Anime & Manga > Soul Eater
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Autore: firephoenix    15/01/2014    6 recensioni
Arieccomi gente! Visto l'inaspettato successo di Maka Red Riding Hood ho deciso di cimentarmi in un'altra long simile dove Maka e gli altri personaggi di Soul Eater si ritroveranno catapultati niente meno che nel paese delle meraviglie! Già, già! Spero che vi piaccia! ;)
"Che diavolo sto facendo? Sono impazzita? Stressata mi passai le mani tra i capelli e sugli occhi e calpestai qualcosa di piccolo e tondo. Alzai il piede trovandomi davanti una piccola boccetta di vetro blu. La presi. “BEVIMI” c'era scritto sopra. Mi lasciai sfuggire una risata sarcastica mentre la soppesavo con la mano.
«Fanculo!» esclamai e la svuotai in un sorso."
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Maka Albarn, Soul Eater Evans, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Non so... mi è sembrato tutto inspiegabilmente semplice» una spirale di fumo uscì danzando dalla sigaretta di Stein, diffondendosi nell'aria.
Eravamo tutti riuniti all'enorme tavolo da pranzo nel palazzo bianco di Tsubaki. Avevamo davanti ogni sorta di prelibatezza, ma nessuno toccava cibo (Black*star solo perchè momentaneamente assente si intende). Io e Soul eravamo seduti vicini, oscillando, la sua gamba sfiorava leggermente la mia in un gesto che, pensai, stava a dimostrare che mi era vicino senza tuttavia farlo risultare sdolcinato o meno figo.
In quelli che mi erano parsi interminabili minuti, avevamo raccontato agli altri della spada/Excalibur, della Regina Rossa e del tradimento di Blair suscitando emozioni contrastanti nei nostri ascoltatori. Tsubaki era uscita dalla sala con le lacrime agli occhi per il comportamento della sua ex dama, che considerava un'amica, e Black*star l'aveva seguita. Così adesso ci trovavamo lì, a discutere di ciò che era successo mentre la sera scendeva sul paese delle meraviglie portando con sé un pesante velo di stanchezza.
Annuii seria all'affermazione di Stein.
«Hai ragione... quando Medusa ci ha detto che potevamo andare pensavo fosse una trappola...»
«Bè...» fece Soul sistemandosi meglio sulla comoda sedia e incrociando le mani dietro la testa «...ormai è inutile pensarci, no? Siamo qua»
«E adesso che facciamo con la Regina Rossa? La lasciamo semplicemente lì?» la voce di Liz giunse piena di rammarico. Kid le mise un braccio dietro le spalle stringendola a sé.
«Finché non sappiamo che intenzioni ha non possiamo fare nulla» proferì.
«Non ci resta che aspettare» disse atono Stein mentre un'altra nuvola di fumo assumeva la forma di un drago e volava via, dissolvendosi. Annuendo abbassai lo sguardo rimasto ancora su Kid e Liz. Ok... non ero una persona sentimentale, proprio per niente, ma per una volta avrei voluto qualcosa di più di ginocchia che si sfioravano. Avrei voluto poter appoggiare la mia testa sul petto di Soul, per sapere che sarebbe andato tutto bene. Mi vergognai dei miei deboli pensieri.
Stavo per alzarmi e dire a tutti che sarei andata a dormire, quando il rumore di passi veloci che rimbombavano in lontananza ci fecero sollevare tutti lo sguardo verso la porta chiusa della sala da pranzo. Il frastuono si avvicinava cadenzato a gran velocità, io e Stein ci alzammo in piedi pronti a tutto, subito seguiti dagli altri. I passi erano ormai vicinissimi, strinsi i pugni... e la porta si spalancò con un unico colpo. Tsubaki, in mezzo all'uscio, le braccia ancora ferme e aperte nel gesto di aprire i battenti, sollevò lo sguardo stravolto su di noi ansimando per la corsa, i capelli neri le ricadevano scomposti sugli occhi.
«È guerra» proferì nel silenzio di tomba, poi cadde sfinita sulle ginocchia e Black*star spuntò da dietro di lei per sostenerla.

 

«Guerra, guerra!» urlò Patty alzandosi in piedi sulla sedia con aria trasognante, spezzando il silenzio innaturale che era caduto nella sala.
«Guerra? Che diavolo significa guerra?» la maggiore delle sorelle aveva gli occhi sgranati alla ricerca di qualcuno che avesse risposte. Tutti ci girammo contemporaneamente verso Black*star che, come Tsubaki, veniva da fuori.
«Che cazzo sta succedendo?» gli chiese aspro Soul.
«La Regina Rossa ha inviato un messaggio» rispose, era la prima volta che vedevo il suo sguardo trapelare di una matura serietà. Tsubaki continuava a farfugliare parole confuse tra le sue braccia:
«La Regina... lei ha... guerra e...» vidi il ragazzo tatuato accarezzarle dolcemente i capelli e sussurrarle parole dolci. Lei gli passò una mano sul viso, accarezzandogli dolcemente la guancia.
«Non posso riposarmi. Sono una regina... che mi piaccia o no...» sussurrò alzandosi e, barcollando, si avvicinò al lungo tavolo da pranzo, appoggiandovi i palmi sopra, ma tuttavia rifiutando di sedervisi. 
Così quello che avevo pensato su di lei era giusto... dedussi. Non vorrebbe fare la regina, ma è così leale alla sua gente ed al suo paese che lo avrebbe difeso ad ogni costo. Ammirai Tsubaki con tutta me stessa.
«Dobbiamo organizzarci» proferì lei «La Regina Rossa ha mandato la creatura Mizune ad avvertirci di una guerra imminente: quella che lei muoverà contro di noi»
Un brusio riempì la sala.
«Perchè dovrebbe muovere guerra contro di noi?» domandai allibita, comprendendo finalmente il motivo per cui ci avesse lasciati andare dal suo castello così facilmente
Fu Kid a rispondermi:
«Le sue azioni non hanno un perchè... non escludo l'ipotesi che la sua azione sia solo per puro divertimento»
«O perchè vuole provare la sua nuova arma» concluse Soul. Ci girammo tutti verso di lui con sguardi interrogativi. Lui guardò me: «Prima di lasciarci andare Medusa ha detto che i suoi esperimenti su di me l'avevano condotta a qualcosa di più interessante, di più potente si suppone»
Annuii ricordando le sue parole: “puoi andare anche tu piccola falce. Gli esperimenti su di te mi hanno condotto a qualcosa di più utile di un pezzo di metallo freddo”.
«È assurdo» mormorò Liz.
«È il paese delle meraviglie» l'apostrofò Stein e il silenzio si posò rassegnato su di noi. Mai come in quel momento desiderai di essere a casa mia, a prendermela con Spirit perchè aveva bevuto troppo o perchè era un porco pervertito e invece eccomi qua, a pianificare una guerra.
«Abbiamo fino all'alba per organizzarci, poi lei ci attaccherà. Lo scontro si svolgerà alla Grande Scacchiera» disse Tsubaki in tono grave e la sua voce risuonò per la stanza «Vedrò di avvertire il nostro esercito, le dame sono allenate e pronte a qualsiasi evenienza: loro ci saranno»
Non avrei mai immaginato che tutte le ragazze che avevo visto la prima volta che ero stata lì fossero delle guerriere, ma dopotutto si sapeva che lì nulla era ciò che sembrava.
«Un dio aiuta sempre la sua Regina» disse Black*star e si avvicinò alla mora «Guiderò l'esercito» affermò poi. Tsubaki gli rispose sorridendo calorosa, poi si rivolse a noi:
«Nessuno verrà costretto a combattere. Se non volete...» improvvisamente la sedia di Liz venne spostata con un gran frastuono e la ragazza si alzò interrompendo la mora:
«Mi prendi per il culo? Quella stronza mi ha rovinato i vestiti, rapito la sorella e quasi instupidito il fidanzato più di quanto non sia già. Non vedo l'ora di prenderla a calci nel culo!»
Kid sbottò con un “Ehi!”, ma per il resto gli altri si sollevarono e confermarono il suo punto di vista con entusiasmo.
Io non sapevo cosa fare. Non appartenevo a quel posto, ma davvero non avrei combattuto per salvarlo? No, non potevo di certo... che persona sarei stata? Così feci per aggiungermi all'euforia generale, ma Tsubaki mi guardò invitandomi a seguirla. Ci allontanammo di poco dagli altri e lei fissò i suoi occhi nei miei col suo solito sguardo apprensivo.
«Maka, sei davvero una persona stupenda e coraggiosa e non hai bisogno di dimostrare niente a nessuno, lo sai vero? Quindi...»
«No. Lo so cosa stai per dire... che non dovrei combattere se non voglio, ma...» sorrisi guardando gli altri «...lo voglio. Anche se mi trovo in questo paese da poco so che una parte di esso rimarrà con me per tutta la vita e non permetterò mai che qualcuno lo distrugga. Io devo combattere»
Lei mi guardò sinceramente commossa.
«Allora c'è una cosa che devo mostrarti»

 

La biblioteca del palazzo era qualcosa di indescrivibile. Semplicemente rimasi sulla soglia senza parola per qualche istante prima che Tsubaki mi riportasse alla realtà.
Direttamente incavata nella bianca e marmorea roccia della montagna sulla quale si “arrampicava” l'intero palazzo, la stanza sembrava interminabile, il pavimento si congiungeva al soffitto tramite un numero imprecisabile di colonne modellate ognuna diversa dall'altra (prima un tronco di un albero, poi il corpo sinuoso di una donna, una finta scala e così via). I libri erano ovunque: nelle pareti, nelle colonne, alcuni in incanalature del soffitto sembravano sfidare la forza di gravità, altri si susseguivano, mostrando il dorso, apparentemente incastrati nel pavimento, formano lunghe ed ininterrotte file colorate che si districavano tra le colonne come fiumiciattoli arcobaleno in quel bianco spettrale. Pensai che i libri erano l'unica cosa colorata che avessi visto in tutto il palazzo.
Tsubaki si muoveva nella biblioteca con disinvoltura seguendo quasi sovrappensiero una di quelle scie formate dai volumi incastonati nel freddo pavimento di roccia. La seguii guardandomi attorno a bocca aperta fino a che lei non si fermò ed io quasi le andai a sbattere addosso.
«Eccoci» proferì. Seguii il suo sguardo fino ad incontrare un'enorme colonna bianca, a forma di albero. Il suo tronco robusto si diramava a livello della mia vita in una moltitudine infinita di rami ricurvi così intricati tra loro da formare una sorta di ripiano che circondava il corpo della colonna. Era come se un albero fosse cresciuto in mezzo ad un tavolo, facendoci un buco all'interno. Mi avvicinai ammaliata dall'incredibile scultura nivea e solo allora mi accorsi che, poco sopra la piatta superficie del tavolo, il tronco si allargava in modo che degli spessi rami formassero una conca, quasi una gabbia; al suo interno si trovava racchiuso un foglio di pergamena.
«Bella vero? È la colonna centrale della biblioteca» disse Tsubaki sorridendo e piegando il capo dolcemente, facendo scivolare i lunghi capelli neri verso sinistra.
«Si, è molto bella, ma... perchè mi hai portato qui?»
In tutta risposta la mora si avvicinò alla colonna e allungò la mano verso la conca formata dai rami; nonostante le mani della ragazza fossero piccole e sottili era ovvio che non sarebbero passate dai piccoli spazi tra un ramo e l'altro, eppure, con mio grande stupore (forse la dovevo smettere di stupirmi in quel dannato paese), l'immobile roccia marmorea si deformò lentamente e lasciò passare la mano di Tsubaki come se l'avesse riconosciuta.
«Questo» proferì porgendomi il foglio giallognolo dopo averlo recuperato «me l'ha consegnato Shinigami quando sono diventata regina e da allora, fino ad adesso, è stato rinchiuso nel tronco della colonna in attesa di essere liberato. Solo io e lui e la defunta Regina Rossa lo abbiamo mai letto»
Presi la pergamena quasi sovrappensiero e la osservai.
«Non capisco... perchè me lo stai dando? Perchè a me?»
La mora mi sorrise con una dolcezza che poteva appartenere solo a lei e disse:
«È la profezia»
Trasalii. Il foglio sembrava improvvisamente scottare nelle mie mani. 
La profezia... quella che Medusa aveva nominato nella sala del trono, quella che la vera Regina Rossa le aveva rivelato prima di venir uccisa, quella che “l'aveva inchiodata al muro” come Medusa stessa aveva affermato.
Tsubaki mi fissava come in attesa di una mia parola o di un mio gesto.
«Continuo a non capire perchè la stai dando a me... io proprio non so cosa farmene»
«Potresti cominciarle col leggerla magari» mi voltai. Soul era dietro di me, il fianco e la spalla destra poggiati su una colona bianca. Ghignava, come al solito.
«Non mi pare il momento di ironizzare» brontolai io gonfiando le guance arrossate.
«Bè, dovresti davvero leggerla» Tsubaki mi sorrise gentile. Ma da che parte sta? 
Sbuffai fintamente seccata e, dopo aver lanciato un'altra occhiataccia a Soul che si era avvicinato, aprii decisa la pergamena; lessi ad alta voce:

 

Pace, guerra: circolo vizioso mai infranto
un istante, un secondo, e la gioia si fa pianto,
anni di armonia si affacciano al confine
la luce tenebra inizia a divenire.

Oscurità e chiarezza giungon da lontano
l'una distrugge, l'altra ripara
ciò che non è in lor mano.

Coraggio ed intelletto con freddo metallo,
ristabiliranno l'ordine in stallo
folli risa si alzeranno in battaglia,
strazianti pianti saran di faglia.

Regina di scacchi sarà pedina di dama
i vinti vincitor
e il domani non vedrà chi ama.

 

«Sento terribilmente la mancanza del “e vissero tutti felici e contenti”» proferii alla fine della lettura con amarezza per spezzare il silenzio creatosi nella sala.
«Tutto questo è molto poco fico» commentò invece Soul. Tsubaki si limitò ad annuire mesta come se ricordasse a memoria le parole.
«Tu sai cosa significa?» le chiesi sospettando già la risposta.
«No, purtroppo mi era stato concesso il permesso di leggerla una sola volta e tutto ciò che ho saputo è che bisognava tirarla fuori quando una guerra sarebbe stata imminente»
Sospirai e rilessi mentalmente la profezia, poi mi venne in mente una cosa:
«Ma se Medusa, venendo a sapere della profezia dalla Regina Rossa prima di ucciderla, stava cercando Alice significa che “l'oscurità e la chiarezza che giungon da lontano” sono appunto Medusa e Alice. La cosa avrebbe senso...»
«Se Alice non fosse morta da tempo» aggiunse Soul mesto.
«E allora siamo da capo» guardai Tsubaki alla ricerca di conforto e notai nel suo sguardo una luce birichina che rivelava lei sapesse più di ciò che affermava. Corrugai la fronte e lei parlò:
«Credo tu sia vicina alla mia stessa conclusione, Maka»
Ma se non c'ho capito un...
Soul di fianco a me iniziò a ridere.
«Siamo fottuti» proclamò tra una risata e l'altra. Ma che...? Poi capii.
Tre era il numero di coloro che erano giunti nel paese delle meraviglie da lontano: Alice, Medusa ed io. Se si escludeva la prima perchè era morta e la seconda perchè era “l'oscurità”... rimaneva una sola “chiarezza”.
«Io?» chiesi basita guardando prima il foglio e poi Tsubaki. Lei annuì e Soul ricominciò a ridere.
«Cioè tu saresti davvero quella che ci deve salvare dalla guerra?» esclamò ilare; d'impeto afferrai uno dei volumi sul tavolo bianco e glielo spaccai sul cranio tornando poi a rivolgere lo sguardo non curante alla mora che guardava l'albino spiaccicato a terra con un po' di apprensione.
«Ho pensato così...» mi disse poi «...perchè effettivamente la seconda strofa avrebbe senso: tu e Medusa venite da lontano, l'una per salvare e l'altra per distruggere un paese che non è il loro»
L'esasperazione e l'ansia mi attanagliarono.
«Ma io non sono venuta a salvare un bel niente! Sono finita qui per caso!»
«Credi nel destino?» mi chiese Tsubaki improvvisamente.
Feci per dirle di no, che pensavo fosse un'emerita stronzata, quando due parole della profezia mi trapassarono come un fantasma: “freddo metallo”.
Puoi andare anche tu piccola falce. Gli esperimenti su di te mi hanno condotto a qualcosa di più utile di un pezzo di metallo freddo”.
«Oh mio dio, Soul» mormorai. L'albino si rialzò dolorante in quel momento dal pavimento e mi guardò truce «credo che tu faccia parte della profezia» esalai.
«Cosa?» esclamò lui e mi strappò la pergamena di mano. La lesse velocemente, la rilesse e poi proruppe in un sonoro e conciso:
«Cazzo!»
«Davvero, Soul? È tutto quello che hai da dire: “cazzo”??» gli sbraitai addosso e stavo per afferrare un'altra volta un libro quando Tsubaki ci fermò:
«Smettetela di litigare! C'è scritto che tu e Soul ristabilirete l'ordine insieme»
«Eeee?» sbottammo in coro. Santa Pazienza ci indicò due versi della profezia:
«”Coraggio ed intelletto con freddo metallo, ristabiliranno l'ordine in stallo” è chiaro» disse «Maka, tu sei il coraggio e l'intelletto, Soul tu sei il freddo metallo»
Io e Soul ci guardammo a bocca spalancata.
«Tu non mi puoi impugnare!» sbraitò poi Soul quasi se ne vergognasse.
«Ma ti pare il momento di fare il bambino!? C'è in ballo una guerra non lo faccio mica perchè è divertente!» gli sbottai addosso, chiedendomi come potessi essermi innamorata di un tale deficiente ed arrossendo subito dopo per averlo ammesso.
«Non intendevo quello» l'albino mi guardò orgoglioso «è che nessuno ci è mai riuscito»
Oh... 
Guardai Tsubaki per l'ennesima muta richiesta di soccorso e lei alzò i palmi e le spalle all'insù. Nemmeno lei sapeva che fare. Merda.
«Be, possiamo provare a continuare a decifrare la profezia e...» ma una voce alle nostre spalle ci interruppe:
«Tsubaki, siamo venute a sapere della guerra!» a parlare era stata la ragazza coi capelli rosa che avevo notato alla tavola della Regina Bianca la prima volta che ero stata lì, Kim se non sbagliavo. Vidi la mora annuire e la nuova arrivata proseguì:
«Niente festini con alcol stasera tutti a letto presto! Siamo chiari, li batterei anche da sbronza quei bastardi, ma voglio dare il meglio di me! Noi dame siamo tutte pronte» affermò, poi ci diede la buonanotte e si congedò. Rimasi un po' basita. Festini con alcol? Per un attimo pensai a mio padre... cosa sarebbe successo se fossi morta l'indomani? No, non potevo pensarci.
«Kim ha ragione. Dobbiamo riposare» calcò Tsubaki.
Così insieme, dopo aver lasciato la pergamena all'interno della colonna-albero, uscimmo dalla biblioteca e ci separammo ognuno verso la propria camera con aria mesta.

 

Appena sfiorai il cuscino del grosso letto bianco con la guancia, tutta l'eccitazione, la paura e l'angoscia che mi aveva attanagliato durante il giorno sfumarono e la stanchezza mi invase i sensi talmente in fretta che feci appena in tempo a togliere stivali e pantaloni ed avevo già chiuso gli occhi sperando di trovare pace per qualche ora.
Per alcuni minuti dimenticai tutto: dove mi trovavo, perchè, la guerra... ed ero solo una ragazza che dopo un'intensa giornata andava a letto stremata e... qualcuno bussò alla porta, interrompendo i miei vaneggiamenti; l'irritazione mi invase così in fretta che in un attimo ero in piedi a spalancare la porta e a sbottare un elegante “chi cazzo sei e che cazzo vuoi?” dimenticandomi di essere in mutande.
«Ho davanti così tanto materiale per prenderti in giro che non basterebbe una vita» Soul ghignò fissando tutta la mia figura dall'alto verso il basso e viceversa.
Improvvisamente il fatto di essere spettinata, assonnata e di indossare solo una camicia (la sua tra l'altro) mi travolse tanto da far male. Cominciai a balbettare frasi sconnesse che nella mia testa suonavano come: cazzo guardi, maniaco di merda? Porco maledetto! Esci dalla mia camera! Ma lui si avvicinava e io non riuscivo a parlare. Ero in panico totale.
E poi lui mi baciò con impeto, chiudendosi la porta alle spalle, e i miei pensieri furono inondati da altri di ben altro genere. Non feci in tempo però ad allacciargli le braccia dietro il collo che lui si era già allontanato come se nulla fosse, come se avesse avuto bisogno di quel breve momento. Giuro che per un secondo pensai che se ne sarebbe andato via, lasciandomi lì in piedi da sola come un'idiota, invece lui mi prese una mano e la strinse forte.
«Dobbiamo fare una cosa» sussurrò rauco.
Oddio era una mia impressione o cominciava a fare caldo li dentro?
«uh-oh, cosa?» balbettai come una deficiente. E il premio per la loquacità va a...
«Tipo...» Soul fece aderire il suo corpo col mio spingendomi fino a che non mi scontrai contro la tastiera del letto, fermandomi. Avevo il fiato corto, ma cercavo di non darlo a vedere sostenendo il suo sguardo e il mio orgoglio (per quanto potesse essermene rimasto dopo aver detto “uh-oh”).
«...questo» concluse e le sue labbra calarono nuovamente sulle mie che si socchiusero automaticamente. Volevo stringerlo a me, ma Soul continuava a tenermi una mano nella sua come se volesse ballare il tango, così mi accontentai di affondare la mano libera nei suoi capelli nivei mentre lui mi stringeva il fianco con un ardore tale da mozzarmi il fiato. Constatai velocemente che dormire non era l'unico metodo che mi avrebbe aiutato a dimenticare. Ero nel paese delle meraviglie, all'alba avrei dovuto combattere una guerra e morire probabilmente, ma adesso ero in camera da letto da sola con Soul e lui era li per me. Fanculo il resto! Mi strusciai sull'albino rossa in volto senza mai smettere di baciarlo mentre lui mi accarezzava il volto col palmo sinistro. Ma perchè non mi lascia andare quella dannata mano? Pensai frustrata.
Nel momento in cui cercai di allentare la presa dalle sue dita queste cominciarono a diventare fredde e lisce. Trasalii e spalancai gli occhi, accorgendomi di tenere in mano una lunga asta di metallo. Mi staccai con uno schiocco soffocando un urlo: davanti a me Soul appariva dalla vita in su, il resto del corpo sembrava affondare nella lama rossa e nera della grossa falce che stavo impugnando.
«Che cosa pensavi che volessi fare, pervertita?» ghignò e, prima che potessi ucciderlo, si ritirò completamente nell'arma.
Io tenevo il braccio completamente teso come per tenere la falce il più possibile lontana da me (cosa un po' contraddittoria visto che ero io stessa ad impugnarla) e la guardavo sbalordita.
«Lo so, sono un figo» la voce di Soul risuonò stranamente metallica.
«No... cioè si... no! No, non intendo quello!» diventai un pomodoro «Non avevi detto che nessuno c'era mai riuscito?»
«Evidentemente mi sbagliavo» disse guardandomi dall'estremo del manico.
Coraggio ed intelletto con freddo metallo, ristabiliranno l'ordine in stallo” pensai e dentro di me capii che stavo cominciando a crederci, in quel maledetto destino.

 


 

 

Salve salvinooooo

Non odiatemi per favore :/ ma mi sa che il prossimo non sarà l'epilogo, come anticipato, bensì un ultimo capitolo prima del “the end”. Lo so, mi dilungo troppo :( però mi sono divertita un casino a scrivere la profezia :D spero vi sia piaciuta :)
Grazie di tutto a tutti e un bacio a _Kazuha_Takumi_ che ha recensito anche il capitolo scorso :*
Alla prossima!

XOXO
firephoenix

  
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