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Autore: HuGmyShadoW    02/06/2008    3 recensioni
E' una vita davvero fantastica, quella dei Tokio Hotel... Fra concerti, interviste, passaggi da un albergo all'altro, non hanno quasi il momento di riposare. Ma ecco che un giorno, proprio a Bill Kaulitz càpita l'incontro più importante della sua vita, che da quel momento, non sarà più fantastica: sarà meravigliosa, unica ed inimmaginabile. Non mancheranno però gli intrighi, le cospirazioni, le passioni e le gelosie... Perchè la vita, in fondo, non è mai solo rose e fiori....
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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[Scusate il ritardo! ^///^]


-CHE COOOOSAA?!-.
L’urlo di rabbia di David fu così potente che fece tremare i quadri della hall.
Investito completamente dalla sua furia, Bill sembrò farsi piccolo piccolo.
Né Jade né gli altri componenti della band sapevano che fare, e si mantenevano a debita distanza, lontano dall’occhio del ciclone.
-E quando pensavi di dirmelo? Davanti ai giornalisti?!-, continuò a sbraitare come un ossesso l’uomo, sputacchiando saliva dappertutto. Bill osservava con crescente preoccupazione la vena sul collo del suo manager pulsare sempre di più.
-David... Calmati...-, disse con scarsa convinzione il ragazzo indicando la sua gola.
Il colorito rosato dell’uomo si fece pomodoro intenso in pochi istanti. Sembrava dovesse implodere da un momento all’altro.
-Calmarmi? Calmarmi?! Ma io ti... ti...!-, ruggì quello aprendo e chiudendo le mani contratte davanti agli occhi terrorizzati di Bill.
Infine, respirò a fondo, serrando ferocemente le palpebre e concentrandosi, come gli insegnavano sempre alle sue lezioni di yoga. Poco a poco riprese il suo vero colore rosato, e riaprì gli occhi, un po’ meno pervaso da tentazioni omicide.
-Allora...-, iniziò massaggiandosi stancamente le tempie. – Vuoi raccontarmi per bene, e da capo, per piacere, come è successo tutto questo enorme casino?-, domandò nervosamente il manager.
Bill, sentendosi chiamato in causa, si gettò un’occhiata furtiva intorno, soffermandosi su Georg e Gustav, entrambi ansiosi di sapere cosa fosse successo, e su Jade, che lo esortava con lo sguardo.
Sospirò, e grattandosi mestamente la nuca, raccontò loro tutto.

Dapprima, David era attento ed interessato, ma mano a mano che il resoconto delle ultime ore procedeva, prese ancora ad avere una sfumatura violetta in viso.
-... E questo è tutto.-, terminò infine Bill, sospirando di sollievo.
Aveva solo accennato all’incontro con la loro peggior nemica in quel locale, preferendo sorvolare per il momento, e aveva invece cercato di rendere più dettagliate possibili le informazioni sulla pronta guarigione di Tom. Inoltre, aveva giustificato l’avvelenamento dicendo che, forse, Tom aveva ingerito qualcosa di avariato al bar.
Nella hall ora non volava una mosca.
Tutti osservavano David, ansiosi di sapere come avrebbe reagito stavolta.
-Hai detto che in pochi giorni Tom sarà di nuovo in forma, giusto?-.
Preso alla sprovvista dall’inaspettata e relativamente tranquilla domanda, Bill sussultò, e annuì.
David riprese a massaggiarsi velocemente le tempie e la fronte, riflettendo...
Infine, parlò:
-Be’, poteva andarvi molto peggio...-.
Bill era sbalordito: niente ramanzina?
-... uscire di notte, da soli, senza Saki, non è stato molto maturo, da parte vostra. Mi aspettavo un comportamento più adulto da voi due-.
Come non detto. Eccola.
Bill trattenne a stento uno sbadiglio, smettendo di prestare attenzione alle parole di rimprovero di David, che predicò per altri buoni dieci minuti. Poi, una frase colpì in modo precisamente vivido la sua attenzione:
-... e quindi, per punizione, tu e tuo fratello rimarrete chiusi in albergo per una settimana!-.
Bill trasalì, di nuovo vigile e arrabbiato.
-Come?!-.
-Mi hai sentito benissimo!-.
-Ma...! ma...!-.
-Niente “ma” balbettati, Bill. Stavolta non funzioneranno-.
Bill incrociò le braccia sul petto facendo la sua adorabile faccia imbronciata.
-Non lo trovo giusto! Io ho solo cercato di riportare in albergo Tom! E’ lui che se n’è andato!-.
David sogghignò.
-Sì, ma tu, invece di chiamare Saki, gli sei andato dietro come uno stupido! Perciò, doppia punizione!-.
L’espressione di Bill oscillava tra lo sconvolto e il pesantemente offeso.
Senza lasciargli il tempo di ribattere, però, il suo manager ordinò:
-Vai immediatamente a farti i capelli, le unghie, quello che vuoi! Devi essere ancora più perfetto per l’intervista! E muoviti, hai solo un’ora, non millenni!-.
-Jawhol, meinen Führer...-, mugugnò tristemente Bill, avviandosi a testa bassa su per le scale. Si bloccò improvvisamente a metà e si voltò.
-Ma cosa diremo ai giornalisti? Dell’assenza di Tom, intendo...-.
David sospirò, irritato:
-Credi che non ci abbia pensato? Ci inventeremo qualcosa, no? Che so... Che per esempio ha un leggero raffreddore e non può farsi le foto, e si vergogna ad apparire in pubblico!-.
Il manager schioccò le dita e sorrise.
-Sono un genio!-.
Bill digrignò i denti ma non ribattè, e riprese a salire tristemente le scale.

-Giuro, uno di questi giorni lo uccido nel sonno!-.
Jade alzò gli occhi al cielo.
-Bill, per l’amor del cielo, non dire cretinate...-.
Il ragazzo si voltò verso di lei strizzando fra le braccia in una morsa mortale un cuscino.  
-No, Jade, sono serio! Non so cosa potrei fargli! Io... io...!-.
Soffocò un ruggito di rabbia premendosi il viso contro il morbido guanciale.
Jade si alzò con un sospiro dal davanzale sul quale era comodamente appollaiata, e si avvicinò al ragazzo.
-Bill...-, cominciò con un tono dannatamente ragionevole. Quello lasciò cadere le braccia con un gemito, e piagnucolò:
-Ti prego, non ricominciare con le tue prediche! Ne ho già avute abbastanza per oggi!-.
La ragazza assunse un’espressione dispiaciuta:
-Lo so, ma devi capire che...-.
In un lampo, gli strappò il cuscino di mano, e se lo nascose furbescamente dietro la schiena.
-... che a volte sei lento come un bradipo stecchito!-, strillò ridacchiando.
Bill, che si era accorto solo in quel momento del sorriso mattacchione che attraversava il volto della ragazza, rimase paralizzato dalla sorpresa.
-Ehi!
-, esclamò dopo qualche secondo, lasciandosi andare al gioco, stuzzicato più che evidentemente da Jade, che gli agitava il cuscino davanti al naso.
Ridacchiò, e assumendo un’aria da “sono-l’uomo-nero” prese a rincorrere per tutta la stanza la ragazza, che strillava e sgusciava da tutte le parti ogni volta che lui le si avvicinava.
-Roaaarr! Fermati che ti mangio!-, ruggì per gioco.
La ragazza si fermò di botto, accigliata.
“E’ già successo...”, riuscì solo a pensare prima di essere brutalmente scaraventata sul letto da Bill.
-Ah, ah, ah! Ho vinto!-, ridacchiò allegramente quello dandole un tenero bacio sul naso.
Lei non si mosse. Il sorriso scivolò via dal viso di Bill.
-Che c’è che non va?-.
Jade sussultò, scacciando l’inopportuno flashback che stava vivendo, e ritrovandosi ad osservare con dolorosa attenzione i lineamenti perfetti di Bill, sopra di lei, si trattenne a stento dal dirgli “Sei diverso stasera...”.  
No, no! Di nuovo, no!
Riacciuffò il suo sorriso, pulito e senza segreti, e tentò di nuovo di scivolare via tra le braccia fragili del ragazzo, il quale dimenticò l’ombra che per un momento aveva abitato negli occhi di Jade, e riacciuffò senza problemi la sua piccola isola di salvezza.
Ridendo, la afferrò per la vita e la ributtò sotto di lui, rimbalzando. Lei si ribellò e si contorse come un serpente per sfuggire da quella dolce prigione.
Inutilmente.
I loro occhi si incontrarono. I loro corpi fremettero.
Lei era sua.
Bill chiuse gli occhi, e tremando dal desiderio, cominciò a darle piccoli baci e morsichi, sulle guance, sul collo, sulle labbra. Jade abbassò lentamente le palpebre, lasciandosi piano trasportare da quel ritmo che non le metteva fretta, che la cullava dolcemente e la portava alla soglia del paradiso. Poi, riaprendo i suoi occhi d’ambra, si morse sensualmente le labbra e portò le braccia dietro la testa di Bill, che prese a baciarla con più passione e fervore di prima. Jade si affrettò a rispondere, giocando abilmente con il piercing sulla lingua del ragazzo. Quello sorrise, e staccandosi un momento, rotolò di lato, permettendo che fosse Jade, ora, a sormontarlo. Lui la teneva in alto per i fianchi, e la guardava con un misto di orgoglio ed eccitazione: era la sua bimba, il suo piccolo, dolce tesoro; eppure era anche il suo più bruciante desiderio, e la sua passione più nascosta.
Difficile in quel momento tenere le due Jade nella sua mente separate.
Un momento gli veniva voglia di cullarla teneramente fra le sue braccia, e un momento dopo sentiva il bisogno impellente di farla diventare sua.
Non sapeva se questo era vero amore, ma certamente ci andava vicino.

Jade, ignara di tutto, sorrideva, incapace di trattenere la sua felicità. E voleva anche piangere, perché ancora non aveva raccontato a Bill di quello che era successo tempo fa, proprio su quel letto.
Quella folle sera l’aveva notato.
Aveva notato la luce dietro gli occhi di quel ragazzo che, dopo essersi presentato alla sua porta e aver ridacchiato perché si trovava in asciugamano, l’aveva spinta su quel letto e l’aveva guardata come nessun altro, proprio su quelle lenzuola.
L’aveva osservata, studiata in ogni particolare del suo viso, prestando attenzione anche alle più piccole caratteristiche, come il suo neo sopra la bocca, le sue lunghe ciglia e la morbidezza delle sue guance.
Aggrottò le sopracciglia, rispondendo meccanicamente al bacio di Bill.
Ora che ci pensava... Perché?! Non trovava una risposta.

-Bill Kaulitz, mi spieghi che cosa stai facendo?-.
L’urlo traboccante d’ira di David fece sobbalzare i due ragazzi.
-David!-, strillarono in coro.
Immediatamente Jade si districò da Bill e balzò in piedi, rossa di vergogna.
L’uomo fece finta di non aver visto niente.
-Hai venti minuti per finire di prepararti! Non ho mandato la tua amichetta perché tu ti trastullassi con lei, ma perché ti aiutasse col trucco!-.
Jade annuì, imbarazzata.
David lanciò a Bill un’ultima sospettosa occhiata, poi si chiuse silenziosamente la porta alle spalle.
Non appena fu sicuro che il manager se ne fosse effettivamente andato, Bill ghignò, e rivolgendosi a Jade, propose maliziosamente:
-Che dici, ricominciamo da dove eravamo rimasti?-.
Ma la ragazza non rispose. Con una mano sulla bocca e lo sguardo sbarrato, aveva finalmente avuto la rivelazione che tanto aveva ricercato.  
Tom si era innamorato di lei.


   
 
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