Era un po’ di tempo che giaravo con quel gruppo di amici, ormai. Bravi ragazzi, uno di quei gruppi in cui si conoscono tutti dall’ asilo e che vanno d’ accordo. Uno dei pochi gruppi rimasti da quelle parti, quasi tutti avevano i soldi, e infatti le feste nei villoni non mancavano. E nonostante i soldi, erano persone umili… “Dei santerelli” avrebbero potuto pensare gli altri… E invece non era cosí. I soldi li avevamo tutti, ed era proprio per quello che ci potevamo permettere certe cose. Iniziammo con fare feste introdotte da un po’ d’ alcol: qualche bottiglia di vodka alla frutta, un po’ di rum… Poi si aggiunse il narghilè, che fumavamo tutti insieme appassionatamente. Ma poi inizió, già. Inizió il giro della droga, quello da cui saremmo usciti difficilmente. È vero, erano droghe leggere, un po’ d’erba e fumo quà e là. Ma stavamo diventando dipendenti, una canna al mese, una canna a settimana, una canna al giorno… Avevamo bisogno di aiuto, il gruppo si stava dividendo. Fumatori, e non, e si sapeva chi si sarebbe salvato. Passavano i mesi, ed iniziavo ad accorgermene. L’ erba era la cura per le mie ansie, ma ne era anche l’ artefice. I polmoni iniziavano ad indebolirsi e la pelle si schiariva. Dimagrivo a vista d’ occhio, ma non era un bene. I miei neuroni si bruciavano lentamente, come il futuro da scrittrice. La droga mi stava consumando, stavo sputtanando i miei soldi. Iniziai a rubare dal portafoglio di mia madre, che non se ne accorse all’ inizio. Ma con il passare del tempo le cose peggioravano sempre di piú. Ci rubavamo le cose a vicenda ed i rapporti stavano andando a puttane. E allora fu lí che presi la decisione, ne saremmo usciti, tutti insieme, come fratelli. E fu li che ci incontrammo e fu quasi come se mi avessero letto nel pensiero, perchè capirono al volo. “Ne usciremo, insieme” dissi. E ne saremmo usciti, insieme.