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Autore: LeFleurDuMal    03/06/2008    9 recensioni
“Diamond Dust!” Gridò Camus, con la sua voce limpida e fredda, come a evocare quella nebbia d’argento e averla per sé. Hyoga la guardò e la trovò stupenda. Come luna sbriciolata. Come diamanti ridotti in polvere.
Il ghiaccio si incrinò. Il ghiaccio infrangibile della Siberia. Sotto la Polvere di Diamanti creata da Camus.
Poi, scricchiolando, si spezzò in due.

Neve è un tributo amorevolissimo a Hyoga e a tutta la “Siberian Family”, tirando dentro anche Milo che la completa, pur restandone nella sua Atene. Copre il periodo dell’addestramento del Saint di Cygnus in Siberia con Camus e Isaac - e con Milo che si intrometterà, appunto, qualche volta - dal suo arrivo fino al ritorno a Tokyo.
Di tanto in tanto capiteranno capitoli Shonen Ai / Yaoi più espliciti. Non mi sembra il caso di cambiare il rating generale della storia, poiché episodi simili saranno molto rari ( l'unico Shonen-Ai/ Yaoi previsto riguarda la coppia MiloxCamus, quindi, considerata la presenza marginale di Milo, si tratta di una percentuale davvero scarsa sulla fanfiction ), ma li indicherò laddove si presenteranno, capitolo per capitolo.
[Unica considerazione forzata: si parla del regista Evgenij Bogratjonovic Vachtangov. In realtà Vachtangov muore mel 1922, quindi diversi anni prima della nascita di Hyoga. Gli ho DECISAMENTE allungato la vita. A voi, ora, decidere se ne è valsa la pena.]
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Aquarius Camus, Cygnus Hyoga, Kraken Isaac, Scorpion Milo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO: Come un fiore

PERSONAGGI: Camus, Hyoga, Isaac.

IN PROPOSITO: Hyoga scopre che cos'è il cosmo. E lo farà soffrendo. Più o meno come chi leggerà, che si beccherà a tradimento un flashforward che ha ammazzato me. Ma non posso mica sofrire da sola òOç

COSE: Scusate il ritardo. Questo capitolo mi ha ammazzata. Un po’ per quello che c’è dentro, che a me fa malissimo, un po’ perché a metà lavoro il mio computer è morto e ha MANGIATO il capitolo. Così ho dovuto aspettare che risorgesse e ricominciare da capo con una buona dose di frustrazione.

Nonostante il lavoro perduto – e, si sa, i lavori perduti sono sempre meglio di quelli che rimangono – sono abbastanza soddisfatta di quello che ho rimesso insieme. Se non lo fossi, adesso non sarebbe qui. Perdonate il ritardo, confido in voi. çOç
Le parole usate nei dialoghi sono il più fedele possibile a quelle usate nell'anime e nel manga. A gusto personale, ho scelto di volta in volta.


 



Niente a che vedere con il cielo cangiante di Peveck, quello di Atene sopra all’Undicesima Casa. Hyoga alzerà il viso nel vento tiepido, sotto le stelle di una notte appena calata, e incontrerà lo sguardo di Camus, muto e fatale. La seconda volta che lo vede, quel giorno, e sarà come la prima.

“Andate avanti”. Lo dirà a Seiya che esiterà, fissando Camus ostile. Lo dirà a Shun che non vorrà lasciare il suo fianco. Lo dirà con gli occhi freddi, ma ancora umidi per la perdita recente di Shiryu. “Non voglio essere ostacolato da nessuno, nemmeno da voi, andate avanti. Mi è impossibile trovare le parole giuste per ringraziarlo, per quello che il maestro Camus ha fatto per me in Siberia. Quindi voglio dimostrare la mia gratitudine non con le parole, ma con i fatti. Andate avanti. Andate avanti. Andate avanti”.

 

Isaac spinse la porta e si buttò fuori, nella luce e nella neve.
”Piano.” Lo riprese Camus “Rientra in casa. Iniziamo qui, oggi”. Isaac lo guardò stupito, ma non disse nulla. Era pur vero che si era svegliato di ottimo umore, ma nemmeno nei sogni più fiduciosi aveva sperato di evitare la tormenta che frustava il mattino. Cosa voleva fare Camus?
Isaac non disse niente, ma Hyoga, seduto a terra ad infilare gli stivali morbidi, diede voce alla domanda.
”Perché, maestro?”
”Da quanto tempo siete qui?” Camus a volte lo faceva, di rispondere ad una domanda con un'altra domanda.
”Da un anno?” tentò Isaac, chiudendo la porta sulla tormenta del cielo cangiante di Peveck, e tornò sui suoi passi. Hyoga era lì da meno, ma tacque. Il tempo in Siberia ha quella consistenza rarefatta che lo fa sciogliere e scomparire, e un mese o un anno non ha più importanza.

 

Difficile rompere quella distanza. Shun lo farà, seguendo Seiya: oltrepasserà Camus e girerà lo sguardo indietro, verso Hyoga, e Hyoga sarà là, ancora alla base della scalinata, a guardare non lui, ma Camus, tutti e due nel vento tiepido di Atene che si farà freddo, tra loro, come Polvere di Diamanti.

“Maestro Camus!” Hyoga griderà  e Milo all’Ottava Casa girerà istintivamente il viso, verso la vetta. “Combatterò contro di lei utilizzando tutti i suoi insegnamenti, e questa volta la sconfiggerò!”
”Bene”. L’unico movimento di Camus sarà quello ondeggiante e dolce dei suoi capelli e del suo mantello, intorno alla figura altera. “Vieni, Hyoga”.

 

“Vieni, Hyoga”.
Il bambino si avvicinò e prese in mano la pietra sfaccettata che Camus gli porse. Isaac guardava da poco lontano, sulle labbra il sorriso obliquo di chi la sa lunga: aveva già fatto quel esercizio, lui.

“Ascolta: lo Zero Assoluto è la temperatura a cui ogni cosa congela all’istante” iniziò Camus, “cioè una temperatura pari a -273,15 gradi Celsius. Capisci?”
Hyoga ricordò le lezioni scolastiche all’orfanotrofio, in Giappone. Gli avevano spiegato che esistono cifre positive e cifre negative sulla lunga linea dei numeri. Quelle positive erano a destra dello zero, quelle negative a sinistra e, per distinguerle, avevano un meno davanti. Più si andava a sinistra, sulla linea dei numeri, più le cifre diventavano grandi, immense. Più si andava a destra e più diventavano piccole. Immensamente piccole. E così era per tutte le grandezze, anche per la temperatura. Caldo sopra lo zero, freddo sotto. Annuì con vigore. “273,15 gradi sotto lo zero, maestro”.

“Bene. Ora, tieni a mente: a questa temperatura ogni cosa si arresta”.
Hyoga si fece serio. Ecco, adesso le cose si complicavano.
Camus, dopo una breve introduzione, aveva portato fuori i bambini, nella grande pianura siberiana. Adesso parlava loro nella bufera, esercitando il loro corpo e la loro concentrazione. Hyoga era consapevole che la temperatura di tutto ciò che lo circondava fosse molto al di sotto dello zero, ma a giudicare dalla neve che lo frustava con ferocia e gli vorticava addosso, non se la sarebbe sentita di affermare in tutta sicurezza che il mondo fosse vicino ad arrestarsi. “Si arresta.” Ripeté, tuttavia, desideroso di afferrare la lezione del maestro. Solo, lo fece con così scarsa convinzione che a vedere la sua faccia Isacc rise, nel vento e nella tempesta furiosa.
Camus sospirò.
”Isaac, ti ricordi quando ti ho detto che tutte le cose sono formate da atomi?”
”Sì”. Isaac era pronto e snocciolò il concetto con una scioltezza che Hyoga ammirò. “I sassi, i fiori e anche i nostri corpi. Tutto è formato da atomi”.
Hyoga socchiuse le labbra: i sassi, i fiori. Guardò la pietra che Camus gli aveva messo tra le mani. Seguì una breve lezione su cosa fosse un atomo. Sul suo nucleo e su ciò che a esso vorticava intorno. Come un piccolo universo, l’atomo. Come un cosmo.
”Ogni atomo si muove in modo disordinato. La temperatura è la misura che mostra quanto energetico sia il movimento di un atomo: se l’atomo si muove velocemente la temperatura si alza, se si muove lentamente, si abbassa.”
Hyoga cominciava a capire: su e giù per la linea dei numeri. Giù fino a -273,15 e il mondo si ferma.

“Capisci, Hyoga?” Camus tornò su di lui. Gli smosse i capelli, ricoperti di neve, e si chinò in modo da poterlo guardare negli occhi. “Significa che se vuoi congelare qualcosa è sufficiente fermare i suoi atomi. Non spezzarli, badate bene”. Si rivolse ad entrambi i bambini, osservandoli con l’espressione grave di chi è bravo a mantenere la suspance in una fiaba. Prese dalle mani di Hyoga la pietra e Isaac si fece attento, sporgendosi di più verso il suo maestro.
La pietra brillò di luce bianca, raccolta come un fiore tra le sue belle dita eleganti e Hyoga credette di immaginare soltanto quello che accadde poi.
”Non spezzarli: ma fermare il loro movimento, grazie al Cosmo”.
La pietra parve brillare, come un sasso che diventa dimante. Poi, di colpo, si tramutò in ghiaccio, ricadendo nel palmo del maestro.
Isaac gonfiò il petto, fiero di apprendere da un maestro bravo come un mago: lui ancora non riusciva a trasformare le pietre in ghiaccio, ma già le faceva brillare sulla superficie sfaccettata. Hyoga si accorse di avere spalancato la bocca per la sorpresa solo quando il vento gliela riempì di neve.
Nella bufera che non si placava, Camus mise una seconda roccia nelle mani dell’allievo più giovane.
”Adesso prova tu.”

“Anche la gamba destra è congelata”. Dolorante, i capelli biondi scomposti davanti al viso, chiuderà le mani attorno alla caviglia. “Così non posso più muovermi”.
”Hyoga”. Si avvicinerà, solenne, Camus, quasi con cautela. La Polvere di Diamanti che Hyoga ha creato e gli ha scagliato addosso, lui l’ha raccolta come un fiore tra le sue belle dita eleganti e l’ha restituita, sbattendo l’allievo contro una colonna, con forza. L’ha guardato cadere fino al pavimento, senza muovere un solo muscolo del viso. “Sai bene che la temperatura più bassa è lo Zero Assoluto, ma solo in teoria; anche per me è difficile raggiungere tale temperatura. La vittoria tra noi, sappilo, sarà di chi riuscirà ad avvicinarvisi di più. Impegnati, dunque.” Il suo tono si addolcirà impercettibilmente, ma abbastanza perché Cygnus possa sentirlo. “E’ la mia ultima lezione di maestro”.
”Devo avvicinarmi di più allo Zero Assoluto”. Ultima lezione di maestro, Hyoga la masticherà tra i denti, come si mastica la salvezza.
”Di più, forse anche raggiungerlo. Dovrai fare meglio di me”.

Ultima lezione di maestro, sarà quella di Camus, comunque vada a finire. Solleverà le braccia, le dita intrecciate. Hyoga spalancherà gli occhi azzurri. “Ah, ma quella posa è… quella è la posizione del- ”

Aurora Execution!” la voce di Camus risuonerà nel tempio, profonda e forte. L’onda di cosmo che la seguirà sarà più potente, sarà più forte. E travolgerà in pieno il cigno ferito, lasciandolo a terra, ansimante, privo di coscienza.

Camus attenderà. Qualche secondo, non di più, il tempo che per un Cavaliere, un Santo devoto ad Athena è più che sufficiente, per riprendersi. Ma non accadrà nulla.

“Il tuo attacco non poteva essere efficace su di me, Hyoga”. Glielo dirà, all’ allievo svenuto ai suoi piedi. Con rammarico, con gelida premura. “Non poteva. Ma ti faccio i miei complimenti. Per onorare la tua morte…” La voce di Camus non si incrinerà questa volta. Questa volta non piangerà, non verserà lacrime, come ha fatto solo poche ore prima. Questa volta no.  Ma terrà il viso in ombra, alzando il braccio laminato d’oro verso il cielo: “per onorare la tua morte, ti farò dono ancora una volta della bara di ghiaccio.”
Cadrà neve, nel suo palmo aperto, dove come un fiore raccoglierà l’aria congelante. Come un fiore.

Freezing Coffin!” evocherà, il mago della neve. E la tomba eterna si ergerà ancora per Hyoga, mostrando il cigno ferito come un trofeo di superiorità al suo interno.
Camus non guarderà. Gli darà le spalle, all’allievo sconfitto. Questa volta no, non piangerà.

 

“Non capisco che cos’è il Cosmo, maestro.” Hyoga trattenne le lacrime, intirizzito e rigido, affondando i denti nel labbro inferiore, la pietra dura nella carne tenera delle mani. Non si piange, Camus non vuole. “Non capisco dove si prende la forza dentro”.
Camus s’irrigidì e si fece freddo, più della Siberia. Non era arrabbiato, ma comprese con angoscia che non sarebbe riuscito ad aiutare quel bambino fragile più di così. Com’era possibile? Isaac nelle stesse condizioni, solo pochi mesi prima, aveva trovato la scintilla nel suo ventre, nella sua anima, nelle sue fibre nervose e l’aveva esplosa. Solo per un istante, come quando le pietre focaie vengono sfregate insieme, niente di più. Ma lui, Camus, l’aveva visto. Perché in Hyoga no?
”Il Cosmo è il sacro, Hyoga. E il sacro non si può dire. Cercala in te la forza che brucia con le tue stelle. Chiamala nella sua lingua, attraila. Essa verrà”.

“Non capisco.” Camus ascoltò il filo di voce che si perdeva nella tempesta. Dopo ore, Hyoga era allo stremo delle forze. Nonostante tutto, non interruppe l’addestramento, la fatica cui lo stava sottoponendo, le intemperie cui lo esponeva: ancora oltre i limiti, perché Hyoga comprendesse con il corpo quello che non si poteva spiegare con le parole. “Non capisco, maestro Camus”.
Continuando a non capire, Hyoga cadde a terra privo di sensi, nel freddo, e subito uno strato di neve crudele e bellissima lo ricoprì.
”Non ti azzardare”. Sibilò Camus più freddo ancora ad Isaac, quando il ragazzino fece per slanciarsi a sostenere l’amico.
Dopo alcuni secondi di niente, spalancando il cuore di Camus d’orgoglio, Hyoga si rialzò, da solo.

 

Il feretro di ghiaccio si spezzerà. Più precisamente esploderà, violentato dall’interno da un’energia cosmica spaventosa: dorata e forte. Assomiglierà tanto a quella di Camus che sarà più per la sorpresa che per il contraccolpo se Aquarius perderà l’equilibrio e appoggerà il fianco destro alla colonna più vicina, per sostenersi. Il feretro di ghiaccio esploderà in una cascata di frammenti di cristallo, come una supernova che conflagra nel cielo: bellissima.
”La temperatura di quella bara di ghiaccio, così vicina allo Zero Assoluto…” Camus penserà febbrilmente, in preda ad un’eccitazione turbata, alle energie che aveva convogliato nel
Freezing Coffin
“Possibile che…? C’è riuscito! C’è riuscito mentre perdeva conoscenza!”
Hyoga si alzerà dal pavimento. Tremerà come non ha mai fatto nemmeno a Peveck, nemmeno sulla nave di Natassia che affonda. Una gamba, poi l’altra, infine alzerà le spalle e la testa. E il mento alto, a guardare il maestro dritto negli occhi. A dimostrare la gratitudine non con le parole ma con i fatti. “Maestro… ho promesso che anche se non avessi raggiunto lo Zero Assoluto, avrei almeno reso la mia aria congelante simile alla tua…”

“Non può essere… hai le gambe congelate e il tuo corpo sta per morire a causa del freddo!” Camus assaporerà qualcosa di estraneo, fino a quel momento, al suo Cosmo e al suo cuore. La paura. Sottile. Per sé e per Hyoga. Lo guarderà e lo vedrà, come per la prima volta. “Dove in te è rimasta tanta forza?”
”Ho giurato di sconfiggerti, Maestro Camus…”
”Hyoga, smettila!”

 “Ho giurato di sconfiggerti!”

“Il tuo corpo non può reggere un altro combattimento!”

Aurora Execution!”
L’
Aurora Execution, il colpo più terribile del Saint di Aquarius, sorgerà come una gelida aurora dalle dita di Hyoga – dal corpo di Hyoga che imiterà quel colpo dal niente, spontaneo come un fiore -  e sfreccerà contro Camus. Sbalordito, alzerà un braccio appena in tempo, a contrapporre colpo a colpo.
Dopo l’impatto iniziale, sconvolgente, inizierà la lotta di resistenza, di Santo contro Santo. Poi, comincerà il dolore. Sfibrante.

 

“Avanti, Hyoga!” Camus strinse le mani sulle spalle di Isaac, frenando sé stesso, questa volta, dallo spingersi in avanti. Dopo un attimo in cui aveva sperato, il bambino cedeva di nuovo.
Isaac si agitò appena sotto la stretta del maestro, ma non si mosse: anche il suo allenamento, quel giorno, era stato tanto travagliato? Spostò gli occhi verdi dal viso di Camus a quello di Hyoga, abbassato come se il bambino stesse ripiegandosi su sé stesso.

“Avanti!” Camus lo incitò ancora. “Morirai se ti addormenti! E’ questo che vuoi? Non vuoi più rivedere tua madre?”
Non seppe perché lo disse. In futuro non ci pensò, ma quella futile motivazione sembrò fuori luogo sulle labbra di Camus. Però la pronunciò e Hyoga la sentì, che singhiozzò qualcosa senza lacrime e alzò il mento.
”Così, Hyoga. Bene. Muoviti, se serve, avanza verso di me. Anche il cigno che danza con eleganza nel mare della Siberia, sott’acqua sta agitando le zampe freneticamente. Vieni avanti. Vieni avanti. Vieni avanti.”
Isaac rabbrividì sensibilmente a quelle parole, immaginando sul pelo dell’acqua l’allegoria della vita e della morte. La realtà di chi deve, per diventare Santo, resistere ad una sofferenza inimmaginabile.
Hyoga mosse qualche passo, sotto quella sofferenza, poi cadde disteso di nuovo.

“No, per Athena!” imprecò, Camus, e anche quelle parole suonarono stonate alla sua figura fiera. Non se ne preoccupò minimamente. “No, per Athena! Hyoga, svegliati!”

 

“Hyoga! Hyoga, svegliati!”
Hyoga non si sveglierà. Il suo corpo non si muoverà dalla posizione, di guerriero che non indietreggia, e il suo Cosmo non permetterà all’
Aurora Execution
di cessare.
”Hyoga!”
Continuerà a combattere Camus nonostante i suoi sensi si siano già spenti, uno dopo l’altro.
”Hyoga, svegliati!”
Solo il Settimo, gli rimarrà. Che non permette all’
Aurora Execution
di cessare, feroce, tra le sue dita raccolte, come un fiore.
”Hyoga!” Camus si spingerà in avanti, e griderà oltre il rombare dei due colpi che diventano uno. “Apri gli occhi e spostati! Altrimenti l’aria congelante ti colpirà!”

Per un attimo, per un attimo soltanto, il Settimo senso abbandonerà il giovane Cygnus. Le sue braccia ricadranno ai lati del suo corpo, la testa in avanti, immobile, e i capelli soffici, innocenti, gli copriranno il viso. Camus non ha fermato il suo colpo, prima. In quell’attimo avrà il suo allievo svenuto davanti a sé, in quell’attimo di vittoria, e vorrà farlo, ma non potrà. Potrà solo guardare l’Aurora Execution correre al petto di un ragazzo privo di sensi. “HYOGA!”

Allora accadrà l’inspiegabile: solo un attimo prima dell’impatto, il ragazzo perduto aprirà gli occhi. Sarà come, per lui, abbracciare con lo sguardo la Siberia, e tra le mani, come un fiore, tratterrà il Cosmo del suo maestro. L’armatura del Cigno andrà in pezzi, andrà in polvere di diamanti.  E prima di rendersene conto, Hyoga stenderà le braccia e quel cosmo, a Camus, glielo rispedirà addosso.
Aquarius ne verrà investito in pieno.
Spalancherà gli occhi, resi enormi dalla sorpresa. Socchiuderà le labbra ed emetterà un gemito soffocato. La sua armatura sarà ormai congelata e il suo allievo l’avrà superato, raggiungendo lo Zero Assoluto.
”Sei stato grande, Hyoga” Camus sorriderà, in direzione del Cigno. Sarà un sorriso sgomento. “Vorrei lasciarti vivere. Lasciare che tu possa usare la tua forza per le cose in cui credi. Ma ormai neanch’io posso fare niente. Perdonami, Hyoga”.
Crollerà in avanti Camus, Gold Saint di Aquarius. Avrà una preghiera volta ad Athena sulle labbra per sé stesso, per l’allievo che ha affrontato e per qualcuno che aspettava, qualche tempio più in basso sulla Scala dello Zodiaco, come dalla Grecia lo aspettava in Siberia. Per la seconda volta, Milo solleverà lo sguardo verso l’Undicesima Casa, questa volta con il petto pesante e gli occhi enormi.
Si metterà a correre, su, forse, gradino dopo gradino, ma non arriverà mai in tempo.
Crollerà in avanti Camus, Gold Saint di Aquarius, senza vita.
Un solo istante dopo, crollerà anche Hyoga.

Con rabbia e amarezza, Camus lo raccolse tra le braccia.
Ci avrebbero riprovato. Domani. Quello stesso pomeriggio e ci sarebbe riuscito. Allora perché sentiva in sé la delusione allargarsi come acqua gelata?
Senza poter sapere che nel giro di sei anni appena sarebbe stato ucciso dal bambino che adesso teneva in braccio abbassò lo sguardo su di lui e impallidì: ne ebbe come una pallida, improvvisa percezione. Hyoga aveva aperto gli occhi in un’espressione determinata che Camus aveva visto solo allo specchio. Anche Isaac la vide ed ebbe paura.
Poi ci fu un’esplosione bianca e finirono tutti e tre con il sedere per terra, nella landa immacolata della Siberia, sotto la neve crudele e bellissima che corse a ricoprirli; sotto la prima, ingenua esplosione del cosmo di Hyoga.
Per la prima volta in settimane, Camus di Aquarius scoppiò a ridere.

 

”Camus. Non dimenticherò mai ciò che mi hai insegnato. Un giorno, insieme, torneremo in quella pianura ricoperta dai ghiacci della Siberia dell’Est. Grazie, maestro. Addio”.


 



war: che belle parole che hai avuto. Grazie. Sono molto contenta delle sensazioni che mi descrivi, se ti sono state date da quello che hai letto. Grazie davvero. L’idea dei monti è di Ren-Chan, il mio Camus, ci ha scritto sopra Polvere di Diamanti, che puoi trovare su EFP. Dimmi se non è magnifica.
Grazie ancora e spero di vederti prossimamente, nonostante i miei ritardi mostruosi. Sono commossa.

Rucci: Ho già pagato per tutto con quella roba che mi hai mollato a tradimento, amor mio. >_> *sta ancora soffrendo moltissimo* ma ti perdono in virtù di molte altre cose. Questa, in ogni caso, fa sicuramente più male a me che a te, tomoyo.  éOè *ABBRACCIA*
Manila: Milo rifarà le sue comparsate, di tanto in tanto, ma sta andando via. Sono felicissima di sapere che ti piace: io lo adoro. Soprattutto in coppia con il ghiacciolo all’anice, qui. Grazie per i tuoi complimenti, come sempre, ancora una volta, mi fai arrossire. Il monologo di Vachtangov è uno dei brani più belli in cui mi sia mai imbattuta. Di una fierezza sublime, trovo che si adatti perfettamente alla Siberian Family. XD Era un uomo straordinario, lui, del resto.

Shinji: Grazie, carissimo. Grazie davvero, sei sempre avvolgentissimo nei tuoi commenti. Ti aspetto sempre.
Damaris: Grazie tesoro çOç Ripeto che quel pezzo di Vachtangov è dio, dentro e fuori dal teatro, dentro e fuori dalle caratterizzazioni di personaggi. E’ meraviglioso e non ho potuto fare a meno di incastonarlo lì. Merito a lui, quindi non a me. I complimenti per il resto invece me li prendo e gnaulo con felicità çOç Grazie ancora.  Il tuo intervento sull’amicizia di Milo e Camus è meraviglioso. Come sempre sei più che preziosa. Sono ben felice quando si esalta Milo – che amo moltissimo –  e mai e poi mai vorrei si trasformasse nello stereotipo di un bagnino scemo di Baywatch, dato invece lo splendido personaggio che è. Lo stesso si dica per Camus, che ha una profondità e una bellezza che sarebbe da pazzi sottovalutare. çOç Mi impegno sempre di più per questo anche grazie a te. >***<   Grazie per ognuna delle tue parole.

Saorilavigne: Ti amo. Solo questo, davvero. XDDDDDD

SilverSaint: Grazie per i complimenti, spero di vederti ancora. Sì, Milo è andato, ma qualche comparsatina ancora la farà. ^__-  Io li ADORO insieme çOç
PerseoeAndromeda: Grazie cara, sono contenta di vederti qui >***<  Spero leggerai ancora e spero di emozionarti, se dici che è già successo. Contenta di sapere che mi leggi, ti aspetto ancora. Grazie davvero.

DarkArtist: çOç ma grazie! Il capitolo è in ritardo mortale ma c’è! Un bacio!

 

RISPONDENDO ALLE RECENSIONI PER COSA ABBIAMO DIMENTICATO?
Franky: Grazie per i complimenti, dal primo all’ultimo. Quello della buona interpretazione è sicuramente uno dei più graditi, specialmente nel caso di personaggi controversi come questi. Grazie infinite e a presto!
Damaris: *O* ma no tesoro che non tedi! Esprimiti liberamente e senza alcuna censura! çOç Di nuovo come sopra, sospiro e gnaulo per le belle parole che hai per me. Davvero grazie. Sapere che tu ogni volta leggerai mi riempie di gioia e ti aspetto sempre con ansia.  …Aioria non è un povero sciocco. Non riesco ad immaginare come si possa pensarlo: lo trovo tenero e confuso, eppure forte e teso alla purezza attraverso il sacrificio. E’ un vero eroe romantico. Aveva solo sette anni, quando è successo il casino, vorrei vedere chi lo denigra  é___è  *in qualità di Milo, difende il migliore amico*. E’ vero, Aioros è sottovalutatissimo, a mio parere. Io stessa lo sottovalutavo: capita, del resto, quando sei un icona e basta per tre serie animate, quasi quattro, e un numero consistente di volumetti manga. Ma è bastato accostarglisi seriamente per amarlo. Anche in virtù della sua splendida, luminosa ottusità. XD E Saga è meraviglioso: bello e dannato, sì, e il bello e dannato si apprezza sempre, soprattutto quando, come nel caso di Gemini, il personaggio è una voragine di fascino da esplorare. Io non capisco. Non può essere tutta farina del sacco di Kurumada, questa qua. Ma hai presente che faccia ha? Come ha fatto?
Vabbè. Saga e Aioros, comunque, vanno presi anche in coppia, ne sono convinta. Semplicemente, sono complementari. E magnifici.

Ah, Shura! çOç Shura è uno spettacolo. Uno dei più splendidi. Metteremo le mani anche addosso a lui, prima o poi.

In quanto all’infanzia dei Goldies… ci stiamo già lavorando. Vent’anni di vuoto drammaturgico su cui mettere le mani moltiplicato per dodici. Si potrebbe scrivere fino alla notte dei tempi.

Snow Fox: Tesoro! Grazie davvero di tutto, sei dolcissima. Grazie per i complimenti e le esortazioni. çOç Neve, come vedi, è arrivata adesso çOç Perdona il ritardo! çOç

Rucci: é__è <3 *si ricorda di Camus che spucciava Aioria e il cioccolato e muore* çOç Grazie dei commenti in diretta e del nostro roleplay quotidiano. Grazie. çOç <3
IrishBreeze: Oddio, grazie, Dolce Mu! çOç Adorabile, come sempre. Io sono indietro sulla produzione tua, ma aspetta che posti questo capitolo che mi ha ammazzato e corro da te.
YESSS! Aioria e Marin! *C* Quanto sono belli? *supporta quella coppia etero con tutte le sue forze*
Saorilavigne: SHAKASHAKASHAKA! *C*  *abbraccia* Grazie, amorino. Che leggi sempre e leggi tutto. >***<
Shinji: Che bellissima analisi! çOç L’oro come il Bianco. E’ vero, sai, non ci ho pensato se non a cose ultimate. E’ bellissimo avere lettori attenti come te. Grazie. Tanti baci. >**<

Therealpisces: Grazie per ogni complimento, sono estasiata. Spero di vederti ancora e di vederti presto. Un bacio grande, io continuerò.

 

 

   
 
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