedeva due stelle azzurre davanti agli occhi, e mezza incosciente sbattè le palpebre per schiarirsi la vista, confusa. Riuscì a mettere a fuoco un volto che la fissava, e si rese conto che le stelle erano in realtà gli occhi di un ragazzo. Un ragazzo straordinariamente familiare.

"Merda! Non è possibile!" Pensò con tale ferocia da arrivare a credere che qualcuno avesse potuto sentirla.

Aveva davanti Isaac. ISAAC! Possibile che non riuscisse a stargli lontano per più di ventiquattr'ore? Aveva un compito semplice: non avvicinarsi a lui. Possibile che fosse fisicamente impossibile?! Si dipinse in faccia un sorriso sarcastico, e capendo chi aveva pronunciato il suo nome poco prima, chiese con il tono più divertito che aveva: "Mi stavi cercando?"

Purtroppo dovette interrompere questa sagace conversazione a causa del piccolo problema che c'era un orda di demoni che la voleva morta. Si rialzò da terra spazzolandosi i vestiti già laceri e recuperando le armi. Poco lontano c'era un pezzo di ferro appuntito che impugnò a mo' di lancia.

"Ma che stai facendo?" Chiese una voce stupita alle sue spalle.

Si voltò per un millisecondo, trovandosi davanti un ragazzo abbastanza carino con i capelli e gli occhi scuri. Le era familiare, ma non riusciva a collegare nessuno dei visi che ricordava con quello del ragazzo, almeno finché non notò la forma bizzarra del suo naso. Era un tratto distintivo che sarebbe stata capacissima di riconoscere ovunque.

"McCall?!" Chiese stupefatta.

Quand'è che quel ragazzino asmatico con l'apparecchio si era trasformato in quel figo? Spostò lo sguardo leggermente più a destra, e vide seminascosto dalla porta Stiles Stilinski, il migliore amico di Scott. Dove c'era uno quasi certamente c'era l'altro. Ma che ci facevano li?

Si affrettò a riassumere un'espressione neutra per non destare sospetti, e rispose alla sua domanda: "Aspetta..." Alzò l'indice, poi il medio e infine l'anulare, in una muta conta con le dita. Una volta giunta al tre tirò la lancia improvvisata contro un demone che si era appena affacciato allo squarcio nel muro, scaraventandolo di nuovo fuori e uccidendolo all'istante. Non si lasciò distrarre dalle esclamazioni sorprese alle sue spalle e si armò il più possibile, mettendosi in guardia.

"Si inizia a ballare..." Mormorò, prima che tutto ciò che restava dell'esercito di demoni facesse irruzione nell'edificio.

Soppesò la spada e partì all'attacco nello stesso istante in cui il primo demone metteva piede nella stanza. Lo infilzò, poi si voltò e squartò il ventre ad un altro utilizzando come spinta il movimento rotatorio, tirando fuori al contempo un pugnale e lanciandolo contro un terzo mostro. In meno di due secondi aveva fatto fuori tre demoni, ed era ritornata nella posizione di partenza. L'esercito numeroso che prima aveva di fronte di era ridotto ad una dozzina di demoni, che però adesso sembravano parecchio impauriti.

Un paio di demoni le vennero addosso, ma riuscì ad abbatterli facilmente. A quel punto quelli rimasti sembrarono capire che gli conveniva di più attaccare in massa, e dieci demoni Moloch la investirono in pieno. Le girava la testa, aveva la vista appannata e riuscì ad uccidere solo tre demoni prima di essere disarmata. Si liberò con un calcio di quello che l'aveva bloccata a terra e si allontanò carponi più velocemente possibile. Si guardò freneticamente intorno in cerca di un arma, notando uno stipetto in quella che doveva essere la lavanderia. Lo sportello era scardinato, e riusciva a vedere da li la bottiglia di insetticida spray.

Si ci fiondò addosso e urlò: "accendino!" Il ragazzo più grande -Derek Hale, dedusse- le lanciò un antiquato accendino che grazie al cielo riuscì a far scattare al primo colpo. Si girò con la schiena a terra e proprio quando i sette demoni rimasti le vennero addosso, lei azionò lo spruzzatore e lo posizionò dietro la fiamma, generando una fiammata che carbonizzò all'istante tutti i mostri con cui veniva in contatto. Quando anche l'ultimo demone fece ritorno alla sua dimensione tra le urla di dolore, la ragazza costrinse le dita irrigidite a mollare la presa, facendo tintinnare l'accendino a terra, producendo un rumore incredibilmente amplificato nel silenzio improvviso che si era venuto a creare.

La ragazza era ancora in posizione semisdraiata, ansante, e con uno sforzò che le sembrò immane riuscì a lanciare la bottiglia di insetticida più lontano, poi crollò sdraiata definitivamente. Gemendo, si portò una mano alla nuca, ritrovandola tinta di rosso. Questo spiegava la vista sfocata e la nausea. Riuscì a rotolare di fianco, respirando profondamente per non vomitare, e sputò a denti stretti:

"Qualcuno di voi gentiluomini ha intenzione di aiutarmi?"

Loro sembrarono riscuotersi da uno stato di trance, riguadagnando un'espressione quasi intelligente. Scott batté un paio di volte le palpebre, poi quando realizzò che era successo davvero le chiese: "Ma si può sapere chi diavolo sei tu?!"

Stiles era rimasto a bocca aperta. Letteralmente. Guardava il punto dove l'ultimo demone era sparito con lo sguardo di chi non si capacita di ciò che è successo. La ragazza fece una smorfia infastidita, l'adrenalina stava scemando e il dolore delle ferite iniziava a prendere il suo posto.

"Magari te lo dico quando la mia commozione celebrale sarà un po' migliorata." Rispose riuscendo a fare del sarcasmo anche in quella situazione.

Lui sobbalzò e corse ad aiutarla, sollevandole lentamente il busto per non peggiorare la situazione. Lei si sforzò di non emettere nessun suono, anche se avrebbe voluto urlare dal dolore. Serrò le labbra decisa a non far uscire nemmeno un fiato. Lui la prese delicatamente in braccio, poi sembrò indeciso sul da farsi.

"Che faccio? La porto in ospedale?" Chiese a Derek, ma prima che l'Alpha potesse rispondere la ragazza mormorò debolmente:

"Non è necessario... Qualcuno di voi è bravo a disegnare?" Quelle due frasi assieme erano così assurde da convincere ancora di più il ragazzo dell'alternativa ospedale. Lei sembrò capirlo, e sorrise debolmente.

"Rispondete e basta."

"Ehm, io me la cavo..." Mormorò Isaac, ancora seduto sul tavolo, guardandola anche lui come se fosse impazzita.

"Portarmi da lui." Ordinò al taxi-Scott.

Sbuffando, lui ubbidì, e Isaac le fece spazio sul tavolo.

"Prendi il mio stilo... Quell'aggeggio con cui mi sono fatta i disegni nel magazzino. Tasca sinistra."

Isaac, che si trovava alla sua destra, dovette sporgersi per raggiungere la tasca, circondando il suo corpo con le braccia. La ragazza si rese improvvisamente conto che il ragazzo era a petto nudo, e sperò vivamente che il suo rossore passasse per affanno a causa del combattimento appena avvenuto. Isaac d'altro canto dovette faticare parecchio per non soffermarsi più del dovuto nella "zona tasca", e alla fine anche lui era arrossito.

Prese velocemente l'oggetto e guardò la ragazza, in attesa di altri ordini. Lei si scervellò per trovare il modo migliore per fargli disegnare un iratze, descriverglielo sarebbe stato impossibile. Poi si ricordò di quando, annoiandosi durante il viaggio per raggiungere la città, aveva iniziato a disegnare svogliatamente delle rune su un foglio, con una penna normale ovviamente.

"Nella tasca della mia giacca ci dovrebbe essere un foglio. Prendilo e aiutami a mettermi di fianco."

Il ragazzo ubbidì, voltandola in modo che lei gli desse la schiena, e aprì il foglietto. Lo trovò pieno di strani simboli simili ai tatuaggi che ornavano il corpo della ragazza.

"Vedi quello che somiglia un po' ad una stella? Saresti capace di copiarlo?" Chiese la ragazza, sforzandosi di non svenire e restando sveglia con la sola forza di volontà.

"Credo di si..." Rispose il ragazzo.

"Dietro l'orecchio dovrebbe andare bene. Usa lo stilo."

Il ragazzo scostò i capelli dal viso della ragazza per scoprire l'orecchio, e lei rabbrividì. Maledizione, non poteva permettersi di pensare a certe cose! Il ragazzo guardò dubbioso il disegno, indeciso, non sapendo da dove iniziare. E poi, non vedeva come poteva aiutarla. Poggiò delicatamente la punta dello stilo sulla pelle della ragazza, ma lo sollevò subito quando la pelle iniziò a sfrigolare e a fumare.

"Tranquillo, è normale." Lo rassicurò lei. Il ragazzo, non del tutto convinto, tornò a disegnare, cercando di essere il più accurato possibile.

"Per l'Angelo, Isaac! Ti dai una mossa? Fa male!" Sbottò lei dopo un po', infastidita.

"È doloroso?" Chiese lui titubante, mentre cercava di sbrigarsi senza fare errori.

"Sono dei marchi a fuoco. Se qualcuno ti poggiasse un attizzatoio rovente sulla pelle, o magari una fiamma ossidrica, non proveresti dolore?" Rispose lei stanca, se non si dava una mossa con quella runa sarebbe svenuta.

Vide Scott sobbalzare, e tirarsi su la manica della maglietta per scoprire un tatuaggio sul bicipite. Lei sorrise.

"Fiamma ossidrica?" Tirò ad indovinare, sapeva che i tatuaggi normali non avevano effetto sui licantropi. Lui annuì.

"Beh, dovresti sapere cosa sto provando allora."

Isaac aveva avvicinato il viso per poter disegnare meglio, e il suo respiro le solleticò l'orecchio. Represse un brivido, cercando qualcosa con cui distrarsi.

"È impossibile. Quando me lo sono fatto urlavo... Invece sembra che tu non provi nulla." Continuò Scott, e la ragazza fu felice di intavolare una discussione con lui, in modo da non pensare al biondo e al fatto che fossero terribilmente vicini.

"Io ci sono abituata. Ho avuto il mio primo marchio a dodici anni, e poi sento meno dolore di quanto ne proverebbe un umano normale, o meglio mondano. Un mondano non riuscirebbe a sopportarli, impazzirebbe e si trasformerebbe in un dimenticato, un mostro che uccide qualsiasi essere vivente sul suo cammino." Rispose tranquilla.

La vista iniziava a schiarirsi, stare sul fianco la aiutava. Sentì Isaac sobbalzare dietro di lei, e Scott le rivolse un'espressione incredula.

"Ma se non sei umana cosa sei? Insomma sembri umana in tutto e per tutto e non sembri uno di quei mostri che abbiamo dovuto affrontare negli ultimi tempi, a meno che tu non faccia parte del branco di Alpha..." Stiles sembrava aver recuperato la loquacità che lo caratterizzava, e dalla gomitata che gli regalò Scott la ragazza dedusse che aveva detto troppo.

"Nephilim. Discendente dell'Angelo. Shadowhunter." Si sentì in risposta, ma non fu lei a parlare.

Derek Hale era stato così in silenzio che Tris si era quasi dimenticata della sua presenza. La ragazza sorrise.

"Tu dovresti conoscerci bene, Hale. La tua famiglia ha spesso dato aiuto al Conclave."

"Ma il Conclave non ha alzato un dito quando la mia famiglia è stata sterminata dai cacciatori." Ribattè lui, mentre la rabbia trasformava i suoi lineamenti.

"Non risulta nessuna incursione contro la tua famiglia." Rispose lei confusa.

"Sto parlando di cacciatori umani, che si dedicano alla caccia di mostri in generale e di licantropi in particolare!"

"Ho finito!" Annunciò in quel momento Issac, bloccando sul nascere ogni eventuale domanda da parte di entrambi. 7

La runa fece effetto, segno che Isaac era stato in grado di tracciarla in modo corretto. Si illuminò come se fosse fosforescente, poi sembrò come affondare nella pelle, e la ferita alla testa della ragazza si rimarginò, insieme agli altri graffi e bruciature più gravi. La ferita al polpaccio smise di sanguinare, ma la runa perse effetto prima che si potesse rimarginare completamente, e le escoriazioni più lievi vennero solo attenuate. Tuttavia era indubbio che la ragazza si era ripresa completamente. Si mise a sedere e si alzò, stiracchiandosi e sbadigliando. La runa le aveva curato le ferite, ma restava comunque sfinita.

"Ti ringrazio." Disse ad Isaac, cercando di non sbadigliare di nuovo.

Lui annuì, fissandola e alzandosi anche lui dal tavolo, anche se con più difficoltà. Per quanto lo riguardava se avesse potuto non avrebbe rifiutato uno di quei marchi.

"Beh, mmhhh... Grazie di tutto e... Io vado." Disse la ragazza indietreggiando verso lo squarcio nel muro.

"Cosa? No! Ci devi almeno una spiegazione! Non te ne puoi andare così!" Esclamò Isaac, con una nota di panico nella voce.

"È vero, non ti puoi presentare con un esercito di... Mostri... Senza darci neanche una spiegazione!" Esclamò Stiles.

"Hai un viso familiare..." Mormorò Scott, con gli occhi socchiusi, come se cercasse di ricordare. Tris raggelò.

"Ti prego, non anche lui!" Pensò disperatamente. Scott era uno dei suoi migliori amici... Prima dell'incantesimo.

"Scott, è Tris! Ricordi? Eravate..." Cominciò Isaac, ma la ragazza lo interruppe bruscamente.

"IO..." Intervenne, gettando al ragazzo un'occhiata implorante "Sono quella che ha risposto al telefono."

Isaac la guardò confuso, ma non disse niente. La mente della ragazza andava a mille. Ormai non poteva più semplicemente stargli lontana, doveva almeno evitare che spifferasse la verità agli altri. Strinse le labbra, frustrata, preparandosi ad una conversazione difficile.

"Avete ragione, non posso andarmene così. Cosa volete sapere?" Si arrese, rassegnata.

"Cos'è un Nephilim? Ce ne sono altri? Cosa erano quelle cose? Dove hai imparato a combattere così? Dove sono spariti? Sono morti? Sei tipo Buffy?"

Stiles avrebbe probabilmente continuato per molto, se non avesse dovuto riprendere fiato. A quanto pare doveva farlo anche lui.

"Calma, calma. Una cosa per volta. Allora un Nephilim, o Shadowhunter, è un cacciatore di demoni. Discendiamo dall'Angelo Raziel, che fece bere il proprio sangue dalla Coppa Mortale al primo Nephilim, Jonathan Shadowhunter, da qui il nome. Per questo il nostro corpo riesce a sopportare le rune, grazie al sangue angelico. Si, siamo sparsi in tutto il mondo, ma pochi sono a conoscenza della nostra esistenza. Quelli erano demoni Moloch, un tipo di demone che ama combattere in gruppo, per questo erano così tanti. Anche se ne avevo già fatti fuori parecchi." Aggiunse lei sogghignando. "Veniamo addestrati a combattere fin da piccoli, ho praticamente imparato a usare una spada prima di imparare a camminare. Dato che la nostra "carriera" inizia quando possiamo ricevere i marchi, la maggior parte di noi uccide il suo primo demone verso i dodici anni, e da allora non si smette più. Quando muoiono i demoni tornano nella loro dimensione d'origine, per questo sono spariti. E... Buffy non c'entra proprio niente. Quella scansafatiche si dedica solo ai vampiri. Principiante." Concluse con una smorfia.

"I vampiri esistono davvero?" Chiese Scott affascinato.

"Certo. Vampiri, lupi mannari, fate e stregoni vengono chiamati Nascosti. Prima li cacciavano e basta, ma adesso ci sono degli Accordi che ci consentono di farlo solo se si comportano male." Rispose lei indifferente, mentre si sedeva di nuovo sul tavolo facendo dondolare le gambe.

Derek era rimasto in silenzio, appoggiato al muro con le braccia incrociate. Lei inclinò la testa con fare curioso.

"Ma non gli hai spiegato nulla?" Gli chiese, continuando a dondolare le gambe ignorando gli scricchiolii che lanciava il tavolo.

Lui la guardò con quello che sembrava uno sguardo truce, ma era sempre così imbronciato che era difficile dirlo.

"Abbiamo avuto parecchio da fare negli ultimi tempi." Disse seccamente. Lei scrollò le spalle e saltò giù dal tavolo.

"Beh, se non c'è altro io me ne andrei. Non è che qualcuno mi darebbe un passaggio?" Chiese, così stanca da essere in grado di addormentarsi direttamente sul pavimento.

"Possiamo dartelo noi." Rispose immediatamente Isaac, ignorando lo sguardo assassino di Derek.

Lei sorrise riconoscente, poi sogghignò.

"Beh, sempre che non dia fastidio al grande lupo cattivo, qui." Commentò divertita.

Lui sbuffò, poi senza dire nulla uscì dalla porta. Tris continuò a sogghignare, sarebbe stato divertente stuzzicarlo. Anche perché lui sapeva bene che era capacissima di mandarlo al tappeto, conosceva la sua razza, e probabilmente non era abituato a sentirsi inferiore a qualcuno di umano.

"Beh, ci vediamo in giro." Disse alzando una mano in segno di saluto verso Scott e Stiles.

Scott le fece un cenno col capo, mentre Stiles sollevò una mano con un "ciao" entusiasta. La ragazza si diresse verso il veicolo di Derek seguita da Isaac, che le camminava accanto in silenzio.

"Credo proprio che dovremo parlare." Disse lui ad un certo punto, fissandola.

Lei si limitò ad annuire torturandosi un labbro, accelerando un po' il passo. Si accomodò sul sedile posteriore mentre Isaac si sedeva accanto a Derek su quello del passeggero. Diede al moro le indicazioni e si mise più comoda, lasciandosi cullare dal rumore ovattato del motore, accorgendosi troppo tardi che le sue palpebre si erano ormai chiuse.

 

 

 

Dormiva. Si era addormentata con la fronte sul finestrino, doveva essere sfinita. Riusciva a vedere chiaramente le profonde occhiaie che le cerchiavano gli occhi, spiccando incredibilmente sulla pelle chiara.

Ripensò a come aveva combattuto poco prima, facendo fuori tutti quei demoni da sola, e a come lui l'aveva aiutata, disegnandole quel marchio. Ora capiva perchè la Tris che ricordava girava sempre così coperta, e anche perchè a volte sembrava che avesse passato la notte in bianco. Quel che non capiva era come lui riuscisse a ricordarsi di tutto ciò mentre gli altri no. Ma lei sembrava saperlo, e lui aveva tutta l'intenzione di scoprirlo.

Arrivarono di fronte alla vecchia casa della ragazza, rimasta semi abbandonata da quando lei era sparita improvvisamente, senza lasciare nessun ricordo di se. Letteralmente.

"Svegliala e andiamocene." Ordinò brusco Derek. "Anche tu dovresti riposare."

Lui annuì, ma invece di svegliarla uscì, aprì la portiera e la prese in braccio. Lei non si mosse neppure. Era così piccola che anche senza la sua forza licantropesca sarebbe stato in grado di prenderla senza problemi, e così ci riusciva anche con una mano sola.

"Va a casa, Derek." Disse semplicemente.

Il suo Alpha scosse la testa, ma sorprendentemente non protestò e sgommò via.

Isaac si incamminò verso l'uscio con la ragazza addormentata tra le braccia. Sapeva perfettamente dov'erano le chiavi di scorta, era stato lì così spesso che quella era un po casa sua. Salì le scale per andare in camera della ragazza, cercando di non farsi travolgere dai ricordi, e aprì la porta con una spallata. Adagiò Tris sul letto e le rimboccò le coperte, poi allungò una mano in una carezza rapida.

Tornò giù e si sdraiò sul divano, gli sembrava scorretto dormire in uno dei letti senza permesso. Chiuse gli occhi, e si addormentò con la speranza che il giorno dopo magari molti dei suoi dubbi avrebbero avuto una risposta.

 

 

Author's Corner

Salve a tutti ^^

No, non sono morta, anche se i prof ci stanno provando in tutti i modi. Hoil capitolo pronto da giovedì, ma ovviamente il giorno dopo quella di fisica mi lascia una relazione da fare per oggi -.-

Voi come state? Siete ancora in possesso delle piene possibilità mentali?

Parlando del capitolo, non so, non mi convince, ed è anche per questo che ho tardato così tanto... Poi magari a voi piace, o forse vi fa ancora più schifo. 

vi sarei molto grata se mi faceste sapere il vostro parere con una recensione, perchè almeno così capisco se questa storia è degna di essere continuata o se invece piace a qualcuno ^^ e prima che me ne dimentichi, un grazie infinitissimo a tutti coloro che hanno messo la storia tra le liste e che l'hanno recensita! D'avvero, non so come ringraziarvi!

 

Un bacione one one

 

Fyamma ;)

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Teen Wolf / Vai alla pagina dell'autore: Fyamma