Altra fanfiction su Gunsligner Girl. Rico scopre che alcune cose stanno cambiando e una missione prenderà una piega diversa da quanto previsto da Jean che si farà mille domande....
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Jean si reca subito in riunione, convocata d'urgenza dopo aver ricevuto
informazioni importanti.
Ferro lo attende davanti la porta, sempre seria e composta, gli
illustra brevemente la situazione.
Ferro:"Jean, abbiamo ricevuto dei rapporti dagli informatori di
Firenze. Pare che, dopo aver perso Filippo Adani, Piriazzi
stia
cercando di rintracciarlo per tutta l'Italia. Le brutte notizie sono
altre e peggiori. Qualcuno lo ha informato e ora sa in quale
città si trova Filippo Adani. Noi lo abbiamo trasferito qui
in
sede, così da poterlo sorvegliare meglio. Ma non sappiamo
chi
sia la talpa..."
Jean:"Capisco..."
voltando lo sguardo verso il corridoio
Ferro è una donna che per lavoro ha contatti con tante
persone,
ne ha viste davvero molte e cerca sempre di studiarle a fondo. Ma Jean
è un uomo diverso, riesce a crearsi un guscio capace di non
far
vedere nietne di se, nessuno riesce ad abbattere quella barriera. Solo
Jose sembra parlargli senza essere allontanato. Ma è il
fratello. Dopo due anni al servizio di Jean, non lo ha mai visto
parlare con qualcuno di altro se non il lavoro.Lo vede come un uomo
dedito solo a quello, il lavoro. Le uniche volte che si prende una
vacanza resta a casa o si reca con il fratello in Sicilia. Ma non
sempre, preferisce stare solo. Rico è una delle poche cyborg
che
Ferro considera. Preferisce le bambine forti e di carattere, Henrietta
e Angelica non sono di questo tipo. Rico è una
delle
migliori dell'Ente, sempre composta e attenta agli ordini del fratello.
Le altre come Henrietta no.
Jean si volta verso la porta per entrare e vede tutti i membri del
consiglio già riuniti attorno al capo. Lo stavano
aspettando, ma
già avevano iniziato a discutere in maniera sommaria.
Capo:" Come stavo dicendo, Jean, siamo a rischio. Davvero...se riesce a
rintracciare Adani rischiamo di essere nel mirino e venire scoperti da
tutti i clan a cui diamo la caccia. Per la prima volta...rischiamo un
attacco in sede."
il tono di voce sembra chiaramente forzato, Jean percepisce un alone di
tensione che gli fa vibrare la voce
Jose:" Però finchè resta da noi è al
sicuro.
Nessuno qui potrebbe essere la talpa, di sicuro è un
esterno.
Anche se Piriazzi ha saputo la città, trovarci non
sarà
semplice. La sede legale sulla carta è un centro medico, la
nostra sede è da tutt'altra parte."
poggiandosi sul tavolo coi gomiti
Hillshire:" Credo sia opportuno indagare sui collegamenti di Piriazzi.
A quanto sappiamo conosce dei politici, potrebbe essere stato uno di
loro a dirgli qualcosa."
Capo:" No, escludo. I nostri politici non conscono davvero l'Ente. Solo
il presidente del Consiglio è a conocenza della
verità.
Invece deve essere qualcuno non interno ma che ha informazioni. Per
prima cos bisogna scoprirlo. Poi, si deve cercare a Firenze gli
informatori e unirsi a loro. Jean affido l'incarico a te, hai lavorato
al caso Adani e sei l'unico che sa muoversi di conseguenza"
voltandosi verso di lui di scatto, cosa che da fasttisio a Jean
Jean:" Certo, per prima cosa andrò da Azo, l'informatore
migliore che abbiamo. Lui di certo saprà dirci qualcosa in
più e magari portarmi direttamente da Piriazzi"
mentre osserva la lavagna con le foto di Adani, Piriazzi e Firenze
Capo:"Ricordati però che hai a che fare con un uomo astuto e
potente. Molto più di Cristiano, ricordalo. Potrebbe essere
appoggiato politicamente anche se non è ufficiale. Molti
parlano
della destra radicale...."
Jean:" Io seguirò il mio lavoro, andrò dagli
informatori
e lo prenderò. E' questo l'obiettivo e intendo portarlo a
termine"
la durezza di Jean ammutolì tutti, deciso a prenderlo ad
ogni costo.
Jean ha imparato ormai che non bisogna temere in un laovro come il suo.
Devono essere i nemici a temere lui. Oltre alla sua intelligenza e
esperienza, Jean contava su Rico, addestrata perfettamente
per
uccidere e dar la caccia ai mostri che terrorizzano il paese.
Capo:" Bene, Ferro prendi gli uomini e inizia a studiare un modo per
sorvegliare sia Adani che la sede evitantdo brutte visite. Dobbiamo
essere pronti a tutto..."
Congedati tutti, il Capo si reca il giardino per andare a
vedere il suo cane.
Jean invece decide di preparare tutto per la partenza ma prima scende
ai laboratori per palrare col dottor Bianchi
Nel laboratorio il dottore ascolta le registrazioni delle visite alle
bambine. Ascoltava il dialogo con una certa Elle e si accorge di Jean
solo perchè lui si avvicina al tavolo
Bianchi:" Jean...avvisa prima di venire. Con le registrazioni da
controllare e riportare nella cartella medica, non sento chi arriva, mi
farai morire prima o poi."
Jean:"Tranquillo, non ti verrà l'infarto"
accendendosi una sigaretta
Bianchi:" Quando imparerari che qui siamo in un laboratorio e fumare
è vietato?"
agitando le mani
Bianchi quando riceve le visite di Jean sta sempre nervoso a causa del
comportamento che tiene nei laboratori. A iniziare dalle sigarette.
Jean:"Tanto sto per andarmene tramquillo. Vorrei solo sapere se le
cyborg quando sognano piangono"
Bianchi rimane incerto, la domanda che gli fa Jean è curiosa
Bianchi:"Da quanto sappiamo si, molte piangono quando sognano. Pare che
abbiamo immagini del passato o incubi legati in qualche modo al
presente nel sonno, cosa che porta le bambine a piangere senza
accorgersene. Si svegliano con le lacrime agli occhi e si atteggiano
come se stessero ancora sognando."
Jean osserva l'ambiente, riflette sulle parole del dottore. Se Rico
piangeva per qualche sogno, su cosa era? Sul passato o sul presente?
Bianchi:" Jean, perchè me lo chiedi"
Jean:"Niente rileggevo dei rapporti e mi è venuta questa
cosa"
buttando la sigaretta a terra per spegnerla con il piede. Bianchi segue
la scena non molto contento e lo fulmina con gli occhi appena incrocia
il suo sguardo
Jean:"Ora devo andare, parto per Firenze e ho delle cose da fare"
Bianchi:"Spero che sia la volta buona che lasci da qualche parte le
cattive abitudini....ci guadagniamo tutti..."
urlando mentre Jean esce facendogli un cenno con l a mano
Ora che ha avuto la risposta inizia a domandarsi cosa sogna e cosa le
provoca. Dolore? Disagio? Influenza il lavoro?
Improvvisamente si ricorda che le ha lasciato la pistola e decide di
andarla a prendere. Atraversa i corridoi interni e esterni e arriva ai
dormitori. Apre la porta della stanza di Rico e la cerca sul letto, lei
invece e' seduta sulla sedia, appoggiata alla finestra per guardare
fuori.
Si accorge della presenza di qualcuno e si volta
mentre
Jean avanza e chiude la porta. Rico si alza e lo saluta sorridendo
Jean:"Sono venuto a prendere la pistola"
senz adire altro, togliendosi gli occhiali
Rico si avvicina al tavolo e prende la pistola, i bossoli che aveva
tolto e li consegna al fratello. Jean li prende, mette i bossoli in
tasca e la pistola nella fondina vuota. Essendo in sede non
cè
bisogno di portarla e visto che Rico aveva prove al poligono la mette
nella findina vuota.
Jean:"Domani partiremo per Firenze, vai a letto presto e domani mattina
vieni nel mio ufficio"
Rico:"SI"
Jean rimane a fissarla, è calma e tranquilla. Fino ad ora
non ha
mai visto Rico preoccupata ne altro, in missione è una
professionista e fuori missione sempre calma ma vigile.
Jean:"Prima...avevi sognato?"
rompendo il silenzio mentre le tende si allungano col vento
Rico lo guarda come se vuole sapere di cosa parla, poi torna a
sorridere e con calma
Rico:"Si, stavo sognando"
Jean:"Ti succede spesso?"
Rico:"Di giorno non dormo mai, è stato un caso."
Jean:"E la notte sogni?"
Rico:"SI"
Jean:"Incubi?"
Rico:"Bè..."
arrossisce si colpo, poggiando sue dita su una guancia per pensare. Gli
occhi non guardano Jean ma cercano un appiglio intorno. Rico sa che
Jean non vuole problemi nelle cyborg durante le missioni. Se inizia a
vedere problemi, Rico deve fare degli esami.
Jean:"Voglio solo sapere se sogni, tutto qui"
Rico annuisce smettendo di sorridere
Rico:"Certe volte sogno di essere senza gambe e braccia e non
potendomi muovere tu mi abbandoni...."
Sconcertato, Jean si passa una mano in faccia. Possibile che non si
è mai reso conto di niente in due anni? Che sia stato tanto
cieco da non vedere in Rico tanto dolore?
Cercando come unico fine l'eliminazione dei terroristi, aveva scelto
Rico come suo cyborg perchè senza sentimenti e esperienze
della
vita precedente che influenzano il suo essere cyborg. Aveva fatto
modificare il corpo di Rico, quel corpo che gli era sembrato migliore
di altri nonostante la malattia. Ora, dopo due anni scopre che lei ha
incubi sui suoi arti e capisce che lei teme di essere abbandonata di
nuovo.
Rico lo fissa ma con occhi tristi, vede in lei paura e tristezza
insieme. Paura di un abbandono e triestezza perchè immagina
la
sua vita senza arti. Esattamente quella di prima.
Senza parole e non preparato a una cosa simile, Jean fa la
prima
cosa che gli passa per la testa. Poggia la mano sulla testa
di
lei senza pensarci, come un meccanismo spontaneo. L'unica cosa che
può far per ora, e basta.
Jean:"Rico....ormai domani andiamo a Firenze, al nostro ritorno me ne
parli meglio. Se stai male devi dirmelo, non ti faccio rimanere in
ospedale se pensi questo"
Rico ascolta quello che dice, lui ha capito ma nonostante questo non sa
come comportarsi con quella ragazzina che dovrebbe considerare solo uno
strumento. Se fosse stato Lauro, avrebbe fatto finta di niente. Ma si
è sempre preso cura di lei e lo
farà anche
adesso, ma dopo la missione.
Rico:" Va bene, andrò a dormire presto per domani"
Salutata la sorella, Jean esce e chiude la porta. Non capisce il peso
che prova nel petto. Era simile a quello provato pensato a Enrica,
anche se un pò diverso. Anche lui aveva incubi non
ricorrenti ma
li aveva. Però sapere che il suo cyborg si sveglia nello
stesso
modo che ha visto poche ora prima gli procura disagio. Un nodo alla
gola lo opprime tanto che, messi gli occhiali, si dirige nella sua
stanza per andare a dormire. Almeno, dormendo, avrbbe sognato altri
orrendi incubi che allontanano, fino al prossimo risveglio, il problema
di Rico dalla sua mente.