Serie TV > Hélène e i suoi amici
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Autore: Magica Emy    17/01/2014    1 recensioni
Già, il mio Cri Cri adorato odia i cambiamenti, lo hanno sempre spaventato un po’, e poi…si, devo ammetterlo, adoro quella sua aria da cucciolo smarrito mentre si aggira per casa chiedendosi cosa abbia fatto di male per meritarsi tutto questo…il solito esagerato. Ma che posso farci? È fatto così, ed è anche per questo che sono pazza di lui...
Seguito di "Une nouvelle vie"
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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I giorni successivi scorrono via veloci e senza che riesca a mettere il naso fuori di casa, preferendo invece trascinarmi dal letto al divano senza uno scopo preciso e con la voglia continua di sprofondare al più presto in una qualche cavità vuota e oscura al centro della terra, possibilmente inghiottito dal pavimento e senza più speranza di tornare indietro. Lo so che questo non è l’atteggiamento giusto da adottare per affrontare tutta questa difficile situazione, ma tant’è. Non riesco proprio a farne a meno. Ero partito con le migliori intenzioni possibili, ma evidentemente non è bastato a sanare le ferite che mi ero lasciato dietro e che adesso continuano a seguirmi inevitabilmente, qualunque cosa faccia, come una lunga scia di sangue indelebile di cui non riuscirò mai a liberarmi. Già, ed è ora che cominci ad accettarlo. Devo smetterla di combattere perché tanto non servirà a niente, il ricordo di tutto ciò che ho fatto è ancora così vivo e pressante dentro di me, ed io non so se sarò in grado di sopportarlo a lungo. Fa male, fa un male incalcolabile e non importa quanto cerchi di rimediare al dolore causato perché lui sarà sempre lì, scolpito in un angolo del mio cuore senza alcuna possibilità di essere cancellato. Per sempre. Quell’amara consapevolezza mi getta di nuovo nello sconforto, anche se non posso permettermelo. Non oggi che Logan mi scorrazza allegramente intorno, ricoprendo ben presto il pavimento della cucina con tutti i suoi rumorosi giocattoli e chiamandomi più volte, ad alta voce, nel tentativo di coinvolgermi nei suoi divertimenti. Oggi è rimasto a casa da scuola per via di un improvviso mal di pancia che ha subito allarmato Johanna più del dovuto, ma è bastata una tazza di latte caldo per farlo tornare in fretta come nuovo. Comunque sia lei ha preferito ugualmente concedergli un giorno di riposo, mollandolo qui con me e affrettandosi ad andare in ufficio per via di tutto il lavoro arretrato da sbrigare (sono le sue parole), anche se io sospetto che abbia orchestrato tutto questo per costringermi a lasciare il letto e darmi finalmente una mossa. Già, e come darle torto? Non sono certo quella che si definisce un’ottima compagnia in questo periodo, e mi sento molto in colpa per questo, così ho deciso di non opporre resistenza e accettare passivamente questa condizione transitoria di “padre single”. Chissà, in fondo potrei anche divertirmi. Ed è proprio quello che mi scopro a fare mentre mi siedo sul pavimento insieme a mio figlio e gioco con lui, rendendomi presto conto di quanto mi faccia bene la sua vicinanza. Si, è così, Logan sembra essere l’unico che riesca a tirarmi un po’ su di morale con i suoi adorabili sorrisi e la sua incredibile solarità, strappandomi a tutte quelle strane angosce che mi opprimono il petto in una morsa dolorosa, impedendomi quasi di respirare. Intento a ridere e divertirmi insieme a lui non mi accorgo quasi che il tempo vola via veloce, e mi rendo conto che è ora di pranzo solo quando sento suonare il campanello. Decido così di alzarmi per andare ad aprire, sussultando quando mi trovo di fronte Grace, che abbassando lo sguardo si affretta a entrare in casa e correre su per le scale, quasi avesse paura di trovarsi insieme a me nella stessa stanza. Accidenti, per quanto tempo andrà ancora avanti questa storia, e come posso fare per riavvicinarmi a mia figlia? Immerso in quei tristi pensieri mi dimentico completamente del pollo che sta cuocendo nel forno già da un pezzo, e quando mi affretto a tirarlo fuori è troppo tardi. Maledizione, è praticamente ridotto in cenere, un disastro totale! E adesso? Dovrò pensare a qualcos’altro di commestibile per il pranzo di oggi. Apro le finestre per liberarmi del fumo che ha improvvisamente invaso la cucina, poi raccolgo i giocattoli di Logan e lo invito a sedersi sul divano per guardare i cartoni animati, ma proprio quando sto apparecchiando la tavola dei passi dietro di me catturano la mia attenzione, costringendomi a voltarmi verso Grace che in piedi davanti a me si guarda intorno con aria vagamente divertita, finendo per farmi sorridere a mia volta.

- Sei proprio una frana.

Dice scuotendo la testa ma non c’è cattiveria nella sua voce, solo una punta di sano umorismo che mi lascia piacevolmente colpito, e non so se essere più sorpreso dal fatto che stia sorridendo oppure perché si è finalmente decisa a rivolgermi la parola dopo tanto tempo.

- Puoi dirlo forte – rispondo così, decidendo di cogliere la palla al balzo – mi dispiace di aver bruciato il pranzo, sono un vero disastro. Ma, stavo pensando che invece di rischiare un ulteriore avvelenamento da fumi non identificati, potremmo…ordinare qualcosa al bar. Che ne dici?

- E se invece ordinassimo cinese?

Mi chiede alzando le spalle e io annuisco lentamente, trovandomi perfettamente d’accordo con lei.

- Ottima idea, chiamo subito il ristorante e…Grace? Vorrei che noi due parlassimo un po’, se non ti dispiace.

Azzardo timidamente e la sua espressione si fa d’un tratto più seria mentre torna ad abbassare lo sguardo, ancora una volta diffidente e timorosa nei miei confronti. Ma quel breve momento che abbiamo appena condiviso riaccende un barlume di speranza in me, spingendomi a non arrendermi con lei perché per la prima volta dopo giorni si è finalmente decisa a rivolgermi la parola, e questo vorrà pur dire qualcosa.

- Ti prego – continuo, cercando il suo sguardo – non negarmi questa possibilità. So che hai bisogno di conoscere la verità e io non voglio nasconderti niente, perciò sono pronto a rispondere a qualunque domanda vorrai farmi ma, per favore, non continuare a evitarmi ancora. Non continuare a comportarti come se io non esistessi perché io ci sono Grace, sono qui, e desidero che le cose tornino finalmente a posto tra noi.

- Davvero?

Sussurra dopo un lungo momento di silenzio, ricambiando stavolta il mio sguardo.

- Ma certo, tesoro mio. Sei la mia bambina, e ti voglio un bene dell’anima.

Rispondo, sorridendole. Come promesso rispondo a tutte le sue domande, cercando con molto tatto e senza spaventarla di spiegarle come sono andate le cose e quando, finalmente soddisfatta, interrompe il suo pranzo per corrermi incontro e gettarmi le braccia al collo non posso fare a meno di commuovermi, stringendola forte sul mio petto e sfiorandole la fronte con un bacio.

- Scusa se mi sono comportata male con te, papà. Mi sei mancato tanto.

- Anche tu mi sei mancata tanto, piccola.

Rispondo con voce tremante per l’emozione prima di essere interrotto da Logan, che seduto sul divano a mangiare le sue patatine e con gli occhi incollati al televisore, completamente rapito dai cartoni animati esclama, palesemente scocciato: - Volete fare un po’ di silenzio, voi due? Whinnie The Pooh sta entrando nella grotta!

Io e Grace ci voltiamo a guardarlo a bocca aperta, e dopo esserci scambiati un’occhiata complice non possiamo fare a meno di scoppiare a ridere.

 

Quella sera, seduto sul morbido tappeto bianco della mia sala da pranzo mi perdo a osservare il fuoco del camino che scoppietta allegramente davanti a me, e mi accorgo della presenza di Johanna solo quando la sento parlare.

- Come si sta bene qui.

Dice, avanzando di qualche passo per raggiungermi e venire a sedersi vicino a me, incrociando le gambe alla ricerca di una posizione più comoda. Indossa il suo morbido pigiama rosso, e il suo profumo è irresistibile.

- Te lo avevo detto che il camino ci sarebbe servito, prima o poi.

Rispondo voltandomi a guardarla e lei sorride, facendosi più vicina.

- Già – conviene, annuendo lentamente – andando avanti di questo passo ci aspetta un inverno molto freddo.

- E la cosa non mi dispiace affatto, sai? Almeno così posso stringerti più forte.

Le sussurro, attirandola a me per baciarla dolcemente sulle labbra. Lei si accoccola contro il mio petto, intrecciando le dita alle mie e mi dice di quanto sia felice che le cose tra me e Grace si siano finalmente sistemate. Poi, senza nemmeno sapere come mi ritrovo a parlarle della mia improvvisa insoddisfazione verso la vita, che mi ha portato stupidamente a sfidare me stesso e a ricadere così in breve tempo nel tunnel della droga. Le parlo della mia permanenza in quella clinica, dei sentimenti che tutto questo mi ha suscitato e di tutti i miei timori più nascosti, ma soprattutto le parlo per la prima volta del mio incontro con Sophie e di quanto sia stato importante per me averla vicino in quei momenti così difficili, quando credevo che non ce l’avrei mai fatta a risalire la china dopo aver toccato il fondo.

- Quindi hai trovato un’amica.

Commenta, e non posso fare a meno di notare nella sua voce una sottile punta di ironia che mi fa sorridere, mentre la stringo più forte.

- Non devi essere gelosa di lei, né di nessun’altra. Sei tu l’unica donna della mia vita e lo sai bene, ma Sophie ha veramente fatto molto per me e con la sua sola presenza mi ha aiutato pian piano a tornare a galla, a rendermi conto di come stessi buttando al vento la mia vita. Anche se…non credo che riuscirò mai a dimenticare tutto il male che ho fatto.

- Non devi dimenticarlo – mi sussurra inaspettatamente – ma solo accettarlo, per tornare finalmente a vivere serenamente. Senza paura. Tutto quello che hai fatto, tutto ciò che hai vissuto ti hanno reso l’uomo che sei adesso, nel bene e nel male. Devi imparare a perdonare te stesso Christian, imparare a capirti fino in fondo, solo così potrai lasciarti tutto alle spalle e accettare che quella che hai appena vissuto è e sarà sempre la tua debolezza più grande. Tutti noi abbiamo delle debolezze, ma tu sei riuscito a combattere coraggiosamente la tua fino a sconfiggerla del tutto. E io sono tanto orgogliosa di te per questo.

Attira la mia testa verso il basso per baciarmi con infinita tenerezza, e quando torna a incrociare il mio sguardo i suoi occhi brillano di una luce nuova e bellissima. Una luce che, adesso, è tutta per me.

- Se è vero che tutti noi abbiamo delle debolezze – le chiedo poi – qual è la tua?

Mi fissa a lungo con un sorriso sornione, poi risponde “I muffin al cioccolato!” facendomi scoppiare a ridere prima di cominciare a farle il solletico, cogliendola di sorpresa e costringendola così a sgusciare via dalle mie braccia, lasciandosi cadere sul tappeto e continuando a dimenarsi senza smettere di ridere. D’un tratto però la sua espressione si fa più seria e mi attira a sé, accarezzandomi il viso e liberandomi la fronte dai capelli prima di sussurrarmi: - Tu sei la mia debolezza più grande Christian, ma di te non ho alcuna intenzione di liberarmi.

Poi si abbandona languidamente fra le mie braccia, lasciando che le nostre labbra si fondano in un lungo e dolcissimo bacio che, ancora una volta, sembra suggellare la nostra promessa d’amore…

   
 
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