Serie TV > Glee
Segui la storia  |       
Autore: Elisa Stewart    17/01/2014    1 recensioni
Dal primo capitolo:
"Comunque, cosa ci fa una signorina come lei in strada con i tempi che corrono?" Disse iniziando a camminare con lei.
"Oh, la prego mi dia del tu e mi chiami Marley."
"Bene, Marley. La stessa cosa vale per te allora. Chiamami Hunter."
Lei annuì sorridente.
"Stavo andando in libreria, a prendere dei libri per mio padre. Mi vuole.. Mi vuoi accompagnare, Hunter?"
Scosse la testa. Da li a poco sarebbero calate le tenebre, e lui doveva cenare. Ah, c'è una cosa, che non vi ho detto. Hunter era un vampiro da ormai 563 anni.
Non so da dove mi sia uscita sta storia. Personalmente non amo molto i vampiri, eppure ho avuto improvvisamente la voglia di scrivere su di essi. Che dire... Passate se vi ho incuriositi :D
BUONA LETTURA!
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash, Crack Pairing | Personaggi: Dani, Hunter Clarington, Marley Rose, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt, Finn/Rachel, Quinn/Rachel
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

                                                             Capitolo 2

Aprì gli occhi. Si guardò intorno: si trovava in una piccola stanza in cui c'era solo quello scomodissimo letto, in cui era sdraiata e un frigorifero messo in un angolo. Si mise a sedere, cercando di ricordare come era finita lì. Improvvisamente ricordò tutto. Si portò istintivamente una mano alla nuca. Ricordava di essere stata ferita proprio li. Eppure non c'era nemmeno un po' di sangue. Si guardò la mano pallida. 
"Ti sei svegliata, finalmente." 
Marley fece scattare lo sguardo verso la fonte della voce. Seduto su una sedia, in un angolo, un ragazzo pallido, con gli occhi dorati e i capelli castano chiaro la guardava sorridendo lievemente. Come aveva fatto a non notarlo prima? Il ragazzo si alzò e le si avvicinò, rivelando il suo viso. Marley lo riconobbe immediatamente: Hunter Clarington.
"Hunter... Che cosa è accaduto? - Chiese la ragazza guardandolo preoccupata. - Ricordo solo che ero ferita, e che c'eri tu che... Mi parlavi..."
"Si - cominciò il ragazzo- eri ferita. E per salvarti ho dovuto farti diventare come me." Si sedette sul bordo del letto, guardandola intensamente.
"Come te... Che vuoi dire?" Chiese la ragazza non capendo. 
"Mai sentito parlare di vampiri?" Fece lui alzandosi dal letto e avvicinandosi alla finestra. La ragazza annuì.
"Io sono uno di quelli." Disse come in un sussurro Hunter. Marley rabbrividì, scuotendo la testa lievemente.
"No... I vampiri non esistono...- Sussurrò.- Solo nei romanzi."  
"Sbagli, cara.- cominciò Hunter, avvicinandosi a lei che lentamente si appiattiva contro la spalliera del letto.- I vampiri esistono, e io e te ne siamo la prova." Sussurrò a pochi centimetri dal suo viso. La ragazza scosse nuovamente la testa, deglutendo a vuoto. Hunter sospirò, si avvicinò al frigorifero e ne uscì fuori una bottiglia piena di un liquido rosso.
"E' vino quello?" Chiese impaurita la brunetta. Il ragazzo si fece scappare un sorriso, uscì dalla stanza e ci tornò qualche secondo dopo, tenendo in mano un bicchiere di vetro.
"Hai sete?" Fece sedendosi nuovamente sul bordo del letto e porgendole il bicchiere. La ragazza lo prese e seguì tutti i movimenti di Hunter. Il ragazza stappò la bottiglia, riempiendo a metà il bicchiere. Improvvisamente Marley si sentì immensamente attratta da quel liquido. Si portò titubante il bicchiere alle labbra, sotto lo sguardo attento di Hunter. Quest'ultimo sorrise quando la ragazza cominciò a bere il liquido. 
"Cos'è?" Fece la ragazza. Hunter le sorrise, rimettendo la bottiglia in frigo.
"Lo sai benissimo cos'è."
"Sangue..." 
Da come disse quella parola, Hunter fu certo che la ragazza era in procinto di andarsene e scappare impaurita. Se fosse stato così, avrebbe dovuto ucciderla. Invece si stupì, vedendola comparire al suo fianco.
"Dimmi altro su di... noi..." Disse. Hunter la osservò sorpreso. Che si fosse già rassegnata all'idea?
"Cosa vuoi sapere?"
"E' come nel romanzo di Stoker?"
"Per certi versi. Quando ci trasformiamo in vampiri, è come se rinascessimo. I nostri organi, a parte il cuore, riprendono a funzionare regolarmente. Le necessità rimangono le stesse; ovviamente non quella del nutrirsi, che come tu stessa hai potuto constatare, cambia notevolmente." Marley abbassò lo sguardo.
"Ci possiamo trasformare in qualcos'altro?" Chiese ancora.
"No. E al sole non bruciamo. Anzi si, ma solo i vampiri appena nati come te." Rispose il ragazzo guardando fuori dalla finestra.
"Quindi non mi posso muovere di qui finche non cala la notte." Dedusse la ragazza.
"Esattamente. Però fino ai 70 anni circa. Quando raggiungerai quell'età potrai andare dove vuoi anche con il sole."
"Se... Se raggiungerò quell'età..." Disse Marley rabbuiandosi. Il ragazzo osservò il suo profilo. Si sentì in dovere di proteggerla. La prese per le spalle, facendola voltare verso di lui e sorridendole.
"Non ti preoccupare, te la farò raggiungere io" La ragazza ricambiò il sorriso e lo abbracciò, nascondendo il viso sul suo petto.

Hunter aprì gli occhi. L'aveva sognato di nuovo. E sicuramente l'aveva fatto anche Marley. Si mise a sedere, passandosi una mano sulla fronte. Guardò l'orario sulla sveglia. Erano le quattro e mezza del mattino. Si spostò sul bordo del letto, portandosi entrambe le mani al viso. Il quel momento qualcuno bussò alla porta. Sapeva bene chi era, eppure si alzò lui stesso per andare ad aprire la porta. Appena la schiuse lievemente intravide immediatamente gli occhi dorati della ragazza che lo guardavano preoccupati. Aprì la porta e senza dire una parola la fece entrare. Si andò a sedere nuovamente sul letto, aspettando che la ragazza cominciasse a parlare. Quest'ultima era davanti alla finestra, che guardava il cielo scuro come la pece. 
"L'hai sognato anche tu, vero?" Fece stringendo la stoffa dell'indumento che indossava. Hunter si voltò a guardarla. Aveva la camicia che lui le aveva regalato. Era una delle sue preferite. E siccome le stava grande la utilizzava per dormire. Si alzò e le andò incontro, affiancandosi a lei. Spostò anche lui lo sguardo sul cielo.
"Si..." Sussurrò poi. La ragazza si voltò a guardarlo.
"Raccontami ancora come ci siamo conosciuti..." Disse con una nota di tristezza nella voce. Il ragazzo le sorrise lievemente, le accarezzò una guancia. 
"Ci siamo conosciuti nel 1940...- fece una pausa, osservando i suoi occhi dorati che si chiudevano- Mi hai praticamente travolto.- continuò vedendola più rilassata.- Abbiamo iniziato a parlare come fossimo dei vecchi amici e poi io me ne sono andato, per nutrirmi." Concluse accarezzandole una guancia. La ragazza gli sorrise riaprendo gli occhi.
"Posso... Posso dormire qui?" Gli chiese innocentemente la ragazza giocando con il colletto della camicia. Il ragazzo sorrise abbracciandola. La prese in braccio, provocando una sua piccola risata. Si diresse verso il letto, adagiandola lentamente su di esso e sistemandosi al suo fianco. Le posò un bacio sulla fronte.
"Buonanotte, principessa." Marley si accoccolò sul suo petto e chiuse gli occhi, beandosi di quella sensazione di sicurezza che le trasmetteva Hunter. 
"Buonanotte, Hunter" Sussurrò sorridendo nel buio.

Santana uscì dalla stanza di Tina chiudendosi dietro la porta. Aveva uno sguardo distrutto. 
"Allora?" Chiese Sebastian che fino ad allora era rimasto lì fuori. La Lopez scosse la testa, abbassando lo sguardo sui medicinali che aveva in mano.
"Entrambe una spalla slogata, qualche lieve danno alla colonna vertebrale e l'osso del collo spezzato; non potrà combattere per un po'." Disse cominciando a camminare per il corridoio. Sebastian scosse la testa, imprecando mentalmente e seguendo la Lopez poco dopo. Quando la raggiunse la guardò grave.
"Così non va, Santana. Siamo in netto svantaggio!" La latina si voltò a guardarlo confusa.
"Ho ferito la Fabray, Seb. Loro sono nelle stesse nostre condizioni."
"Quinn si riprenderà a breve. E noi ritorneremo al punto di partenza." La latina roteò gli occhi, entrando in una stanza, posando i medicinali dentro un cassetto e voltandosi a guardare Smythe.
"Dimentichi che noi abbiamo degli alleati..." Disse alludendo ai licantropi. Sebastian scosse la testa.
"Quei sacchi di pulci non ci serviranno a molto. Hai visto la nuova ragazza, no? Una come lei ne potrebbe ammazzare benissimo un centinaio da sola. Chissà quanti anni ha..." Fece quello portandosi una mano ai capelli.
"Ci sto già lavorando, Seb." Fece Santana riprendendo a camminare per il corridoio. Smythe la guardò incredulo e la seguì stupito.
"E a che punto sei?" Chiese eccitato come un bambino che ha appena avuto un giocattolo nuovo. La Lopez sorrise al tono di quella domanda.
"A un buon punto. Ho scoperto che si chiama Marley Rose."
"Tutto qui?" 
"Per ora si..." Entrarono entrambi in una sala dove il resto del gruppo di cacciatori li attendeva. Finn Hudson si avvicinò ai due.
"Come sta?" Chiese preoccupato. 
"Abbastanza male. Ci vorrà un po' prima che guarisca." Fece Santana andandosi a sedere sul divano tra Jake Puckerman e Kitty Wilde. Quest'ultima roteò gli occhi, chiedendosi perché doveva sempre sedersi in mezzo a loro due. Finn scosse la testa. Era l'ennesima sconfitta che subivano.
"Almeno non dobbiamo combattere anche i licantropi" Sussurrò guardando fuori dalla finestra. Rachel Berry lo affiancò, posandogli una mano sul braccio.
"Almeno sappiamo chi è quella che l'ha ridotta così?" Fece William Shuester entrando nella sala seguito da Emma Pillsbury.
"Sappiamo solo il nome." Fece la latina.
"Marley Rose." Intervenì Sebastian.
"Rose..." Ripetè Shuester. Si sedette sulla sua poltrona, davanti al camino.
"Cerchiamo di scoprire il prima possibile chi è e da dove è spuntata fuori." Disse la Pillsbury sedendosi sul bracciolo della stessa poltrona. 
Sebastian si accomodò nella poltrona di fronte e intrecciando le dita davanti alla bocca, spostò lo sguardo sul fuoco e cominciò a pensare.

Quando Hunter riaprì gli occhi, il giorno dopo, si accorse che Marley era ancora lì, sul suo petto. Sorrise lievemente, osservando attentamente i tratti rilassati del volto della ragazza. Alla luce del sole la pelle diventava candida e i capelli assumevano riflessi rossicci. Sembrava un angelo. Il suo angelo. Non osò muoversi, stava troppo bene così. Semplicemente cominciò ad accarezzarle il braccio dolcemente. Pochi secondi dopo le labbra della ragazza si piegarono verso l'alto. 
"Eri sveglia, allora..." Sussurrò Hunter. Marley aprì gli occhi, guardando il ragazzo colpevole.
"Non ti volevo svegliare..." Mormorò la castana. Un lieve sorriso scappò al ragazzo che le lasciò un bacio sulla fronte e continuò ad accarezzarle il braccio.
"Che ore sono?" Chiese poi. La ragazza fece spallucce. Hunter tese il braccio libero verso il comodino, tentando di prendere la sveglia. Quando ci riuscì la portò sotto il suo sguardo.
"Sono le sette e mezza" Mormorò il ragazzo posando nuovamente la sveglia sul comodino. Marley si sollevò sui gomiti, guardò Hunter, le scappò un sorriso.
"Dobbiamo alzarci. Alle otto dobbiamo essere di sotto." Disse mettendosi a sedere e stiracchiandosi. 
"Altri cinque minuti..." Hunter si portò il cuscino sulla faccia. 
"Avanti! Parli come un bambino che non vuole andare a scuola." Fece la ragazza dando due colpetti al cuscino sulla faccia del ragazzo. Lui sbirciò, sollevandolo leggermente. 
"In un certo senso è così"
"Hunter! Alzati." Marley fece per alzarsi, ma venne bloccata da un braccio di Hunter, che le avvolse la vita e la tirò a se, facendola cadere all'indietro.
"Tu non vai da nessuna parte." Disse il ragazzo bloccandola con entrambe le braccia. Marley provò a divincolarsi.
"Hunter! Se non arriviamo in orario e ritardiamo, quando ci vedranno spuntare insieme penseranno tutti male." 
"E tu lasciali pensare." Le disse non accennando a lasciarla.
"Anche Quinn?"
"Quinn è a letto."
"Si ma lo saprà da Brittany." Hunter si zittì, pensando. Poi la lasciò e le diede un colpetto in testa.
"Vatti a preparare immediatamente, prima che cambi idea." Le disse e la ragazza scappò dalla stanza sghignazzando. Hunter rimase ancora per un po' sdraiato. Si sentiva così a suo agio con lei. Forse perché l'aveva trasformata lui? Non lo sapeva. Sapeva solo che non si sarebbero MAI separati.

Appena aveva finito di prepararsi – il suo rituale mattutino durava davvero poco – Marley si diresse alle scale per andare nel salotto riservato alla sua squadra. La famiglia era davvero grande ed era divisa in gruppi. C’erano i “Killers”, specializzati in uccisioni furtive, le spie – che di solito erano i neonati – e infine loro, i "Warriors". Di solito le missioni che riguardavano combattimenti contro cacciatori e lupi mannari venivano affidate a loro. Si occupavano anche di procurare le riserve di sangue. Diciamo che erano una specie di Killers, solo che non era il loro forte passare inosservati. Infatti le lotte contro cacciatori e lupi erano praticamente devastanti. Era impossibile non accorgersene. I Warriors e i Killers erano il secondo grado più alto della gerarchia di quella famiglia. Una volta che il neonato compiva 70 veniva attribuito a uno dei due gruppi, a seconda delle qualità che dimostrava durante i suoi compiti di spionaggio e durante gli allenamenti. Così, quando videro le abilità di combattimento corpo a corpo di Marley, decisero che era adatta alla classe Warriors. Quindi, eccola là. Quando arrivò nel salotto, gli altri membri erano già tutti presenti. Li salutò con un cenno della mano e si andò ad accucciare sulla sua poltrona preferita. Una volta messa comoda, si accorse che Hunter era già arrivato e stava immobile davanti alla libreria. 
"Che fai, Hunt?" Disse guardandolo confusa. Scrollò le spalle e prese un libro dallo scaffale centrale, senza nemmeno degnarlo di uno sguardo. 
"Cerco quel libro che ho comprato in Italia qualche anno prima di trovarti. Lo scrittore è... Alessandro..."  Ci pensò un attimo. Ma sembrò non riuscire ad arrivare a quel cognome.
"In che anno l'hai comprato?" Intrervenne Blaine mentre spostava un pedone sulla scacchiera. Il biondo si voltò a guardarlo, accennando un sorriso.
"Quello me lo ricordo. - disse con lo stesso tono di uno che sta partecipando ad un quiz a tempo - Era il 1287 ed ero a Brusuglio in Lombardia." Una volta ricevute le informazioni Blaine ci riflettè. Quando arrivò alla conclusione, qualche secondo dopo, si rivoltò verso Hunter.
"Alessandro Manzoni?" Chiese il giovane. Hunter schioccò le dita e lo indicò.
"Esatto. -Si rivoltò a controllare la librearia.- Però non lo trovo da nessuna parte."
Mentre il biondo continuava a cercare sugli scaffali, Marley si voltò verso il camino, che si trovava poco lontano dalla sua poltrona. Le piaceva immaginare il fuoco divampare al suo interno, riscaldando la stanza, riscaldando la sua pelle. Dio solo sa quanto le piaceva, quando era ancora viva, sedersi davanti al fuoco, leggendo qualche libro. Ma ora era inutile, ora non sentiva niente. Poteva immaginare. Almeno quello poteva ancora farlo, grazie ad Hunter. Si voltò a guardarlo. Osservò la sua espressione così concentrata e non potè fare a meno di sorridere. Lui se ne accorse e la guardò a sua volta, sorridendo di rimando. Poi tornò a concentrarsi sulla libreria.
"Uffa...- Mormorò Brittany- Mi sto annoiando." Dopo pochi attimi di silenzio, la biondina si drizzò incrociando le gambe.
"Siete andati a trovare Quinn?" Chiese guardando prima Marley e poi Hunter. La ragazza annuì.  
"Sta bene... O meglio, Sugar ha detto che non è grave e che si rimetterà presto." Fece poi, abbassando lo sguardo sulle mani che si torturavano a vicenda. Non potè fare a meno di ripensare a quanto era successo il giorno prima. Continuava a sentirsi in colpa, nonostante lo stesso Hunter le aveva detto che non era colpa sua. Ancora né Brit né Blaine avevano accennato alla loro punizione, ma sapeva che presto l'avrebbero fatto. Infatti quel momento arrivò, anche se lei non lo aspettava così presto.
"Marley...-Sussurrò Brittany, accorgendosi della sua reazione- Non devi tormentarti... Non è colpa tua." Finì, guardandola apprensiva. Anche Hunter la osservò, aspettandosi una reazione come quella del giorno prima. Invece la brunetta non disse niente.
"Brittany ha ragione. In fondo è della tua prima missione che stiamo parlando, è normale che non sia andato tutto come pianificato." Ancora una volta non rispose. Calò il silenzio nella sala. Nessuno si azzardava ad aggiungere altro, nemmeno Hunter. Pensava che Marley avrebbe reagito male, invece era stata zitta. Strana reazione, pensò dopo quella di ieri me ne aspettavo una simile. Si rivoltò a controllare la libreria, non più tanto interessato alla ricerca del libro, lanciando ogni tanto uno sguardo alla ragazza. La situazione rimase così per un po', almeno fino a quando qualcuno non busso alla porta. Sull'uscio comparve Kurt che annunciava che Sue Sylvester li voleva vedere. Così, senza dire una parola, si alzarono, e si diressero nella stanza del capo. 

"Ehi." Santana, che fino ad allora era rimasta seduta a pensare, si voltò verso l'interlocutore, non stupendosi affatto di chi trovò in piedi sull'uscio della porta. Lo invitò ad entrare con un cenno del capo. Ritornò a guardare dritto davanti a se, rimanendo immobile anche quando lui si accomodò accanto a lei. 
"Che fai?" Disse ancora. Scrollò le spalle, lei, ridestandosi definitivamente dai suoi pensieri.
"Stavo pensando." Disse con noncuranza, alzandosi per raggiungere il carrello delle bevande. Prese il vino e ne versò un po' in due bicchieri di cristallo.
"A cosa?" Chiese ancora. Santana gli porse il bicchiere e si accomodò di nuovo accanto a lui. 
"Hai presente quelle informazioni sulla nuova arrivata tra i vampiri?" Sebastian annuì, prendendo un piccolo sorso di vino dal bicchiere.
"Sono arrivate." 
"E...?" Anche Santana prese un sorso di vino e guardò Sebastian dritto negli occhi.
"La ragazza si chiama Marley Rose, è arrivata insieme ad Hunter Clarington..." 
"E perché non si è vista mai in giro, fino ad ora?"
"Perché ha compiuto proprio ieri 70 anni." Sebasian ci mise un po' a comprendere cosa significasse. Si drizzò e la guardò grave. Quando vide che Santana era seria, scattò in piedi e cominciò a fare avanti e indietro davanti alla latina.
"Non è possibile!- cominciò posando il bicchiere sul comodino lì vicino- Una della sua età non può avere così tanta forza." Si passò una mano tra i capelli. Santana lo guardava seria, rendendosi conto che lei aveva avuto la stessa reazione.
"A che età è stata trasformata?" Disse il giovane fermandosì di botto. 
"19 anni." Rispose la latina prendendo un'altro sorso di vino. Sebastian non riusciva a capacitarsi di come ciò potesse essere possibile. 
"Sei sicura che abbia solo 70 anni?" Chiese ancora il ragazzo, diventando sempre più nervoso. Santana si alzò, posando a sua volta il bicchiere sul comodino, e lo raggiunse.
"Bas, non abbiamo combattuto mai contro una della sua età."
"Ma abbiamo già ucciso numerosi vampiri appena nati."
"Nessuno di loro aveva ricevuto un addestramento per controllare la propria forza." Ribattè duramente la latina. Sebastian la guardò, non capendo bene dove volesse arrivare. 
"Dobbiamo riferire queste informazioni a Shuester. Magari lui ci può aiutare." Mormorò Santana rivolgendogli un debole sorriso. Detto questo gli accarezzò una guancia, come a volerlo tranquillizzare, e sussurrò un 'andiamo' dirigendosi alla porta. 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: Elisa Stewart