-Narra la leggenda, che la principessa del castello si innamorò di uno dei cavalieri che erano al servizio del Re, suo padre.

-Avevano iniziato a guardarsi e sorridersi da lontano, poi, poco a poco, si erano avvicinati, iniziando a scambiare qualche parola di circostanza… non ci volle molto a passare agli incontri d’amore svolti nella più completa segretezza: il Re, infatti, aveva promesso la giovane figlia, contro il suo volere, all’anziano sovrano dell’isola vicina, col proposito di rafforzare l’alleanza stipulata e riunire i regni in un unico potente possedimento.

-Ma la Dama di Compagnia, di cui la Principessa si fidava ciecamente, era gelosa di quel rapporto, poiché anch’essa amava il bel Cavaliere, che però non la corrispondeva; un giorno, vedendoli ridere insieme, ne fu infastidita più del solito e l’invidia la spinse a tradirli.

-Il Re intervenne immediatamente: fissò le nozze della figlia all’ormai imminente primo plenilunio di primavera e bandì dall’isola il Cavaliere che, poco prima di essere cacciato dal castello, promise pubblicamente all’amata di tornare a prenderla prima che fosse sposata.
-Naturalmente, proprio per scongiurare questa eventualità, ancor prima che salisse sulla barca per lasciare l’isola, fu fatto uccidere da un sicario assoldato dallo stesso sovrano all’insaputa dell’intera Corte.
-Ma la Dama di compagnia ne venne a conoscenza e ne fu addolorata: dopotutto anche lei lo amava e voleva soltanto sbarazzarsi della rivale col matrimonio già previsto, non ne desiderava la morte.

-Qualche settimana dopo, la sera delle odiate nozze, la Principessa attendeva ancora, invano, che l’amato andasse a prenderla e scrutava, incessantemente, l’orizzonte dalla torre più alta del castello paterno. -L’ora della cerimonia si avvicinava e la poverina fu presa dal panico, non vedendolo arrivare come le aveva promesso.

-Mossa da pietà e pentita del disastro combinato, la Dama di compagnia le rivelò quanto accaduto, cercando di mostrarle sincero pentimento per il ruolo che aveva svolto nella vicenda.

-La Principessa, impietrita dal dolore, la cacciò via e pianse, nel suo magnifico abito da sposa, bianco come la luna piena che sorgeva dal mare.
-Disperata, si gettò da quell’altezza e fu trovata, col vestito ormai rosso di sangue, ormai deceduta, proprio dal corteo nuziale del futuro marito che arrivava al castello, proprio in quel momento, per la pomposa cerimonia.

-Un mostruoso drago scese dall’alto e, ripiegando le grandi ali, si era posato accanto al corpo inanimato della giovane, lo aveva sollevato delicatamente tra le zampe e l’aveva portata via nel cielo illuminato dalla luna al massimo del suo splendore.

-Si racconta che la Dama traditrice, presa dalla disperazione, si fosse rivolta a nere arti magiche, così da richiamare l’anima del Cavaliere, una volta amato, nel raro uovo di un drago, animale dagli straordinari poteri sovrannaturali, lo stesso che poi aveva preso con sé il corpo dell'amata perduta, per scomparire poi nella notte.

-Da allora il regno andò in decadenza e, puntuale, ogni anno, al primo plenilunio di primavera, il fantasma della Principessa attende l’amato, mentre un drago urla, volando in cielo, tutta la sua disperazione per l’impossibilità di ricongiungersi all’amata.
-Si dice, anche, che colui che riuscirà a far ricongiungere la coppia, verrà premiato dal drago con i tesori accumulati nella sua caverna nei secoli, nelle razzie che compiva irato, a scapito di qualsiasi componente della famiglia reale, discendenti compresi.-

Robin terminò la lettura e chiuse il vecchio libro polveroso.
La Ciurma si riscosse da quella specie di sogno ad occhi aperti e sospirò, all’unisono, al pensiero di quella tragica vicenda.