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Autore: _demonblood_    14/01/2014    1 recensioni
La storia si svolge ad Hogwarts 19 anni dopo la sconfitta del Signore Oscuro da parte dell'ora noto Auror Harry Potter. Il protagonista principale è suo figlio, il giovane Albus Severus, che comincia a vivere nuove avventure alla scuola di magia e fa nuove amicizie, finché, in un'esplorazione nella Foresta Proibita (che ha mantenuto il nome, ma in realtà ora è accessibile a tutti gli studenti, dopo un patto con i centauri che promisero la protezione degli studenti da creature malvage alla professoressa McGranitt) lui e i suoi migliori amici Rose Weasley e Scorpius Malfoy trovano una cosa che sarebbe dovuta scomparire per molto tempo, e che li avrebbe resi molto potenti...
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Albus Severus Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Albus Severus Potter/Scorpius Malfoy
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Albus era piuttosto agitato, mentre era sull’Espresso. Ora che suo padre lo aveva rassicurato sul fatto che nemmeno Serpeverde era una brutta Casa, non gli importava dove sarebbe capitato. Certo, sarebbe stato al settimo cielo se fosse finito in Grifondoro! Suo padre lo era stato, e lui era molto orgoglioso di lui, il grande Harry Potter. Rose intanto continuava a parlare.
  «Ma tu mi ci vedi in Tassorosso? No, perché davvero lì non ci voglio finire… dicono che ci vadano i perdenti!» ma si bloccò perché forse, come ad Albus, le era venuto in mente Teddy Lupin, e arrossì. Fu il giovane a dar voce ai suoi pensieri.
  «Io so che anche sua madre era una Tassorosso ed è morta combattendo coraggiosamente.»
  «Sì, hai ragione» ammise accasciandosi sul sedile «stavo parlando a vanvera e, lo ammetto, è perché sono molto, molto nervosa! In realtà, beh, dopo la Battaglia di Hogwarts lo sanno tutti che tutte le Case sanno dimostrare coraggio. E nessuno è stupido, né cattivo…» ma si accorse che Albus non la stava ascoltando e smise di parlare. In realtà, lui guardava James attraverso i vetri alle prese con una ragazza dalla pelle color cioccolato che sembrava snobbarlo. Quella scena non poteva che divertirlo, mentre sua cugina aveva ripreso a blaterare delle Case e del libro che le aveva regalato sua madre, la nuova copia di “Storia di Hogwarts”.
  Mentre si rigirava la sua bacchetta di salice e piuma di fenice nella tasca, Albus scorse Scorpius Malfoy guardare nel loro scomparto.
  «Ehi, Scorpius, vieni dentro!» disse senza pensarci.
  «Al, che stai facendo?» chiese Rose a denti stretti «Mio padre mi ha detto che ai suoi tempi non era molto amico di suo padre. Non dovresti fidarti di lui, è uno di quei Serpeverde che…» ma si bloccò di nuovo, perché Malfoy, con le guance lievemente arrossate, stava rivolgendo un timido sorriso ad Al.
  «Vi ringrazio, non c’era posto da nessun’altra parte» spiegò il ragazzo dal volto spigoloso. Dopodiché calò un silenzio piuttosto imbarazzante tra i tre, che Rose seppe colmare diplomaticamente.
  «Ehm… allora ragazzi… come pensate che saremmo smistati? Io spero che sia un test scritto che parli delle nostre attitudini» annuì, come per convincere sé stessa.
  «A dire il vero non mi dispiacerebbe un test scritto» ammise Malfoy «Ma non pensate che sia un po’ troppo poco… magico?» la sua voce era un po’ stridula, ma non fastidiosa, notò Albus. Si limitò ad annuire, guardando fuori dal finestrino mentre Scorpius perdeva la sua timidezza e cominciava a battibeccare con Rose su alcuni incantesimi a cui entrambi avevano dato una letta prima di iniziare la scuola.
La verità era che Albus non parlava perché non aveva aperto nemmeno un libro e non se la sentiva di fare la figura dello stupido. Perciò, si girò solo quando sentì Rose annunciare:
  «Siamo arrivati!» Albus prese il suo baule e il suo gufo bruno, Zellino, e si affrettò insieme a Rose e Scorpius ad uscire dall’Espresso. Al loro arrivo un mezzogigante con la barba e i capelli neri e crespi e striati di grigio accolse i bambini del primo anno. Al e Rose non l’avevano mai visto di persona, ma solo in qualche foto assieme ai loro genitori e sapevano che era Rubeus Hagrid, e che nonostante il suo aspetto era una persona molto buona. Hagrid diede il benvenuto a tutti e spiegò loro che gli studenti del primo anno dovevano arrivare a scuola in barca. In tacito accordo, Al, Rose e Scorpius salirono sulla stessa.
  La scuola era a dir poco meravigliosa. Al rimase incantato dall’enormità della Sala Grande e dalla quantità (e qualità) dei cibi presenti sui tavoli. Vide che anche Rose e Scorpius ne erano incantati. Ma non ebbero troppo tempo per ammirare la sala, perché la preside, la professoressa Minerva McGranitt, attaccò con un breve ma coinciso discorso di benvenuto per poi lasciare che parlasse… un vecchio e logoro cappello da mago. Esso recitò la seguente filastrocca:
  Forse non sembro che un umile straccio,
Ma in realtà io voglio giudicare;
Un breve esame forse vi faccio
Perché voglio capire dove devo smistare.
Forse di virtù possedete il coraggio
Degno di Grifondoro Abile Spada;
Forse critica e animo saggio
Vi indicherà Corvonero Abile Maga.
La via non è difficile dove c’è Tassorosso
Simpatica dama pura e gentile;
Se poi non disponete a mollare l’osso
Seguirete Serpeverde, che per nulla è vile.
Ma ricordati sempre, mio caro mago:
Ovunque tu stia, devi esserne onorato.
  Nella sala scoppiò un enorme applauso per il Cappello, dopodiché la preside autorizzò il piccolo professor Vitious (che all’inizio Al non aveva notato) ad aiutare il Cappello a smistare gli studenti.
  «Actris, Blossom!» chiamò Vitious da sopra lo sgabello sul quale si era messo per sembrare più alto. Una bambina bionda con le trecce gli si avvicinò. Il professore le posò il cappello parlante sulla testa, che dopo un po’ annunciò:
  «TASSOROSSO!» la Casa applaudì e accolsero la bambina saltellante nel proprio tavolo.
Albus non prestò molta attenzione dopo, finchè fu il turno di Scorpius. Suo padre gli raccontava spesso delle storie su quando era ad Hogwarts, e tra queste gli aveva detto che Draco Malfoy, il padre di Scorpius, era stato smistato senza alcuna esitazione in Serpeverde. Sulla testa di Scorpius, invece, il cappello indugiò eccome. Dopo due minuti di attesa, le guance di Malfoy si colorirono di rosso ed era evidente sulla sua pelle chiara. Ma infine il cappello annunciò, con lo stupore di almeno tutti i bambini nati maghi (e che, quindi, avevano già sentito parlare della famiglia Malfoy, da sempre Serpeverde purosangue):
  «CORVONERO!» persino lo stesso Scorpius era abbastanza sconvolto, ma si avviò verso il tavolo con i ragazzi dalle cravatte blu e bronzo che gli stava applaudendo.
  Poco dopo, Vitious chiamò Albus. Il ragazzino trovò fastidioso che tutti si fossero voltati al suono del suo nome, ma avanzò comunque impettito (con sua stessa sorpresa) tra gli altri pochi ragazzi non smistati. Sentì il cappello afflosciarsi sulla sua testa, e si sentì stranamente a proprio agio.
  «Ha!» gli sussurrò il cappello «Cercherò di andare subito al sodo, perché qui prevedo tanto tempo da spendere ragazzo, per pensare» la mente di Albus pareva vuota. Non pensava a nulla, se è possibile non pensare a nulla. «Tu hai molto coraggio, ragazzo, ma in te c’è qualcosa… sei abbastanza furbo da poter sfondare in Serpeverde. Il fatto è che sei anche molto altruista e ingegnoso… ma…» il cappello parlò ancora, e Al non interferì. «Va bene. Ti dirò: c’è un grande potenziale da sviluppare. Perciò… SERPEVERDE!» Albus si ritrovò stranamente a pensare che in realtà non gli dispiaceva. Che non aveva parlato perché gli sarebbe andata bene qualsiasi Casa. E, sì, pensava di appartenere sul serio a Serpeverde. Poi però fece l’errore di guardare verso il tavolo di Grifondoro, dove suo fratello aveva un’espressione… beh, in poche parole, non scherzosa come al solito. Non arrabbiata e nemmeno triste. Solo… lo guardava. E Al si sentì leggermente il colpa per una cosa che non aveva potuto prevedere. Anche se lui non avrebbe smesso di frequentare suo fratello, e i suoi cugini, solo perché le due Case si odiavano: non andava bene credere ad antiche rivalità e portarle avanti.
  Anche Rose fu smistata in Corvonero, e Al, a cui, con tre fratelli, non era mai successa una cosa simile, si sentì solo. Ma presto svanì anche questa sensazione, insieme al delizioso cibo e i fraterni e furbi Serpeverde che gli parlavano delle loro attività a scuola, del direttore della loro Casa (sua, pensò. Della sua Casa), della squadra di Quidditch, dei Grifondoro che non sapevano perdere con dignità.
  
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