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Autore: _ChaMa_    16/01/2014    1 recensioni
Ero sempre stata una ragazza semplice, piena di sogni. Dopo la morte di mia madre, avevo deciso di andare alla ricerca di mio padre: troppo grande per comportarsi come un ragazzino e troppo immaturo per fare l'uomo. Poi qualcosa è cambiato. Lui è cambiato.
Anche se vivevo in un mondo di bugie, non avevo mai perso la speranza. Quella stessa speranza che mi aveva portato a Mystic Falls.
Genere: Introspettivo, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tyler Lockwood, Un po' tutti
Note: AU, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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≈ VIENIMI A PRENDERE ≈


 
Le cose, per noi non andarono come avevamo previsto. Non ci furono epiche battaglie, né sanguinosi scontri. Ci stavano aspettando ed erano preparati per accoglierci.
Quando ripresi conoscenza, mi ritrovai legata ad una sedia; la stanza era buia, illuminata solo dalla lampada appoggiata al comodino. Il letto, da parte a me era sfatto e c'erano traccie di sangue.
Sbattei un paio di volte le palpebre, prima di riuscire a distinguere chiaramente le figure con me nella stanza.
Lex, era raggomitolato a terra, pieno di sangue. Con una mano si teneva una spalla, mentre con l'altra cercava disperatamente di alzarsi.
<< Finalmente ti sei svegliata >> disse Simon. Ruotai la testa seguendo il suono di quella voce fredda e severa. Se ne stava tranquillamente appoggiato contro lo stipite della porta.
<< Che è successo? >> chiesi io, guardandomi intorno alla ricerca di Becky.
Simon si raddrizzò e ridacchiò << Il vostro misero piano, qualunque esso fosse, è fallito >>
<< Lex... >>
Il mio amico mi guardò, con occhi stanchi << Mi dispiace >>
<< Oh, non dispiacerti >> lo prese in giro Simon << In fondo mi avete trovato. Non era quello che volevate? >>
<< E adesso che succede? >> chiesi io. Dov'era Katherine? Per quanto tempo ero rimasta svenuta?
<< Adesso? >> mi chiese Simon << Non lo so. La scelta è tua >>
<< Mia? >> chiesi stupita << Che vuol dire? >>
<< Hai due scelte. La prima: poni fine alle sue infinite sofferenze >> disse indicando Lex << E ti trasformi. La seconda: prima uccido Lex e poi uccido te >>
<< Sei davvero un mostro... >>
Simon si avvicinò di scatto e mi tirò i cappelli con forza. Lo sentii ridere al mio orecchio: << Io sarei il mostro? E tu, allora? La tua migliore amica è morta, il tuo migliore amico sta patendo le pene dell'inferno e a quella bella vampira che ti porti appresso non resta molto da vivere >>
<< Che le hai fatto? >> dissi con rabbia, cercando di liberarmi
<< Io non lo ho fatto proprio niente >> disse lasciandomi << Sei stata tu a portarla qui >>
Senti le lacrime che spingevano contro l'iride per uscire, ma non volevo darla vinta a quel bastardo.
<< Se le hai fatto del male, giuro che... >>
<< Che cosa? Non sei in grado neppure di proteggere te stessa... >>
Si chinò, per poter arrivare alla mia altezza e sorrise << Potevi avere tutto con me >>
Non so dove trovai quel coraggio, ma improvvisamente la quantità di saliva nella mia bocca divenne troppa. Gli sputai in faccia.
Lui, in cambio, mi diede uno schiaffo così forte da rompermi il labbro.
Non potevo credere che Katherine fosse morta. Lei era intelligente e furba: ero più che sicura che avrebbe trovato il modo di cavarsela. O almeno era quello che continuavo a ripetermi.
<< Sai, l'altra volta hai davvero ferito i miei sentimenti >> disse
<< Va all'inferno >> risposi << Perché non la fai finita e mi uccidi? >>
<< Facendoti perdere tutto il divertimento? >>
Andò verso la porta, l'aprii e poi si voltò verso di noi << Ah, mi raccomando: non muovetevi finché non torno >>
Appena chiuse la porta dietro di lui, mi concentrai su Lex.
<< Che ti ha fatto? >>
Lui scosse la testa << Sto bene >>
<< Non è vero >> guardai meglio le sue ferite e lui se ne accorse << Fatico a guarire perché sono tante >>
<< E profonde >> specificai; la paura che gli potesse succedere quello che era successo a Gen mi correva lungo tutto il corpo.
<< Dobbiamo trovare un modo per andare via >> disse
<< Come? >>
<< Non lo so >> ammise << Ma qualcosa dobbiamo trovarlo >>
 
*
 
<< Dov'è Katherine? >> chiesi a Becky quando rientrò nella stanza
Lei mi guardo, come confusa << Chi sarebbe questa....ah, la vampira intendi? >>
La guardai sorridere e rigirarsi tra le mani la pistola con i proiettili in legno di Alaric.
<< Non te ne dovrai più preoccupare >>
<< Che vuol dire? >>
Alzò le spalle << Che non sarà più un problema >>
Sentii lunghi brividi corrermi lungo le braccia e temetti davvero per la sua vita. L'unica cosa che speravo era che non l'avessero morsa: vampiri e licantropi, ormai l'avevo capito, erano nemici naturali.
<< È...è...? >>
<< Morta? >> completò lei; poi alzò le spalle << Probabile. Non era messa molto bene quando l'ho chiusa là sotto >>
Chiusi gli occhi per un momento: doveva essere un incubo, solo un brutto incubo. Potevo accettare di morire – anche se non ne ero particolarmente contenta – ma i miei amici, Kat e tutti gli altri non c'entravano. Loro erano innocenti; la loro unica colpa ero io. Ero sempre io.
<< Perché lo fai? >> le chiesi, sull'orlo delle lacrime
<< Fare cosa? >>
<< Tutto questo. Sai che Simon sta sbagliando, perché gli dai retta? >>
<< Perché è la mia famiglia >>
Famiglia. Stavo cominciando a non sopportare il suono di quelle poche lettere poste una in fila all'altra. Ogni cosa sembrava ricondurre alla famiglia: ogni morte, ogni dolore. Forse, ero stata una stupida a lasciare l'unica famiglia che avevo per cercare una vendetta. Che chiaramente non era andata a buon fine.
<< Non ti senti in colpa neanche un po'? >> le domandai ancora. Volevo smuovere qualcosa in lei, qualsiasi cosa che aiutasse me e Lex ad uscire da quella situazione.
<< E per cosa dovrei sentirmi in colpa? >>
<< Eravamo amiche. Gen era una tua amica >>
<< Non provarci >> mi minacciò, puntandomi contro la pistola << Io sono Simon e con me i tuoi trucchetti non funzionano >>
<< Quali trucchetti? >>
<< Non mi importa niente né di te, né di Gen, né tanto meno di questo povero disgraziato. L'unico motivo per cui ti sopportavo era perché Simon era così preso da te. Mi ripeteva che presto saresti diventata come noi, che saremmo stati felici. Che non avresti mai preso il mio posto. E invece ogni passo che faceva verso di te, lo portava lontano da me >>
La guardai stordita. Era gelosa di me e Simon? Allora perché venire qui con lui per cercare di riportarmi indietro?
<< Se non riesci a sopportarmi, perché sei qui? >>
<< Perché era l'unico modo >> rise << Davvero non lo capisci? >>
<< Capire cosa? >>
<< Tu >> disse avvicinandosi << Tu sei la causa di tutto questo e in qualsiasi modo andrà a finire questa storia, sarò io a vincere >>
<< Allora uccidimi e facciamola finita? >>
Ridacchiò e lentamente abbassò la mano che impugnava la pistola. Alzò lo sguardo verso il soffitto e sembrò pensare a qualcosa. Poi si riprese. Puntò la pistola e sparò. Il proiettile di legno andò a finire dritto dritto sulla mia coscia. E io urlai di dolore.
Approfittando di quel momento, Lex si alzò e attaccò Becky alle spalle. Non era guarito del tutto, ma era abbastanza forte da sbatterla contro la parete. Tirò fuori gli artigli e la graffiò, mentre lei cercava di difendersi.
Tra le lacrime e il sangue cercai di liberami le mani, ma il dolore alla gamba era troppo forte. Piansi, senza sapere se ero più preoccupata per il male che sentivo o per la paura di come si sarebbe concluso quello scontro. Mi chiedevo anche dove fosse Simon, e come se mi avesse letto nel pensiero aprì la porta di colpo.
<< Lex, attento >> gridai. Il mio amico, si voltò di scatto e evitò il colpo. La mano di Simon andò a colpire lo stomaco di Becky, che sputò sangue dalla bocca.
Lex si mise in posizione d'attacco, ma non aspettò che Simon si preparasse a colpire ancora. Gli diede un calcio e con tutta la forza che aveva lo spinse contro un'altra parete.
Poi si avvicinò a me e slegò, il più in fretta che riuscì.
Accortosi che Simon si stava riprendendo si preparò ad attaccare ancora, ma lui fu più veloce. Lo spinse contro la parete dietro di me. Non riuscivo a vedere cosa stesse accadendo, sentivo solo lamenti e colpi che tagliavano l'aria. Da sola, finì di scogliere le corde che mi imprigionavano i piedi alla sedia, ma quando cercai di alzarmi, il dolore me lo impedì. Cercai con lo sguardo la pistola e la intravidi accanto al corpo di Becky. Mi feci forza e attraversai la stanza per prenderla. Mi chinai, ma Becky mi diede un calcio e mi spintonò via. Caddi all'indietro, vicino alla porta.
La vidi alzarsi, se pur barcollando e impugnare la pistola. La puntò verso Lex, ma non si arrischiò a sparare. I due si muovevano così velocemente che avrebbe rischiato di sbagliare. Senza aspettare un secondo di più, mi rialzai e mi lanciai – letteralmente – addosso a lei. Cadde, andando a sbattere contro l'armadio in legno. Presi la pistola e, anche se non l'avessi utilizzata, preferivo non rischiare di lasciarla a lei.
Riportai lo sguardo su Lex e Simon: Lex era a terra, Simon lo sovrastava. Quello era il momento per colpire e io lo feci. Mirai alla spalla, ma il proiettile finì nel muro. Riprovai e stavolta il colpo andò a segno. Lui si voltò, tenendosi con una mano il punto ferito e diede l'occasione a Lex di toglierselo di dosso.
Il mio amico si rialzò e corse verso di me, mi prese per mano e corse fuori dalla stanza.
<< Dobbiamo andare via da qui >>
Corremmo giù dalla scala: io zoppicavo e lui non era messo molto meglio di me.
<< No >> dissi, fermandomi << Io devo trovare Kat >>
<< Non c'è tempo >> disse lui << Potrebbero riprendesi in fretta >>
<< Devo trovarla >>
Lui indurì la mascella, ma capì che non mi sarei arresa << Non sai nemmeno dov'è >>
<< Forse si >> dissi io, ricordandomi che Becky aveva detto di averla chiusa là sotto. Insomma, quanti posti potevano essere “là sotto”?
<< Vai >> gli dissi << Vai da Tyler >>
<< Non ti lascio qui >> disse lui, cercando di superarmi.
Io lo fermai prendendolo per un braccio << Trovalo, ti prego >>
 
*
 
Appena fui sicura che lui fosse uscito da quel posto orribile, io mi guardai intorno. Mi diressi verso il bancone della reception e quando arrivai vi trovai l'uomo che ci aveva accolto disteso a terra in una pozza di sangue. Mi trattenni la bocca con una mano e – attenta a non calpestarlo – lo superai. Frugai dappertutto in cerca di qualcosa che mi indicasse dove potevano aver chiuso Katherine. Anche se, mi rendevo conto, che potevano averla chiusa in qualsiasi stanza o magari averla portata fuori da qui.
Controllai le camere. Ce n'erano 15. noi eravamo stati rinchiusi nella numero 8. Al secondo piano c'erano, oltre quella camera, altre quattro camere. Quindi tre camere al primo piano e una sola camera al piano terra.
Feci per voltarmi e andare verso un piccolo corridoio buoi, ma sentii delle voci e dei passi. Non avevo il tempo di andare a nascondermi da qualche parte, così mi chinai e mi nascosi dietro al bancone. Quando le voce si fecero più vicine, trattenni il fiato e impugnai la pistola, pronta a sparare in caso di difesa.
<< Saranno scappati nel bosco >>
<< Non riesci a sentire i loro odori? >>
<< No >> disse Simon, facendomi tirare un sospiro di sollievo << C'è troppo sangue >>
<< E cosa facciamo con la vampira? >>
<< Lasciamola qui, tanto non andrà da nessuna parte. È piena di verbena >>
Katherine. Quelle parole, per quanto poco confortevoli, mi davano una speranza. La speranza che Katherine fosse vicina e viva.
Aspettai che se ne andarono e mi alzai. Cercai tra le chiavi quella che avrebbe aperto la porta della stanza infondo al corridoio e poi, appoggiandomi alla parete arrivai davanti alla porta numero 1. Infilai la chiave nella serratura e aprii la porta. Accessi la luce, ma la stanza era vuota e perfettamente in ordine. Mi guardai intorno ma non vidi nulla di strano. Uscii, diretta di nuovo verso il bancone.
<< Deve essere qui >> ripetei a me stessa. Fu allora che notai alcune tracce di sangue sul pavimento. Le seguii e arrivai davanti ad una porta in ferro. Cercai di aprirla, ma era chiusa a chiave. Guardai come era fatta la serratura e poi tornai al bancone in cerca delle chiavi. Guardai ovunque e frugai dappertutto, ma di quella chiave non c'era traccia.
<< E adesso, come apro quella porta? >>
Mi appoggiai alla parete dietro di me e mi imposi di stare calma e riflettere. Senza farlo apposta, la pistola mi cadde e quando mi chinai per riprenderla notai una scatola rossa. La presi e la aprii.
<< Eccola >> esclamai eccitata. Sembrava proprio a chiave che mi serviva. Il più velocemente possibile, tornai verso la porta e l'aprii. Faceva un freddo cane ed era tutto buio.
C'era un silenzio innaturale là dentro, fatta eccezione per quelli che sembravano lamenti.
<< Katherine? >> chiamai, con la speranza che mi rispondesse.
I lamenti proseguirono e io li seguii. Sdraiata a terra, legata mani e piedi c'era Katherine.
Tra labbra, una pezza.
<< Katherine? >>
Corsi verso di lei e mi chinai accanto a lei. Le guardai i polsi: erano sporchi di sangue e avevano lividi viola.
<< Verbena >> capii
Con cautela, la liberai. Prima le tolsi quella pezza dalla bocca, poi la slegai.
<< Katherine.... >>
<< Vattene >> disse lei
<< Tranquilla, è tutto apposto >>
Lei scosse la testa. Era debole e io da sola non potevo combattere per tutte e due. Speravo che Lex trovasse Tyler prima del ritorno di Simon e Becky, ma non ne avevo la certezza.
Mi scoprii il polso e glielo offrii.
Lei mi guardò perplessa << Melissa... >>
<< Ne hai bisogno >>
Lei alternò lo sguardo da me al mio polso e poi snudò i canini. Mi prese il polso delicatamente e, dopo un leggero pizzico, sentii il sangue fuori uscire dalle mie vene. Era una sensazione strana: non mi faceva male. Sentii uno strano brivido salire e scendere dal mio braccio. Ogni volta che succhiava, mi indebolivo.
Si staccò dopo poco; aveva le labbra sporche di sangue ma le sue ferite si erano rimarginate del tutto. Era strano: non avevo pensato neanche per un momento che avrebbe potuto farmi del male, che non avrebbe saputo resistere al richiamo del sangue.
<< Ti fidi di me... >> disse
Io le sorrisi e feci per risponderle, ma quando aprii la bocca l'unica cosa che ne uscii fu un verso strozzato.
Un calore intenso si stava diffondendo nel mio corpo a partire dalla spalla e prima che potessi accorgermene ero stesa a terra sanguinante.
<< Ti restituisco il favore >>
Simon.
Katherine si alzò in fretta e con la sua super velocità gli si avvicinò, ma lui fu più furbo e gli conficcò un paletto nello stomaco. Dubito che lo avesse fatto per generosità: non l'aveva uccisa semplicemente perché aveva mancato il cuore. Poi si chinò verso di lei e le ruppe il collo.
La sorpassò lentamente e venne verso di me, sorridendo. Prese la pistola di Alaric e me la puntò contro.
<< A quanto pare hai fatto la tua scelta >> prese la mira, puntandomi al cuore << Mi mancherai >> disse, poi sparò. O almeno era quello che credevo.
Aspettai il colpo, ad occhi chiusi ma l'unica cosa che sentii fu il rumore di un corpo che cadeva.  Aprii gli occhi di colpo e scoppiai a piangere.
<< Tyler >>
Le lacrime scendevano copiose mentre lui mi stringeva a sé. Non ero mai stata felice di vederlo e di poterlo abbracciare come in quel momento.
<< Mi dispiace >> dissi << Mi dispiace così tanto. Credevo di fare la cosa giusta. Non volevo che ti facessero del male >>
Lui mi cullò, accarezzandomi i capelli e dicendomi di stare tranquilla.
<< Va tutto bene >> disse << Va tutto bene >>
Quando mi staccai da lui, tenni lo sguardo basso: un po' per la vergogna, un po' per tutti i lividi che mi ero procurata. Lui mi posò una mano sotto il mento e lo alzò. Mi asciugò le lacrime e mi sorrise.
<< Adesso ci sono qui io. Nessuno ti farà più del male >>
Mi aiutò ad alzarmi e quando si accorse del proiettile conficcato nella mia coscia mi prese in braccio.
<< Aspetta >> gli dissi, prima di uscire. Lanciai uno sguardo a Katherine, ancora stesa a terra.
<< Non ti preoccupare >> disse la voce calda di Stefan << Ci penso io a lei >>
Entrò nella stanza e dal sollevò. Poi uscì, dietro di noi.
Sulla soglia di quell'orribile pensione c'erano anche Damon, Matt, Bonnie e Caroline.
Matt corse verso di me, preoccupata << Oh mio Dio, stai bene? >>
<< Si, adesso sto bene >>
<< Il vestito non può dire la stessa cosa >> commentò Caroline; la guardai e mi misi a ridere.
Uscimmo da lì, quando ormai il sole stava spuntando. L'aria era fresca, al contrario di quei primi raggi di sole che stavano spuntando.
<< Dov'è Lex? >> chiesi
<< Sta bene. Jeremy ed Elena lo hanno portato dai Lockwood >> mi ripose Bonnie
La macchina di Matt era parcheggiata davanti alla pensione. Stefan sistemò Katherine sui sedili posteriori della macchina di Damon, mentre Bonnie saliva sulla macchina di Caroline.
Tyler mi aiutò a sedermi sul pick up di Matt e poi salì sul sedile anteriore.
<< Damon... >> chiamai, prima di partire << Mi dispiace >>
Lui mi guardò e accennò ad un mezzo sorriso, poi accese le luci e partì.
 
*
 
Viaggiammo in silenzio, le strade erano deserte e nessuno aveva voglia di parlare di quello che era successo. Quando guardai l'orologio sul cruscotto di Matt mi accorsi che erano quasi le cinque del mattino.
Stavamo proseguendo tranquilli, ma poi qualcosa sbucò in mezzo alla strada e finimmo fuori strada. Fortunatamente, Matt fu pronto e frenò non appena il furgoncino fu circondato da alberi.
<< Che cos'era? >> chiesi
<< Non lo so >> disse Tyler, prima di scendere
<< Dove stai andando? >> chiese Matt
<< Non muovetevi >> disse lui
Mi avvicinai al finestrino, per cercare di vedere cosa stava succedendo. E poi la vidi. Becky, con i pugni stretti lungo i fianchi e la rabbia che le fuori usciva dagli occhi.
Iniziò a correre sempre più veloce e in batter d'occhi si era lanciata addosso a Tyler. Cercai di scendere, ma Matt mi fermò e corse verso Tyler. Becky si accorse di lui e ne approfittò. Matt indietreggiò, brandendo un bastone come arma di difesa. Ma sapevamo entrambi che non l'avrebbe protetto.
Non poteva succede ancora, mi dissi. Eppure stava accedendo.
Scesi dalla macchina, zoppicando e aggrappandomi ad essa.
<< Becky >> urlai. Lei si fermò e si voltò verso di me << È me che vuoi >>
Lei ringhiò, facendomi venire i brividi.
<< Vienimi a prendere >>
Non se lo fece ripetere due volte. Iniziò a correre verso di me, che restai ferma. Quando fu abbastanza vicina, puntai la pistola di Alaric e sparai. Non sapevo quanti proiettili rimanevo, ma speravo abbastanza da indebolirla.
La colpii ad una gamba, ma lei non si fermò. La colpii ancora, allo stomaco. La colpì di nuovo, all'altezza del braccio.
Continuai a sparare, evitando la testa e il cuore, fino a quando finalmente non si accasciò a terra. Tyler e Matt mi furono accanto subito.
<< È svenuta >> disse Tyler << È incredibile quanto abbia resistito >>
La guardai. La vendetta l'aveva resa più forte: combattere per qualcuno a chi vuoi bene, combattere per la memoria di chi hai amato ti dà la forza.
<< Torniamo a casa >> dissi io
Ci muovemmo appena, che subito il verso agghiacciante di Becky si fece voltare. Non so come era riuscita ad alzarsi e stava puntano verso Tyler. Istintivamente, alzai la pistola e sparai. Non presi la mira questa volta. Sparai e lei cadde a terra.
Matt e Tyler mi guardarono sconvolti, mentre il mio viso si riempiva di lacrime.
Al centro della fronte di Becky c'era un proiettile di legno. L'ultimo. 


ANGOLO AUTORE 
Salve a tutti e scusate il ritardo. Come avrete capito siamo arrivati alla fine e manca solo l'epilogo, che verrà pubblicato tra pochi giorni. 
Come sempre ringrazio tutti voi lettori silenziosi, chi ha inserito la storia nelle preferite, nelle ricordate e nelle seguite. E naturalmente un grazie a chi continua a commentare. 
Buonanotte a tutti!


 
  
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