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Autore: Triela_Rico    01/06/2008    0 recensioni
Altra fanfiction su Gunsligner Girl. Rico scopre che alcune cose stanno cambiando e una missione prenderà una piega diversa da quanto previsto da Jean che si farà mille domande....
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Jean si reca subito in riunione, convocata d'urgenza dopo aver ricevuto informazioni importanti.

Ferro lo attende davanti la porta, sempre seria e composta, gli illustra brevemente la situazione.

Ferro:"Jean, abbiamo ricevuto dei rapporti dagli informatori di Firenze. Pare che, dopo aver perso Filippo Adani, Piriazzi stia cercando di rintracciarlo per tutta l'Italia. Le brutte notizie sono altre e peggiori. Qualcuno lo ha informato e ora sa in quale città si trova Filippo Adani. Noi lo abbiamo trasferito qui in sede, così da poterlo sorvegliare meglio. Ma non sappiamo chi sia la talpa..."

Jean:"Capisco..."
voltando lo sguardo verso il corridoio

Ferro è una donna che per lavoro ha contatti con tante persone, ne ha viste davvero molte e cerca sempre di studiarle a fondo. Ma Jean è un uomo diverso, riesce a crearsi un guscio capace di non far vedere nietne di se, nessuno riesce ad abbattere quella barriera. Solo Jose sembra parlargli senza essere allontanato. Ma è il fratello. Dopo due anni al servizio di Jean, non lo ha mai visto parlare con qualcuno di altro se non il lavoro.Lo vede come un uomo dedito solo a quello, il lavoro. Le uniche volte che si prende una vacanza resta a casa o si reca con il fratello in Sicilia. Ma non sempre, preferisce stare solo. Rico è una delle poche cyborg che Ferro considera. Preferisce le bambine forti e di carattere, Henrietta e Angelica non sono di questo tipo. Rico è una delle migliori dell'Ente, sempre composta e attenta agli ordini del fratello. Le altre come Henrietta no.

Jean si volta verso la porta per entrare e vede tutti i membri del consiglio già riuniti attorno al capo. Lo stavano aspettando, ma già avevano iniziato a discutere in maniera sommaria.

Capo:" Come stavo dicendo, Jean, siamo a rischio. Davvero...se riesce a rintracciare Adani rischiamo di essere nel mirino e venire scoperti da tutti i clan a cui diamo la caccia. Per la prima volta...rischiamo un attacco in sede."

il tono di voce sembra chiaramente forzato, Jean percepisce un alone di tensione che gli fa vibrare la voce

Jose:" Però finchè resta da noi è al sicuro. Nessuno qui potrebbe essere la talpa, di sicuro è un esterno. Anche se Piriazzi ha saputo la città, trovarci non sarà semplice. La sede legale sulla carta è un centro medico, la nostra sede è da tutt'altra parte."
poggiandosi sul tavolo coi gomiti

Hillshire:" Credo sia opportuno indagare sui collegamenti di Piriazzi. A quanto sappiamo conosce dei politici, potrebbe essere stato uno di loro a dirgli qualcosa."

Capo:" No, escludo. I nostri politici non conscono davvero l'Ente. Solo il presidente del Consiglio è a conocenza della verità. Invece deve essere qualcuno non interno ma che ha informazioni. Per prima cos bisogna scoprirlo. Poi, si deve cercare a Firenze gli informatori e unirsi a loro. Jean affido l'incarico a te, hai lavorato al caso Adani e sei l'unico che sa muoversi di conseguenza"
voltandosi verso di lui di scatto, cosa che da fasttisio a Jean

Jean:" Certo, per prima cosa andrò da Azo, l'informatore migliore che abbiamo. Lui di certo saprà dirci qualcosa in più e magari portarmi direttamente da Piriazzi"
mentre osserva la lavagna con le foto di Adani, Piriazzi e Firenze

Capo:"Ricordati però che hai a che fare con un uomo astuto e potente. Molto più di Cristiano, ricordalo. Potrebbe essere appoggiato politicamente anche se non è ufficiale. Molti parlano della destra radicale...."

Jean:" Io seguirò il mio lavoro, andrò dagli informatori e lo prenderò. E' questo l'obiettivo e intendo portarlo a termine"
la durezza di Jean ammutolì tutti, deciso a prenderlo ad ogni costo.

Jean ha imparato ormai che non bisogna temere in un laovro come il suo. Devono essere i nemici a temere lui. Oltre alla sua intelligenza e esperienza, Jean contava su Rico, addestrata perfettamente per uccidere e dar la caccia ai mostri che terrorizzano il paese.

Capo:" Bene, Ferro prendi gli uomini e inizia a studiare un modo per sorvegliare sia Adani che la sede evitantdo brutte visite. Dobbiamo essere pronti a tutto..."

Congedati tutti, il Capo si reca il giardino per andare a vedere il suo cane.

Jean invece decide di preparare tutto per la partenza ma prima scende ai laboratori per palrare col dottor Bianchi


Nel laboratorio il dottore ascolta le registrazioni delle visite alle bambine. Ascoltava il dialogo con una certa Elle e si accorge di Jean solo perchè lui si avvicina al tavolo

Bianchi:" Jean...avvisa prima di venire. Con le registrazioni da controllare e riportare nella cartella medica, non sento chi arriva, mi farai morire prima o poi."

Jean:"Tranquillo, non ti verrà l'infarto"
accendendosi una sigaretta

Bianchi:" Quando imparerari che qui siamo in un laboratorio e fumare è vietato?"
agitando le mani

Bianchi quando riceve le visite di Jean sta sempre nervoso a causa del comportamento che tiene nei laboratori. A iniziare dalle sigarette.

Jean:"Tanto sto per andarmene tramquillo. Vorrei solo sapere se le cyborg quando sognano piangono"

Bianchi rimane incerto, la domanda che gli fa Jean è curiosa

Bianchi:"Da quanto sappiamo si, molte piangono quando sognano. Pare che abbiamo immagini del passato o incubi legati in qualche modo al presente nel sonno, cosa che porta le bambine a piangere senza accorgersene. Si svegliano con le lacrime agli occhi e si atteggiano come se stessero ancora sognando."

Jean osserva l'ambiente, riflette sulle parole del dottore. Se Rico piangeva per qualche sogno, su cosa era? Sul passato o sul presente?

Bianchi:" Jean, perchè me lo chiedi"

Jean:"Niente rileggevo dei rapporti e mi è venuta questa cosa"
buttando la sigaretta a terra per spegnerla con il piede. Bianchi segue la scena non molto contento e lo fulmina con gli occhi appena incrocia il suo sguardo

Jean:"Ora devo andare, parto per Firenze e ho delle cose da fare"

Bianchi:"Spero che sia la volta buona che lasci da qualche parte le cattive abitudini....ci guadagniamo tutti..."
urlando mentre Jean esce facendogli un cenno con l a mano

Ora che ha avuto la risposta inizia a domandarsi cosa sogna e cosa le provoca. Dolore? Disagio? Influenza il lavoro?

Improvvisamente si ricorda che le ha lasciato la pistola e decide di andarla a prendere. Atraversa i corridoi interni e esterni e arriva ai dormitori. Apre la porta della stanza di Rico e la cerca sul letto, lei invece e' seduta sulla sedia, appoggiata alla finestra per guardare fuori.

Si accorge della presenza di qualcuno e si volta mentre Jean avanza e chiude la porta. Rico si alza e lo saluta sorridendo

Jean:"Sono venuto a prendere la pistola"
senz adire altro, togliendosi gli occhiali

Rico si avvicina al tavolo e prende la pistola, i bossoli che aveva tolto e li consegna al fratello. Jean li prende, mette i bossoli in tasca e la pistola nella fondina vuota. Essendo in sede non cè bisogno di portarla e visto che Rico aveva prove al poligono la mette nella findina vuota.

Jean:"Domani partiremo per Firenze, vai a letto presto e domani mattina vieni nel mio ufficio"

Rico:"SI"

Jean rimane a fissarla, è calma e tranquilla. Fino ad ora non ha mai visto Rico preoccupata ne altro, in missione è una professionista e fuori missione sempre calma ma vigile.

Jean:"Prima...avevi sognato?"
rompendo il silenzio mentre le tende si allungano col vento

Rico lo guarda come se vuole sapere di cosa parla, poi torna a sorridere e con calma

Rico:"Si, stavo sognando"

Jean:"Ti succede spesso?"

Rico:"Di giorno non dormo mai, è stato un caso."

Jean:"E la notte sogni?"

Rico:"SI"

Jean:"Incubi?"

Rico:"Bè..."
arrossisce si colpo, poggiando sue dita su una guancia per pensare. Gli occhi non guardano Jean ma cercano un appiglio intorno. Rico sa che Jean non vuole problemi nelle cyborg durante le missioni. Se inizia a vedere problemi, Rico deve fare degli esami.

Jean:"Voglio solo sapere se sogni, tutto qui"

Rico annuisce smettendo di sorridere

Rico:"Certe volte sogno di essere senza gambe e braccia e non potendomi muovere tu mi abbandoni...."

Sconcertato, Jean si passa una mano in faccia. Possibile che non si è mai reso conto di niente in due anni? Che sia stato tanto cieco da non vedere in Rico tanto dolore?
Cercando come unico fine l'eliminazione dei terroristi, aveva scelto Rico come suo cyborg perchè senza sentimenti e esperienze della vita precedente che influenzano il suo essere cyborg. Aveva fatto modificare il corpo di Rico, quel corpo che gli era sembrato migliore di altri nonostante la malattia. Ora, dopo due anni scopre che lei ha incubi sui suoi arti e capisce che lei teme di essere abbandonata di nuovo.
Rico lo fissa ma con occhi tristi, vede in lei paura e tristezza insieme. Paura di un abbandono e triestezza perchè immagina la sua vita senza arti. Esattamente quella di prima.

Senza parole e non preparato a una cosa simile, Jean fa la prima cosa che gli passa per la testa. Poggia la mano sulla testa di lei senza pensarci, come un meccanismo spontaneo. L'unica cosa che può far per ora, e basta.

Jean:"Rico....ormai domani andiamo a Firenze, al nostro ritorno me ne parli meglio. Se stai male devi dirmelo, non ti faccio rimanere in ospedale se pensi questo"

Rico ascolta quello che dice, lui ha capito ma nonostante questo non sa come comportarsi con quella ragazzina che dovrebbe considerare solo uno strumento. Se fosse stato Lauro, avrebbe fatto finta di niente. Ma si è sempre preso cura di lei e lo farà anche adesso, ma dopo la missione.

Rico:" Va bene, andrò a dormire presto per domani"

Salutata la sorella, Jean esce e chiude la porta. Non capisce il peso che prova nel petto. Era simile a quello provato pensato a Enrica, anche se un pò diverso. Anche lui aveva incubi non ricorrenti ma li aveva. Però sapere che il suo cyborg si sveglia nello stesso modo che ha visto poche ora prima gli procura disagio. Un nodo alla gola lo opprime tanto che, messi gli occhiali, si dirige nella sua stanza per andare a dormire. Almeno, dormendo, avrbbe sognato altri orrendi incubi che allontanano, fino al prossimo risveglio, il problema di Rico dalla sua mente.

  
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