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Autore: SmartieMiz    16/01/2014    2 recensioni
Enjolras non è asociale: semplicemente ha altre priorità, non è così difficile da comprendere. Ma ovviamente il caro Courfeyrac e les Amis de l'ABC ci tengono così tanto a movimentare la sua vita.
E poi c'è Grantaire, che è sempre così irritante e non si risparmia nemmeno a Natale. Eppure situazioni ed eventi inattesi faranno comprendere a tutti gli amici qualcosa di importante.
6 capitoli di assoluta follia e idiozia con i nostri rivoluzionari preferiti!
Buon Natale e felice anno nuovo.
[AU! E/R; Courfeyrac/Jehan; Joly/Bossuet/Musichetta; Combeferre/Eponine; Marius/Cosette]
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Enjolras, Grantaire
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Titolo: Come prepararsi al nuovo anno - Les Amis Version
Rating: verde
Genere: commedia/fluff

Note: Scusatemi per il ritardo immane, ma ci sono! ^.^ Bene, cambio di programma: questo non è l'ultimo capitolo. Dovrebbe esserci un altro capitolo ancora + l'epilogo! A voi la parola ♥

 

Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Victor Hugo; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.



 

Come prepararsi al nuovo anno - Les Amis Version


IV

Drawings

 

 

Courf: Ragazzi!
Enjolras: Cos’è successo?
Ferre: Dicci, Courf!
Courf: Non ci crederete, ma Jehan mi ha baciato!
Ferre: Davvero?
Courf: Lo giuro!
Enjolras: Okay.
Courf: Okay? Cosa sarebbe a dire OKAY?!
Enjolras: E che devo fare?!
Ferre: Piuttosto, Courf… ti è piaciuto?
 
Ed era proprio quella domanda a tormentare Courfeyrac che stava messaggiando con i suoi amici lungo la strada per casa.
Ti è piaciuto?
Sì che gli era piaciuto, ma gli risultava difficile ammetterlo.
Forse piaciuto non era proprio il termine adatto: forse era stato qualcosa in più.
Le sue emozioni, i suoi sentimenti erano in subbuglio.
 
Courf: Sì, ma è stato… strano. Non avevo mai baciato un ragazzo prima d’ora.
Ferre: Lo ami?
 
Amare.
Cosa poteva saperne lui dell’amore?
Courfeyrac amava i suoi amici.
Amava l’ardore, la passione, l’impeto, l’entusiasmo di Enjolras di fronte alle parole libertà, uguaglianza, fratellanza, patria, Francia, nonostante il suo essere esageratamente duro, rigido, severo.
Amava il sapere e la tranquillità di Combeferre, nonostante il suo essere esasperatamente impegnato.
Amava l’umorismo di Bahorel, nonostante il suo essere bellicoso.
Amava la generosità e la volontà d’animo di Feuilly, nonostante il suo essere smisuratamente premuroso.
Amava la bontà di Marius, nonostante il suo essere talvolta imbranato.
Amava l’ironia di Grantaire, nonostante il suo essere costantemente cinico, triste, depresso, rifiutato.
Amava l’ottimismo di Bossuet, nonostante il suo essere sfortunato.
Amava la spensieratezza di Joly, nonostante il suo essere cagionevole.
Amava l’intrepidezza di Jean Prouvaire, nonostante la sua timidezza; anzi, anche quella amava. Amava il suo coraggio e il suo impaccio, la sua audacia e il suo imbarazzo, il suo entusiasmo e la sua dolcezza.
Amava vederlo arrossire. Amava sentirlo farfugliare in preda alle emozioni. Amava anche il suo timido sguardo rivolto verso la punta delle scarpe.
Amava il suo essere romantico. Amava la sua passione, la sua tenerezza. Amava i suoi versi, le sue poesie. Amava i suoi occhi luminosi quando si parlava di qualcosa che lo entusiasmasse, amava i suoi occhi brillanti di fronte alle pagine di un libro. Amava il suo sorriso appena accennato e dolce da star male.
Si rese conto che non c’era una cosa che non amava di quel sublime poeta.
 
Courf: Amare è una parola grossa… è uno degli amici più cari che ho…
 
Courf: Può essere.
 
Ferre: Fai questa prova: non parlargli fino a Capodanno e stai il più lontano possibile da lui. Se senti il bisogno opprimente di dirgli una parola, di vederlo, di abbracciarlo… ne sei innamorato.
 
Enjolras: Che c’entra! Peggiorerebbe le cose! Jehan ne soffrirebbe. E Courfeyrac con lui.
 
Courf: Cosa proponi tu, ‘Ras?
 
Enjolras: Hai chiesto alla persona sbagliata.
 
Courf: Per una volta chiudi un occhio e dammi un consiglio da amico!
 
Enjolras: Parlatene insieme.
 
Courf: Sì, proprio così! “Jehan, è stato strano ma piacevole, non so che dirti!”. Non va bene!
 
Enjolras: Allora potresti provare prima ad ammetterlo a te stesso. Sarebbe già un piccolo passo avanti.
 
Mancavano pochi giorni a Capodanno. Grantaire aveva trascorso le giornate festive nel grigiore della sua camera portando un po’ di luce e colore.
Molto colore.
Bozze e schizzi sparsi per la stanza, come se il pavimento fosse la sua scrivania.
La sua non era una semplice camera, ma il suo atelier.
E poi eccolo lì a terra, all’angolo, il disegno su cui stava lavorando con estrema cura.
L’arrivo di un sms interruppe il suo estro creativo.
Ma gli fece battere forte il cuore.
 
‘Taire, allora ci si vede domani sera alle dieci a casa di Marius! ;) - Courf
 
E si sbagliò.
Sospirò: Enjolras non lo aveva contattato in quei giorni, eccetto per gli auguri di Natale che aveva mandato a tutti.
Si era forse illuso? Apollo si era già scocciato di quell’armistizio?
Non lo sapeva, e forse non voleva neanche saperlo più di tanto perché l’eventuale risposta gli faceva paura.
Avrebbe fatto male.
 
Non mancherò, grazie per avermi ricordato l’orario ;) Apollo? Che fa? – ‘Taire
 
Sai, è ostinato, ma giuro che lo prenderò fin sotto casa ;) – Courf
 
Posso chiederti un favore? – ‘Taire
 
Dimmi – Courf
 
Andrò io da lui. Fidati. – ‘Taire
 
 
Vigilia di Capodanno.
Marius era eccitato: mancava soltanto un’ora alle dieci e all’inizio della grande festa a villa Pontmercy.
Alle nove di sera, Cosette era già fuori casa sua.
«Cosette!», urlò di gioia quando la vide; qualcuno forse lo avrebbe preso per folle, ma era assolutamente normale e comprendibile la sua reazione. Quando la vedeva, il suo cuore si colmava di gioia infinita e gli mancava il fiato.
«Marius, ciao!», Cosette gli sorrise. Marius le si avvicinò nel tentativo di darle un bacio.
Tentativo, esattamente.
«Salve, Marius».
Un uomo di mezz’età e di gradevole e austero aspetto era comparso dietro la bella Cosette.
«Salve, signor Valjean», rispose immediatamente Marius quasi esibendosi in un breve e buffo inchino, tanto era il timore e il rispetto che nutriva nei suoi confronti.
Jean Valjean accennò un sorriso, poi si rivolse alla ragazza. «Mia Cosette, non più tardi della mezza, d’accordo?».
«Ma papà, che veglione è!», lo rimbeccò Cosette.
«Voglio essere tranquillo».
«E tranquillo sarai! Non berrò, lo sai che non è da me. E poi sono al sicuro a casa di Marius, non sto in un locale affollato o in un posto del genere!», argomentò la figlia: «C’è anche suo nonno che ci sorveglia!».
A quelle parole Marius sorrise, imbarazzato. Suo nonno aveva fatto tante storie e Marius lo aveva convinto per miracolo, dicendogli cose del tipo sono giovane e ho il diritto di fare certe cose e di stare in compagnia dei miei amici.
Jean Valjean sospirò, poi si voltò verso Marius e il suo sguardo divenne di nuovo semiserio. «Tu», disse, puntandogli il dito contro: «allo scoccare della mezzanotte ci si bacia, basta. Sono stato chiaro?».
«Papà!», Cosette guardò suo padre con sguardo di rimprovero.
Marius era rosso come un peperone. «Certo, è stato chiaro, signor Valjean».
«Bene», Jean Valjean gli sorrise, dandogli una pacca amichevole sulla spalla, poi fece per andarsene: «Divertitevi, ragazzi. E non in quel senso!».
Cosette sarebbe voluta sprofondare. «Ciao, papà», disse, seria: «Ti manderò un sms».
«Ciao! Buon Capodanno!», e andò via.
La ragazza sospirò. «Mio padre», sbuffò: «è sempre lui».
«È molto premuroso, posso capirlo», rispose Marius.
Ci fu un breve attimo di silenzio, poi Cosette si ritrovò improvvisamente tra le braccia di Marius.
«Marius! Ma che fai!», disse, ridendo.
«Ti porto dentro!», rispose lui con un sorriso.
La sorte volle che entrasse in casa con Cosette tra le braccia e si scontrasse contro lui.
«Marius, non hai dieci anni. Non tormentare le fanciulle».
Monsieur Gillenormand, suo nonno.
 
Enjolras era stato sincero: quella sera stava studiando per quell’esame, anche se di tempo a disposizione per farlo ne aveva abbastanza.
Trovava stupido andare a quella festa. Gli piaceva stare in compagnia dei suoi amici, ma amava anche passare del tempo da solo.
E dato che quella sera non avrebbero discusso della successiva protesta scolastica, trovava inutile sprecare quella serata con giochi, risate e balli.
Trovava stupido sbellicarsi e agitarsi fino a tardi in onore dell’anno nuovo.
Il rumore del campanello di casa lo distrasse dai suoi pensieri.
Alzò gli occhi al cielo: Courfeyrac non poteva davvero essere venuto fin sottocasa!
Enjolras scese le scale e si avvicinò alla porta.
«Chi è?», chiese, quasi minaccioso: «Guarda che se sei Courfeyrac non ho intenzione di aprirti!».
«Sono Marius. A me aprirai?», gli rispose una vocina troppo falsata per essere davvero quella di Pontmercy.
Scocciato, Enjolras spalancò la porta.
Altro che Pontmercy.
«Non bastava dire Grantaire?», gli chiese Enjolras secco.
Grantaire rispose con un semplice sorriso. «Posso entrare o resto fuori?».
«Accomodati pure», disse Enjolras, facendolo entrare e chiudendo la porta. Senza troppe cerimonie, Grantaire si sedette sul divano. «Ora posso sapere a quale onore debbo questa visita?», chiese il ragazzo.
«Volevi vedere i miei disegni, vero?», disse Grantaire, indicandogli il borsone che portava a tracolla: «Sono tutti qui. Cioè, non proprio tutti, ma ho selezionato quelli che secondo me sono i migliori».
Enjolras rimase leggermente stupito. Uno stupore di tipo piacevole.
«… e anche per convincerti a farti venire stasera», aggiunse Grantaire.
Lo stupore di Enjolras si tramutò in uno sguardo seccato. «Non verrò», rispose, semplicemente.
«Andiamo, Apollo! Sarà bello. Che cosa t’importa di cosa si fa? Si sta con gli amici! Non è questo quello che conta? È il nostro primo Capodanno tutti insieme!», cercò di persuaderlo Grantaire.
«E sarà anche l’ultimo».
«Non essere asociale!».
«Non sono asociale. Semplicemente ho altre priorità».
Grantaire rise. «Okay, sì, è vero, ma ammettilo: un po’ asociale lo sei».
Enjolras sbuffò. «Allora? Posso vederli?», disse, riferendosi ai disegni.
Grantaire sorrise, vittorioso. Aprì il borsone e ne estrasse una cartellina che porse al ragazzo. «Tieni. Te li posso anche lasciare, così li puoi sfogliare con calma. Se c’è qualcuno in particolare che ti piace posso anche regalartelo, consideralo un Babbo Natale non-tanto-Segreto ed extra».
Enjolras scosse il capo, quasi divertito. «Non preoccuparti, davvero», disse, per poi sedersi al suo fianco e aprire la cartellina. I disegni di Grantaire erano prevalentemente scuri e grigi, realizzati con matite o carboncini; pochi erano quelli colorati. La maggior parte rappresentavano luoghi di Parigi o nature morte.
In un disegno Enjolras riconobbe la facciata esterna del Caffè Musain e, senza nemmeno rendersene conto, le sue labbra si erano incurvate in un sorriso quasi dolce che a Grantaire non sfuggì.
In un altro disegno Grantaire aveva reso giustizia anche agli interni del Caffè Musain e addirittura ai loro amici: si poteva vedere Combeferre indaffarato a studiare, Courfeyrac ridere e il dolce sguardo di Jehan… e persino l’espressione imbambolata di Marius.
La scena era vista da un angolo del Musain, molto probabilmente dal cantuccio di Grantaire, e c’era anche lui, Enjolras, con lo sguardo fisso verso un punto indefinito.
«È abbastanza facile disegnarti, è sempre quella la tua espressione», disse Grantaire, ridacchiando: «Mai un sorriso, mai un’emozione… una statua di marmo, ecco».
«Non è positivo, vero?», disse Enjolras, quasi dubbioso.
«Beh, in realtà non è una cosa positiva o negativa, ma sai, sarebbe bello vederti sorridere una volta tanto».
Enjolras non disse niente, limitandosi a contemplare gli altri disegni. Li ammirò tutti, arrivando all’ultimo disegno e arrossendo terribilmente: nel disegno c’era lui fuori al Caffè Musain, con la neve impigliata nei riccioli biondi scompigliati e le guance rosse.
«Se in quel momento avessi avuto una macchina fotografica ti avrei scattato una foto. Eri così buffo!».
Ma quale buffo. Eri bellissimo, diamine!
«Un attimo dopo avevamo litigato. Non è poi così un bel ricordo da imprimere in un disegno», ragionò Enjolras.
Non è poi così un bel ricordo da imprimere in un disegno.
Nonostante tutto, Grantaire ricordava con dolcezza il volto di Enjolras e le sue labbra.
In quell’attimo aveva avuto il desiderio forte di baciarle e forse l’avrebbe anche fatto, se solo Enjolras non si fosse rialzato bruscamente.
«Sei molto bravo, hai talento», si limitò a dire Enjolras, sincero, riportando Grantaire alla realtà: nell’udir quelle parole, i suoi occhi si erano illuminati.
«Davvero?».
«Perché dovrei mentirti?».
Grantaire sorrise. «Mi fa piacere», gli disse guardandolo dolcemente, poi controllò l’orario: «Sono quasi le dieci. Dovremmo avviarci».
«Dovresti avviarti. Rifiuto gentilmente l’invito», sottolineò Enjolras.
«Io non vado se non vieni anche tu».
«Perché mai?».
«Perché mi farebbe piacere se venissi anche tu».
«A me no».
«Ma dai!»
«No, non ci vado».
«E va bene, allora io resto qui. Hai un posto in più per dormire e del vino o della birra in frigo?».
Enjolras lo guardò, indignato. «Vado un attimo a cambiarmi. Due minuti e sono qui».
Grantaire trattenne un urlo di vittoria. Come aveva fatto a convincere Apollo?
Con un sms contattò Joly.
 
Amico, sei già lì? – ‘Taire
 
Joly rispose subito.
 
Sono in auto con Bossuet e Musichetta, tu dove sei? – Jolllly
 
A casa di Enjolras – ‘Taire
 
Volete un passaggio? Siamo quasi lì! – Jolllly
 
Ti ringrazio! ;) – ‘Taire
 
Enjolras tornò esattamente un minuto dopo: indossava la felpa rossa regalatagli da Marius.
«Noto che Marius ha centrato il regalo!», commentò Grantaire.
«L’ho notato anch’io», rispose Enjolras, mentre si metteva il cappotto.
«Joly e Bossuet ci danno un passaggio», lo informò Grantaire, poi chiese: «Posso lasciare i disegni da te? Me li riprendo domattina».
«D’accordo».
Improvvisamente sentirono un clacson e qualcuno lamentarsi sull’inquinamento acustico.
«Okay, sono loro», constatò Grantaire. I due ragazzi uscirono di casa e videro Bossuet al volante, Musichetta al suo fianco e Joly dietro.
«Salite!», li incitò Joly.
I ragazzi salirono e l’auto partì. «Grazie, ragazzi», parlò Enjolras.
«E di che!», rispose Bossuet: «Piuttosto… ‘Taire ti ha convinto a venire! Mi chiedo come abbia fatto».
«Non ha fatto assolutamente niente», rispose quello, gelido.
«Io non vedo l’ora di arrivare a casa di Marius», parlò per la prima volta Musichetta, rivolta a Bossuet: «Sarà divertente!».
«Sicuramente», concordò il ragazzo, lasciandole un piccolo bacio sulla guancia.
Joly alzò gli occhi al cielo: non si era mai lamentato di quella situazione, anzi, l’aveva sempre vissuta in modo sereno e pacifico, ma in quel momento proprio non riusciva a digerire quei due insieme. Non sapeva se odiare di più Bossuet o Musichetta.
Grantaire notò l’inaspettato malumore di Joly, il ragazzo più allegro del gruppo. E se Joly era giù di morale, c’era da preoccuparsi.
«Se vuoi ne possiamo parlare», gli mormorò con un sorriso amichevole.
Joly piegò leggermente le labbra. «Grazie, ‘Taire».
L’auto si fermò di botto.
«Che succede?», chiese Enjolras.
Un breve silenzio ne conseguì.
«Ehm... credo si sia rotto il motore…», rispose Bossuet.
La solita fortuna.

 


 
 Angolo della matta che scrive queste cose Autrice

Saaaaaalve!
Sì, sono una persona orrenda, ma alla fine sono riuscita a pubblicare! Il capitolo era pronto da millenni(?), mi mancava soltanto la parte finale e... e insomma, volevo inserirci anche la festa di Capodanno a casa di Marius ma sarebbe venuto troppo lungo! Quindi rimando la festa al prossimo capitolo! (dove finalmente vedremo Eponine! *w*).
Alloooora... ma guardate un po', è arrivata la nostra Cosette! :D E anche Musichetta c:
Il capitolo inizia con Courf, i suoi deliri e le sue riflessioni su Jehan. Inutile dire che mentre scrivevo quelle cose ero diventata uno zuccherino xD Insomma, Jehan/Courf sono così belli! ç.ç ♥
Ed ecco anche tanta Marius/Cosette e... *rullo di tamburi*... Jean Valjean! Che cosa ve ne pare della sua entrata? xD ;)
E abbiamo anche il nonno di Marius. Non dimenticatevi di quell'uomo nel prossimo capitolo.
Ma vogliamo parlare degli E/R? *.* 'Taire che si autoinvita a casa di Enjolras, in pratica... e gli fa vedere i disegni!
Enjolras ha miracolosamente deciso di partecipare al party di Marius, a suo rischio e pericolo. :P
Ed ecco il triangolo Joly/Bossuet/Musichetta! Non so voi, ma io sto incominciando a shippare tantissimo la Grantaire/Joly friendship e nel prossimo capitolo ne avremo un po'! :)
Ringrazio tutti coloro che leggono e recensiscono lasciandomi il loro parere! ♥
Spero vi sia piaciuto il capitolo e spero di non farvi aspettare ancora tanto!
Alla prossima! ^.^
Marta_Gleek
   
 
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