Certo, non che sia tutto rose e fiori con lui, eh. Specie le prime volte ti arrabbiavi come una matta: la volta che quell’orso alieno a sei zampe ha cercato di digerirvi, sei stata capace di picchiarlo perché il puzzo di vomito ti sarebbe rimasto addosso per settimane. [Cosa, ahimè, parzialmente vera: i vestiti hai dovuto buttarli via tutti, ma diversi bagni ti hanno salvata dall’onta di sapere di rigurgito non terrestre e da scomode domande] E non hai più guardato con affetto la bottiglietta di Poison, dopo quell’incidente increscioso nella Francia pre Rivoluzione che ti è quasi costato la vita. Maledetti romanzi basati su una storia vera.
Ma, quando ti abbraccia e ti bacia sulla fronte, gli puoi perdonare tutto. Non solo per il gesto in sé [il contatto fisico tra voi due è sempre gradito, lieve o focoso che sia] ma, soprattutto, per catturare appieno l’odore di un Signore del Tempo. Ci hai messo del tempo per distinguere gli odori, e sei sicura che c’è sempre qualcosa che cambia e non sai che cosa, ma sei certa di averli presi.
Prima di tutto, il Dottore sa di cose antiche, non vecchie: vecchie è l’odore della polvere, lo straccio muffo e lo scantinato umido. Antico è più un cuoio, una pelle che ha vissuto molte stagioni, ma ben tenuta, un libro rilegato messo in bella mostra in una vetrina assolata.
Poi viene l’odore del lino: panni puliti, stesi ad asciugare sotto un sole di giugno. Intorno, la campagna tutta lavanda della Provenza.
Da qualche parte, la dolcezza dello zucchero filato. [Si materializza spesso quando lo mordicchi affettuosamente sul collo, proprio poco prima di afferrargli il papillon coi denti]
Infine, l’odore strano: sai che è dolce e frizzante, e la cosa più prossima al descriverlo è la soda al limone, ma sai che questa definizione non gli si addice. A dire il vero, ti fa venire in mente i diamanti [ma quelli un odore non ce l’hanno] o comunque qualcosa che brilla. Ti ci sei scervellata nel comprendere l’origine di questo elemento, ma alla fine hai convenuto che non potevi rintracciarlo. Perché non era odore umano.
“ Devi aiutarmi ” gli hai sussurrato una notte con le mani premute a coppa sul suo orecchio, per il timore che il suono scappasse. “ Sto cercando di capire una cosa su di te e non ce la faccio a capire cosa sia. ”
“ Tanto non te lo dico come mi chiamo. ” ha replicato lui, già mezzo addormentato e pieno di gelato al rhum col quale avete banchettato davanti al camino.
“ No, non quello, scioccone. Dottore è più che sufficiente come nome. E’ più… hai un odore che non capisco cosa sia. ”
“ Che genere di odore? ” ti ha biascicato in responso, nemmeno sforzandosi di aprire gli occhi.
“ Non so. Qualcosa… che brilla. Tipo la polvere frizzante delle caramelle, ma è molto alla lontana! ”
“ Ah, quello? Credo sia la polvere di stelle. In mille e più anni di esposizione continua allo spazio, mi si è appiccicata addosso come un francobollo. Certi momenti mi fa starnutire per ore. ”
“ Come ficcare il naso dentro un barile di pepe? ”
“ Già. Soddisfatta la tua curiosità? ”
“ Penso di sì ” gli replichi, arricciolandoti contro di lui sul divano che ha visto giorni migliori. La coperta scivola, ma lui la risistema per te [che caro.] A dire il vero, potreste usufruire di un letto, ma ormai basta abbracciarlo ed inebriarsi del suo profumo naturale per avere la certezza di un buon sonno. E di bei sogni.
“ Ho sognato che eri un mago ed io ero la tua apprendista. Eri molto sexy. ”
“ Ti piace farmi arrossire, vero? ”
“ Altroché se mi piace. Avevi una bacchetta con un grosso smeraldo in cima, e mi stavi insegnando una pozione rara. Continuavi a gettare ingredienti su ingredienti dentro il calderone, una lista che non finiva mai! Bottigliette di limonata, vecchi pezzi di una sella, un intero barattolo di polvere luccicante… e delle ranocchie. Ninfee comprese. ”
“ …scommetto che erano ranocchie francesi. ”
“ Non me lo ricordare, grazie. No, non lo so se fossero francesi, ucraine o indiane. Ma la pozione poi diventava… bella. Sentivo odore di lino, di cose antiche e cose dolci. E di stelle. ”
“ Ce l’aveva, un nome? ”
“ Amortentia. L’elisir dell’amore incancellabile. ”
Oh, bentornata ispirazione. Era da un po’ che non ti facevi viva, mannaggia a te.
Piuttosto… Io, che scrivo sui serial? Persone reali?! Non disegnate/animate??? Che diavolo mi è successo? Houston, abbiamo un problema???
In linea di massima no, non c’è problema. Sono solo cascata con tutte le scarpe nel vortice Doctor Who, e Eleventh è riuscito nell’impresa di rubarmi il cuore al primo sguardo. Senti, coso grazioso, tu di cuori ne hai già due di default, io ne ho solo uno disponibile! *( + A + )/
Una nota sullo stile di questa fic. In territorio internazionale, la si può benissimo descrivere come Self Insertion: ci si cala nei panni del protagonista, senza il rischio di sentirsi urlare dietro Mary Sue. Tuttavia, ammetterete che una storia scritta in seconda persona singolare è abbastanza… inusuale, nei canoni italiani. E’ un po’ una sfida scrivere in questa persona! Me lo fate sapere se il risultato è gradevole o merita i pomodori della platea, vero? Vero??
“ Ti piace farmi arrossire, vero? ”
“ Altroché se mi piace. Avevi una bacchetta con un grosso smeraldo in cima, e mi stavi insegnando una pozione rara. Continuavi a gettare ingredienti su ingredienti dentro il calderone, una lista che non finiva mai! Bottigliette di limonata, vecchi pezzi di una sella, un intero barattolo di polvere luccicante… e delle ranocchie. Ninfee comprese. ”
“ …scommetto che erano ranocchie francesi. ”
“ Non me lo ricordare, grazie. No, non lo so se fossero francesi, ucraine o indiane. Ma la pozione poi diventava… bella. Sentivo odore di lino, di cose antiche e cose dolci. E di stelle. ”
“ Ce l’aveva, un nome? ”
“ Amortentia. L’elisir dell’amore incancellabile. ”
Oh, bentornata ispirazione. Era da un po’ che non ti facevi viva, mannaggia a te.
Piuttosto… Io, che scrivo sui serial? Persone reali?! Non disegnate/animate??? Che diavolo mi è successo? Houston, abbiamo un problema???
In linea di massima no, non c’è problema. Sono solo cascata con tutte le scarpe nel vortice Doctor Who, e Eleventh è riuscito nell’impresa di rubarmi il cuore al primo sguardo. Senti, coso grazioso, tu di cuori ne hai già due di default, io ne ho solo uno disponibile! *( + A + )/
Una nota sullo stile di questa fic. In territorio internazionale, la si può benissimo descrivere come Self Insertion: ci si cala nei panni del protagonista, senza il rischio di sentirsi urlare dietro Mary Sue. Tuttavia, ammetterete che una storia scritta in seconda persona singolare è abbastanza… inusuale, nei canoni italiani. E’ un po’ una sfida scrivere in questa persona! Me lo fate sapere se il risultato è gradevole o merita i pomodori della platea, vero? Vero??