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Autore: TheHellraiser    16/01/2014    3 recensioni
Non sperare di poterci tornare, amico. Da quando il sole non sorge più, non c'è nulla a fermare l'avanzata delle creature della notte.
Cosa succederebbe se, improvvisamente, calasse la notte e non tornasse più il giorno, lasciando via libera ai mob ostili? Chi si ergerà a difesa dei sopravvissuti?
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'The Minecrafters' Tales'
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Niko rimase a fissare la ragazza, ancora stupito. Lei, invece, sembrava concentrata in tutt’altro, scrutando il buio di fronte a sé come se stesse cercando qualcosa di molto importante. Dopo qualche secondo sospirò sistemandosi i capelli rossi, prima di cominciare a camminare verso una direzione sconosciuta a Niko.
-Ehi, aspetta, dove vai?- chiese Niko, afferrandola per un braccio e trattenendola. Lei si liberò dalla sua presa con fare seccato.
-Via. Non sono mica così stupida da stare qui a farmi sbranare- disse con una smorfia, come se fosse la cosa più ovvia del mondo. Niko piegò un po’ la testa. Era una tipa decisamente poco socievole, ma in fondo gli aveva salvato la vita e per ora seguirla era tutto ciò che poteva fare. Così cominciarono a camminare attraverso la pianura, nel buio. Stella continuava a tenere la mano destra sull’elsa della spada di ferro che portava alla cintura, muovendo gli occhi a scatti con sguardo circospetto.
-Allora... Tu da dove vieni?- le chiese Niko, dopo un po’, per rendere meno pesante il silenzio interrotto soltanto dai loro passi. Lei rimase in silenzio, ignorandolo completamente. Sembrava non avere alcuna voglia di parlare con lui.
-A che fazione appartieni?- chiese nuovamente, sperando di fare un po’ di conversazione, ma lei sembrava irremovibile nel suo silenzio tombale.
-Stella?- chiese infine, prima che la ragazza si decidesse a rivolgergli un gesto sdegnoso con la mano guantata.
-Non sai farti gli affari tuoi per più di dieci secondi, pivello? Comunque io non appartengo a nessuna fazione. Noi non siamo una fazione, noi siamo leggenda- ghignò, con tono canzonatorio. Modestia portami via, pensò Niko. Noi siamo leggenda? Aveva già sentito quella frase, da qualche parte. Un tizio, una volta, un certo Michael, era comparso misteriosamente nella loro città. Non ci era rimasto molto, ma quando gli aveva chiesto a che fazione appartenesse lui gli aveva risposto con la stessa identica frase. La sua curiosità stava lentamente rimpiazzando lo shock.
-Noi?- chiese. Sul viso di lei apparve un mezzo sorriso divertito.
-Sì, noi. Non hai mai sentito parlare di noi? Non so se hai presente... Spade di diamante? Combattimenti nelle arene? Vite solitarie all’insegna del pericolo?- disse, scoprendo un tatuaggio che aveva sulla spalla. Un cuore, grande poco più di qualche centimetro, solcato da due segni neri. Vedendo quel tatuaggio, improvvisamente Niko ricordò.
-Sei una Hardcorer!?- disse, esterrefatto. Chi non aveva sentito parlare degli Hardcorer? Ogni fazione aveva la sua reputazione. Trader, Survival Players, Creative Players... Ma indubbiamente i più leggendari erano gli Hardcorer. Si narravano molti racconti sulle loro gesta. Secondo le storie che giravano fra i Survival Player nomadi, era stato un Hardcorer ad entrare per primo nel Nether. Ed era stato un Hardcorer a combattere l’orda di mostri che aveva insidiato New Emerald City, da solo con una singola spada di ferro. Lei rise, divertita.
-Ci puoi scommettere, bello- disse, rimanendo poi di nuovo in silenzio.
-Quindi, dove andremo?- chiese Niko, sperando di ricevere una risposta un po’ più precisa.
-Uhm- lei sembrò pensarci su un po’ - Io andrò a New Emerald City. C’è il mio bunker di sicurezza, là. Tu, per quanto mi riguarda, puoi pure fare cosa cazzo vuoi, non me ne può importare di men... ATTENTO!
Prima che Niko potesse accennare anche ad una sola mossa, Stella sfoderò la spada e balzò in avanti dritta su uno scheletro che si stava avvicinando di soppiatto. Con un solo colpo della spada lucente sfondò il cranio dello scheletro, che ricadde a terra e si dissolse senza nemmeno riuscire a colpire la ragazza. Stella raccolse le frecce che rimasero a terra, infilandole nella faretra. Niko deglutì. Come avrebbe potuto sopravvivere? Non aveva di certo la prestanza fisica e le abilità combattive necessarie per sopravvivere. Non gli restava nemmeno una spada, tutto ciò che aveva in tasca era qualche blocco di pietrisco e un paio di bastoni! New Emerald City era ben conosciuta come la città degli Hardcorer, lì Niko avrebbe di sicuro potuto trovare protezione. E poi, lo incuriosiva la faccenda del bunker. Forse avrebbe potuto farsi ospitare, anche se dall’atteggiamento della ragazza sembrava fuori discussione. Guardò Stella con sguardo implorante.
-Posso venire con te? Ti prego! Ti prego! Tipregotipregotiprego!- piagnucolò, cercando di smuoverla e di fare in modo che lo lasciasse andare con lei. La ragazza sbuffò rumorosamente.
-...E va bene. Puoi accompagnarmi per un pezzo. Ma se rompi ti pianto una freccia nel cranio, intesi!?- disse, ammonendolo e puntandogli l’indice destro a pochi millimetri dalla faccia. Non sembrava in vena di scherzi.
-Ok, ok. Ci sto!- disse Niko, cercando di sembrare il più determinato possibile. Stella trasse dall’inventario una spada di pietra e la lanciò a Niko, che riuscì a prenderla per un pelo da quanto era pesante.
-Farai meglio ad imparare ad usarla. Ora, il prossimo bioma che ci aspetta... Uhm. Foresta!? Ci mancava anche questa- sbottò, innervosita. Niko non era mai stato fuori molto, ma sapeva che foresta di notte significava branchi interi di lupi e svariati altri mob ostili.
-Stella?- chiese Niko, mentre in lontananza cominciavano a profilarsi alcuni alberi.
-Che vuoi, ancora?- sbuffò lei, facendogli capire chiaramente che era meglio che restasse concentrato.
-Cosa sarebbe quel bunker di cui parli?- disse il ragazzo dagli occhi verdi, titubante. Non voleva sentirle, ma se dovevano andare in quel bunker voleva almeno sapere di che si trattava.
-Ma che ne so, non ci sono nemmeno mai entrata. L’ha costruita mio padre, mi ha detto che avrei dovuto tornarci in caso di emergenza o per qualche tipo di disastro. Ora smettila di seccarmi, o i lupi ci sentiranno- ringhiò Stella, facendogli cenno di stare zitto.
-Se i lupi ci attaccheranno mi difenderai, vero?
Stella non rispose, mentre gli alberi dal tronco cubico cominciavano ad infittirsi.
-...Vero?
Ma la domanda di Niko venne accolta soltanto da un preoccupante silenzio.
  
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