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Autore: the_gio    03/06/2008    5 recensioni
Ciao a tutti...questa FF è una FF di VECCHISSIMA DATA...risale a circa 6-7 anni fa...è una FF scritta a più mani, nata da una ML, la ML KODOCHA_ITALY e soprattutto come dice il titolo è una nerverending story...
Aggiungo che questa Faf Fic è tratta da "ROSSANA", il prodotto mandato in onda su Mediaset, e per chi conosce bene l'anime sa' bene di che si tratta (non Kodocha quindi, il manga o l'anime originale mandato in onda in Giappo)...
Beh, nel frattempo vi consiglio di leggerla...questa credo sia l'opera omnia prodotta dalla ML, e devo dire che di mio c'è molto...Buona lettura...
E' vietato introdurre HTML pesante nelle introduzioni.
Rosicrucian e Nami, assistenti amministratrici.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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FF - Prima pagina KODOCHA NON FINISCE MAI

Il Vento agitava sadicamente le ultime foglie secche rimaste nel parco...

il cielo negava a chiunque un'occhiata a qualcosa di gradevole...

la luce filtrava con poca convinzione, come se aspettasse solo il momento di tornare di nuovo al suo giaciglio...

Non era una bella giornata per iniziare qualcosa, era una di quelle giornate in cui la noia ammazzava anche le volontà più forti. Non era comunque giornata da passeggiate, non tra i depressi scheletri che circondavano le panchine E allora che ci faceva quel biondino sulla panchina?

Sarebbe sembrato l'elemento mancante di quell'assurda inespressivita' se non sembrasse anche lui mancare di qualcosa... Con uno sguardo di pura indifferenza, il ragazzo biondo guardava diritto davanti a sé: il sedile vuoto sotto il pergolato di legno invaso dal vento cupo, gli sembrava vuoto come non mai.

D'un tratto su quella panchina apparve una ragazza, una ragazza dai capelli castani e dal viso inconfondibile: sorrideva, ammiccava. Si sedette, l'immagine di Sana, e sulle sue ginocchia si posò una testa bionda imbronciata: le mani di lei sfioravano il suo viso dolcemente.... Heric scosse furiosamente la testa: in quel momento provò invidia per quello che gli sembrava un Hayama lontano e diverso, e con nostalgia distoglieva la mente da quei ricordi dolorosi, eppure così piacevoli...

L'ennesimo soffio di vento impetuoso sollevò da terra alcune foglie secche, che volteggiarono per qualche attimo davanti a lui; le nubi si addensavano, coprendo ogni spicchio di cielo e cancellando la speranza di uno spiraglio di luce solare.

Ad un tratto, un calpestio dietro di lui attirò la sua attenzione... "Lo sai in che cosa hai sbagliato?" L'accento non gli era mai piaciuto, quella voce anche nei rari momenti dolci non gli era mai piaciuta, ma ormai....

"Lo sai in che cosa hai sbagliato? Hai sbagliato a fidarti cosi' tanto. A pensare che sarebbe bastato un po' di amore a farvi andare d'accordo. Non hai mai pensato che un giorno vi sareste stufati della vostra diversità'?"

"...Funny..."

"Heric! Come hai potuto farti trattare cosi' da lei? Lei che ha sempre tempo per il suo lavoro...e mai per te"

“...non e' vero..."

"Heric!..." L'aveva pronunciato con una voce rotta. Falsamente rotta. Dava il voltastomaco vederla parlare con quello sguardo rilassato, e poi atteggiarsi a tristezza. Dava il voltastomaco. Ma ormai....

"Heric!....Mi fa male vederti in queste condizioni. Era ovvio che dopo poco avreste litigato, avete caratteri troppo diversi. In fondo un po' la capisco..."

Ipocrita. Maledetta ipocrita.

Se solo l'avesse capito prima.... Se solo avesse conservato la forza di reagire...

"Heric..." Questa volta cercava di baciarlo, era praticamente sul suo viso...ormai...ormai Sana non c'era più.... Ma c’è forse bisogno che lei ci sia? Funny ed Heric erano vicinissimi; lui era immobile, perche' non si muoveva? Forse aveva paura...paura di rimanere solo ancora una volta; forse Sana non sarebbe più tornata da lui, ma lui aveva bisogno di qualcuno, un disperato bisogno.

Già una volta Sana era sembrata lontana, e quella volta Funny era li', cosi' vicina, cosi' simile a Sana per certi aspetti. E lui era cosi' solo...che si lascio' andare. Forse Sana stavolta non sarebbe tornata, forse lui doveva o voleva lasciarsi andare con Funny. E anche stavolta lei era vicina. Poteva sentire il profumo della sua pelle, non l'avrebbe respinta ma l'avrebbe stretta a se' e non l'avrebbe mai lasciata andare. Almeno lei. Tanto a Sana non importava niente. Altrimenti sarebbe venuta. Ma c’è forse bisogno che lei sia li?

Il corpo di Heric inizio' a tremare mentre cercava di abbracciare Funny: perché? aveva paura? e di cosa? Non era paura. Non era uno di quei semplici brividi che ti risalgono su per la schiena per poi scendere a morderti lo stomaco. Heric si accorse che tutto il suo corpo stava tremando, e mentre Funny - stupita quanto lui - gli scivolava via tra le braccia, un ricordo gli torno' alla mente. Uno solo, che si trascinava dietro tutti gli altri.

Il cicalino.

Il cerca persone di Sana stava vibrando, come non vibrava da tanto tempo - sembrava un’eternità - e i ricordi che lo avevano tenuto sveglio la notte prima si riversarono nella mente di Heric come una cascata. Spazzando via la zattera di Funny alla quale aveva tentato di aggrapparsi. Anche lei lo aveva capito. Ora lo guardava con sguardo triste di chi si è rassegnato ancora una volta, e ancora una volta fa male. Il cercapersone si era acceso...quindi Sana non aveva completamente rinunciato? Pensava ancora a lui?

Villa Kurata.
Il povero Babbit svolazza per la cameretta di Sana nel tentativo di svegliarla. Ma la ragazzina dorme come un sasso: seduta alla scrivania, la testa poggiata sui libri di scuola mischiati a un copione da imparare a memoria per la settimana successiva.

E sotto ai libri, un cicalino dimenticato. Il libro di matematica, schiacciato dal peso dei suoi simili, preme con insistenza uno dei tasti. Robbie spalancò la porta.

"Sana! Muoviti, che stai facendo? Non ricordi che tra un po' c'è la conferenza stampa del nuovo film di Ono?? A che punto sei col copione?? Ricordati che la prossima settimana cominciano le riprese!"

Sana sobbalzò: gli occhi lucidi ed arrossati parlavano da soli. Aveva alle spalle molte ore di sonno arretrato per i parecchi impegni di lavoro, e nonostante avesse smesso di frequentare la scuola, aveva svariate lezioni da recuperare per mantenersi al passo con i suoi amici.

"...Sì... certo, arrivo subito!!" Si sollevò pesantemente dalla scrivania, frugò tra i libri ammucchiati e ripescò il copione stropicciato dalla pressione di vari libri, poi scappò via... ignorando l'oggetto azzurro targato Babbit che iniziò a vibrare...

"Dai Robbie, datti una mossa!!" strillò Sana cercando di acconciarsi i codini e infilando sul suo vestito color panna un cappotto scuro. Sana si fermò davanti allo specchio: non aveva più visto i suoi amici dal famoso ultimo giorno... era tornata a casa quasi in lacrime... aveva deciso ancora una volta di buttarsi nel lavoro... questa volta non sarebbe tornata sui suoi passi. Heric, quello stupido! Non riusciva mai a capirla! Sana uscì di corsa dalla stanza: attraverso il corridoio la signora Kurata canticchiante correva sulla sua macchina rossa... Robbie l'aspettava trepidante all'ingresso.

"Muoviti!!" la incitò, afferrandola per il braccio.

"Arrivo, Robbie!! Stai calmo! Ciao Mama!! A più tardi!!"

"Divertiti!" gridò lei, mentre Maro, in cima alla sua testa, correva gioioso nella ruota. Sana si sedette nell'auto aprendo il copione.

Ogni traccia di Heric sparì dalla sua testa.

La macchina di Robbie sfrecciò attraverso il vialetto, incurante di un'ombra nascosta dietro un albero del giardinetto desolato.....

"oggi...fanno 6 anni...." ..... "prima o poi tutto deve finire"

Quel giorno la luna aveva una luce strana, una luce verdognola, che si faticava ad esprimere. E i genitori di Funny erano dai nonni...non molti si fidano a lasciare una 16enne da sola ma erano anni che Funny si dimostrava prima in tutto...quasi in tutto... Non ci volle molto...anzi, fu quasi un'esperienza umiliante...pochi giorni dopo la storia di Heric e Sana avrebbe avuto la seconda grave pausa... In fondo la luna quella sera emetteva una luce bastarda... Funny si chiedeva cosa avesse avuto quel giorno al parco... Aveva sentito Heric così vicino, quasi al punto da provare le sue stesse sensazioni: improvvisamente capiva quello che pensava, ciò che si prova a sapere la persona che ami lontana da te....

Ma perché cominciava a sperare che Heric e Sana si lasciassero?? Con un gesto meccanico, Funny, che era seduta sul suo letto, spense la luce e si affacciò alla finestra: nel buio più totale cominciava a sentirsi meglio, si era quasi fusa con l'oscurità.... Jeremy era così lontano, e lei sentiva che c'era qualcosa che non andava..... La luna, tra sfumature verdastre, si affacciava cupa come non mai: le nuvole che avevano reso il cielo plumbeo e scuro si erano finalmente diradate e Funny si rese conto, nel momento stesso in cui il suo sguardo si posò sul cielo, di essere estremamente invidiosa......perché', anche se non stavano mai veramente insieme, Heric e Sana in fondo si volevano bene. Per qualche strano scherzo del destino sembravano non accorgersene, e finivano solo per rincorrersi senza mai raggiungersi; eppure... Funny lo sentiva, era come un legame magico che li univa. A lei tutto questo non succedeva, per questo era invidiosa. Qualche anno fa, finalmente, sembrava doversi riavvicinare a Jeremy, e invece... Altro che legame speciale. Era saltata nuovamente fuori quella specie di bambolina di cristallo - nemmeno se ne ricordava il nome - e prima di potersene rendere conto, Funny si era tirata indietro. Ancora. Come se lo spiegava? Mah. Forse quella ragazza aveva l'innata capacita' di far impietosire la gente...era talmente fragile da risultare odiosa, almeno a Funny. Ma non era riuscita a dirle di no, quando quella le aveva rifatto di nuovo quel discorso:

"Ti prego, non portarmelo via"

Funny distorceva la voce della sua rivale mentre, di fronte alla finestra, ne ripeteva a bassa voce le parole.

"Comunque la colpa e' di lui", mormoro'. "Lui sa di piacermi. Non sono io a dover 'combattere' con Miss Fragilità per averlo; e' lui che si deve decidere, una buona volta".

Pochi minuti dopo e Funny era già fuori. Era tardi, e sapeva che in genere era poco sicuro per una ragazza uscire sola dopo una certa ora; ma la casa di Sana era abbastanza vicina, meno di due isolati. Aveva bisogno di camminare e di parlare con la sua amica che non vedeva da tanto. Sana, al solito, non veniva a scuola per stare dietro al suo lavoro, e loro non si erano potute parlare per un po'.

A Funny serviva qualcuno con cui parlare di Heric; di quello che era successo - anzi, stava per succedere - quel pomeriggio, al parco. Di quello che lei aveva sentito...forse il legame magico poteva esserci anche tra lei ed Heric..., e soprattutto di cosa ci fosse ancora tra lui e Sana - se ancora qualcosa c'era.

‘Forse, Jeremy non riuscirà a staccarsi da quella. E forse tra me e Heric c’è ancora qualcosa...e se Sana davvero non lo vuole più, allora...’

Tra un pensiero e l'altro, Funny arrivo' finalmente davanti all'imponente villa della signora Kurata: la seconda che la famosa e ricca scrittrice aveva fatto costruire, dopo aver perso la prima a causa di alcuni investimenti sbagliati. Funny attraverso' la strada, e fece appena in tempo ad arrivare dall'altra parte che subito un'auto blu sfreccio' dietro di lei a tutta velocità.

‘Quella era l'auto del manager di Sana...’ noto' Funny. Perfetto. Tutta quella strada per niente. Probabilmente Sana era sull'auto, diretta a qualche studio per registrare qualche spot, o chissà che altro. Ma che si aspettava? Anche se avesse trovato la sua amica in casa, sarebbe stata troppo occupata o troppo stanca per starla a sentire. Pazienza. Funny sospiro', e decise di tornare in fretta a casa...quando noto' l'ombra di un ragazzo che si allontanava in fretta dalla villa di Sana.

"...Heric?"

Convinta che si trattasse di lui, Funny cambio' direzione e cerco' di raggiungere la misteriosa ombra. Trovarsi di fronte un'otaku del Sana Fan Club era una brutta sorpresa quando si cerca un ragazzo come Heric... Fu la goccia che faceva traboccare il vaso, non era sopportabile quella smorfiosa piena di fan...se non si decideva a riprendersi Heric se lo sarebbe preso lei, ormai Sana per lei non esisteva più... Sconvolta dall'odio per Sana Funny il giorno dopo prolungo la strada per scuola fino al famoso parco... E' sicuro che la Sorte e' una dea maledetta, che infligge ai poveri mortali colpi sadici appena ne' trova l'occasione... Heric era già li', anche lui sconvolto dalla situazione. Stava a capo chino sulla panchina senza fare il minimo movimento

"Heric!"

"Cosa vuoi?!" Era imbestialito...la fine della storia lo faceva impazzire e vedere un'amica di Sana non era la cosa che più desiderava in quel momento

"ma..."

"Zitta!"

Funny sentiva qualcosa venirle su, qualcosa di amaro, qualcosa di brutto...2 secondi dopo correva in lacrime, via da quel mondo che le dava solo dispiaceri, via da Sana e via da Heric che la trattava male quando era rimasto la sua ultima speranza, via da...

Le afferrarono la mano. Heric si era reso conto di essere stato troppo duro...non si rendeva conto di un'altra cosa E non si aspettava il bacio che subito gli arrivo'...

Subito Heric serrò le labbra e si irrigidì. Funny lo guardò in lacrime, poi abbassò lo sguardo. In quel momento, Heric, che si era sempre reso conto dell'evidente somiglianza delle due ragazze, rivide lo sguardo di Sana in lacrime, in un momento che per lei era stato di vitale importanza... si rivide proiettato indietro, nel periodo in cui la signora Kurata aveva scritto il suo libro e Sana era da lui per un po'... "Scusami... non dovevo" disse lui, facendo finta di niente.

Funny non rispose, faceva fatica a riconoscere se' stessa in quel periodo: lei, che era sempre stata la ragazza matura su cui contare, studiosa e disponibile. Niente di più. Le porse un fazzoletto, abbozzando un sorriso... o qualcosa di simile. Funny si asciugo' gli occhi e cerco' a sua volta di sorridere...

"Non cambierai mai" disse. "Pensi ancora a Sana, nonostante tutto quello che vi siete detti"

 "Perché... l'hai fatto?" mormorò lui senza guardarla.

"Tu.... lasciala perdere..."

"Ma dimmi solo perché!"

"Mi...." Una voce li interruppe. "Ehi ragazzi! Che cosa fate da queste parti?"

Terence arrivò di corsa, seguito da Alyssa.

"Facciamo la strada insieme? Che ne direste di fare quattro passi più tardi?" incalzò. "

Va bene..." rispose Funny.

In silenzio, Heric si incamminò. "Verrai anche tu, Heric?"


"Stop!! Sana!! Cosa mi combini? Possibile che tu non riesca a concentrarti???"

Sana, immobile nella scena, si fece seria. Dove aveva la testa? Come mai era assolutamente difficile per lei concentrarsi sulla scena?

"Mi dispiace, signor Ono..." mormorò, inchinandosi.

Charles, poco distante, la fissò.

"Va bene, va bene, ripetiamo!! Ma mi raccomando, stavolta cerca di non sbagliare!!"

Sana continuava a ripetersi dentro di sé di dover assolutamente ritrovare la concentrazione; insomma, il lavoro è il lavoro, i suoi problemi personali non dovevano influire, dopotutto ormai si poteva dire quasi una professionista... eppure non era una cosa così facile.

"Signor Ono, Signor Ono!!!!!!!...." irruppe un ragazzo, che evidentemente aveva fatto di corsa un bel po' di strada. Le riprese per quel giorno furono interrotte, perché il ragazzo, vicino di casa del signor Ono, aveva comunicato al grande regista che c'era qualche problema a casa sua: niente di grave, ma in ogni caso quel giorno Ono si assento'.

Ecco che tutta la troupe si trovo' ad avere parecchie ore libere inaspettate, erano tutti ovviamente contenti, o meglio, quasi tutti; Sana non sapeva se essere contenta perché poteva approfittare della lunga pausa per sperare di ritrovare un po' di concentrazione, o se essere infelice perché tutte quelle ore senza lavorare non l'avrebbero aiutata certo a distogliere la mente dai suoi pensieri.

Come al solito la sua espressione parlava chiaro e Charles se ne accorse.


Terence, Alyssa e Funny, seguiti a qualche passo di distanza da un pensieroso Heric facevano una passeggiata. Funny si rendeva conto che la situazione era la stessa di qualche anno prima, ma stavolta
qualcosa è cambiato: lei aveva deciso di provare il tutto per tutto per tenere Heric a se' e infatti... ...rallentò la propria andatura e gli si accostò.

Heric, con le mani in tasca, sembrava in quel momento avere un muro davvero impenetrabile. Ma Funny lo conosceva ormai bene: certo, meno bene di Sana, ma erano comunque alcuni anni. Sapeva che Heric non amava i discorsi lunghi e le prediche, cosi' decise di essere diretta.

Tiro' verso di se' il braccio di lui, e prese la sua mano. Frattanto Terence ed Alyssa si accorsero delle intenzioni di Funny, e continuarono tranquillamente a camminare, a braccetto, lanciando occhiate a qualche vetrina e chiacchierando amabilmente. Heric la guardò con la coda dell'occhio e tirò via la sua mano. Funny sospirò, e invidiò Terence ed Alyssa, che erano fatti l'uno per l'altra ed erano sempre andati d'amore e d'accordo. Il respiro di Heric era calmo, e tranquillo: per la testa, lui aveva un pensiero fisso ed andava diritto per la sua strada.

"Smettila, Heric" cominciò Funny, con aria melodrammatica.

"Di fare cosa?" fu la risposta.

"Di torturarti... e torturarmi..." rispose lei, con uguale franchezza. Le piaceva, Heric, eccome!

"Non sto facendo assolutamente niente..." gli si bloccarono le parole in gola.

Ebbe un fremito: in uno dei televisori in vendita in un negozio di televisori ed elettrodomestici, la voce sgradevole di un uomo dai dentoni sporgenti annunciava 'UNA STORIA D'AMORE COINVOLGENTE, TRA I DUE GIOVANI ATTORI GIA' PROTAGONISTI DE "La casa nel Bosco". ANDATE A VEDERE IL NUOVO FILM DI ONO!!' L'immagine di Gerard scomparve, e sotto gli occhi stupefatti dei quattro ragazzi comparvero Sana e Charles.

"Wow!! Avete visto che carini??" fu il commento di Alyssa.

"Sana è fantastica! Non credi, Heric?" Terence diede una gomitata all'altro, che sussultò.

"Non è orribile" fu la risposta.

Funny ammutolì.

"Ehi Sana!" Charles la raggiunse di corsa, attraversando tutto il set. Accanto a lei, Robbie cercava di elencarle i prossimi impegni, ma una Sana esagitata si muoveva avanti ed indietro con un asciugamano sulle spalle.

"Che c'è, Charles?" lei si voltò, sorridente come sempre.

"Guarda!" le mostrò un mazzo di fotografie provenienti dall'America. Sana le guardò una alla volta. In una c'era Brad accanto a Cecil, entrambi bellissimi e lui... come assomigliava ad Heric! Sembrava quasi che fossero due gemelli separati alla nascita.

Sana ebbe una strana sensazione... sembrava che il mondo si stesse allontanando........

In un'altra i coniugi Hamilton facevano bella figura, sempre seriosi, sempre elegantissimi.

"Charles... lo sai, assomigli molto al signor Gary!" sorrise leggermente lei.

"Tu credi?" Charles arrossì leggermente.

Era fiero di avere un padre come lui, ma di certo non era stato facile accettarlo....

Lei annuì con decisione. Sembrava più serena. A sua volta, Charles si calmò.

"Hanno intenzione di venire a farci visita quest'inverno" annunciò Charles.

"Ma è fantastico!" intervenne Robbie, sorridendo sotto i suoi occhialoni scuri.

"Già!! Porteranno anche Brad vero?? Non vedo l'ora di fargli una tirata d'orecchie!" Charles ridacchiò.

In quel momento, una vecchia conoscenza si avvicinò. Alicia si stava dirigendo verso Robbie sorridendo. Era sposata con Ono adesso. Robbie iniziava ad innervosirsi. Gli faceva uno strano effetto Alicia.... "Sana!!! Charles!!! Si riprende a girare!!!"

Si diressero verso il set: Sana barcollò visibilmente, ma nessuno sembrò farci caso. C'era una scena forte: un litigio tra i due, in cui doveva intervenire un terzo personaggio. Ono, seduto sulla sedia da regista annunciò l'inizio delle riprese.

Un Charles visibilmente alterato strillò: "Tu sei una povera stupida! Non puoi continuare a trattarmi in questo modo!!"

Sana gridò, perfettamente nella parte: "Non mi capirai mai!! Se....... lo faccio è perché........."

Stavolta non riuscì a fingere: le voci erano suoni indistinti, tutto ondeggiava e non c'era verso di fermare quel vortice che aveva preso a girare.... sempre più veloce.... Sana, socchiuse gli occhi per un secondo, cercando di riprendersi... ma qualcosa l'afferrò.

Davanti agli occhi sbalorditi dell'intera troupe, regista compreso, si lasciò cadere bruscamente a terra, priva di sensi... l'oscurità era calata su di lei.

Lui le prese la mano. E sorrideva, sorrideva come non aveva mai fatto prima di quel momento. Aveva un sorriso dolcissimo. Così dolce, che Sana, accanto a lui, non poté fare a meno di arrossire e di sentire gli occhi inondarsi di lacrime... "Andiamo" le mormorava il biondino, e nel rumore sommesso della folla la tiro' a se' delicatamente. Sana lo sapeva: il suo influsso aveva provocato quel piccolo miracolo, e sapeva che aveva fatto bene, sapeva di desiderare solo di potergli stare accanto. Il ragazzo mosse il primo passo, e Sana fu accanto a lui, stringendogli la mano e guardandolo con sguardo felice.....

Buio.

Sana aprì gli occhi: si trovava in un luogo sconosciuto, nella mezza oscurità. Era in un letto e non ricordava niente.... aveva un gran mal di testa. Che le era successo?

Guardò fuori dalla finestra: la pioggia batteva forte sui vetri, e per mezzo dell'unico spiraglio di luce che proveniva dalla porta della stanza, socchiusa, riusciva a guardarsi attorno: un armadio. qualche sedia bianca. Un forte odore di sostanze chimiche, l'aria secca: si trovava dunque in un ospedale.

Ansimava, come dopo un brutto sogno.

Ma Sana sapeva che quel sogno era meraviglioso, e che se solo avesse voluto, avrebbe potuto farlo diventare realtà. E, in un attimo, si rese conto di quanto fosse semplice sbrogliare la situazione.

Era successo tutto a causa di un otaku... un otaku un po' intraprendente, per la verità. Un belloccio, un ragazzo atletico, tutto muscoli e niente cervello...

Il bacio.

Lui le aveva chiesto un bacio, dopo l'autografo. Già. Solo che nel momento in cui si era avvicinata per darglielo, si era voltato di scatto. Ed aveva poggiato le labbra sulle sue. Heric era nelle vicinanze. Che guaio era successo! Forse aveva sbagliato. Forse doveva dire di no dal primo momento: un bacio è sempre un bacio, come lo stesso Heric aveva detto in più di una occasione. O era stato Charles? Sana non lo sapeva.... aveva solo un mal di testa ed una enorme confusione......

"Sana manca anche oggi" Funny, seduta al tavolo della mensa, informò gli amici.

"Hmm..." fu la risposta di Terence.

"Qualcuno di voi sa quando si farà viva?" Chiese Alyssa.

Heric si alzò dal tavolo, in completo silenzio, si avviò fuori della sala mensa.

Nel lungo corridoio scolastico, a quell'ora deserto, c'era un'atmosfera decisamente desolata. Heric fece qualche passo, sicuro che nessuno l'avrebbe più raggiunto: si conoscevano abbastanza perche' capissero quando era il caso di lasciarlo in pace. Raggiunse una delle finestre, la apri': una folata di vento gelido lo avvolse, ed ebbe la sensazione, in quel preciso istante, che Le fosse accaduto qualcosa.

Scosse la testa, inizio' a correre verso il telefono, in fondo. Lo prese una certa angoscia. Ansimando compose il numero di villa Kurata: nessuna risposta.

"Starà lavorando..." mormorò tra sé, quasi per convincersi. Per niente rassegnato, tornò indietro, cercando in tutti i modi di calmarsi... respirando profondamente... ma qualunque cosa facesse, l'ansia si fece incontenibile e si trasformò in una specie di paura.

Ma cosa poteva essere successo??
"Buongiorno, piccola Sana!" gridò la signora Kurata, aprendo la finestra della stanza.

Sana ebbe un fremito, un po' per il freddo pungente che stava abbassando la temperatura della camera rapidamente, un po' perche' dormiva ancora. Era rannicchiata sotto le coperte.

Le era sembrata un’eternità, quella notte.

Continuava a svegliarsi in preda al panico, pensando ai suoi amici, alla scuola, al lavoro...

"Ma cosa è successo?" domando', spalancando gli occhi per riprendersi.

La signora Kurata sorrise, poggiando la mano sulla fronte di sua figlia:

"Sei svenuta sul set, avevi la febbre molto alta e sembrava avessi difficoltà a respirare... Mi hai fatto stare in pensiero! Ma grazie al cielo adesso è tutto a posto" Sana annui'. Si sentiva una persona nuova. La porta si apri. Lei sorrise: Robbie entro’ quatto quatto, e si rallegro’ vedendola sveglia. Dietro di lui, un Charles preoccupato fece il suo ingresso lentamente.

"Venite! Sto bene adesso!"

"Oh, Sana! Non ho chiuso occhio tutta la notte! Non devi farmi preoccupare!"

Robbie, quasi in lacrime, l'abbraccio’.

"Vuoi dire che sei rimasto qui?"

"Ma certo!"

"Ehi, Sana, mi raccomando non devo lavorare più così tanto! Prenditi qualche giorno di ferie! Questa... è... da parte mia... per te!" esclamò Charles arrossito, porgendole una rosa rossa.

"Davvero?

“Che galantuomo!" ridacchiò la signora Kurata.

"Quasi quasi sono invidiosa!"

"Dai, mamma!" sorrise Sana.

'Ma perché mi sento così strano...?'

Lentamente, in maniera pigra, impacciata, nervosa, Heric si avviava a casa, con la borsa sulle spalle. Accanto a lui camminava Terence, anche lui immerso in qualche vortice di pensieri. Il sole tramontava con decisione, sembrava avesse fretta di lasciare il posto ad una delle notti più buie dell'anno.

Finalmente Terence, forse la prima volta in vita sua, affrontò Heric a viso aperto, da vero amico con sincerità:

"Heric non puoi andare avanti così!!!!!!"

Heric stupito si giro' verso Terence, non se l'aspettava, insomma dopo anni che l'avevano sempre fatto fare... ma ecco che la sua natura scontrosa veniva fuori e serio, quasi imbronciato:

"Cosa vuoi dire?!"

Terence stava quasi per ritornare zitto zitto come al solito... ma dopo un piccolo momento di esitazione si sentiva in grado di affrontare l'amico...dopo tutto era solo per il suo bene

"Heric ogni volta che c'è di mezzo Sana ti comporti in questa maniera, sembri un bambino che vuole far arrabbiare la mamma, non cercare di nasconderlo (ormai dovresti averlo capito che peggiori le cose finche' non le parli apertamente) Sana non ti sarà mai indifferente, devi solo scegliere se sei disposto a soffrire e a trovare un compromesso a causa del suo lavoro o se vuoi dimenticarla del tutto!"

Heric: "ma cosa dici?, cosa vuoi saperne tu?!" ma quella volta, incredibilmente le difese di Heric non erano abbastanza forti... Terence era proprio deciso a sbattergli in faccia la verità, alzando la voce, serio deciso praticamente cattivo:

"Heric ora basta, ci conosciamo da troppo tempo.. sei mio amico, se ti dico qualcosa non lo faccio tanto per parlare, questo problema lo devi risolvere, non so che altro dirti aspetta che lei abbia qualche giorno di tempo e proponile di trascorrere un po' di tempo voi due da soli, dille tutto e basta!"

Heric provo' a replicare "ma.." però Terence gli volto' le spalle

"ti saluto.. non ho altro da dirti" si giro', sorrise e di nuovo timidino come al solito "ciao a domani".

Heric era senza parole, era di nuovo solo con i suoi pensieri, ma con la verità sbattutagli in faccia dal suo migliore amico che non pensava neanche avesse tutto questo coraggio.... Proseguì per la sua strada, ammutolito, sorpreso, forse un po' più forte.

Da un lato, gli sembrava di udire sempre gli stessi discorsi, le solite parole buttate lì in un momento di seccatura, gli stessi rimproveri. Ma d'altra parte, sapeva che Terence aveva colto nel segno. Non era mai stato bravo a difendersi... gli riusciva meglio chiudersi a riccio e mostrare gli aculei... Si fermò. Si guardò attorno, con circospezione. Dove era andato? Si era perso nei suoi pensieri, era giunto all'ingresso del parco, e quanti ricordi gli salivano alla mente...

'Strano' pensò. 'Strano, più si invecchia e più si diventa nostalgici...' Fissò la vecchia panchina, da lontano, che aveva accolto le sue interminabili cene in perfetta solitudine, quando veniva sistematicamente cacciato di casa. Perché gli veniva in mente proprio quello? Riprese il suo cammino, e senza accorgersi affrettò il passo... Corse via, in una direzione, e quando si fermò, completamente senza fiato, si rese conto di essere giunto davanti alla casa di Sana.

 

"E allora? Quando hanno intenzione di venire gli Hamilton a trovarti?" Sana, in prossimità di una finestra spalancata da cui il forte vento prorompeva, si rivolgeva sorridente ad un Charles immobile sulla soglia della stanza.

"Ma cosa fai?? Non hai freddo? Chiudi la finestra!" Charles si precipitò e la serrò.

"Ma dai, non vedi che sto una meraviglia?" rise lei.

"Lo vedo"

"Allora? Mi rispondi?"

"Non lo so, Sana... Sai, non fanno altro che rinviare." fece lui. La guardò, e si rese conto che non le era mai piaciuta così tanto. Lei abbassò gli occhi ed arrossì leggermente. Quello sguardo, lo conosceva, e le faceva venire in mente quanto tenesse ad Heric...

"Quando ti dimetteranno?" chiese.

"Presto, spero..." sorrise lei.

 

 ---

Beh, che ne dite? spero che vi piaccia...nel frattempo attendo con ansia i vostri commenti e vi annuncio che sono pronti già diversi capitoli...quindi avrete di che leggere!

Desidero comunque ringraziare gli scritto di questa FF che oltre al sottoscritto sono stati:  Shun Kasuga, Nebo, Katia e Hosi-han...

  
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