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Autore: _virgix    18/01/2014    0 recensioni
Stamattina ero particolarmente ispirata, e quindi mi sono messa a buttare giù qualche parola nel mio terrazzo alla luce del sole mattutino. tutto qui.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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18-01-2014 ore 9:36

Esistono dei momenti, brevi attimi o lunghe ore, in cui ci fermiamo a pensare alla nostra vita.
Momenti come questo, in una mattinata di gennaio con il freddo pungente che ti accarezza le braccia nude sotto al pigiama troppo primaverile,  che conserva più storie di una macchina fotografica, seduta in terrazzo sbirciando ogni tanto le variazioni di luce che trafiggono il pino davanti casa, troppo storto per stare in piedi ma così saldo da rimanerci da anni oramai, sfidando ogni legge fisica, come se ci stesse gridando “sono ancora qui per restare!”
 
Tutti dormono: la casa è pervasa da una tranquillità estranea, e proprio perché è così rara di questi tempi, riesco ad ammirarne ogni singola sfaccettatura. Il silenzio mi culla, interrotto ogni tanto da qualche cinguettio di un passero mattutino o da un rombo di una macchina in lontananza.
Mi rendo conto che è proprio nel bagliore mattutino che le persone riescono ad apprezzare le giornate passate e quelle ancora da trascorrere.  Forse perché i raggi del sole delle prime ore riescono ad infondere la speranza di vivere la giornata al massimo splendore, come quello de sole quando abbaglia la terra a mezzogiorno.

Gente che pianifica la giornata in ogni minimo dettaglio e altra che decide di farla trascorrere semplicemente affidandosi al caso. Persone che si aspettano grandi cose ed altre che a furia di aspettare hanno perso persino la voglia di sperare. Forse proprio a queste persone oggi sarà la giornata della svolta, o forse domani, questo infondo dipende da loro.

È sabato mattina e rifletto sull’andamento della vita di una persona la quale non mi è più poi così cara: me stessa.
Cosa mi riserva il futuro?

Futuro:  “In una concezione lineare del tempo, il futuro è la parte di tempo che ancora non ha avuto luogo.”

Mi sembra una parola troppo astratta per poterci riflettere su, e considerando che nessuno ha mai detto “hai visto che bello il futuro oggi?” “oggi vedo il futuro un po’ giù” decido di passare oltre, cercando qualcosa di più concreto a cui pensare.
Mi rendo conto però che la mia vita, come d’altronde quella di tutti, è basata su parole e concetti astratti: felicità, speranza, odio e futuro stesso. Sta a noi renderli concreti trasformando delle semplici parole in gesti o caratteristiche della vita quotidiana. Come riuscirci?

Non essendo (ancora) un filosofo penso di non riuscire a trovare una vera risposta, ma visto che fino ad ora l’umanità ha compiuto il suo corso -quasi-  indisturbata, mi affido al caso, partendo dal corso di questa giornata, iniziata in terrazzo a scrivere di cose troppo astratte per da riuscire ad essere capite da una persona che in fondo si aspetta qualcosa da queste: me stessa.
  
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