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Autore: Laly_94    14/01/2014    2 recensioni
Lui cantava per me, lui si confidava con me, e io volevo da lui una cosa che lui non mi poteva dare.
L’amore.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ed Sheeran, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 8 – Losing My Mind

 
Never thought a train goin' any place could've changed my life…
Never thought I'd say I could go insane, 'til I saw your eyes;
and I had to take another look to know for sure that you could be for real…
You found an empty seat sittin' next to me, and I asked your name
Where you comin' from?
Losing My Mind – Chris Daughtry
La mattina dopo mi alzai con una convinzione: dovevo partire.
Dovevo andare via, non solo per me, per mia sorella, per mia mamma, per Ed, per… Harry.
Cazzo, l’avevo fatto soffrire! Io e la mia maledetta testa!
Mi alzai dal letto e accesi la luce, la tenda era chiusa da ore ormai, non avevo dormito molto, mi giravo in continuazione nel letto, mi alzavo e gironzolavo per la stanza.
Mi diressi, o meglio, mi trascinai verso l’armadio e mi ci arrampicai per tirare giù la valigia che era lì dall’estate scorsa, la posai sul letto sfatto, la aprii e osservai quello che avevo lasciato dentro.
Una borsa tutta colorata di tre o quattro estati prima, regalatami da Ed, troppo colorata per me da indossare.
Bene, dovevo cominciare un periodo nuovo no? Quindi non dovevo portare niente che mi ricordasse Ed, niente che mi ricordasse quelle serate e quel periodo.
Ci rimaneva davvero poco, ma arrivata in Italia avrei ricominciato d’accapo, sarei stata da mia zia, avrei iniziato un lavoro nuovo, avrei conosciuto persone nuove.
-mamma!- urlai da camera mia quando ormai la valigia era pronta, non mi sarei portata molto, al massimo se mi sarebbe servito qualcosa l’avrei comprato lì o me lo sarei fatto inviare.
-dimmi tesoro.- disse mia mamma con un espressione a metà tra lo stanco e il preoccupato.
-mamma senti…-
-perché quella valigia? Dove vai pochi giorni prima di natale?- mi interruppe lei.
-mamma ho deciso di partire. Vado da Zia Elisa, la devo solo avvisare.-
-come? E quando torni?-
Per una madre non era facile perdere una figlia, ma, avrebbe capito.
-non torno mamma.- le dissi lentamente per farle assimilare.
Lei prese a fissare il vuoto, poi mi rispose.
-ok, tranquilla, chiamo io Zia Elisa, non dirà di no, mi raccomando però…-
-davvero mi lasci?-
-è giusto così, ho visto la faccia di Harry ieri, vedo te, e… vedo anche Ed… forse è meglio se qualcuno cambia aria per un po’.- mi disse lei sorridendo.
-ora ti lascio finire… vado…-
Detto questo uscì dalla mia camera.
Mi vestii e uscii di casa, andai dove lavoravo, non era aperto ancora, era presto, però avrei trovato il capo.
-Hilary! Cosa ci fai qui?- mi chiese, appena mi vide, con un sorriso enorme.
-mi licenzio.- ok, dritto e conciso, quell’affermazione ovviamente lo colpì alla sprovvista.
-come? E perché?- il sorriso era scomparso.
-parto… vado a vivere in Italia, in seguito a delle situazioni ho preso una decisione, e questa è la decisione… scusa per il poco preavviso, parto stasera…-
-oh! Così presto? Ok… puoi tornare nel pomeriggio per firmare un paio di cose?- chiese appoggiandomi una mano sulla spalla.
-certo! torno dai… a oggi… devo fare un altro paio di giri, quindi vado.-
Ci salutammo e uscii dal locale, tornai a casa e mi chiusi in camera, cercai dei voli per quella sera, per l’Italia, ce n’era uno alle quattro e trentacinque, andava bene quello, lo prenotai, inserii il numero della carta di credito e stampai i fogli.
Infilai in valigia tutto quanto e uscii di nuovo di casa, era quasi mezzogiorno.
A piedi mi diressi verso casa di Harry, non era molto lontana da casa mia, beh, tutta quella comodità mi sarebbe mancata.
Arrivai davanti alla porta e presi un lungo respiro, poi bussai; una donna sulla quarantina, alta e mora mi venne ad aprire; da come mi ricordavo era sempre stata così bella.
-ciao Tesoro.- mi disse lei sorridendo, e non mancava mai di rispetto a nessuno.
-Ciao Anne… senti Harry c’è? Gli devo parlare…- chiesi.
-certo… un attimo… Harry! Vieni qui per favore!- urlò, poi se ne andò.
Quando Harry mi si piazzò davanti mi venne un dolore al petto che ignorai, malgrado tutto mi sarebbe mancato.
-che vuoi?-  chiese sprezzante.
-ti devo parlare…- gli dissi.
Dopo un po’ di battibecchi mi fece entrare e andammo in camera sua, non era molto ordinata, ma almeno profumava di buono.
-allora… che mi devi dire?- mi disse sedendosi sul letto.
-niente solo… Harry, io te lo dico… ma mi devi promettere di non dire niente a Ed.-
-certo tranquilla!-
-ecco… io… stasera parto Harry, la colpa è solo mia, voglio che tu lo sappia, volevo salutarti.-
-come? Non puoi andartene!- mi urlò alzandosi dal letto.
-scusa… però… come parti? Non puoi… e dove andrai? Quando torni?-
-parto Harry… vado in Italia, da una Zia, e… Harry… non tornerò…-
-come non torni?- urlò ancora.
-Harry non urlare ti prego…-
-e io urlo invece! Come cazzo sarebbe a dire che non torni?!-
-non torno Harry tutto qui… devo… devo prendermi una pausa, probabilmente tornerò un giorno, ma non so se sarà presto o tardi.-
-almeno posso accompagnarti all’aeroporto?- sorrisi, sì, così poi non sarei riuscita ad andarmene, nessuno, nessuno si sarebbe dovuto presentare all’aeroporto, se no non sarei partita.
-grazie… ma preferisco andare sola, in taxi. Ti prego cerca di rispettare la mia richiesta.-
-ti posso abbracciare almeno?- chiese io annuii e ci abbracciammo.
Rimanemmo così non so per quanto tempo, ma mi sentivo così bene e protetta, come se stessi abbracciando un fratellone.
-ora devo andare Harry, devo pranzare, poi devo tornare a firmare le carte del licenziamento, poi devo… scrivere una lettera, passare a salutare la mamma di Ed… e poi devo andare in aeroporto. Il volo parte alle quattro e trentacinque, quindi ho poco tempo.-
-allora ti lascio andare… malgrado tutto mi mancherai.-
Poi mi fece andare via, quando fui nuovamente per strada la neve iniziò a scendere, attaccandosi atterra e sui miei capelli.
Mandai un messaggio a mia madre con le mani gelate dicendole che stavo tornando.
All’una mi sedetti alla scrivania e scrissi una lettera, poi la infilai in una busta e la chiusi.
-mamma io vado… ti saluto ora.- ci abbracciammo forte e mi lasciò andare, salutai con lo stesso calore anche mia sorella e andai a casa di Ed lasciando nella macchina la valigia, l’avrei presa quando sarei andata al lavoro.
-cucciola! Entra pure!-
Io entrai e ci sedemmo insieme al tavolo della cucina.
-senti, io parto… vado in Italia per un po’ non so quando parto, non voglio dire niente a Ed però, e neanche tu devi dirgli niente. Va bene?-
-e cosa…-
-tieni.- le diedi la lettera.
-tienila tu, quando sarò partita, domani magari, dagliela. Mi dispiace solo rovinarvi il natale.-
-ehi piccola… non rovini il natale a nessuno ok? Ed capirà… ora vai… dovrebbe tornare a minuti.-
Io annuii, ci salutammo per bene e poi uscii lasciandomi alle spalle tanti, forse troppo, ricordi.
Presi la valigia e chiusi la macchina, lasciai le chiavi nella casella della posta e andai verso il mio, ormai vecchio, lavoro.
 
Salii sull’aereo e mi sedetti al mio posto, vicino a me si sedette un ragazzo molto teso.
L’aereo partì puntuale.
-ciao! io sono marco.- mi disse il ragazzo con un inglese incerto.
-ciao! Hilary, piacere!- dissi sorridendo.
-come mai l’italia?-
-voglio lasciarmi la mia vecchia vita alle spalle, e ho parenti lì, quindi…-
-oh! Io torno a casa invece!-
-sei di Milano?- domandai, mia zia abitava a Milano, un po’ fuori il centro, da come mi ricordavo.
-sì… un po’ fuori i centro… e tu dove andrai?-
-anche io lì… mia Zia abita lì… a Rho se non sbaglio… almeno è un paese?- lui rise.
-certo! anche io abito lì…-
-sei solo?- chiesi.
-sì… sono venuto a trovare mia sorella, e ora sto tornando… tutto solo… anche tu vedo!-
-già… ma… la mia vecchia vita rimane qui, io parto basta.-
-fai bene! Anche mia sorella ha fatto così, solo che lei è venuta qui…- io sorrisi.
Continuammo a parlare per tutto il viaggio, dei nostri interessi, mi parlò di sua sorella, strano quante cose si potessero dire in una sola ora di viaggio!
Ci salutammo appena scesi dall’aereo, io avevo mia Zia che mi aspettava, e lui, da come avevo capito, aveva la macchina.
-ciao Zia!- dissi gettandomi tra le sue braccia, lei ricambiò l’abbraccio.
-ciao Hilary! Non ci volevo credere quando tua madre mi ha chiamato stamattina… ti stavamo aspettando tutti! Andiamo dai!-
Ci prendemmo per mano e lei prese il mio trolley.
-non è poca roba?- mi chiese in macchina.
-comprerò qualcosa qui… mi dovete portare un po’ in giro no?- chiesi sorridendo.
-va bene! Ehi com’è andato il viaggio?- lo parlava bene l’inglese mia zia.
-è andato benissimo! Ho conosciuto un ragazzo molto carino, marco… mi ha detto che era andato a trovare la sorella.-
-oh! Marco Giorgi?- mi chiese.
-sì! Come fai a conoscerlo?- chiesi perplessa.
-sono amica di sua mamma, era distrutta quando la figlia se n’è andata…-
-me l’ha detto che è caduta in depressione, ma si è ripresa no?-
-beh sì… ma ha avuto bisogno di tutti noi…-
Dopo ciò finimmo di parlare, mia Zia accese la radio, qualche cantante Italiano stava cantando una canzone.
Lo capivo abbastanza bene l’italiano, lo parlavo quasi ogni estate, venivamo qui dalla Zia in Italia io e…
No, non dovevo pensare a lui! Non ci dovevo più pensare… quindi… era meglio lasciar perdere i ricordi delle estati.
-come sta Luana?- chiesi in un Italiano incerto.
Ok, qualche parola la sbagliavo anche io!
-sta bene… è fidanzata adesso quindi…-
-davvero? Voglio conoscerlo!- dissi eccitata.
Luana era sua figlia, la cugina migliore che una persona potesse desiderare, chissà che cosa avrebbe detto ora che avevo deciso di chiudere i ponti con tutti, con la mia vita passata.
-eccoci!- disse Zia dopo un po’.
Io sorrisi, la Zia parcheggiò, poi scesi dalla macchina, presi la mia valigia e corsi felice in casa, sembravo una bambina che aveva visto un posto pieno di caramelle, salii le scale del palazzo e aprii la porta, era aperta, lì non chiudevano le porte a chiave quando qualcuno era in casa.
-Lu!- urlai entrando.
Sentii dei passi, poi la vidi correre verso di me, mi saltò in braccio e rimanemmo così, abbracciate per qualche secondo, poi scese e mi guardò.
Dio, era bellissima, i capelli biondi perfettamente lisci le ricadevano, lunghi, sulle spalle, era diventata più alta dall’estate scorsa, e era anche ingrassata leggermente, contando che prima era anoressica, andava bene così.
-dio sei bellissima!-  mi disse.
-anche tu!-
-ma dove l’hai lasciato Ed?- trac. Ecco la domanda…
-Luana aiutala a sistemarsi in camera, poi vieni qui che prepariamo la cena mentre lei mette a posto le valige.-
-okay mamma… vieni andiamo!- mi disse, poi prese la mia valigia e mi scortò in camera.
-ecco… questa è la tua camera, io dormo in quel letto, quindi tu dormirai qui, mamma dorme nella stanza a fianco… per il resto sai tutto. Ora sistemati, vado ad aiutare mamma.- io annuii e la lasciai andare.
Quando sentii i suoi passi allontanarsi la seguii stando molto attenta a non fare rumore, da dietro la porta dell’anticamera chiusa mi arrivavano le loro voci ovattate.
-senti… ho parlato con la Zia, mi ha detto che tra lei e Ed non andava molto bene, ha detto che ha provato ad uscire con un ragazzo e è successo un casino anche con lui. Quindi magari…- questa era mia zia.
-come? Che è successo con Ed?- chiese mia cugina, forse sorpresa.
-lui si è fidanzato, e lei era giù… non mi ha raccontato altro… diceva solo che è meglio tenerla d’occhio…-
-okay… ti aiuterò.- corsi in camera e aprii la valigia, le lacrime iniziarono a scendere, ecco…
Volevo lasciarmelo alle spalle e… non era possibile, e in più ora pensavano che sarei caduta in depressione!
-ehi Hil… ehi che hai?- mi chiese mia cugina entrando in camera e venendomi in contro.
-che ho? Ho che va tutto male, mi manca Lu… mi manca da morire!- dissi scoppiando in lacrime, lei mi abbracciò, mi strinse a sé, ma non erano le braccia calde di Harry.
-tesoro… mi dispiace…-
-lo so… senti scusa… ehm… devo chiamare mia mamma e avvisarla che sono arrivata, devo anche chiamare un mio amico…-
-sì ok… allora ti lascio sola…-
Poco dopo chiamai mia mamma, mi passò mia sorella, e parlai anche con lei.
Poi chiamai Harry.
-Peach? Come va? Arrivata?- mi chiese.
-certo Yoshi! Tu come va?-
-mi manchi…-
-anche tu!-
-come ti trovi?-
-per ora bene… sono appena arrivata mi mancava tutto!-
Parlammo un po’, un bel po’, finchè mia Zia non mi venne a chiamare per la cena, così lo salutai e attaccai; andai in bagno a lavarmi le mai e poi andai in cucina.
-non avevo molto, solo… ti vanno bene le pennette col sugo?-
-certo Zia va benissimo!-
Mangiammo guardando un programma alla TV, Luana si divertì a dire tutte le risposte anche se le sbagliava, poi sparecchiammo e mia Zia fece portare la pattumiera giù a Lu.
-ehi Lu… vengo anche io… se devo stare qui devo imparare un po’ com’è messo questo posto no?- le chiesi.
Così uscimmo insieme, scendemmo le scale, andammo a buttare la pattumiera e nel tornare incontrammo un ragazzo.
-Marco!- dissi riconoscendolo.
-ciao Hilary! Abitiamo anche nello stesso palazzo?- mi disse sorridendo.
Vidi mia cugina con la coda dell’occhio scrutarmi di sottecchi.
-beh allora ci vediamo…-
-certo!- risposi sorridendo, lo lasciai passare e scese le scale, io salii.
-Hilary! Senti domani sera faccio la festa di compleanno, andiamo in un pub… vieni?-
-scusa Marco, ma preferisco ambientarmi prima di… capisci?-
-certo! assolutamente! Che idea stupida!-
-però magari… posso passare domani a farti gli auguri… va bene?- vidi il suo viso illuminarsi.
-certo! allora ti aspetto!- disse, poi scese le scale e uscì dal portone.
-Marco eh?- mi chiese mia cugina.
-l’ho conosciuto in aereo… è dolce…-
-dolce? È un ragazzo stupendo!- mi disse sorridendo lei.
Io sorrisi e salii le scale, lasciando parlare mia cugina.
Sarebbe stato un periodo davvero lungo… Marco era dolce però, e mia cugina mi voleva bene… forse mi sarei ambientata in fretta!

Note Dell'Autrice

piccola domanda: come sto anzando?

Grazie comunque a tutti delle recensiosi e delle visulizzazioni.
Laly :3
  
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