Anime & Manga > D.Gray Man
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Autore: ColdFire    03/06/2008    0 recensioni
"La bionda cercava inutilmente qualcosa per accendere un fuocherello, anche piccolo. Ma evidentemente lì in giro era molto improbabile ci fossero delle sterpi secche e dei legnetti. Così l'altra la guardava scettica e stanca, mentre faceva a brandelli le bende sporche di sangue che non aveva ancora ripulito.
-Cosa staresti facendo, Janie?-
-Uh?Non si vede?Cerco di accendere un fuoco-
-...-
L'occhiata scettica fu alquanto eloquente.
-Bhè, mi sembrano proprio dei surgelati..non sarebbe corretto farli sciogliere al fuoco?-
-Janie, guarda che questi sono ibernati e non congelati...-
-Ah, già, giusto. Certo che mi aspettavo fossi più istintiva di me, Sel..dopotutto il tuo istinto è più animalesco del mio!!-
E a quelle parole seguì l'ennesima occhiataccia verso la bionda. Scosse il capo e mandò lo sguardo ai "surgelati", per come li aveva chiamati Janie. Chissà se sarebbe cambiato qualcosa con loro..."
Un alternative universe di D.Gray-man del tutto particolare!!Ready to leave?!Gooo!!
Genere: Generale, Azione, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio , Nuovo personaggio
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Over KRonos
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First Selene- "On the 24 night" _UP&DOWN_

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In certi casi, cominciare con uno scorcio striminzito non basta. Ci vuole il lungo “cappuccio”.
E allora sarebbe inutile cominciare da dove siamo ora, cioè da una notte scura e senza luna, che veglia su una placida cittadina distrutta.
Sarebbe inutile cominciare col dire che non siamo più nell’ottocento, ma più di due secoli dopo, nel 2090, come altrettanto inutile dire che quella su cui stiamo per gettare lo sguardo è in realtà la cara vecchia Londra. E che tutta quella ferraglia arrugginita, cemento, vetro e polveri sono tutto quello che rimane della capitale inglese. O meglio della città “superiore”.

Allora facciamo un salto indietro, o continuiamo a parlare del presente?

Eppure anche se per le persone di questo presente il passato è un qualcosa di certo e meraviglioso, loro non lo rimembrano. Non del tutto per lo meno. Ogni generazione si interessa unicamente della storia della propria generazione. E il risultato non è nient’altro che un’ingente di quantità di dati non scritti andati perduti. Ahh!I Bookman delle epoche passate si sarebbero messi le mani nei capelli!
Il tempo appare crudele e mietitore. Corre troppo velocemente e le vite umane non hanno più alcun significato.
Niente più desideri, niente più sogni.
E’ questo il presente di cui mi accingo a parlarvi. Perché nel passato sono riposte le speranze-come credevano gli antichi greci- e nel futuro c’è solo l’oblio, la perdizione, la morte.

E allora, let’s start!

**

Era una fredda e lunga notte invernale, senza luna, senza stelle. Non un bagliore luccicava sulla superficie del fiumiciattolo che placidamente scorreva fra le rovine ferrose e deteriorate di un vecchio ponte. Quello che era stato il Tamigi era ridotto a un torrenticciolo velenoso e melmoso.
Non un fischiare di gufo, di civetta, non un raschiare di pipistrello.
Solo il soffio del vento che imperterrito logorava le macerie col suo lavorio oramai da quarant’anni. E un lontano e selvaggio verso era il mugghiare del mare impetuoso e agitato, mischiato al fischio continuo del vento notturno.
Una notte agitata dunque sovrastava la Londra “superiore”. O meglio detta “The UP-London”.
Ma nonostante “The DOWN-London” fosse una città sempre attiva e viva, nelle sue eterne notti artificiali, non è qui che prende luogo la scena.

Su un treno. Una monorotaia sotterranea.
Una sorta di proiettile argenteo decine e decine di volte più grande rispetto a uno di quei vecchi proiettili affusolati, con piccoli oblò come quelli degli aeroplani, che sfreccia ad altissima velocità trascinandosi dietro nient’altro che il fruscio della scia d’aria.
Questo convoglio però, era un po’ particolare. Lo dicevano le insegne dorate e nere sui fianchi.
Croci cerchiate. Rose cross incise a caldo sulla superficie smagliante. Una monorotaia dell’Ordine.
Che in realtà proprio verso la sede dell’Ordine Oscuro era diretta.

Ora, dimenticate per un momento l’alta torre nera e svettante.
La nuova sede, la sede che era oramai quella da dopo la distruzione di UP-London, era sita sulla costa, su un’alta scogliera.
Il gusto per l’antico non si era perso: un castello in pietra, uno di quelli tipici del 200 o giù di lì, costruito in pietra, certo, ma con un’anima di acciaio e inserti di limpido Pure. Un piccolo gioiello, insomma, se si considerava la grandezza della struttura e la sua  architettura perfettamente simmetrica.
Lo “specchietto delle allodole” era anche chiamato quel castello.
Perché in realtà il centro nevralgico della sede era scavato nella nuda roccia della scogliera sulla quale posava il castello.

Ma ecco, la monorotaia era a metà strada fra l’ultima stazione sotterranea di DOWN-London e quella dell’Ordine. Dentro l’aria era pesante.
Due soli passeggeri. Una figura poggiata stancamente a una delle pareti ricurve, vestita completamente di nero e croci, l’altra che stava accovacciata sul sedile di fronte con aria annoiata.
Ogni tanto mandava uno sguardo all’altra, forse un po’ preoccupata. L’esorcista, nella sua marmorea immobilità poteva essere perfettamente morta senza che lei se ne accorgesse.
Due ragazze. Entrambe sui diciassette anni, forse la finder una ventina.
L’esorcista aveva il volto pallido, gli occhi chiusi e molte ciocche di capelli castano-brizzolati che le cadevano scompostamente ai lati del volto, mentre qualcuna le si appiccicava sulla fronte per il sudore freddo che ancora non smetteva di provare. Aveva il labbro inferiore lievemente più gonfio di quello superiore e più rosso, quasi sanguigno. Quando finalmente quelle labbra si schiusero a far passare un sospiro più pesante e reale, l’altra ebbe uno scatto fulmineo.
Si alzò veloce, la bionda. E si accovacciò accanto all’altra, gli occhi cerulei e profondi puntati in quelli verdi e opachi, ciechi della castana.

-..come ti senti..?-

Azzardò in un mormorio. Sapeva che in quello stato, utilizzare il completo tono di voce, significava stordire fastidiosamente l’altra. E poi chissà cos’altro.

La castana socchiuse nuovamente gli occhi e mugugnò piano, scuotendo lievemente la testa. Il suo solito modo per dire che era tutto a posto.
Ma Janie lo sapeva fin troppo bene che la ragazza stava soffrendo gli effetti che quella maledetta notte avevano su di lei. Maledetto 24 dicembre del cavolo!Altro che Vigilia di Natale!!

In un movimento repentino la mano della castana andò ad afferrare una scheggia traslucida che aveva al collo. E la strinse forte, con un tremito incredibile. Janie avrebbe scommesso che le punte di quel ciondolo la stavano facendo sanguinare, tanto forte lo stringeva.
E si sentì in colpa. Cosa poteva fare per aiutarla, lei? Nulla. Doveva solo sperare che Dio avesse tanto a cuore quella ragazza che lui stesso aveva salvato, da salvarla una volta ancora.

Con un desiderio di fede tale, lei, che di fede ne aveva avuta sempre un po’ poca, intrecciò dolcemente le dita della mano libera della castana con quelle della sua e le carezzò piano la fronte e le guance gelide, nonostante fossero bagnate di sudore.

Un solo pensiero aveva in quel momento, dietro al quale sparivano tutti i ricordi spiacevoli, la vendetta, gli Akuma e il Lord: “Resisti, resisti, resisti”
E per un Natale avrebbe voluto poter vedere la sua amica in uno stato migliore di quello.

**

-Dannato rapporto post-missione!-

Imprecò con voce nervosa, camminando a passo affrettato sul pavimento metallico, diretta allo studio del Supervisore generale, ricominciando a mangiucchiarsi l’unghia del pollice tanto era intollerante. E come non esserlo?
Appena arrivata alla stazione le avevano tolto Sel dalle braccia, dicendole di andare a fare rapporto immediatamente. Quanto aveva odiato il tono duro di quel collega! Per lo più perché Sel ne aveva subito risentito, strizzando le palpebre già calate. Avrebbe davvero voluto sgozzarlo con i suoi pugnali! E chissà ora dove l’avevano portata. Già pensava a come raggiungerla, dove cercarla, altro che rapporto! Cioè, possibile che Rick lo avesse dimenticato che notte era quella??!

E formulando simili pensieri la bionda si precipitò spedita su una porta massiccia di legno, che stonava parecchio con la parete liscia dall’aspetto metallico. Bussò una sola volta e neanche ad attendere il permesso, afferrò la maniglia ad arco e spinse la porta all’interno, spalancandola in un sol gesto.
E subito la colpì la flebile luce che proveniva da una finestra vitrea di fronte l’entrata. Una luce altalenante, ad intermittenza. I rombi dei tuoni che si ripercuotevano fra le pareti occupate unicamente da librerie colme di libri. E una figura dietro quella scrivania enorme e massiccia, da sembrare un enorme tavolo per le autopsie. L’ombra di qualcuno che stava fermo a fissarla, molto probabilmente-i suoi occhi, come tutta l’espressione del volto, erano occultati dalle tenebre- con le mani intrecciate sotto il mento. E di questo fu sicura: quello lì se la stava prendendo davvero comoda e lei non aveva tempo.

Con stizza, Janie rischiuse la porta dietro di sé, in un tonfo che combaciò con un altro fulmine. Tuono e poi rullare del vento e del mare.
Ogni volta la bionda si stupiva di quanto fosse strabiliante quello studio. Anche in quel momento, seppure in minor misura, invidiò Rick Lezdry Senior per essere riuscito a progettare uno struttura del genere.
Ma via l’ammirazione: quello che aveva davanti non era nient’altro che Rick Lezdry Junior, nipote del grande Senior e lei già aveva in mente di dirgli due paroline non tanto cortesi, altro che complimenti per la sua famiglia.

Purtroppo, avvicinandosi, Rick accese le due candele poggiate lì davanti a lui e la faccia nervosa di Janie fu subito intesa dal Supervisore.

-Voglio il rapporto-

Fu l’unica frase che gli uscì dalle labbra, gli occhi incupiti e severi puntati sulla bionda.
Ma quel tono freddo e mal condito d’ordine assoluto non piacque a Janie, che fece un moto di stizza con le labbra e posò violentemente la mano a palmo aperto sulla superficie legnosa, proprio in mezzo alle due candele messe in parallelo.

-Ascoltami bene, Rick. A me in questo momento non mi interessa nulla di quello che vuoi tu, maledizione! Ti sei forse dimenticato che notte è questa??!!Perchè l’hai mandata in missione? Sai cosa sarebbe potuto succedere se non mi fossi scambiata di posto con un collega e non l’avessi seguita???Avevi voglia di perdere uno dei tuoi preziosi giocattolini??!! Dillo, Rick, così magari riesco a capirti! Perché il tuo comportamento da una settimana a questa parte è proprio quello di uno stolto che vuole sacrificare le sue pedine!!-

Quanto risentimento c’era nelle sue parole. Quanto disprezzo gli vomitò addosso in meno di due minuti. Rick lo capì subito. E sciolse l’intreccio sotto il mento, scuotendo il capo.

-Adesso smettila. Lo sai anche tu che prima mi fai rapporto, prima potrai andare da lei-

E quelle parole segnarono ancora di più Janie, che si sentì come uno straccio gettato a lato.
Avrebbe risposto a tono. L’avrebbe fatto. Ma si trattava di Sel. E Sel era la cosa più importante che la vita le avesse dato.
Tolse il palmo dalla scrivania e si allontanò di un passetto indietro dalla struttura.

-Quella che pensavamo essere un innocence e il suo probabile compatibile non era altro che una trappola del Lord. Il paesino era pieno zeppo di Akuma di livello 1 e 2. Cancellati tutti. Dei finder della squadra siamo rimasti solo in tre. Ho lasciato gli altri due lì incaricati di fare un ulteriore sopralluogo, dopo aver chiamato rinforzi. La squadra iupsilon della sezione di ricerca dovrebbe essere oramai già sul luogo. Dei precedenti abitanti non si è salvato nessuno..-

Avrebbe detto anche qualcos’altro, ma il palmo teso di Rick la fece fermare. E far riesplodere tutto il nervosismo.

-Perché ora mi ferm..-

-Come mai la scelta di mandare la squadra iupsilon? Non avevi detto che era una trappola?-

-Sel ha sentito qualcosa non appena siamo arrivate. Il suo senso animalesco, ha detto. C’era una presenza diversa da quella degli Akuma, un qualcosa che li sovrastava.-

-…-

Si fece silenzio, mentre fuori il vento mulinava assieme al mugghiare del mare.
Janie desiderò mille volte ancora andarsene di là in quel momento stesso.

-..un Noah..?-

Chiese in un sospiro Rick, voce bassa e fluida.

-Non lo so. In ogni caso era qualcosa di diverso-

-In che senso diverso?-

Scalpicciò quasi come i cavalli impazienti di saltare l’ostacolo.

-Rick, mi stai facendo perdere tempo. Il rapporto è finito e..-

-Neanche per sogno. In cosa Diverso?-

-Non lo so, Rick. Non sono io ad avere i sensi animaleschi!E se non mi fai andare mi sa che potresti rischiare di non saperlo mai!-

Rick si mise una mano fra le ciocche di capelli lisci e un po’ lunghetti, di un nero più scuro dell’onice.
Sembrava essersi arreso all’evidenza.

-Va bene, va bene..-

Al che Janie non ci pensò due volte e fece dietro front, pronta a correre per i corridoi per andarla a cercare. Ma la voce di Rick la bloccò un’altra volta.

-…sta davvero così male..?-

-Sì Rick-

Fu lapidaria Janie, stringendo la maniglia.

-Non avresti dovuto mandarla in missione.-

-Lo so-

-Sei un bastardo, Rick-

-…sì, so anche questo..-

Ma la cupa affermazione della sua bastardaggine non fu ascoltata da Janie. La bionda si era già lasciata alle spalle la pesante porta di legno.



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Horrai! Guardate che fortunati! Avete già subito subito il primo capitolo! E se volete ringraziare qualcuno, ringraziate questa dannata tensione per l'esame d'inglese che avrò fra un paio d'ore, che mi impedisce di studiare. Meglio non pensarci. Sono molto crudele, comunque. Forse davvero non farò comparire i personaggi del manga...ma perchè sono così cattiva? (sigh) Perdonatemi...ehi..non è che per questo...nessuno leggerà questa fic..?....O.O...nooooooo!!!Vi prego, dategli anche uno sguardo piccolo piccolo e lasciateci pure un commentino...anche giusto per dire "Non mi piace, dovevi metterci anche i pg del manga" o roba simile!!...che poi..povera Janie...la lasciate sola con Rick...?...gli fa la pelle!!*ghigno*..so che parlerò per pochini, ma fatemelo sapere se questo primo capitolo vi piace.
Come potete vedere, oltre a quel "rosso" che si ripeteva nel prologo, ora qui si aggiungono le parolacce e mi sa dal prossimo cap. anche qualcos'altro...eventualmente alzerò il rating..dipende tutto dalla mia copocchietta.
Ultima noticina: si potrebbe storcere il naso a questo futuro di D.Gray-man..ma piuttosto prendetela come un D.Gray-man portato dal passato al futuro e contagiato da esso, non come un vero e proprio futuro del suddetto.
Ho preferito evitarvi una lunga sfilza di eventi che riempiono quei due secoli e rotta tra il fumetto e la mia fic, perchè, credetemi, sono davvero tanti e avrei finito per annoiarvi. Ma ve li darò a piccole pillole, don't worry!!^^ Pezzo pezzo, attraverso i capitoli, comincerete a capire le varie sfaccettature di Over KRonos e alla fine si arriverà al puzzle completo...ma allora..sarà davvero completo?*occhiolino*
Mi auguro che vogliate scoprirlo assieme a me^^
Al prossimo capitolo...baciottoli.
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ColdFire§
  
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