Capitolo 3 – Partenza e ritorno.
Dal
momento in cui iniziai a vestirmi veramente come una femmina, mi
sentii più sicura di me stessa e gli sguardi indiscreti
delle altre
bambine, sia a scuola che fuori, erano notevolmente diminuiti.
Complice anche il fatto della mia amicizia con Kai, che era
rispettato e temuto da tutti i nostri compagni di classe, per quanto
un bambino delle elementari potesse capire.
Passavano
i giorni e noi continuavamo ad allenarci al parco ed accumulare
vittorie con tutti i ragazzi del quartiere. Eravamo conosciuti
anche dai Blayder più grandi, e questo non faceva altro che
aumentare la nostra autostima, sopratutto quella di Kai, che si
mostrava spavaldo verso il mondo intero. Io rimanevo più
sulle mie,
riconoscendo i miei limiti, lui invece puntava in alto, molto
più in
alto. Così facendo eliminava la possibilità di
vittoria nei nostri
avversari, colpendoli nell'orgoglio.
Eravamo diventati
imbattibili, al che un giorno, mio nonno non decise di portarci
ad assistere agli allenamenti ufficiali di Bey, che si tenevano nella sede
della BBA.
Ricordo
che ero così elettrizzata che non stavo più nella
pelle. In classe
ero agitata e se ne accorsero anche le maestre, che continuavano a
riprendermi perché avevo la testa fra le nuvole.
Kai
invece era silenzioso coma al solito, e rideva divertito –
senza
farsi notare – ogni volta che mi sgridavano, ed io
puntualmente gli
mostravo una linguaccia.
<<
Manca poco! >> Dissi fremente, guardando l'orologio
che
mia madre mi aveva regalato per festeggiare il fatto che avessi
imparato a leggere l'ora.
Il
mio sguardo vagava emozionato dall'oggetto alla maestra, che spiegava
non so cosa rivolta alla lavagna.
Quando
la campanella suonò puntuale e stridula come al solito
per tutto
l'istituto, mi alzai con uno scatto rimettendo alla rinfusa tutto
l'occorrente che avevo sul banco dentro la cartella ed uscii di
corsa dalla classe, richiamando un Kai oramai praticamente rassegnato dalla mia euforia.
Certo,
anche lui non vedeva l'ora di assistere agli allenamenti dei
professionisti, ma non era espansivo come me e mai lo avrebbe dato a
vedere. Il suo carattere era fin troppo chiuso rispetto al mio!
Circa
due ore dopo, quando finimmo entrambi di pranzare, Kai suonò alla mia porta ed andai ad aprire
già pettinata
e vestita per l'occasione (aiutata ovviamente dai consigli di mia
madre) e mio nonno, vedendomi così in defibrillazione,
accennò un
risolino, affrettandosi a prendere le chiavi della sua auto facendoci strada verso il garage. La mia
bellissima giornata stava avendo inizio.
Ci
fece sedere nei sedili dietro perché saremmo passati a
prendere un
suo collega di lavoro – era pur sempre in servizio
– e guidò
indisturbato verso la nostra meta.
Intanto,
mentre guardavo il panorama fuori dal finestrino, non lasciandomi
scappare nulla di quel tragitto, Kai ruppe il silenzio fra noi,
parlando comunque a bassa voce e lasciando che la radio accesa
coprisse i nostri discorsi.
<<
Agitata? >> Mi sorrise lievemente. Ero forse l'unica persona a poter
godere
di quell'espressione sincera e mi aprii a mia volta in un bellissimo
sorriso.
<<
Molto. Insomma, tu non sei ansioso di assistere ad un vero
combattimento in un vero Beyblade Stadium? E ci pensi che, forse, un
giorno potremo batterci in questo edificio? >> Dissi
sognante,
iniziando a scorgere di fronte a noi la grande struttura. L'insegna
blu che si ergeva imponente di fronte a noi ne era la prova. Eravamo
arrivati.
Kai
fece silenzio per alcuni secondi ed, ancora oggi, non riesco a
comprenderne il motivo. Non mi rispose subito e sul suo viso
comparve un sorriso fin troppo tirato, che osservai scetticamente.
<<
Non ti piacerebbe? >> Chiesi per conferma, notando il
cambiamento repentino di espressione. Era turbato da qualcosa, ma a
quel tempo non potevo conoscerne a pieno il motivo.
<<
Certo che mi piacerebbe, per questo dobbiamo impegnarci!
>> Mi
rispose dopo, tornando il Kai di sempre.
Tirai
un sospiro di sollievo, nonostante non lo diedi a vedere. Per quanto
fossimo amici, per me lui rimaneva sempre un mistero. Forse lo
è
ancora oggi.
<<
Però adesso andiamo, o ci lasciano indietro!
>> Rise
prendendomi per mano. In quello stato pensieroso, non mi ero accorta
dell'incitamento di mio nonno ad entrare.
L'interno
era ben arredato con colori molto tendenti all'arancione,
così da
illuminare perfettamente anche gli angoli più bui, e
nonostante ci
fossero corridoi spogli non risultava mai vuoto.
Camminammo
verso una porta scorrevole, chiusa da un meccanismo a scheda, che a
quanto pareva serviva per non far entrare chi non fosse stato
autorizzato, ma noi, grazie al presidente, riuscimmo facilmente ad
accedervi.
Una
volta nello stanzone, visto che era immenso e con le tribune che lo
costeggiavano, mi girai attorno estasiata. Nonostante avessi già visto tutto quello rimanevo a bocca aperta tutte le volte. Nel pieno della mia felicità corsi, seguita come un'ombra da Kai, fino
alla postazione di lancio dei Blayder.
Anche
se il Beyblade Stadium era ancora chiuso, dato che i vari membri
della BBA dovevano ancora fare il loro ingresso, mi atteggiai
immaginando di avere in corso una sfida, quindi sfilai Star Pegaso
dalla borsetta e mi misi in posizione di lancio, aprendomi in un
sorriso più che soddisfatto.
<<
Sarai una fantastica Blayder tesoro! >>
Ridacchiò il nonno,
salendo i gradini per venirmi accanto e scompigliandomi amorevolmente
i capelli. << Però adesso è meglio
se andiamo a prendere
posto in tribuna, così potete assistere agli allenamenti
mentre io
torno in ufficio. Mi raccomando però, non disturbate!
>> Disse
diligentemente, accompagnandoci fino alle scale mobili che portavano
ai padiglioni più alti, dove avremmo avuto una visuale
migliore.
<<
Non si preoccupi signor Daitenji, faremo i bravi! >> Si
apprestò a mettere in chiaro Kai, guardandomi di sottecchi.
Sapeva
che quando ero fin troppo esaltata potevo fare un chiasso indecente,
quindi partì prevenuto. Come biasimarlo, alla fine mi
conosceva fin
troppo bene!
Ci
sedemmo dove indicato ed in pochi minuti ci ritrovammo da soli nelle
tribune, mentre sotto di noi la vita iniziava a scorrere. I campi da
gioco iniziavano ad aprirsi, anche se semplici visto che erano solo
degli allenamenti, ed i ragazzi si misero pronti in posizione.
Non
parlammo per svariati minuti, attenti a non farsi sfuggire neanche
un'azione. Erano bravi, così tanto che ad entrambi ci
brillavano gli
occhi.
<<
Anche Dranzer un giorno arriverà a quei livelli!
>> Disse
tutto d'un tratto Kai, non distogliendo lo sguardo dal campo di
gioco. Giurai però di avergli visto infiammare lo sguardo al
pensiero. Era determinato, esattamente come me, che strinsi
inconsapevolmente Star Pegaso nelle mani immaginando di lanciarlo un
giorno in quello stadio.
<<
Dovrò essere all'altezza di tutti i miei avversari!
>>
Proferii, osservando il mio compagno con il pelo dell'occhio, che se ne stava
ancora in silenzio a seguire la rotazione dei Beyblade in gara.
Non
volendo disturbarlo, anche io rimasi in silenzio a fantasticare su
un mio possibile futuro, magari insieme a lui e, chissà,
magari in
coppia...
Con
gli occhi sempre più sognanti osservavo le scene di
“lotta”
sotto di noi, non sapendo ancora quello che il destino ci avrebbe
riservato.
Quando
tornammo a casa mia, eccitati per la giornata passata, era quasi ora
di cena, quindi Kai dovette aspettare il suo maggiordomo, che lo
avrebbe riportato alla sua villa. In quel frattempo gli feci
compagnia fuori, così che, se avesse scorto la sua auto
nella via,
gli sarebbe andato incontro. Giurai però che fosse inquieto,
visto
il silenzio che era piombato su di noi. Guardava dritto a sé ma
non un punto preciso. Aveva sicuramente la mente da un'altra parte e per
non risultare troppo invadente non chiesi nulla, anche se dentro di
me iniziarono a vorticare mille domande.
Forse,
se avessi preso coraggio e glielo avessi chiesto, forse lui mi
avrebbe risposto seriamente e forse avrebbe potuto fare la
differenza.
Fatto
sta che lasciai correre istanti preziosi, perché non potevo
sapere
che quello era un momentaneo addio.
Mentre
il sole calava e lasciava un bellissimo tramonto dietro di
sé, che
tingeva di arancione i nostri lineamenti, la limousine di casa
Hiwatari giunse con una lieve frenata di fronte a noi ed il
maggiordomo, con calma e lentezza studiata, scese dalla macchina
richiamando l'attenzione del bambino.
<<
Signorino, è ora di andare. >> Disse senza
emozione verso Kai,
che prese consapevolezza all'istante, voltandosi verso di me con
espressione indecifrabile. C'era tristezza in quello sguardo ed in quel momento non ne
compresi il motivo.
<<
Arrivederci Saya >> Mi disse solamente, marcando
l'accento su
quell”arrivederci” ed io non compresi il
perché di quel tono.
Rimasi
molto scettica, alzando un sopracciglio. Di solito mi salutava
allegro, perché l'indomani mattina ci saremmo rivisti.
Eppure
quella volta mi abbracciò come mai aveva fatto in tutto il
periodo
della nostra amicizia. Lo faceva solamente quando si vincevano le
nostre sfide, ma eravamo presi dall'eccitazione del momento. Quello,
più che un arrivederci, sembrava un addio.
Senza
aspettare la mia risposta e con gli occhi celati dalla frangia si
diresse fino alla vettura, che l'uomo fece partire alla volta del
tramonto.
Quella
fu l'ultima volta che vidi Kai Hiwatari.
Il
giorno dopo ebbi la consapevolezza che i dubbi e le paure della sera
prima erano del tutto fondati.
Kai
non era venuto a scuola quella mattina, così come tutte le
altre
mattine che seguirono. Neanche l'anno dopo, l'anno seguente e l'altro
ancora.
Ci
rimasi così male che mi chiusi in me stessa. Nessuno sapeva
realmente che fine avesse fatto e quando provai a chiederlo a mio nonno lui tacque diligentemente sull'argomento, ma sono sicura che lui fosse a conoscenza di cose che in quel momento non ero in grado di capire...
Trascorsi
gli anni delle elementari a rincorrere il ricordo di un bambino che,
probabilmente, non sarebbe più tornato nella mia vita. Piangevo a ridosso del mio
letto per
il modo in cui se n'era andato: proprio nel suo stile, non dicendo
nulla. Non una parola a riguardo, non un saluto, non una lettera,
anche se conosceva benissimo il mio indirizzo.
Volatizzato.
Kai Hiwatari era come se non fosse mai esistito.
Un fantasma.
Un fantasma che rividi cinque anni dopo.
Fine
capitolo 3
.....
Eccomi qua :3 non mi sono
dimenticata di voi! Purtroppo, con alcune fic all'attivo, è
difficile stare dietro a tutte @.@ ma non abbandono il mio progetto!
Bene, questo, anche se
non lungo capitolo, è stato l'addio momentaneo di Kai.
Sappiamo tutti che fine abbia fatto, tranne Saya... poveretta :(
Comunque Kai
è destinato a tornare, come ho citato alla fine :3 e qui
iniziano i "guai" perché, come ben sappiamo, non
sarà più lo stesso!
Spero di non aver fatto
troppi errori e che questo breve capitolo vi sia piaciuto. Aspetto
vostre notizie :3
Baci!