Mi tolsero tutto
Ero diversa.
Ero strana.
Ero pericolosa.
Ero ingestibile.
Volevo pensare con la mia testa.
Volevo avere un’opinione.
Entrarono in casa mia, mi minacciarono.
Non li ascoltai, perché volevo vivere.
Entrarono nella mia scuola, mi portarono via.
Non li ascoltai, perché volevo essere libera.
Entrarono nella mia vita, me la tolsero, mi tagliarono le ali e mi costrinsero in una cella.
Senza luce, senz’aria, senza sole.
Vollero entrare nella mia testa. Non ci riuscirono.
La testa era la mia.
Mi lasciarono in quella cella e mi tolsero tutto.
Tutto quanto loro pensavano di potermi togliere: contatti con il mondo esterno.
Soffrii in silenzio, sentendomi ogni giorno più spenta e vuota.
Per la disperazione colpii un muro. Si crepò.
Dietro c’era un barlume di speranza: la mia libertà.
Capii in quel momento che non ero prigioniera.
Finché potevo sognare, potevo vivere.
Finché potevo vivere potevo creare.
Potevano avermi tolto la libertà fisica.
La mia testa era l’unica cosa importante per essere libera.
Mi tolsero tutto: eppure avevo ancora qualcosa.
Angolo autrice: non l'ho neanche riguardata, ma l'ho scritta così di getto che ho pensato "Perché no?", l'immagine mi aveva colpito molto, quando poi l'ho vista scriversi sotto i miei occhi ho pensato che non andava riguardata, andava bene così come aveva deciso di scriversi.