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Autore: antoniodurante    16/01/2014    1 recensioni
Il sangue scorre lentamente, sul suo braccio mentre assaggia quelle fitte di dolore che seguono, quelle fitte di dolore che lo fanno sentire meno solo, quel dolore che sente di meritare. I segni che porta sulle sue braccia, sono i segni di una battaglia che si svolge silenziosamente tra sé e sé.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Marco si trova in bagno chiuso a chiave, in quel bagno pieno di ricordi, che gli fanno tanto male. Si guarda allo specchio ma ormai già da tempo non si riconosce più, quello che vede allo specchio è solo il riflesso di una persona vuota. Il sangue scorre lentamente, sul suo braccio mentre assaggia quelle fitte di dolore che seguono, quelle fitte di dolore che lo fanno sentire meno solo, quel dolore che sente di meritare. I segni che porta sulle sue braccia, sono i segni di una battaglia che si svolge silenziosamente tra sé e sé. E mentre ripensa alla persona che era un tempo, quella persona sempre allegra, felice e con il sorriso stampato sulle labbra. Segue un altra fitta di dolore e non sa se quel dolore provenga dal cuore o dai tagli che si sta procurando. Ormai l'unico amico che gli è rimasto è quella lametta. E ripensa cosa o meglio chi ha strappato quella sua felicità senza alcun diritto. Ancora un altra fitta. 

 

I suoi genitori tornano, li sente salire ma a lui non importa finché la porta sarà chiusa a chiave starà "al sicuro" e con lui il suo segreto. Peccato che quella porta non l'abbia protetto da quelle cattiverie dette dai suoi "compagni" di classe. Dopo tutto questo tempo dovrebbe averci fatto l'abitudine, ma non è così fa male come la prima volta. Tutto quello che può fare quando succede è restare in mobile, aspettare che si stanchino, come un bambino quando si stufa del suo giocattolo e immaginare che quella porta che lo "protegge" dalla vista di occhi indiscreti lo protegga anche dalle parole, dagli schiaffi, dai pugni e dai calci che è costretto a subire da più di un'anno. Ma purtroppo non è così le parole e le botte arrivano e con loro anche il dolore. Mentre combatte per trattenere le lacrime che gli riempiono gli occhi, sua madre bussa alla porta e lo riporta alla realtà.

“Muoviti è pronto a tavola!”

“Ora vengo!“ risponde di rimando, Marco.

 

Rimette a posto, la lametta. Si scrolla il sangue dai suoi polsi feriti come farebbe un leone dopo aver mangiato la sua preda, purtroppo in questo caso la preda è lui stesso. Riguarda fiero il lavoro che ha appena svolto. Quando passa il braccio sotto l'acqua fredda il bruciore lo fa quasi sobbalzare, quando ha finito sta a tento a coprire per bene le ferite con la maglia del pigiama. Lo fa da così tanto tempo che ormai gli viene quasi istintivamente.  

 

Non vuole che i suoi lo scoprano, lo prenderebbero per pazzo. D'altronde come biasimarli? persino lui pensa che sia da pazzi, farsi del male da soli. Ma lo fa stare così bene. Spegne la luce, apre la porta e si dirige in cucina pronto a recitare la sua parte da adolescente felice. E questa è forse la parte più dolorosa della giornata far finta che tutto vada bene quando invece non è così, niente va per il verso giusto.

  
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