Anime & Manga > BeyBlade
Segui la storia  |       
Autore: Scarlet Jaeger    18/01/2014    5 recensioni
"Ma a volte
l'amicizia fra maschio e femmina non è fatta per
durare a
lungo, perché prima o poi uno dei due finisce per innamorarsi
dell'altro."
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kei Hiwatari, Nuovo personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 3 – Partenza e ritorno.




Dal momento in cui iniziai a vestirmi veramente come una femmina, mi sentii più sicura di me stessa e gli sguardi indiscreti delle altre bambine, sia a scuola che fuori, erano notevolmente diminuiti. Complice anche il fatto della mia amicizia con Kai, che era rispettato e temuto da tutti i nostri compagni di classe, per quanto un bambino delle elementari potesse capire.
Passavano i giorni e noi continuavamo ad allenarci al parco ed accumulare vittorie con tutti i ragazzi del quartiere. Eravamo conosciuti anche dai Blayder più grandi, e questo non faceva altro che aumentare la nostra autostima, sopratutto quella di Kai, che si mostrava spavaldo verso il mondo intero. Io rimanevo più sulle mie, riconoscendo i miei limiti, lui invece puntava in alto, molto più in alto. Così facendo eliminava la possibilità di vittoria nei nostri avversari, colpendoli nell'orgoglio.
Eravamo diventati imbattibili, al che un giorno, mio nonno non decise di portarci ad assistere agli allenamenti ufficiali di Bey, che si tenevano nella sede della BBA.
Ricordo che ero così elettrizzata che non stavo più nella pelle. In classe ero agitata e se ne accorsero anche le maestre, che continuavano a riprendermi perché avevo la testa fra le nuvole.
Kai invece era silenzioso coma al solito, e rideva divertito – senza farsi notare – ogni volta che mi sgridavano, ed io puntualmente gli mostravo una linguaccia.
<< Manca poco! >> Dissi fremente, guardando l'orologio che mia madre mi aveva regalato per festeggiare il fatto che avessi imparato a leggere l'ora.
Il mio sguardo vagava emozionato dall'oggetto alla maestra, che spiegava non so cosa rivolta alla lavagna.
Quando la campanella suonò puntuale e stridula come al solito per tutto l'istituto, mi alzai con uno scatto rimettendo alla rinfusa tutto l'occorrente che avevo sul banco dentro la cartella ed uscii di corsa dalla classe, richiamando un Kai oramai praticamente rassegnato dalla mia euforia.
Certo, anche lui non vedeva l'ora di assistere agli allenamenti dei professionisti, ma non era espansivo come me e mai lo avrebbe dato a vedere. Il suo carattere era fin troppo chiuso rispetto al mio!


Circa due ore dopo, quando finimmo entrambi di pranzare, Kai suonò alla mia porta ed andai ad aprire già pettinata e vestita per l'occasione (aiutata ovviamente dai consigli di mia madre) e mio nonno, vedendomi così in defibrillazione, accennò un risolino, affrettandosi a prendere le chiavi della sua auto facendoci strada verso il garage. La mia bellissima giornata stava avendo inizio.
Ci fece sedere nei sedili dietro perché saremmo passati a prendere un suo collega di lavoro – era pur sempre in servizio – e guidò indisturbato verso la nostra meta.
Intanto, mentre guardavo il panorama fuori dal finestrino, non lasciandomi scappare nulla di quel tragitto, Kai ruppe il silenzio fra noi, parlando comunque a bassa voce e lasciando che la radio accesa coprisse i nostri discorsi.
<< Agitata? >> Mi sorrise lievemente. Ero forse l'unica persona a poter godere di quell'espressione sincera e mi aprii a mia volta in un bellissimo sorriso.
<< Molto. Insomma, tu non sei ansioso di assistere ad un vero combattimento in un vero Beyblade Stadium? E ci pensi che, forse, un giorno potremo batterci in questo edificio? >> Dissi sognante, iniziando a scorgere di fronte a noi la grande struttura. L'insegna blu che si ergeva imponente di fronte a noi ne era la prova. Eravamo arrivati.
Kai fece silenzio per alcuni secondi ed, ancora oggi, non riesco a comprenderne il motivo. Non mi rispose subito e sul suo viso comparve un sorriso fin troppo tirato, che osservai scetticamente.
<< Non ti piacerebbe? >> Chiesi per conferma, notando il cambiamento repentino di espressione. Era turbato da qualcosa, ma a quel tempo non potevo conoscerne a pieno il motivo.
<< Certo che mi piacerebbe, per questo dobbiamo impegnarci! >> Mi rispose dopo, tornando il Kai di sempre.
Tirai un sospiro di sollievo, nonostante non lo diedi a vedere. Per quanto fossimo amici, per me lui rimaneva sempre un mistero. Forse lo è ancora oggi.
<< Però adesso andiamo, o ci lasciano indietro! >> Rise prendendomi per mano. In quello stato pensieroso, non mi ero accorta dell'incitamento di mio nonno ad entrare.
L'interno era ben arredato con colori molto tendenti all'arancione, così da illuminare perfettamente anche gli angoli più bui, e nonostante ci fossero corridoi spogli non risultava mai vuoto.
Camminammo verso una porta scorrevole, chiusa da un meccanismo a scheda, che a quanto pareva serviva per non far entrare chi non fosse stato autorizzato, ma noi, grazie al presidente, riuscimmo facilmente ad accedervi.
Una volta nello stanzone, visto che era immenso e con le tribune che lo costeggiavano, mi girai attorno estasiata. Nonostante avessi già visto tutto quello rimanevo a bocca aperta tutte le volte. Nel pieno della mia felicità corsi, seguita come un'ombra da Kai, fino alla postazione di lancio dei Blayder.
Anche se il Beyblade Stadium era ancora chiuso, dato che i vari membri della BBA dovevano ancora fare il loro ingresso, mi atteggiai immaginando di avere in corso una sfida, quindi sfilai Star Pegaso dalla borsetta e mi misi in posizione di lancio, aprendomi in un sorriso più che soddisfatto.  
<< Sarai una fantastica Blayder tesoro! >> Ridacchiò il nonno, salendo i gradini per venirmi accanto e scompigliandomi amorevolmente i capelli. << Però adesso è meglio se andiamo a prendere posto in tribuna, così potete assistere agli allenamenti mentre io torno in ufficio. Mi raccomando però, non disturbate! >> Disse diligentemente, accompagnandoci fino alle scale mobili che portavano ai padiglioni più alti, dove avremmo avuto una visuale migliore.
<< Non si preoccupi signor Daitenji, faremo i bravi! >> Si apprestò a mettere in chiaro Kai, guardandomi di sottecchi. Sapeva che quando ero fin troppo esaltata potevo fare un chiasso indecente, quindi partì prevenuto. Come biasimarlo, alla fine mi conosceva fin troppo bene!
Ci sedemmo dove indicato ed in pochi minuti ci ritrovammo da soli nelle tribune, mentre sotto di noi la vita iniziava a scorrere. I campi da gioco iniziavano ad aprirsi, anche se semplici visto che erano solo degli allenamenti, ed i ragazzi si misero pronti in posizione.
Non parlammo per svariati minuti, attenti a non farsi sfuggire neanche un'azione. Erano bravi, così tanto che ad entrambi ci brillavano gli occhi.
<< Anche Dranzer un giorno arriverà a quei livelli! >> Disse tutto d'un tratto Kai, non distogliendo lo sguardo dal campo di gioco. Giurai però di avergli visto infiammare lo sguardo al pensiero. Era determinato, esattamente come me, che strinsi inconsapevolmente Star Pegaso nelle mani immaginando di lanciarlo un giorno in quello stadio.
<< Dovrò essere all'altezza di tutti i miei avversari! >> Proferii, osservando il mio compagno con il pelo dell'occhio, che se ne stava ancora in silenzio a seguire la rotazione dei Beyblade in gara.
Non volendo disturbarlo, anche io rimasi in silenzio a fantasticare su un mio possibile futuro, magari insieme a lui e, chissà, magari in coppia...
Con gli occhi sempre più sognanti osservavo le scene di “lotta” sotto di noi, non sapendo ancora quello che il destino ci avrebbe riservato.
Quando tornammo a casa mia, eccitati per la giornata passata, era quasi ora di cena, quindi Kai dovette aspettare il suo maggiordomo, che lo avrebbe riportato alla sua villa. In quel frattempo gli feci compagnia fuori, così che, se avesse scorto la sua auto nella via, gli sarebbe andato incontro. Giurai però che fosse inquieto, visto il silenzio che era piombato su di noi. Guardava dritto a sé ma non un punto preciso. Aveva sicuramente la mente da un'altra parte e per non risultare troppo invadente non chiesi nulla, anche se dentro di me iniziarono a vorticare mille domande.
Forse, se avessi preso coraggio e glielo avessi chiesto, forse lui mi avrebbe risposto seriamente e forse avrebbe potuto fare la differenza.
Fatto sta che lasciai correre istanti preziosi, perché non potevo sapere che quello era un momentaneo addio.
Mentre il sole calava e lasciava un bellissimo tramonto dietro di sé, che tingeva di arancione i nostri lineamenti, la limousine di casa Hiwatari giunse con una lieve frenata di fronte a noi ed il maggiordomo, con calma e lentezza studiata, scese dalla macchina richiamando l'attenzione del bambino.
<< Signorino, è ora di andare. >> Disse senza emozione verso Kai, che prese consapevolezza all'istante, voltandosi verso di me con espressione indecifrabile. C'era tristezza in quello sguardo ed in quel momento non ne compresi il motivo.
<< Arrivederci Saya >> Mi disse solamente, marcando l'accento su quell”arrivederci” ed io non compresi il perché di quel tono.
Rimasi molto scettica, alzando un sopracciglio. Di solito mi salutava allegro, perché l'indomani mattina ci saremmo rivisti. Eppure quella volta mi abbracciò come mai aveva fatto in tutto il periodo della nostra amicizia. Lo faceva solamente quando si vincevano le nostre sfide, ma eravamo presi dall'eccitazione del momento. Quello, più che un arrivederci, sembrava un addio.
Senza aspettare la mia risposta e con gli occhi celati dalla frangia si diresse fino alla vettura, che l'uomo fece partire alla volta del tramonto.
Quella fu l'ultima volta che vidi Kai Hiwatari.


Il giorno dopo ebbi la consapevolezza che i dubbi e le paure della sera prima erano del tutto fondati.
Kai non era venuto a scuola quella mattina, così come tutte le altre mattine che seguirono. Neanche l'anno dopo, l'anno seguente e l'altro ancora.
Ci rimasi così male che mi chiusi in me stessa. Nessuno sapeva realmente che fine avesse fatto e quando provai a chiederlo a mio nonno lui tacque diligentemente sull'argomento, ma sono sicura che lui fosse a conoscenza di cose che in quel momento non ero in grado di capire...
Trascorsi gli anni delle elementari a rincorrere il ricordo di un bambino che, probabilmente, non sarebbe più tornato nella mia vita. Piangevo a ridosso del mio letto per il modo in cui se n'era andato: proprio nel suo stile, non dicendo nulla. Non una parola a riguardo, non un saluto, non una lettera, anche se conosceva benissimo il mio indirizzo.
Volatizzato. Kai Hiwatari era come se non fosse mai esistito. Un fantasma. Un fantasma che rividi cinque anni dopo.
Fine capitolo 3

.....

Eccomi qua :3 non mi sono dimenticata di voi! Purtroppo, con alcune fic all'attivo, è difficile stare dietro a tutte @.@ ma non abbandono il mio progetto!
Bene, questo, anche se non lungo capitolo, è stato l'addio momentaneo di Kai. Sappiamo tutti che fine abbia fatto, tranne Saya... poveretta :(  
Comunque Kai è destinato a tornare, come ho citato alla fine :3 e qui iniziano i "guai" perché, come ben sappiamo, non sarà più lo stesso!
Spero di non aver fatto troppi errori e che questo breve capitolo vi sia piaciuto. Aspetto vostre notizie :3
Baci!

  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > BeyBlade / Vai alla pagina dell'autore: Scarlet Jaeger