Serie TV > The Mentalist
Segui la storia  |       
Autore: milano_me1997    15/01/2014    3 recensioni
Abbiamo sempre assistito ai crolli emotivi di Jane, e se per una volta fosse Lisbon a non farcela più?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Jane/Lisbon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Riapro gli occhi. Mi accorgo che sono passati a malapena trenta secondi. 
Sono sul pavimento. E Jane è lì, le guancie rigate dalle lacrime e le mani che tengono le mie. 
Ha un cellulare all'orecchio. 
Non riesco a sentire niente, se non un dolore lancinante.
Lo vedo riattaccare e muovere le labbra guardandomi. 
Le mie guancie sono bagnate.
" Andrà tutto bene" sorrido, perché finalmente riesco a sentire la sua voce, ma il dolore è quindici volte più forte.
"Jane" sussuro.
Giro la testa, quanto basta per vedere che sono circondata da un lago di sangue " pulisci tu?"
" Sì certo" dice soffocando nelle lacrime. 
" Jane" sussuro.
" Teresa" piange disperatamente. 
" È lui"
Un velo di terrore si stende fra noi e per un attimo allenta la presa sulle mie mani.
" No" dice scuotendo la testa. 
Piango sopraffatta dal dolore.
" Smettila di parlare. Andrà tutto bene. Presto sarà tutto finito"
" Lo so" 
Si morde le labbra, accorgendosi di ciò che ha appena detto. 
" Prendila" dico con un filo di voce.
Senza un'altra parola Jane si alza e torna.
Me la mette fra le dita e io la guardo inzupparsi di sangue. 
" Ci vediamo dopo" dico guardando di nuovo lui. 
" No! Resta con me" urla prendendomi il viso tra le mani.
" Scusa... io...sono troppo stanca" un'ultima lacrima mi bagna la guancia. Ma non so dire se è la mia o la sua, perché le sue labbra sono premute forte sulle mie e mi accorgo che il suo dolore è ancora più del mio.
" Resta" dice staccandosi.
Non riesco più a parlare. Le labbra si muovono in una specie di spasmo e così anche le mie mani.
Voglio dirglielo ora. Ora. Perché non ci sarà un dopo. 
" Non...voglio...lasciarti" riesco appena a sussurrare. 
" Starò qui per sempre" sento appena le sue parole prima che l'ambulanza copra tutto. I suoni, il dolore.
 
     *******************
Riapro gli occhi. 
Il panorama è diverso.
Tutto bianco. 
Il dolore è lancinante, ma la pelle non sembra essere rotta.
Una lacrima mi cade sulla guancia, ma ci metto poco a capire che non è la mia, perché vedo una cascata di capelli rossi accanto a me.
" Grace?" la mia voce è così debole che a malapena riesco a sentirmi.
Una fitta di dolore mi crea una smorfia sul viso. 
" Capo" si alza di scatto asciugandosi gli occhi e piegandosi su di me. 
Con mia grandissima sorpresa, riesco a muovere un braccio per spostare i suoi capelli dalla mia faccia.
" Scusa"dice infilandosi la ciocca dietro all'orecchio " oh mio dio tu eri.."
Mi porto un dito sulle labbra, perché ho capito che mi è più facile muovere il braccio destro che parlare. 
Lo stesso non riguarda il braccio sinistro, che non mi sento più. 
Grace scompare per un attimo e torna con tutta la squadra. 
" Capo grazie al cielo stai bene " inizia Wayne " siamo arrivati a casa tua il prima possibile e.."
" Non lo abbiamo preso" Cho capisce al volo senza bisogno di chiedere. 
Una lacrima mi percorre il viso. Non per me. Ma per Jane. È per lui che dobbiamo prenderlo.
" Jane" sussuro. 
" È stato qui fino a qualche minuto fa. Tutto il tempo. È andato a prendere un caffè, torna subito" Grace risponde all'ennesima domanda non detta. 
" I medici..." Cho colpisce Wayne prima che possa finire la frase. 
Non vedo nulla. Guardo dritto verso il soffitto, ma quello che guardo in realtà sono gli occhi di John.
"Continua".
Nessuna risposta. 
" Avanti"
" Non sanno se ce la farai" dice Cho, mentre Grace ritorna a piangere. 
" Ce la farai" dice Wayne.
" Dovete tornare a casa mia" ho rinunciato a non parlare, tanto fa male lo stesso " controllatela 24 ore su 24. John non firmerà sulle mie pareti. Mi ucciderà, ma non farà il suo smile ".
Silenzio generale.  
" Non lo farà".
sorrido riconoscendo Jane. 
Per la prima volta mi giro.
Sono tutti pallidi e stravolti. 
" Non sono io quella morta? "
Strappo un sorriso al resto del team, ma non a Jane. 
Ha tra le mani un caffè. Mani rosse , che non si è lavato. 
Le guardo. 
Di colpo mi ricordo della mia situazione. 
Presa com'ero dalla conversazione, non ho avuto il tempo di realizzare.
Scosto le coperte imprecando dal dolore che ogni minimo movimento mi provoca.
La squadra si allontana , lasciando che Jane si avvicini.
Si siede accanto a me, guardandomi in ogni singolo movimento e soffrendo con me.
Tiro su il camicie, non curante che Jane mi veda in intimo. 
Bende. 
Le tolgo, anche se Jane mi prega di non farlo, e sbianco.
Ci sono sei profonde cicatrici, che nascondono lo stato in cui sono ridotti i miei organi. 
Fisso ogni cicatrice per quasi cinque minuti. Le sfioro. Le mani mi tremano e a un certo punto non sono più lucida. I ricordi mi annebbiano la mente e mi metto le mani sulle orecchie, perché dentro la mia testa sento milioni di urla. Anche il mio urlo si unisce. Ma lui è reale.
 Anche Jane può sentirlo. 
Mentre sono in questo stato si avvicina e mi abbassa il camicie, coprendolo con le coperte. 
Mi guarda negli occhi quanto basta per farmi smettere di urlare, cosa che mi provoca un dolore accecante , e poi mi prende le mani.
Si risiede accanto a me.
" I medici sono degli idioti"
Fisso ancora lo sguardo di John sul soffitto.
" Abbiamo poco tempo"
" Non è vero" replica. 
" Mi mancherai".
"Smettila!" .
 "Ora sai chi è, sei contento? " non so perché lo dico, ma il dolore è così forte che ho bisogno di concentrarmi su altro. 
Si prende i capelli con forza. 
" No."
Il silenzio torna fra di noi. 
Dopo qualche minuto riprendo a parlare. 
" Ho paura" è così. Ne ho tanta. 
" Non te ne andrai"
" Hai infranto la regola" 
" Quale? "
" Sanno che eri a casa mia"
Ride per un attimo.
 " Già scusa. Ma tu hai infranto la mia"
" Non ne avevi tu!" protesto. 
 " Già vero". 
Ancora silenzio. 
 " Fa male?" 
 " Vuoi sapere se tua moglie e tua figlia hanno sofferto? ".
Non risponde.
" Sì. Tanto" continuo. 
" Mi dispiace. È colpa mia. Io non sarei dovuto rimanere in camera, se fossi arrivato prima...."
"Non mi avresti baciato"
Sorride. 
" È stato bello". 
Gli antidolorifici hanno effetti positivi. Non ho freni. 
" Molto" puntualizza. 
" Lo vedo ancora"
" cosa? "
" Quando mi ha colpita, non riuscivo a distogliere lo sguardo dai suoi occhi. E ora sono ovunque. "
 
POV Jane
" Uccidimi". Le sue parole mi fanno sobbalzare. 
" c-c-osa?" 
" Ti prego Jane. Non voglio vivere con questo peso. Se mai sopravviverò"
Ha gli occhi gonfi.
Sono stato due giorni qui in ospedale. Fuori quando la operavano e dentro quando potevo vederla. Temendo che non si sarebbe più svegliata e allo stesso tempo temendo che si sarebbe svegliata e avrebbe dovuto affrontare la realtà. 
Non era lui. Non è possibile. Eppure i tagli... 
" È lui" le sue parole pronunciate lì, sul pavimento coperto di sangue della sua cucina, mi sono ritornate in mente milioni di volte. 
E ora mi sta pregando, mi sta dicendo che avrebbe preferito non risvegliarsi e non affrontare tutto questo.
E quel bacio. Così intenso e disperato.
" È stato tutto finto"
" Come? "
" Ero già il suo obiettivo. Faceva solo finta di essere ubriaco, o di essere sposato" piange di nuovo.
" Io credo che sia davvero sposato"
" io...e John... abbiamo"
" No!" mi alzo di scatto girandomi.
" Invece sì" nascondo il viso tra le mani. 
È vero. 
 Poteva ucciderla in qualcunque momento. Lo ha fatto quando io ero in casa. Perché sapeva che io c'ero. 
" Mi odi?" La sua domanda è pronunciata con un'innocenza impressionante, come un bambino lo chiede alla mamma dopo essere stato sgridato.
Mi giro cercando i suoi occhi, ma sono nascosti dalle sue mani.
"John ti ha detto questo vero? "
Annuisce. 
" Come potrei odiarti Teresa? Tu sei la mia vita " poso a terra un pesante fardello. 
"Anche io" risponde. 
Una risposta sbagliata a quello che le ho detto. 
Ma perfetta per quello che ho paura di dire.
Chiude gli occhi sorridendo e la macchina a cui è attaccata inizia a fare un rumore assordante. 
Mi avvicino a lei lentamente. 
Non sono pronto a lasciarla andare. Non dopo quello che le è successo a causa mia.
Un team di medici e infermieri la circondano e mi urlano di uscire. 
Non lo faccio. Resto a fissare il viso di quella donna. La rivedo con le mani che stringono la rana rossa.
Perché tutto è così tremendamente rosso?
Sorride.
Lo voglio morto. 
 
So che questo cap è corto, però spero vi piaccia comunque. 
            
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Mentalist / Vai alla pagina dell'autore: milano_me1997