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Autore: tantrum    16/01/2014    1 recensioni
“Hope...”. Sobbalzai. Mi voltai cauta e notai Harry, uno dei miei migliori amici del liceo. Mi sorrise incerto. Mi alzai velocemente per abbracciarlo, “Cosa ci fai qui, Harry?” sorrisi fino a sentire male alle guance, piacevolmente sorpresa. “Non rispondevi a i miei messaggi”, aggrottai la fronte, un po’ dispiaciuta del suo comportamento: mi aveva evitato per due settimane, non era mai successo. Cercò di non far trapelare nessuna emozione,“ Sono venuto in paese con … Louis.” , il suo volto cercava di nascondere la sofferenza che stava iniziando a scuoterlo. Assunsi un’ espressione preoccupata. Louis era un’ altro amico, che frequentavamo sin dal tempo delle medie. Il fatto mi stupì: non lo sentivamo da un bel po’. Corrugò la fronte, come se si sforzasse di reprimere un’ impulso, ma nonostante i suoi sforzi una lacrima scivolò lungo il suo viso. “Harry.. cosa..?”, feci per abbracciarlo di nuovo, ma lui si voltò bruscamente verso il bosco. Non era da lui comportarsi così. “Harry, cos’ è successo?”, un dubbio mi si insinuò nel cervello. “Harry?”.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una tiepida mattinata di ottobre. Alle10 e 30 suonò la sveglia: avevo tutta la giornata per me, senza nessun genere di impegno. Mi alzai lentamente e mi trascinai fino al bagno con fatica. Le palpebre mi si chiudevano continuamente e faticavo a camminare in linea retta. Persi l’equilibrio un paio di volte prima di arrivare alla vasca: la sera prima avevo fatto molto tardi e non riuscivo a camminare correttamente a causa della stanchezza. Feci scorrere l’acqua e svuotai l’intero flacone di bagnoschiuma alla fragola, riempiendo la vasca di bolle e di schiuma. Rimasi a mollo per quasi un’ora e quando uscii le mie mani erano accartocciate in modo impressionante. Mi vestii in fretta e preparai la colazione. Presi del latte dal frigo e lo bevvi direttamente dal cartoccio, buttando una manciata di cereali in bocca. Presi una mela dal cesto della frutta e la divorai con foga.                                
Misi una felpa e presi il mio blocco di disegni, una matita e la gomma infilandoli nella borsa. Uscii fuori con calma, feci il giro della casa per recuperare la bicicletta che avevo lasciato il giorno prima vicino la siepe.  Portandola al mio fianco, mi diressi verso il laghetto del bosco. La vegetazione fitta mi incuteva ancora un po’ di soggezione, ma ormai erano anni che abitavo lì e ci stavo facendo l’abitudine.  Rallentai il passo per godermi l’ombra degli alberi e il canto intonato degli uccellini che popolavano le fronde dei giganti verdi. Chiusi gli occhi e mi concentrai sul suono leggero del fiume che sfociava nel laghetto. Era largo poco più di un metro e basso circa cinquanta centimetri, facile e molto divertente da guadare; quando ero piccola mi divertivo spesso a saltare da un sasso all’altro per arrivare sull’altra sponda. Sentii le voci di alcuni bambini che giocavano. Sorrisi felice del fatto che fosse ancora molto frequentato.  D’improvviso colsi un fruscio inquietante che mi fece raggelare. La testa iniziò a girarmi e per un attimo persi l’equilibrio. Mi guardai intorno, agitata, ma vedevo solo alberi. Restai ferma per cinque minuti buoni in preda all’ansia. Respirai a fondo, facendo gonfiare i polmoni al massimo. Strizzai gli occhi e cercai di calmarmi. Ultimamente soffrivo di attacchi di panico frequenti. Questa volta mi ero fatta prendere dal panico solo per un fruscio, che poteva benissimo essere stato prodotto da un animaletto del bosco. Agitai la testa  per scacciare via ogni timore, e ricominciai a camminare svelta verso la fine del sentiero. Il mio passo sostenuto si accordò col respiro e eliminai i pensieri ansiosi.
Presto arrivai al laghetto. Trovai una pietra adatta a farmi da sgabello e mi misi a disegnare curva sul blocco. Il lago era uno dei miei luoghi preferiti da rappresentare nei miei disegni: sembrava far parte di una favola; gli animali si abbeveravano spesso nelle sue acque, le persone del posto ci venivano spesso per farsi dei bagni e notavo che era molto frequentato anche dai turisti. La cosa che lo rendeva speciale (e che trovavo anche un filo inquietante) era che la stagione perfetta per immergersi nelle sue acque era l’autunno. In Novembre l’acqua raggiungeva il massimo della tiepidezza e tutti andavano a bagnarsi nel laghetto. Era il fenomeno più strano a cui avessi assistito.
“Hope...”. Sobbalzai. Mi voltai cauta e notai Harry, uno dei miei migliori amici del liceo.  Mi sorrise incerto. Mi alzai velocemente per abbracciarlo, “Cosa ci fai qui, Harry?” sorrisi fino a sentire male alle guance, piacevolmente sorpresa.  “Non rispondevi a i miei messaggi”, aggrottai la fronte, un po’  dispiaciuta del suo comportamento: mi aveva evitato per due settimane, non era mai successo. Cercò di non far trapelare nessuna emozione,“ Sono venuto in paese con … Louis.” , il suo volto cercava di nascondere la sofferenza che stava iniziando a scuoterlo. Assunsi un’ espressione preoccupata. Louis era un’ altro amico, che frequentavamo sin dal tempo delle medie. Il fatto mi stupì: non lo sentivamo da un bel po’. Corrugò la fronte, come se si sforzasse di reprimere un’ impulso, ma nonostante i suoi sforzi una lacrima scivolò lungo il suo viso. “Harry.. cosa..?”, feci per abbracciarlo di nuovo, ma lui si voltò bruscamente verso il bosco. Non era da lui comportarsi così. “Harry, cos’ è successo?”, un dubbio mi si insinuò nel cervello. “Harry?”, lo conoscevo come le mie tasche, sapevo tutto di lui, potevo intuire persino i suoi pensieri, sapevo a memoria ogni sua espressione e ne riconoscevo il significato : sapevo che dietro la sua espressione dure si celava un immenso dolore.  “E-ero convinto che mi amasse anche lui. Insomma, avevo.. pensavo di aver ricevuto certi segnali.. e volevo … speravo che per questo week-end sarei riuscito a  confidargli i miei sentimenti. Ma..”, Harry si voltò di nuovo verso di me, con le lacrime che sgorgavano grosse come mandorle dai suoi occhi gonfi, ridotti a fessura, quasi supplicante. “Voglio morire. Se non posso avere il suo amore, che senso ha vivere per me? Insomma, mi sono immaginato talmente tante volte la nostra vita insieme, felici.”, corrugò la fronte cercando di ricacciare indietro le lacrime, ma ebbe l’effetto opposto e le lacrime raddoppiarono. Non sopportavo vederlo in quello stato. “Mi sono tagliato le vene.”. Sbiancai, “No.. no, no, no.. Harry!”, non era la prima volta che mi confessava una cosa del genere. Era uscito da un periodo bruttissimo da qualche anno, si tagliava ogni giorno. Avevamo sofferto molto per tutto  Non c’è motivo di cercare il suicidio. Hei, non ti merita. Non merita di avere al suo fianco un ragazzo come te.. deve essere cieco: sei talmente bello, sei così dolce …”, lo strattonai più volte. Si avvinghiò a me some se fossi l’ultima cose che gli fosse rimasta. Ricambiai con tutte le mie forze, “Harry, non lo dico perché ti voglio consolare. Louis non è l’unico uomo al mondo . Ci sarà sicuramente qualcuno mille volte meglio di lui, e che saprà ricambiare ...”, presi il suo viso tra le mani e feci in modo che mi guardasse dritto negli occhi. Addolcii lo sguardo e cauta gli porsi una domanda. “Harry, non ti fissare. Ora, dimmi: dov’è che si è nascosto Louis?”, Mi guardò esitante. “P-perché? Non vorrai mica parlarci.”, mi fissò terrorizzato. “No, no. Non dirò niente. Voglio solo.. vederlo.” Il suo sguardo dubbioso mi costrinse ad aggiungere un “fidati di me.”
Harry mi accompagnò a casa, dove preparai un the caldo con il miele. Preparai la stanza degli ospiti e feci in modo che si sdraiasse un po’ sul letto per riposarsi: aveva un’aria stravolta. Era terrorizzato all’ idea di perdere Louis. Preparai una frittata con il prosciutto e la misi dentro una teglia con il coperchio per non farla raffreddare.                                                              
Applicai sul frigo un post-it :
"Harry, arrivo verso le 13, ti ho preparato qualcosa per pranzo e nel frigo c’è della coca cola e dell’ acqua. Devo sistemare alcune faccende. Se hai bisogno chiamami. xX"
   
 
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