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Autore: mybooehaz    15/01/2014    1 recensioni
Sono una bambina di cinque anni che vive in un orfanotrofio.
Camera rosa, compagne di stanza strafottenti.
Cuffiette e iPod.
Unica persona di cui mi fido? Matilde, la mia maestra.
Le altre persone lì dentro sono severissime.
Chi mi salva da tutto questo?
One Direction.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Noemi, mi chiamo Noemi. Ma potete chiamarmi Memi» dico un po' titubante a quei cinque ragazzi, i miei idoli: One Direction è la parola che parla da sola.
Quella parola che racchiude tutte le emozioni che solo loro riescono a farmi provare.
Una Direzione.
Per me quella direzione é riuscire a scappare da questo incubo e avere una vita normale.
[…]
«Forza bambini, alzatevi» ecco, questa é la voce stridula di quella racchia della governante dell'orfanotrofio di Londra che mi sveglia da quel meraviglioso sogno dove riuscivo ad incontrarli.
Londra, una città meravigliosa, ma non se lì é dove sei nata, dove hai avuto bellissimi ricordi con i tuoi genitori e dove gli stessi amati genitori ti hanno abbandonata in uno stupido istituto dove potrai essere forse affidata ad un'altra famiglia, magari una migliore, che abbia qualcuno che ti voglia bene e che non ti lasci mai.
Ok, lo ammetto, sono abbastanza strana... senza abbastanza.
Sono semplicemente strana: una bambina di 5 anni dovrebbe essere interessata a barbie, bambole e Babbo Natale, ma io sono diversa, non credo a Babbo Natale, odio le bambole e il mio unico interesse è la musica.
Vorrei imparare a suonare il piano. Quei tasti bianchi e neri che ho visto solamente su una foto, chissà che emozione si prova a sfiorarli.
Forse una volta uscita da qui potrò iniziare a prendere lezioni. Se riuscirò ad uscire, ovviamente.
Odio quel se, é la parola che ti allontana dai sogni, dai film mentali che ti fai, dove hai una vita perfetta.
So che questi non dovrebbero essere ragionamenti che una bambina si fa ma appunto é anche questo che mi rende 'strana'.
A distrarmi dai miei pensieri è quella befana, che continua ad urlare tentando di svegliarmi ed io quasi a farlo apposta faccio finta di dormire, inutile.
Come ogni mattina si incammina verso il mio letto togliendo le coperte facendomi assaporare quel freddo giorno di dicembre.
Apro lentamente gli occhi.
Osservo la mia cameretta, odio quella stanza: piena di rosa.
Pareti? Rosa.
Scrivania? Rosa.
Giochi? Rosa.
E via dicendo...per non parlare del disordine poi, non che io sia una fanatica ma voglio dire, almeno sapere dove mettete bambole e peluche che invece sono sparpagliati ovunque.
Condivido la stanza con altre tre mie compagne: tre oche che continuano ad imitare i protagonisti dei cartoni animati cantando a squarciagola canzoncine idiote.
Mi infilo la divisa dell'istituto per incamminarmi verso la mensa, l'unico posto di un colore normale: verde.
Un posto pieno di tavoli e di bambini urlanti di tutte le età a partire dai 3 anni fino ad arriare a qualcuno che ne ha 16.
Mi siedo in un piccolo tavolo in disparte vuoto e mangio il mio solito latte e nesquik con più nesquik che latte e immergo quattro fette biscottate ai cereali con un po' di marmellata all'albicocca.
«Volete sapere una bella notizia?- no -Oggi faremo la letterina peeeer... Babbo Natale!!»
É Matilde che parla, la mia maestra ed unica amica che ho.
Ha origini italiane e quindi parla con uno strano accento buffissimo.
Matilde é l'unica 'sopportabile' in questo posto e la tratto come se fosse mia mamma.
Ma dai devo per forza scrivere la lista della spesa per quell'obeso vecchio barbuto? 
Fortunatamente sono abbastanza in gamba a scrivere, sono l'unica bambina di cinque anni che sa leggere e scarabocchiare qualche lettera su un foglio, in questo stupido istituto.
Prendo in mano un pennarello verde e inizio a scrivere diverse parole.

'Caro Babbo Natale, voglio solo chiederti una piccola, ma grande cosa: una famiglia'

ecco la frase per dire in poche parole che il mio più grande desiderio è avere una famiglia, essere cresciuta con l'amore di una mamma e di un papà.
Chiedo forse troppo? A quanto pare si.
Chi mai vorrebbe una bambina capricciosa e per tanto strana tra i piedi?
Sono una fanatica dei libri horror
-So già leggere, scrivere e fare qualche calcolo
-Ho l'intelligenza di una bambina di 7 anni
-Ho un linguaggio inadatto per bambini della mia età
-Non mi impressiono nel guardare film dell'orrore per adulti.
Dopo aver intuito che nessuno vorrebbe una bambina come me, mi alzo dal tavolino rosa su  cui scrivevo e consegno la mia letterina a Matilde regalandole un falso sorriso.
Inizio a saltellare in giro per quella stanza senza un motivo, altra cosa strana.
Guardo tutti quei bambini, alcune facce ormai viste e riviste, altre nuove ed altre che non ci sono più. Fortunati, hanno trovato qualcuno che gli voglia bene.
Mi siedo ad un tavolino, sempre rosa, perché mi sento mi sento stanca, sfinita, sarà che ho mangiato poco? Oppure ho la febbre? Non lo so.
Vedo sfocato l'ombra di alcuni nuovi compagni appena arrivati e poi... nulla, come se dormissi, ma se sto dormendo dov'é quella strega a buttatmi giù dal mio caldo e comodo letto?!
[…] Mi sveglio in un letto diverso dal mio, con le solite pareti bianche con disegnini di unicorni e cose del genere.
Solite pareti bianche?!
Ma quelle della mia cameretta sono rosa fino al midollo.
Dove mi trovo?
A risolvere quel piccolo mistero é quell'oca, che entra preoccupata in compagnia di un signore in camice bianco.
Penso sia una brava attrice, cioé penso che per farmi credere che é preoccupata per me.. ce ne vuole!
«hey Memi, come stai? Stai meglio? Ti senti bene?» beh, direi poche domande.
Poi Memi, chi mai ti ha autorizzato brutta oca a chiamarmi cosí eh, chi?!
Questo ovviamente non oserei derglielo.. meglio stare al gioco.
«sto bene, mi sento meglio e, come ho giá detto, sto bene. Grazie per prenderti cura di me, ti voglio bene» certo che anche io non sono niente male come attrice, voglio dire 'ti voglio bene'?
Ma da dove l'ho presa questa?!
«bene, pure io te ne voglio piccola, e non immagini quanto. E... devi sapere una cosa; ma é meglio che ne parliamo con calma dopo. Ora riposa cucciola!"»
ok, dopo questa posso ridere fino al 2198.
Non mi lascia nemmeno il tempo di rispomdere che esce mugolano un dormi bene tesoro.
Ma non lo vuole proprio capire che non ho sonno eh!?
Inizio a canticchiare Diana nella mente, fino ad addormenarmi su quelle note angeliche.
[...] Mi sveglio sperando di trovarmi nella mia cameretta, che ho sempre odiato, ma che ora rimpiango.
Invece mi risveglio in quella camera delle pareti tutte uguali e con l'odore di disinfettante che invade le narici da far venire la nausea.
E per restare in tema di avvenimenti non apprezzati, indovinate un pó chi ho vicino?
eh giá: quella tizia.
«ehi, ti dobbiamo parlare» inizia il discorso indicando un signore a me sconosciuto in camice bianco, forse qello che prima aveva accompagnato La Racchia in questa stanza.
Ma cosa ho fatto ora di sbagliato?! Rimango in silenzio, massaggiandomi la testa dolorante.
«Noemi, tu hai una grande malattia,un tumore.
Non so se sai bene cosa sia, ma non é quello l'importante.
Lo abbiamo scoperto troppo tardi ed ora non possiamo farci niente.
É brutto da dire, ma ti mancano solo tre mesi circa di vita.» La sua voce trema, ma non sembra per niente interessato.
 Allora, non ho capito un cappero di quello che ha detto questo signore, quindi io dovrei diventare un angelo a soli cinque anni?
Riformulo la frase in modo meno duro e vedo cosa risponde.
«quindi, io dovrei morire tra tre mesi?!» nessuno risponde e i rinchiudo in me stessa.
Dopo aver sempre sperato di avere una famiglia, di diventare un bambina normale e suonare il piano, tutte queste cose non accadranno mai.
M.A.I.
Scende una lacrima quando quei due se ne vanno dalla stanza come se niente fosse, a continuare la loro giornata e la loro normalissima vita.
Ripenso a questi anni, di quello che mi ricordo e mi rendo conto che gli unici ad essermi stati veramente vicini sono loro, i miei idoli, quei cinque ragazzi che mi hanno salvato dalla disperazione, quei ragazzi che anche se lontani li senti vicini.
Perché non dovrei scrivergli una lettera, una sola lettera di ringraziamento.
Neanche la leggeranno visto che ne riceveranno miliardi di lettere cosí ma tentare la sorte non costa nulla, no?!

'Cari idoli, sono una bambina di cinque anni che scrive, lo so, sembra strano.
Vabbè, io vorrei solamente ringraziarmi per avermi tenuto compagnia con le vostre voci angeliche, esser stati i miei compagni di stanza al posto di quelle due oche dell'orfanotrofio.
Mi prenderete per scema a scrivere queste cose anche perché non ci siamo mai visti realmente, ma volevo scrivervi questa lettera solamente per ringraziarvi, dirvi che vi amo e che mi mancherete un casino una volta che... beh lasciamo stare, non voglio deprimervi.
Una vostra
Directioner, Noemi.'

[...]
Ormai sono passati due mesi e piú da quando ho inviato la lettera, sono tornata alla vita di sempre.
O quasi.
Devo fare visite mediche ogni giorno, devo tenere la flebo attaccata al braccio almeno quattro ore al giorno e ho sempre l'angoscia di andare a letto per paura di dormire e non risvegliarmi piú.
Dubito che quei ragazzi abbiano letto alcune parole scritte da un'imbecille come me e quindi ho smesso di sperare che li incontreró.
Ho smesso di sperare, ma non di sognare.
Ho smesso di sperare fino a ora.
Il momento in cui vedo tre sagome umane alla porta intente a discutere con la direttrice per vedermi.
Quando arrivano diritte verso me a salutarmi.
Sono loro, sono Niall, Harry, Liam, Louis e Zayn.
Sono venuti per me.
«Noemi?» dice il primo con un tono quasi di pietà nel vedere le mie condizioni
«si» rispondo con timore.
«ti va di venire a fare un giro insieme a noi? Vogliamo parlare un po', abbiamo ricevuto la tua lettera sai...»
Annuii solamente con la testa.
Oggi mi sento particolarmente stanca.
Usciamo dalla porta, sono felicissima.
Non fanno in tempo a parlare ancora una volta che cado a terra.
Come due mesi fa, solo che ora riesco a sentire quello che mi circonda.
Riesco fino ad un certo punto quando mi accorgo che non esisto piú, io non esisto piú per il mondo.
Vedo attorno a me bianco.
Dev'essere il paradiso.
«Allora, come é stata la tua vita?» mi rivolge la parola un clone di Louis, uguale alla perfezione solamente che costui é alato, questo é un vero e proprio angelo.
«una.meraviglia.» rispondo sinceramente.
Sempre ho pensato a tutti i lati negativi senza riflettere agli insegnamenti.
La mia vita era perfetta.




#SPAZIO DELLE RITARDATARIE RITARDATE

Okay, no scusateci.
Siamo state pigrissime durante le vacanze e non abbiamo mai aggiornato, però abbiamo scritto il capitolo due della fan fiction e abbiamo scritto due One Shot e una è questaaaaaaaaaaa :)
(si era capito, ma scusateci lool)
Con la scuola non riusciamo ad aggiornare presto, ma cercheremo di spremerci nel weekend.
Detto questo, ci ritiriamo. SCUSATE ANCORA LETTRICI
Baci x





  
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