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Autore: Hipys    15/01/2014    1 recensioni
''Amburgo è una città troppo piccola per i miei sogni, i miei desideri.. Dicono che la famiglia ti sarà sempre accanto e che ti supporterà per tutta la vita, perchè io non posso dire lo stesso?'' Mia è una ragazza che vive tutto al massimo, i suoi genitori hanno programmato il suo futuro da ormai anni.. ma a lei piace questa situazione? Cosa accadrebbe se non ascoltasse i suoi genitori se infrangesse tutte le loro 'regole'? ...
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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                                                                             Il colore dell'amore
Capitolo 5: 'Il cattivo ragazzo'


‘ Penso e ripenso alla giornata di oggi, a come riescono ad influire i miei genitori in quel modo.
Guardo l’orologio sono le 3.20 mi giro e rigiro nel letto, non riesco a prendere sonno.. ’

GABRIEL’S POV
Mio zio mi chiamò alle 6.00 incitandomi ad alzarmi dal letto e prepararmi, io mi incazzai, non sono abituato a questi orari.
>> Non hai una bella cera << mi disse lui continuando a guidare l’auto verso quel coso.
Era fiero di quell’istituto, manco se fosse chissà cosa..
>> Ho solamente sonno. Non sono abituato ad alzarmi a quest’ora << risposi mentre avevo il telefono in mano per controllare i messaggi.
>> E come facevi in Italia con la scuola? <<
>> Entravo sempre alle seconda ora, sempre << continuai senza distogliere lo sguardo dallo schermo del mio telefono
>> E i tuoi professori che dicevano? <<
>> S’incazzavano << risposi mentre posavo il telefono nella tasca dei jeans.
Posteggiò in un posto che era riservato ai docenti, poi scendemmo dall’auto.
>> Aspetta un attimo nel mio ufficio, tra cinque minuti vengo e ti porto a fare un giro << disse lasciandomi nel suo ufficio
>> Scusi signor Nicolosi.. << disse una ragazza che era appena entrata nella stanza. Mi guardò stranita.
>> Non c’è << risposi io
>> Ah, e dove posso emh.. trovarlo? <<
>> Cazzo ne so, ora torna << risposi male alla ragazza che mi stava fissando
>> Grazie, molto gentile << disse sarcasticamente prima che lasciasse la stanza.
Mentre aspettavo impaziente che mio zio tornasse mi arrivò un messaggio da Federica.
‘ Bella Amburgo, eh? La prossima volta almeno fammi sapere ‘ –F
‘ Non ho avvisato nessuno. Tonerò presto comunque.. ‘ –G
‘ A me potevi dirlo, stronzo‘ –F
‘ Hanno pure il coraggio di chiamarci coppia perfetta, lo dicono solo per leccare il culo, ora che ci penso non ho mai avuto veri amici. Solo Anthony er… ‘ i miei pensieri furono interrotti da mio zio che entrò nella stanza.
>> Pronto? <<
Camminavano per il corridoio del piano terra, c’erano le macchinette, gli uffici della segreteria e il bar fuori nel cortile. Poi salimmo con l’ascensore, che era severamente vietato agli alluni, al primo piano. Qui cominciano ad esserci le prime aule, quelle del corso di cucina.
>> Vieni, entriamo in una classe <<
Appena entrammo tutti i tipi seduti si alzarono per salutare, imbecilli.
>> Buon giorno signor direttore << dissero in coro come tante capre
>> Buon giorno ragazzi, potete accomodarvi <<
Tutti si sedettero creando un casino assurdo
>> Vi volevo presentare mio nipote. Viene dall’Italia. Si chiama Gabriel, starà per un periodo con noi <<
>> Nella nostra classe? << disse una ragazza
>> Ma fottiti << mi scappò
Lei ci rimase visibilmente male e tornò a sedersi in silenzio
Mio zio mi guardò malissimo.
>> No mia cara. Lui si occuperà di pulire le aule e sarà disponibile per risolvere i vostri problemi <<
Cazzo dice? Non era questo il nostro accordo.
Usciti dall’aula mi buttai su mio zio
>> Pulizie? Problemi degli alunni? Zio sei serio? <<
>> Gabriel, sei stato un vero cafone con quella povera ragazza. Rimarrai qui e lavorerai come ti ho detto io. Non sono tuo padre, ricordatelo. Io so che lui è troppo comprensivo e le tue cavolate passavano inosservate la maggior parte delle volte, ma qui no. Qui dovrai filare dritto <<
Mi irrigidì, ero molto nervoso ma preferì tenere la bocca chiusa e i pugni serrati.
>> Adesso andiamo al secondo piano <<
Stessa scena, le capre si alzano per salutare e si siedono a comando di mio zio, schiavi.
>> Lui è mio nipote, viene dall’Italia. Rimarrà qui un periodo di tempo, si chiama Gabriel. Aiuterà nelle pulizie delle aule e sarà sempre a vostra disposizione per qualsiasi problema <<
Mi ridicolizzai anche con i tipi del secondo piano.
Quant’è grande questo cazzo d’istituto? C’era anche un terzo piano.
Diversamente dal primo e dal secondo qui c’è più pace.
>> Entriamo qui << disse indicando la quindicesima aula del piano
Appena la porta si aprì notai quel ragazzo di ieri, quel tipo che si era presentato nell’ufficio. Lui mi guardò.
>> Buon giorno ragazzi. Volevo presentarvi mio nipote, si chiama Gabriel e viene dall’Italia. Rimarrà qui per un periodo di tempo e aiuterà nella pulizia delle aule e sarà a vostra disposizione ogni volta che avrete qualche problema, diciamo che sarà una sorta di mio sostituto, ecco <<
MIA’S POV
Mi alzai, la sveglia non aveva suonato strano, ricordo di averla puntata ieri. Guardo l’orario e corro verso il bagno, erano le 8.30
Mi preparai più veloce di un razzo, non feci neanche colazione alle 9.00 sfinita arrivai a scuola e corsi nella mia classe dove c’era un mormorio tremendo.
>> Cos’è successo? << dissi con il fiatone a Carin
>> Ehi ma cos’è successo? Come mai sei arrivata così tardi? << disse Carin
>> Non mi sono svegliata << cercai di prendere fiato
>> Tranquilla ancora il professore non è arrivato. Comunque c’è una novità <<
>> Che novità? << mi incuriosì
>> Un cattivo ragazzo! << urlò Ralf
>> Cosa? << non capivo io
>> Prima è entrato il direttore Nicolosi con suo nipote << mi spiegò Carin
>> Suo nipote? << non capivo
>> Si, ti ricordi ieri che Ralf e Nina si lamentavano per un tipo? <<
>> Si, certo <<
>> Ecco. E’ lui. Viene dall’Italia e resterà per un periodo qui ad aiutare nel ripulire le aule e la parte forte è che.. Se avremmo bisogno potremmo chiedere a lui <<
>> Si, lui. Così sgarbato com’è neanche ci guarderebbe << aggiunse Ralf
>> Ma come si chiama? << domandai io
>> Non ne ho idea, qui tutti lo stanno chiamando Il cattivo ragazzo << mi rispose Carin
>> Nome più azzeccato non lo potevano trovare << si intromise Nina >> Però, c’è da ammettere che è davvero carino << aggiunse
Ralf la guardò male.
Per tutto il giorno non si fece che parlare male di quel tipo, anche nei corridoi. Tutta la scuola ne parlava.
>> Io non l’ho ancora visto << dissi a Carin
>> Menomale per te. Basta il suo sguardo per farti capire che è davvero un maleducato << mi rispose
>> Ma carino.. << disse Nina
>> Carino? << urlò Ralf
>> Si dai, potrà essere un maleducato o tutto quello che volete ma dovete ammettere che.. insomma.. i suoi capelli sono.. <<
>> Neri, sono neri. E non credo che sia l’unico ragazzo di questo mondo ad averli neri << continuò Ralf
>> Ehi calmati, non sto dicendo niente.. << si irritò Nina
Tutta la scuola non faceva altro che parlare del ‘ cattivo ragazzo ‘ e sinceramente mi stavo irritando un po’, non avevano davvero niente di meglio a cui pensare?
Sono le 13.02 oggi Carin rimaneva fino alle 15.00 per approfondire la lezione di oggi, io sono stanca e me ne tornai a casa.
Pranzai con un piatto d’insalata e mi buttai sul letto per chiamare Debby
>> Debby << esultai io
>> Oddio Mia, devo raccontarti una cosa <<
>> Cosa è successo? <<
>> Simon, Simon mi ha chiesto di uscire questo pomeriggio <<
>> Oddio, oddio davvero? <<
>> Si, vuole portarmi al luna park <<
>> Come ti vestirai? <<
Eravamo entrambe esaltate, Simon era un bravo ragazzo.
>> Oddio non lo so Mia, consigli? <<
>> Metti i collant che ti ho regalato a natale con il tuo top grigio <<
>> Pensi che sarei vestita in modo decente? <<
>> Ehi Debby scherzi vero? Vabbè se vuoi puoi metterti il vestito del matrimonio di tua sorella, non so <<
Lei scoppiò a ridere
>> Hai ragione Mia, sono le 15.00 alle 16.00 passa a prendermi, meglio che vada a prepararmi <<
>> Buona fortuna Debby, fammi sapere <<
Appena chiusi la telefonata con Debby notai un messaggio di Dorothy
‘ Ehi Mia, sei a casa? ‘ –D
‘ Certo, che è successo? ‘ –M
‘ Potrei venire da te?.. ‘ –D
‘ Ovvio che si, vieni pure ‘ –M
Alle 16.05 finalmente arrivò, aprì la porta e lei su buttò su di me piangendo.
>> Dorothy, oddio Dorothy che è successo? <<
>> Abbiamo litigato << disse lei piangendo e singhiozzando
Cercai di calmarla e la feci sedere sul mio divano mentre io preparai due cioccolate calde.
>> Va meglio? << chiesi io
Lei fece segno di si con la testa
>> Te la senti di raccontarmi ora? << domandai io
Lei posò la cioccolata sul tavolino vicino al divano, prese fiato e mi raccontò
>> Ero con Alexio a casa mia, mentre gli arriva un messaggio da Cecilia
>> Cecilia? La sua ex? <<
>> Si, proprio così <<
>> Cosa diceva il messaggio? << le chiesi
>> Niente, era un semplice cuore <<
>> Un cuore? <<
>> Si. Domandai ad Alexio cosa volesse, lui mi ha detto che da un paio di giorni lei gli invia messaggio del tipo ‘ Mi manchi ’  ‘Ti penso ’ ‘ Vorrei abbracciarti ’ e lui, lui non mi aveva detto niente <<
>> Come mai? <<
>> Non lo so. Lui non ha mai risposto a questi messaggi. Abbiamo litigato perché non mi aveva detto niente.. <<
Rimasi a consolare Dorothy fino alle 18.00 poi le arrivò un messaggio da Alexio dove diceva che voleva vederla e se ne andò.
Mi misi davanti alla televisione e mi guardai un film.
Erano le 21.10 io cenai e puntai la sveglia per il giorno dopo, non avevo intensione di arrivare tardi come oggi.
Sentì il telefono squillare, era Stefan.
>> Ehi Steffo <<
>> Mia, sei ancora sveglia? <<
>> Sono le 21.40 ho un po’ di sonno, tra poco vado a letto. Tu? <<
>> Allora anch’io <<
>> Cosa? << ridacchiai io
>> Se vai a letto tu, vado a letto anche io <<
>> Ahh capisco, no. Non capisco << risi
>> Dai, buonanotte e fai sogni d’oro <<
>> E d’argento << scherzai io >> Notte anche a te <<
In quel periodo Stefan mi chiamava tutte le sere per darmi la buonanotte, era una cosa davvero carina.
Mi svegliai alle 7.10 di solito mi sveglio un po’ prima ma meglio di ieri sicuramente.
Stavo camminando verso l’istituto con la mia calma, mancavano ancora venti minuti al suono della campanella, mi sa di averci messo troppa calma. Erano le 8.00 ed io mi ero fermata a prendere un panino nel panificio di fronte l’istituto.
Corro verso la mia classe quando vado a sbattere contro un ragazzo, caddi addosso a lui..
 
 
 
Spazio autore:
Ecco il quinto capitolo, spero vi possa piacere.
Aggiorno presto.

 
  
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