Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel
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Autore: Teddyna92    02/06/2008    2 recensioni
"Quella fu l'ultima volta che ..." I gemelli Kaulitz , indivisibili, devono rimanere uniti davanti all'unica cosa che può dividerli: la morte. Ma ... quando si rincontreranno ma non saranno soli.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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“I wish you'd unclench your fists
And unpack your suitcase
Lately there's been too much of this

But don't think it's too late

Nothing's wrong Just as long as you know that someday I will …”

 

Bill aprì  lentamente la porta del bagno.

Si guardò intorno.

Non c’era nessuno. Era solo in camera.

Usci dal bagno.

L e lacrime continuavano a scendere.

“ Sei solo un bambino. Egoista che pensa sempre e solo a se stesso”

Le parole di Tom gli rimbombavano in testa.

“ Non voglio più vederti! Esci da questa stanza e dalla mia vita!”

Gli ritornarono in mente le sue parole.

Si accorse che facevano ancora più male di quelle dette da Tom.

Si guardò allo specchio.

Era ancora senza vestiti.

“ No! Lui non potrà mai uscire dalla mia vita come io dalla sua perché siamo una cosa sola!” disse tra se e se.

Aprì l’armadio.

Si vestì molto velocemente.

Usci dalla stanza.

Si diresse verso la stanza di Tom.

Voleva chiedergli scusa.

Arrivò davanti alla porta.

Alzò il braccio.

Stava per bussare. Ma …

Qualcosa lo bloccava.

“ Dai cazzo. Non fare il cagasotto!” pensò.

Cercò di bussare ma … di nuovo.

La sua anima voleva bussare ma il corpo no.

Si allontanò piano piano.

Si guardò intorno.

Non c’era nessuno per il corridoio.

Si diresse verso l’ascensore.

Attese 5 minuti.

Finalmente arrivò.

Salì e scese nella Hall.

Consegnò le chiavi e uscì.

Voleva farsi un giro.

C’erano molti negozi.

Bill non restistette e entrò in ignuno di essi. Comprò di tutto. Tanto da finire i soldi che aveva nel portafoglio ( e ne aveva davvero tanti).

Stava tornando in albergo sommerso dalle borse, quando…

Ricevette un messaggio.

“Bill dove sei? Rispondi” era Tom.

Voleva rispondergli ma non lo fece.

Si sentì un forte botto.

Le borse volarono in aria per poi ricadere vicino al corpo ,privo di vita, steso sull’asfalto.

La macchina non si fermò neppure per prestare i primi soccorsi.

Bill era steso immobile sull’asfalto freddo.

Le persone che avevano assistito a quell’orribile scena prestarono i primi soccorsi. Alcuni cercarono di prendere il numero di targa ma invano. Riuscirono solo a vedere il simbolo dei Tokio Hotel cerchiato di rosso con una barra rossa sopra. Era un AntiTokio Hotel .

Arrivò l’ambulanza.

Fecero il possibile.

Non servì.

Il cellulare continuava a squillare. Sul display compariva la scritta “Tomi cell”.

Nessuno rispondeva.

Tom era preoccupato.

“Dai Bill rispondi!!”

Nessuna risposta.

Finchè…

“ Pronto?”

“ Pronto, Bill? Dove sei? Ti ho chiamato cinquantamila volte!”

“ Non sono Bill”

“ E chi è?”

“ Sono un carabiniere”

“ E perché ha il cellulare di mio fratello?”

“ Perché…”

Pausa di silenzio.

“ Perché suo fratello ha avuto un incidente ed è…”

Non voleva dirglielo.

“ e ora come sta?” chiese preoccupato il rasta.

“ Se la macchina che lo ha investito avrebbe almeno frenato alla vista di suo fratello a quest’ora no sarebbe morto.”

Tom , pietrificato, lasciò cadere il cellulare che si ruppe.

Non ci poteva credere.

Non era possibile.

Si lasciò cadere a peso morto sul letto.

Si sentiva svuotato.

Continuava a fissare il soffitto.

“ Sei un egoista! Un bambino!”

Gli rivennero in mente le parole che gli aveva urlato prima.

Si portò le mani sul volto.

Cominciò a piangere.

Dai suoi occhi sembrava uscire un fiume in piena.

“ Cretino!Cretino!cretino!” si ripeteva ,mentre si schiaffeggiava.

Non ci credeva.

La persona più importante della sua vita aveva intrapreso un viaggio senza ritorno. Non l’avrebbe più rivisto.

Il suo meraviglioso e anche semplice sorriso.

I suoi occhi.

Non avrebbe più sentito la sua bellisima voce che nel bel mezzo della notte gli chiedeva di dormire con lui perché aveva avuto un incubo.

“ L’ultima cosa che ti ho detto è stata ‘ sei un egoista!’ . Non volevo offenderti! Non volevo farti del male fratellino.To prego perdonami! Ti prego torna da me! Non ce la faccio a stare senza di te! Io sono te e tu sei me!  Come farò senza di te. Biiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiillllllllllllll!!!!!!!!!!!!!!!!” urlò il rasta piangendo.

Il suo urlo pervase il corridoio sempre vuoto.

 

  
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