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Autore: gwuncan99    15/01/2014    9 recensioni
Ci troviamo a New York, dove tutto ebbe inizio.
Due ladri ricercati per loro vari precedenti, Duncan e Geoff, cercano di rapinare una delle tante banche della città, ma Gwen, la ragazza che stava lavorando lì, involontariamente, gli mette i bastoni tra le ruote. I due sono costretti a fuggire, portandosi dietro anche lei.
Sarà una fuga dalla polizia, da avvocati e spacciatori assetati di vendetta, in tutto gli Stati Uniti, tra Rave Party, rapine e traffici illegali.
Riusciranno i nostri tre fuggitivi a scappare dal loro destino?
Serie DxG
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Duncan, Geoff, Gwen | Coppie: Bridgette/Geoff, Duncan/Gwen
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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--->Capitolo V

Dopo l’oscura notte in discoteca di cui non ricordavo nulla, o almeno la gran parte, ci siamo messi in viaggio verso Indianapolis, la famosissima capitale dello Stato di Indiana. Per fortuna in una città a me poco nota c’erano dei pullman diretti verso la nostra destinazione, quindi per arrivare prima abbiamo dovuto abbandonare la ‘nostra’ auto.
Erano già passate due ore dalla partenza. Geoff si era seduto tra me e Duncan; quest’ultimo non mi aveva rivolto parola da quando eravamo usciti dal locale della festa. Forse ricordava qualche frammento della sera prima? Sbuffai. 
Al solo pensiero arrossii visibilmente. Cercai di non farmi vedere dai due ragazzi, anche se erano distratti a guardare nel vuoto. Mi girai verso il finestrino, appoggiando la testa su una mano, sbuffando nuovamente.
“Annoiata?” mormorò il festaiolo accennando un sorriso di comprensione.
“Eh già.” ribattei, non staccando gli occhi dal paesaggio davanti a me.
Rimanemmo in silenzio per qualche manciata di secondi, che per i miei gusti stava diventando troppo imbarazzante. Decisi di cambiare discorso.
“Senti…” aspettai di incontrare il suo sguardo curioso. “Tu e questa Bridgette avete una relazione a distanza?” chiesi con un po’ di esitazione. Avevo paura di impicciarmi troppo; magari era un tasto dolente per lui. Infatti abbassò lo sguardo, e subito dopo mi guardò negli occhi. I suoi emanavano qualche sfumatura di tristezza. Sfoggiò un sorriso malinconico, boccheggiando prima di parlare. “In teoria sì…” mormorò, togliendosi il cappello per grattarsi la testa nervosamente. “Ai tempi del liceo abitava a New York, poi si è trasferita lontano da me per colpa della famiglia…”
Abbassai la testa, fissandomi le dita che giravo nervosamente. Poverino…
“Ma il nostro amore sconfiggerà anche la distanza.” aggiunse poi, con tono deciso e romantico.
Non riuscii a trattenere un sorriso. Non avevo mai incontrato un ragazzo così innamorato da stare per tanto tempo lontano dalla sua amata.
Durante il viaggio mi raccontò di quanto fosse bella Bridgette, della sua abilità nel surf e del fatto che fosse vegetariana. Intanto Duncan fissava il vuoto davanti a lui, lanciando ogni tanto qualche occhiata al suo orologio.
Il festaiolo non la smetteva un attimo di parlare, ed io mi sentivo felice e tranquilla ad ascoltarlo, ma la mia testa si trovava altrove. Precisamente, nella camera di un pub abbandonato in cui si stava svolgendo un Rave illegale.

Con un calcio riuscì ad aprire la porta, entrando nella stanza con me avvinghiata sul suo corpo. Ci staccammo da quel lungo bacio passionale, buttandomi sul bordo del letto.
“Stasera sei particolarmente sexy…” mi sussurrò sensualmente all’orecchio, scostandomi una ciocca di capelli.
“Anche tu…” ribattei sorridente, ricongiungendo le mie labbra con le sue, rientrando in quel vortice di emozioni che solo Duncan mi stava facendo provare in ventidue anni di esistenza. Ero ubriaca, non pensavo a nulla, non sapevo cosa stavo facendo. Erano tutti movimenti spinti dalla voglia che avevamo entrambi di assaporarci. Si posizionò a cavalcioni su di me, ghignando maliziosamente.

"Gwen! Gwen!"
“Mh?” aprii gli occhi di scatto, ritornando nella realtà. C’era Geoff accanto a me, che mi strattonava leggermente per svegliarmi dal mio breve trans.
“Che c’è?” chiesi spaesata, massaggiandomi la testa.
“Mentre parlavamo sembrava ti stessi addormentando.” spiegò divertito. Anche il punk ci guardava, visibilmente preoccupato. Poco dopo la sua espressione ritornò indifferente.
“Eccoci a Indianapolis.” disse poi seccato, indicando l’orizzonte costellato di grattacieli moderni, degni della magnifica Indianapolis. Quando ero piccola venni lì con i miei genitori adottivi.

Scendemmo dal pullman. I due ragazzi si misero le borse sulle spalle, mentre io meravigliata osservavo a testa alta gli edifici davanti a noi. Non che New York non ne avesse di queste meraviglie, ma scrutare altre città era sempre una bella esperienza. Se solo avessi la mia macchina fotografica!
Mi girai verso Duncan e Geoff, che prendevano due sigarette dal pacchetto.
“Ma quante ne avete lì dentro?!” domandai divertita, visto che ogni giorno apparivano nuove sigarette da quella borsa.
Il punk accennò un sorriso. “Ho fatto rifornimento ieri al…” si bloccò, abbassando poi lo sguardo. “Al locale..” continuò quasi a bassa voce, attirando l’attenzione del festaiolo che era abbastanza confuso da quel comportamento.
“Dai andiamo!” sorrise festivamente cercando di interrompere quel nuovo silenzio, avvolgendo le nostre spalle con le braccia. “Andiamo a farci una bella mangiata in un bar, e poi troveremo un hotel!” continuò poi, portandoci non so dove. Sorrisi, osservandolo con attenzione mentre parlava, rideva e gesticolava felicemente, eppure dentro di sé nascondeva la sua mancanza per quella ragazza. Era bravo a fingere sorrisi, d’altronde anch’io ero abituata. Ho sempre cammuffato i miei sentimenti espertamente, rimpiazzandoli con acidità e menefreghismo. Dicevo di preferire la solitudine, di non aver bisogno di amici, ma dentro di me sapevo di avere torto. A me serviva qualcuno, qualcuno per cui valeva la pena di vivere questa vita difficile.
Forse era per questo che avevo deciso di intraprendere questa fuga con due perfetti sconosciuti. Volevo vivere qualcosa di nuovo, qualcosa che mi avrebbe cambiato la vita!
Carpe Diem” diceva sempre un mio saggio compagno di classe. Saggio….un nerd. “Cogli l’attimo” significava. Ok, forse non intendeva dover scappare con due ladri o ubriacarsi e farlo con…
Lanciai un’occhiata di sfuggita al punk affianco a me, che mi fissava irritato da un bel po’. Distogliemmo tutti e due lo sguardo  imbarazzati, o almeno lo ero io.
Duncan era strano, era misterioso. Un’aura grigia e cupa lo avvolgeva. 
‘Aura? Oddio, sto diventando come Dawn, la mia vecchia amica di Toronto…’
Nascondeva i suoi sentimenti, faceva il duro, il capo, il ribelle, ma dentro di sé aveva cinquanta sfumature di grigio. Vorrei capirlo, vorrei capire cosa pensa, cosa prova, ma la sua espressione indifferente non lascia proferire nessuna emozione. Soprattutto oggi. 
La testa mi scoppiava. Ricordi sfumati e confusi diventavano sempre più nitidi nella mia mente.

Era a petto nudo su di me. Mi guardava con occhi pieni di desiderio.
“Abbiamo bevuto troppo!” mormorai scoppiando poi a ridere, mentre gli accarezzavo la guancia.
Lui poggiò la sua mano sulla mia.
“Eh già.” ribatté, portando le sue labbra sul mio collo, mentre con le mani percorreva il mio corpo rigido, sfilandomi la maglia.

"Gwen si é di nuovo persa nel mondo dei sogni…" sentii mormorare da lontano. Quando mi risvegliai, mi accorsi che chi aveva parlato era Geoff accanto a me. Mi ero addormentata in auto -sì, un’auto rubata da un parcheggio di un bar- appoggiata al festaiolo, mentre cercavamo un posto dove stare la notte.
“Siamo arrivati.” mi informò il punk, scendendo dalla macchina.
Feci lo stesso anch’io, ritrovandomi davanti ad un alto grattacielo moderno.
“Questo é il nostro hotel!” disse entusiasto Geoff, sistemandosi il cappello.
“Ma non ci costerà molto?” chiesi io confusa.
“Per adesso possiamo permettercelo…” rispose Duncan, entrando nell’edificio.

 

***

Entrai nella nostra camera, seguito da Geoff e Gwen, ma avevo troppo sonno per cominciare a parlare o a pianificare qualche rapina con loro.
“Ho bisogno di un po’ di riposo..” dissi stendendomi sul letto. “Se volete potete uscire.” continuai poi per mandarli via.
“Ma…” Gwen stava per contestare, ma io la bloccai.
“Niente ma. Ho una pistola.” la minacciai, cercando di essere convincente.
La ragazza uscì sbuffando amaramente dalla stanza, mentre il festaiolo era rimasto immobile ad osservarmi.
“Possiamo parlare un attimo?” mi aveva chiesto dopo vari secondi di silenzio. 
Mi girai verso di lui. Era in piedi davanti alla porta semi aperta, con le braccia incrociate ed un’espressione infastidita.
“Devi controllare Gwen. Ti ricordi l’ultima volta che-“
“Non trovare delle scuse! Gwen mi sta aspettando qui fuori. E poi di lei non te ne frega un cazzo!” ribatté lui alterandosi.
Mi lasciò a bocca aperta. Geoff è arrabbiato con me?
“Chi te lo dice che non me ne frega?” mantenni un tono calmo, visto che non volevo litigare in quel momento.
“Tante cose. La minacci, le rispondi male, ed è da ieri che non le rivolgi la parola e quando lo fai sei sempre brusco.” spiegò gesticolando un po’. “Cos’è successo ieri notte che ti ha fatto cambiare così?”
Rimasi in silenzio, scompigliandomi i capelli nervosamente.
Quella notte…
Ricordo poco o niente. Eravamo ubriachi, non ci stavamo capendo nulla. Però, fra tanti sguardi e gesti sfocati nella mia mente, ricordo una cosa che forse centra col mio momentaneo comportamento…

Si accoccolò accanto a me, come una bambina stanca dopo una giornata passata a giocare. Era dolce, la vedevo piccola, così piccola ma nessuno l’abbracciava mai.
“Che sonno…”sussurrò, chiudendo gli occhi.
Non risposi. La testa mi girava per il troppo alcool.
“Geoff…”
“Cosa?” sgranai gli occhi, sentendo quel nome sbucato fuori all'improvviso.
“Ssh..” si avvicinò al mio orecchio, mentre sul suo volto era dipinto un sorrisetto malizioso. “Non dirlo a Duncan…Potrebbe spararmi!” disse, facendo una risata isterica, divertita.
“Cosa non devo dire?” ero sempre più scioccato.
“Che mi piaci, Geoff…” rispose, sprofondando nel sonno.

Scuotei la testa improvvisamente, facendo spaventare il festaiolo.
“Che hai?” chiese preoccupato.
“N-niente…” mentii con un po’ di incertezza.
Geoff non ci fece caso, quindi continuò con il suo discorso.
“Comunque. Mi rispondi?”
“Non è successo nulla. O almeno, non mi ricordo niente!” risposi. “Ora posso dormire?”
“Certo…” mormorò irritato, uscendo e chiudendo la porta alle sue spalle.

 

***

“Gwen…”
Mi girai. Era Geoff.
Gli sorrisi istintivamente. “Hai parlato con Duncan?” domandai poi.
“Sì. É un po’ stanco.” rispose con un tono strano, come se mentisse. 
Mentre stavo per ribattere, sgranò improvvisamente gli occhi, guardando dietro di me.
“Che c’é?” chiesi confusa.
“Justin…” mormorò quasi impaurito.
“Chi?”
“Nascondiamoci!” ordinò prima di trascinarmi dietro un muro, poggiando la mano sulla mia bocca.
“Ssh…” sussurrò, scrutando verso la direzione che guardava prima. “Se ne è andato!” ora era più sollevato.
“Justin? Chi è?” domandai quando mi scoprì la bocca.
“Uno dei Bulls…Ci sta cercando!” spiegò cercando di mantenere la calma, mentre si stringeva il cappello agitato.
Rimasi a bocca aperta.
“Dobbiamo avvisare Duncan.” continuò poi, facendo avanti e indietro.
"Ok ok, calmiamoci. Lo diciamo a Duncan e andiamo via di qui..." dissi io cominciando ad agitarmi. Sentimmo dei rumori avvicinarsi verso di noi, come dei passi.
"E' lui!!" quasi urlava dalla paura il festaiolo. "Dobbiamo andarcene da qui!"
"Ma è troppo vicino..." ora sussurravamo.
Dopo pochi secondi di riflessione, Geoff mi prese un braccio, costringendomi a girarmi verso di lui.
"Ho un'idea..." disse velocemente, prima di avvicinarmi a sé per baciarmi. Intanto che la mia mente andava in tilt, quel Justin si era avvicinato, guardandoci di sfuggita e allontanandosi subito dopo. Idiota.
Mi staccai dalle labbra del festaiolo, guardandolo negli occhi con una confusione immensa. Nessuno dei due osava parlare.

Intanto Duncan era uscito dalla stanza con lo scopo di farsi perdonare da Geoff e Gwen, ma davanti a lui trovò una scena che non avrebbe mai voluto vedere, e mai si sarebbe aspettato di vedere.
"M-Ma...Che cazzo stanno facendo?"

---->Angolo di un'autrice in ritardo<----

E dopo una settimana, mi sono rifatta viva con un nuovo capitolo. >.< 
Eheheheh, povero Duncan! Al prossimo capitolo con tante sorprese!
P.S.: Recensite^-^
gwuncan99

  
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