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Autore: LoveIsAlive    15/01/2014    1 recensioni
ALIVE-PER CHI NON HA PAURA DI SOGNARE
"i sogni sono fatti per chi non ha paura di viverli e per chi è abbastanza forte da non distruggerli"
LA TRAMA DELL'INTERA STORIA È NEL PRIMO CAPITOLO.
-"Si. Sono come circondato da un filo di ferro che non posso oltrepassare. Loro vogliono vedermi cadere a pezzi, vogliono vedermi implorare pietà ai loro piedi..." sembrava quasi schifato dalle sue stesse parole.
"Vogliono vedermi scavare la fossa da solo, perdere tutto quello che ho, vogliono vedermi perdere la dignità, vogliono potermi considerare morto, lo vogliono perchè sono invidiosi di me, di quello che ho e di quello che posso avere.
Loro hanno un odio gratuito nel cuore che non può essere domato, un odio ingiusto, sbagliato, un odio che non chiede nulla in cambio, loro hanno l'invidia nell'anima che urla loro di togliermi tutto, è qullo che io chiamo 'demone bianco' perchè tutto questo mi viene inflitto sotto gli occhi di tutti alla luce del giorno e nessuno fa qualcosa, assistono indifferenti alla mia distruzione"
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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"nome?" Chiese la centralinista.
Guardai Justin.
-"Non dirle il tuo nome, non dire chi sei. Capirà chi sei e capirà di non poter far nulla per te, capirá che la gente che ti segue lo fa per mestiere, capirà che è legale e non di darà aiuto perchè.." lui si girò e adesso stavo guardando dritto nei suoi occhi stanchi. "Lei si accorgerà che questo aiuto non è più un diritto nella tua vita".

-"Justin" rispose.
-"Cognome?"
Lo guardai e anche se non si girò si accorse che lo stavo facendo.
-"Johnson" rispose liberandosi di un respiro.

Justin parló per un altro pò con quella donna, che alla fine gli promise interventi e riattaccò.

-"Nel 2011 mi accorsi per la prima volta di loro.."
Le sue parole mi presero alla sprovvista.
-"Come?"
-"Ho detto che mi accorsi di loro per la prima volta nel 2011.."
Voleva raccontarmi tutto ed io ero solo lì, pronta per ascoltarlo.
-"Di persone che mi inseguono con una fotocamerana in mano ce ne sono tante, ma loro sono diversi ed è stato proprio questo a farmeli notare. Li potevo vedere tra la folla, in macchina, ovunque.
Loro non lavorano in modo pulito, sono cattive persone.
Keaton, il loro capo, li paga perchè riescano a farmi reagire, perchè loro riescano a trovare un modo per farmi del male e poi buttare la notizia su internet cambiando la versione.."
-"Perché?" Era una domanda spontanea, che non riuscii a controllare.
-"Nuovi scoop da buttare in prima pagina. Per riuscire a far vendere i giornali, avere visualizzazzioni, visibilità e notorietà in modo che loro possano guadagnare montagne di soldi. È come se la gente non sapesse più cosa significa avere responsabilità reciproce"

Sembrava voler liberarsi di un peso, di un macigno che gli pesava sul cuore. Fuori sembra un ragazzo sereno, sembra che abbia tutto sotto controllo, ma poi dentro è rotto, tutto ciò che sembra fantastico, in realtà, gli grava come un grosso masso posato sul petto che gli impedisce di respirare tanto quanto basta per rimanere vivo.
Lo guardavo e cercavo di capire come ci si può sentire essere lui.

Justin rallentò e poi accostò sulla destra della strada.
-"C'è un solo modo per passare inosservati..ma ho bisogno del tuo aiuto Mads!"
-"Farò il possibile"
-"Ok, tu dovrai prendere il mio posto, guiderai fino alla prossima uscita, dopo di chè ci ridaremo il cambio. Guiderai con tutti i finestrini abbassati, io mi rannicchierò qui davanti al sedile, così penseranno di aver sbagliato macchina e poi vedremo"
-"che cosa? No, non posso guidare Justin. Ho fallito tutti i miei esami.. non vorrai andare a schiantarti fuori strada o cose simili, vero? "
-"Puoi farcela Madison, ti aiuterò io."
Si slacciò la cintura e avvicinò il suo busto al mio per abbracciarmi ed io ricambia l'abbraccio. Ero agitata del fatto che avrei guidatouna macchina per chissà quanti km.
-"prendilo come  un gioco"
-"rincuorante" lo guardai e ridemmo. "Potrei prenderti alla lettera..hai mai giocato a gta?" Ironizzai.
-"Madison" alzò la voce divertito e rise sonoramente. IIl più bel suono che io abbia mai sentito.

Feci come mi aveva detto, presi il volante e sotto i suoi comandi cominciai a guidare con lui rannicchiato davanti al sedile, i finestrini abbassati che facevano sventolare i suoi capelli. Non notammo nessun tipo di veicolo sospetto dietro di noi.

-"gliel'abbiamo fatta" urlai. Gli allungai la mano e lui mi batté il cinque sistemandosi sul sedile. Sembravamo due bambini, ma era tutto ok. Era bello vedere il suo viso raggiante, odiavo le piccole rughe che gli si formavano tra le sopracciglia quando era trsite o la piccola vena che gli si gonfiava sul collo quando era arrabbiato. Amavo vedere le piccole fossette accanto al suo sorriso, lo rendevano timidamente sexy, sarei stata in grado di guardarle per anni. 
Avrei voluto baciarle, ma non potevo. Era come avere una grande meringa nel piatto ma non poterla assaggiare.

Il pomeriggio passò serenamente, pranzammo con pizza d'asporto e cocacola, mangiammo in macchina con la musica a tutto volume facendo gli scemi, eravamo così: felici.
Niente e nessuno avrebbe rovinato quel momento, ed io ero sempre più convinta di aver trovato un amico.
Era riuscito a farsi amare per quello che era, era stato in grado di buttare giù i muri attorno al suo cuore fragile e rimanere così,  nudo delle menzogne e delle beffe, si era aperto a me cercando un riparo ed io capii che in mano avevo tanto, molto di più di quello che pensavo,  avevo la sua vita, il suo orgoglio e la sua stabilità, avevo davanti a me un uomo buono a cui il male riservatogli si contorceva dentro le ferite aperte, pronto, prima o poi, a scoppiare e lasciare che il destino faccia il suo percorso e svolga il suo ruolo:pareggiare i conti. 
  
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