Disclaimer: Lilian Isotta Everslight, Lucas Potter e l’appena velatamente citato Lexus Havenport non mi appartengono. Sono il favoloso frutto della mente di Axia, alla quale va la mia profonda ammirazione. Io mi sono limitata a prenderli in prestito per poco…


Titolo: Requiem
Autrice: Bea_chan
Rating: PG
Genere: Flash-fic

Riassunto: Flusso di coscienza di Lilly, intrappolata in una sorta di Limbo. Cosa succede quando si fanno i conti con il proprio passato, quando si fa una stima della propria vita? … “Sogno un mondo in fiamme.” … Dalla Saga di Kysa&Axia.

Warning: Alcune citazioni, sulla parte sinistra, vengono direttamente da “Flame”, magnifica opera della succitata Axia. Anche quelle non mi appartengono. Posso solo ringraziare Denny per aver scritto una simile perla.

Thanx to: Kysa, alias Babi, per avere inventato tutti questi personaggi; Axia, alias Denny, perché continua la Magia di questa Saga in maniera divina.

.Requiem.

Passi che parlano di frasi mai dette, silenziosi nell’erba bagnata.
Senza neanche guardarsi attorno, tra gli alberi, lo sguardo al cielo grigio piombo, gocce di pioggia sulla pelle, sui vestiti fradici, sulla corta chioma bionda, arruffata.
Ha freddo, e questo non l’era mai capitato.
Ha freddo e non sa dove andare, per la prima volta nella sua vita.
Aveva sempre avuto le idee chiare, lei, su cosa la vita avesse scritto per lei.
Senza risparmiarsi, avrebbe combattuto, avrebbe ucciso, avrebbe rantolato sulle labbra dei suoi amanti l’ultimo, caldo respiro.
Sarebbe arsa, e sarebbe stato sufficiente.
Perfetta nel suo essere deliziosamente infantile.
Pericolosa nella sua lucida follia.
Bollente nello scorrere come lava.
Nelle sue vene, nelle mie vene.
Ancora quel freddo pungente, temporale estivo crudele sulla pelle, gocce come aghi di ghiaccio, graffi di una bestia silente, tacito rimprovero per qualcosa che non l’è dato sapere.
Non l’ha mai saputo né l’avrebbe mai saputo.
Neanche lui.
Fuoco e carne, sangue e fiamme, cenere e ossa.
Polvere alla polvere.
Lucas Lucas Lucas Lucas.
Se solo fosse stato diverso, se solo lei fosse stata diversa.
Se solo il loro Dono non gli fosse mai toccato in sorte.
Ora, i ricordi di una vita scorrevano d’innanzi a lei, in bolle di sapone, nelle pozzanghere sul sentiero, nelle perle di rugiada intrappolate nelle foglie, intricata foresta ove smarrire la strada.
Ove smarrire sé stessi.
Baci rubati in un vicolo di Peebles, con lui, quello che non poteva avere.
Quello che non le apparteneva, quello che aveva il sapore di qualcun altro sulla bocca.
Ma per una volta, una volta soltanto, sentire il suo potere scorrerle tra le labbra, mani bollenti e avide sulla schiena, ringhi soffocati senza permesso.
Seduttore, questo era. Questo sarebbe rimasto, questa la fibra del suo essere.
Ma non era per lei.
E poi lui, l’eterno lui.
Potere del fuoco trattenuto da briglie auto imposte per qualcuno, quel qualcuno che l’aspettava a casa, quel qualcuno che gli aveva sussurrato amore tra i capelli, che gli aveva scaldato il letto e il cuore.
Inebriante sensazione togliere quel sigillo, liberare la bestia infuocata.
Lucasa Lucas mio Lucas.
Stringerlo tra la braccia, sentirlo palpitare, respiro affannoso.

- Non posso. -
- Le parole magiche dovrebbe essere “non voglio”. –

Non posso posso e non voglio non potere.
Era diventato suo, per la prima ed unica volta aveva completamente desiderato un uomo.
No, non un uomo.
Lui.
Lucas Potter Lucas.
Allunga una mano a toccare il suo volto, in una bolla sospesa d’innanzi a lei, intatta ed eterea sotto la pioggia. Si rompe, senza rumore, sparisce semplicemente sotto la sua stretta bagnata.
Non è più suo, non lo era mai stato.
Mai lo sarà più.

-Crepa Lilly.
Non meriti pietà né rimorso.
Lui arriverà presto.
Goditi i tuoi ultimi istanti.
D’ora in poi, per lui non sarai che un fantasma.-

Fantasma, ricordo sbiadito nei meandri della memoria, solo una foto ingiallita nella tasca dei suoi pantaloni, cenere sulle vesti e livido sulla pelle.
Quella pelle che lei aveva baciato, avida, umida scia sul ventre.
Giù giù sempre più giù.
L’inferno dove l’aveva trascinato, nei suoi sogni di bruciare città ed ardere persone.
Si guarda attorno, in quel bosco in cui stava camminando, senza capire perché il destino l’ha portata lì.
Si guarda le mani, lo smalto viola scheggiato sulle unghie lunghe, pelle ambrata.
Sbiaditi i contorni, sbiaditi i riccioli biondi, sbiadita la sua persona.
Senza fuoco, senza potere.
Non era più nulla e si stava lentamente lasciando scomparire.
Credeva che dopo la morte sarebbe finita nei piani bassi, peccatrice per scelta, demonio per vocazione.
Era lui, tuttavia, era sua la colpa se non poteva ardere in eterno.
Non le permetteva di andarsene.
Sogni su sogni in notti agitate, fare ancora l’amore con lui, per sempre nella sua testa, sul suo corpo.
Nel suo cuore.
Sempre per sempre sempre.
Cenere alla cenere.
Sarebbe finita così, qualora fosse riuscita a farsi dimenticare da lui.
Lasciami andare, lasciami bruciare.
Può solo aspettare, sotto quella pioggia infinita, di raggiungere finalmente il posto che le appartiene.
Può aspettare che lui non pronunci più il suo nome.
Può aspettare che non pensi più a lei quando stringe tra le braccia la sua donna.
Può aspettare, aspettare, aspettare…
Sogno un mondo in fiamme.

Fuoco sovrano, deboli in cenere.

Voleva che il mondo parlasse di lei.
Non le interessava in che modo, non l’era mai importato.
E questo, almeno questo, era riuscita ad ottenerlo.
Mio mio solamente mio.
Lucas Potter dimenticami ma amami sempre per sempre sempre.

Amen.