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Autore: Andrewthelord    03/06/2008    3 recensioni
Un potente mago italiano vorrebbe impossessarsi delle carte di Clow.
Ma qualcun altro le sta già cercando. Perché loro sono in grado... Loro... dei ragazzini... e lui no?
La vita a volte è crudele.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La vita fa schifo. Prima ti illude e poi ti distrugge, ti prende in giro, ti liquefa. Ti fa a pezzi con la sua motosega arrugginita tritando speranze, ma soprattutto mente. Mente prima e ti inganna poi. Prima ti dice che sei speciale, che sei il migliore, ti fa fare cose incredibili e grandissime che non ci avresti mai sperato e poi ti trovi lì come l'ultimo dei coglioni, a guardarti da fuori e ridere, ridere di te stesso.
Quando facevo lievitare i libri di scuola col solo pensiero, ormai trent'anni fa a milano, quando capivo che dovevo tenere le cose per me. I poteri ESP, esistevano sul serio e io li controllavo. E allora la vita diviene un'autostrada: tutto è possibile. Gli esami universitari fatti con ipnosi e trucchi magici: "Buongiorno signor Sargante (ovviamente un nome falso che uso per non essere riconosciuto da voi mortali), come va? Trenta e lode le va bene?" e io nemmeno parlavo. Un po' mi sentivo in colpa, ma poi, perché dovevo sottostare a quelle regolette del mondo dei "normali". Dei poveri imbecilli senza alcun tipo di potere. Di quello sfigato di mio padre che si credeva figo solo perché faceva il magistrato, a buttare in cella qualche poveretto, mentre io di notte prendevo dalla vita quello che volevo, potere, donne, soldi, con una lettura della mente o con qualche previsione, tutte cosette imparate dalla mia nonna materna nelle estati. E che mia mamma nemmeno lo sapeva.
Poi cambiai. I ventenni sono stupidi, e pensano di poter cambiare il mondo. Vedi agitazioni, un po' di guerre qua e là, il rapimento Moro, gli anni ottanta truculenti e allora ti specializzi, impedisci qualche attentato qua e là e salvi la vita di poveretti senza nemmeno muoversi da casa, solo con qualche telefonata, un po' di ipnosi, l'uso della magia romana che cominciavo a studiare con qualche iniziato giù a Roma.
Ero persino in pace con me stesso. Avevo persino sposato mia moglie, poverina, nemmeno sa cosa sono in grado di fare, nemmeno sospetta che si è innamorata di me ancora vent'anni fa solo per un incantesimo, e la guardo mentre si pettina allo specchio e ogni tanto mi chiedo se quella che amo sia una persona reale o un pupazzo da me manovrato. Ma poi mi dimentico e vado avanti. Del resto lei mi dovrebbe ringraziare se vive in una villa aristocratica, se non fa un cazzo, a parte crescere mia figlia che già mostra qualche abilità. Ma per ora lascio rimanga senza pensieri. Almeno lei.
Già. Perché dopo anni di felicità, di calma, di potere mio - tremereste forse a sapere chi sono veramente, dato che ogni tanto appaio in tv, e non come un maghetto ciarlatano dell'144, anzi - l'ho sentito. Il più grande potere magico del mondo. Si era aperto in giappone nel '96. E tutta la, beh, chiamiamola "comunità" si era già allarmata. Chi parlava di angeli, no, troppo spersonalizzati, chi di entità non ancora conosciute, no, troppo forti. E poi quel nome. Clow.
Quel pazzo inglese che aveva incatenato la natura, e forse ne era persino morto. Il libro in giappone? Ma gli eredi di Clow non erano a Hong Kong?
Bah. Mi proposi di prenderle anche senza la volontà di Clow, che da qualche parte ancora c'era, non tanto per aumentare il mio potere personale, ma perché sapevo che solamente io potevo mettere al sicuro il tutto non solo dalle carte in , ma dall'uso che qualche pazzo avrebbe potuto fare. E nella "comunità" erano d'accordo con me. Qualcuno già fantasticava su quelle carte ma io volevo solo prenderle, volevo dire di averle prese io e di averle messe al sicuro.
Con la scusa di qualche rappresentanza - non vi dico di che natura se no potreste persino riconoscermi - vado in giappone nel 1997 in una bella casetta con tanto di spese pagate dall'ambasciata italiana.
Cerco in giro come un imbecille, eppure durante il viaggio imparo molto, nei templi scintoisti miglioro le mie abilità con il fuoco e con qualche evocazione, ma delle carte di Clow nemmeno l'ombra.
Telefonate di scherno dall'Italia mi dicono che un ragazzino dei Li - gli eredi di Hong Kong di Clow - sta già raccogliendo delle carte. I Li. Erano ancora attivi allora? Ricevo due settimane dopo un'altra telefonata, quasi che gente seduta sul divano a Firenze ne sapesse di più di io che giravo di notte come un coglione col pendolino per le strade di Tokyo, insomma mi dicono che c'è una nuova captor delle carte. Una ragazzina, una ragazzina senza origini da stirpi magiche. Il colmo. Non avvertivo delle energie che pochi mesi prima non mi facevano dormire di notte dall'altra parte del mondo quando mi trovavo col culo lì sopra mentre due fottuti ragazzini nati l'altro ieri mi fregavano carta dopo carta sotto il naso.
Poi l'apoteosi della sfortuna.
Mi trovo per caso sotto la torre di Tokyo, quando energie magiche enormi collidono l'una contro l'altra. Senza nemmeno pensare mi trovo in un tempio vicino, dove due enormi forze spirituali mi mettono in soggezione dall'interno di due corpicini di due ragazzini piccolissimi. Poi vedo i custodi del mazzo di Clow, due esseri celestiali, di cui uno simile a un angelo e l'altro simile a un grifone, che mi squadrano e mi cacciano. Non sono degno di stare là, mentre verrà giudicato chi sarà il vero custode delle carte.
Una luce forte mi fa svenire. Mi risveglio in un letto d'ospedale, con l'ambasciatore italiano a Tokyo che mi rassicura che ho avuto solo uno shock non sanno a cosa dovuto probabilmente a una macchina che mi ha frenato a pochi centimetri facendomi collassare dalla paura. Il come poi fossi arrivato al pronto soccorso era un mistero, ma figuratevi se volevano aprire un caso diplomatico per una cosa senza danni definitivi.
Bollivo di rabbia. Non era possibile, non era giusto. Avevo cinquant'anni, anni di allenamenti magici alle spalle, il controllo della mia vita. Mi aspettavo che forse non avrei raccolto io TUTTE le carte di Clow. Sapevo che qualcun altro le avrebbe cercate. Mi aspettavo però gli animisti africani, i cabalisti israeliani, qualche monaco tibetano in giro per il mondo. Non due ragazzini. Poi pensai di nuovo a tutto. Pensai alla possibilità di maghi adulti tramutati per tattica o scherzo.
Poi, mentre facevo i bagagli all'ambasciata giapponese, raggiungo la solita telefonata del solito bastardo, con nome, cognome e indirizzo della ragazzina che possedeva nella sua taschina prepuberale le energie mistiche più potenti della terra.
Potevo andarla a trovare? Non avrei mai rubato le sue carte, anche se avessi voluto tutta la magia che possedevo era nulla in confronto alla carte di Clow. Quindi perché andarla a trovare? Perché vederla meglio in faccia? Sapevo di non rischiare. Ormai la scelta del custode era stata fatta. Perché ero già in macchina e mi avvicinavo a casa Kinomoto? Perché volevo umiliarmi così? Che le avrei detto? "Scusi signorina, non sono un pedofilo, ma il più potente mago italiano che le chiede come cazzo ha fatto lei a fare quello che io nemmeno ho saputo cominciare?".
Avvenne così. Non sto scherzando. Usciva da casa coi pattini e il sorriso che vedevo persino in mia figlia, e che odiavo perché troppo umano. "Perché?" le chiesi in giapponese stentato. Lei mi riconobbe, si scurì in volto per un secondo ma quando comprese che avevo intenzioni tutto tranne che cattive mi rivolse la parola.
Quasi si sentì in colpa. Ma poi aprì la bocca scusandosi e abbassando il capo arrossendo. Non capisco questa cortesia giapponese. Mi disse una sola frase, una singola frase che non dimenticherò mai: "Scusi, è solo che io ero predestinata."
Già. Lei era predestinata e la vidi allontanarsi pattinando. Pattinando. Io alla sua età volavo sulla scopa o ipnotizzavo gente a darmi passaggi su macchine lussuose.
Io ero potente, ricco, potevo far piovere sopra un campo battendo le mani e parlavo persino con i morti. Dannazione, sono in grado persino di leggere nel vostro cazzo di pensiero. E questa piccola troietta mi dice che LEI era destinata all'energia più potente della storia, a maneggiare l'abc degli elementi e la creazione di Dio.
Io sono quarant'anni che aumento il mio potere. Non lo posso accettare. Nemmeno ora. Dopo dieci anni, quando il mio potere è ancora più aumentato e di questa ragazzina ormai donna sento solo qualche notizia frammentata - di come sia diventata la puttanella dell'erede dei Li, di come usi la magia solo per salvare la gente da qualche terremoto o inondazione, di come conduca una vita normale. Lei conduce una vita normale quando io con quelle carte - dannazione, altro che tenerle al sicuro, le avrei usate, dannazione - avrei trasformato il mondo in un posto migliore.
Mia figlia è cresciuta, è dotata di discreti poteri e nemmeno vuole svilupparli. Dice che non vuole diventare come me, studia medicina e si paga gli studi. Nemmeno mi telefona a casa per gli auguri di Natale.
Dannazione. Io sono speciale. Io posso fare qualsiasi cosa, non è giusto, non è assolutamente giusto.
Non me ne frega niente. Io sono un uomo potente, e ti derido povera ragazzina, te che mi rinneghi e che vai a vivere come una povera inutile donna e tu, Sakura Kinomoto, che potresti regnare sulla terra e invece fai la ragazzina.
Forse non conta quanto potere hai, o a cosa tu sia DESTINATO - cazzo quanto la odio quella schifo di parola - ma come lo usi il potere, quanto in alto tu possa arrivare, quanta gente tu possa fregare. O forse, penso ogni tanto negli spazi vuoti della mia sempre più tetra abitazione - ah, mia moglie è andata via, ma non me ne frega - che non ho capito un cazzo io. Forse.

   
 
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