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Autore: Lely1441    03/06/2008    5 recensioni
"Cosa fareste se voi abitaste in una bettola, e faceste credere al vostro corteggiatore che abitate nella casa dove lavorate come cameriera, non sapendo però che proprio lui ne è il proprietario?" Liberamente tratto dal film "Quello strano sentimento".
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Elric, Maes Hughes, Riza Hawkeye, Roy Mustang, Winry Rockbell
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Quello strano sentimento

- Ahahah! E così sei inciampato su una borsa per terra, che idiota! Anche un cieco l’avrebbe vista, solo tu non ci sei riuscito!

Roy fissò per un breve attimo l’amico, prima di ribattere.

- Parli così perché sei così basso, che una borsa di quelle misure ti sarebbe arrivata direttamente all’altezza degli occhi, e allora sì che sarebbe stato impossibile non notarla.

La faccia dell’altro diventò granitica, e poi paonazza.

- Cosa? Chi hai chiamato il granello di sabbia che non si noterebbe neanche con una lente d’ingrandimento potenziata al massimo?!

- Mmh, fammici pensare… Tu forse?

E mentre l’altro si lanciava nella sua solita serie di turpiloqui, Roy prese l’agenda e cominciò a sfogliarla distrattamente. L’amico smise di blaterare e lo fissò preoccupato.

- Stavo dimenticando… Roy? Hai presente la scommessa con Bradley?

Gli occhi di Roy scintillarono.

- Ma certo! Il mio aereo parte esattamente fra sei ore, come potrei dimenticarlo? Sud, spiagge, belle donne…

- Ecco…

Quando l’amico deglutì nervosamente, allargando con due dita il colletto della camicia, Roy gli gettò una lunga occhiata inquisitoria.

- Edward, se mi devi dire qualcosa, parla e basta.

- Ha vinto. Ha semplicemente vinto. E’ riuscito a vendere più mie sculture di te, praticamente tutte, tranne quelle nel tuo appartamento, ovvio. Be’, ti ha lasciato un biglietto nella scrivania, mi ha detto di fartelo leggere.

- Stai scherzando, spero.

- Riguardo il biglietto?

- Ovviamente no, sul fatto delle sculture.

Ed sospirò.

- No, quello è tutto vero, purtroppo per te.

Roy scattò verso la scrivania e aprì in fretta il primo cassetto. Sopra ai vari documenti sparpagliati qua e là, troneggiava in bella vista una cartolina, che ritraeva una bella ragazza abbronzata intenta a ballare, agghindata con ghirlande di fiori. La voltò e trovò un messaggio.

 

“Mio caro, non sai quanto mi dispiaccia lasciarti qui e farmi un viaggio fino in Polinesia a tue spese, ma sai come funziona: vince il migliore. Tante grazie anche da parte di mia moglie e di mio figlio!

À bientôt!

King Bradley”

 

E se si guardava meglio, nell’angolo spuntava un disegno infantile, di sicuro opera del piccolo Selim, il figlio del “nemico”: tre figure, tutte intente a salutarlo con la mano con un sorrisone che usciva addirittura dal cerchio del viso.

Quando si dice, “oltre al danno, la beffa”.

Roy si sedette sulla poltrona, affranto, portandosi le mani al volto mentre cercava di assorbire il colpo. Aveva anche già chiamato la ditta per avere una cameriera che gli tenesse d’occhio la casa! Avrebbe dovuto richiamare e disdire il tutto, nel pomeriggio.

Sentì qualcosa sfiorargli il naso, e togliendo le mani dal viso vide l’amico che gli tendeva beffardamente il suo fazzoletto da tasca, un ghigno inquietante scolpito sul volto.

- Casomai tu voglia piangere un po’. Sai, non mi sembra proprio il caso di offrirti la mia spalla…

Roy afferrò il pezzo di stoffa, e con un ghigno di rimando, gli rispose:

- Tienilo per offrirlo ad una ragazza, casomai tu ne riesca a trovare una, fagiolo.

- Brutto bastardo che non sei altro! Figlio di…

 

“Starò via per le seguenti due settimane. Scusate il disordine, spero che riuscirete a pulire tutto ugualmente!”

Riza infilò la copia di chiavi, che le era stata data dalla ditta, nella toppa della porta di uno degli appartamenti al secondo piano di un edificio della 58ª strada, e rimase allibita dal disordine. Il caos regnava sovrano: vestiti buttati alla rinfusa, bicchieri su bicchieri ammassati in ogni dove, non c’era un solo angolo sgombro. Sollevò cautamente per un orlo un’assurda sottoveste femminile.

“Però, questo qui si diverte alla grande! Guarda che razza di festino… Ma non si vergogna?”

Dopo essersi messa il vestito da lavoro, si portò le mani ai fianchi, si arrotolò le maniche fino ai gomiti e prese un gran respiro.

- Diamoci da fare!

 

Alle otto, aveva ormai finito di lavorare. Si guardò soddisfatta in giro, e verificò che tutto fosse in ordine. Sorrise e si preparò per tornare a casa. Aveva fatto presto, e così poteva preparare qualcosa di buono per Winry quando fosse tornata la sera, visto che non era più riuscita ad acquistare niente al chiosco di giornali. Ripensò per un attimo all’uomo con il quale si era scontrata e scosse la testa, divertita.

Ma si poteva sapere da dove usciva certa gente?

 

Alle otto, aveva ormai finito di lavorare. Se ne andò dall’ufficio, e appena fu in strada chiamò un taxi.

- Mi porti all’imbocco della 58ª, per favore.

- Subito, signore.

Si sistemò più comodamente sul sedile posteriore, e osservò pigramente le luci della città proiettarsi sui vetri dell’auto. Chiuse gli occhi, pensando che, una volta a casa, gli sarebbe toccato chiamare l’impresa per disdire la richiesta, e saldare il conto della giornata. Cominciò poi a riflettere su ben altro, quando una frenata improvvisa lo fece andare a sbattere contro il sedile davanti.

- Ma cosa fa, è impazzito?

- Mi scusi, questo pazzo è uscito improvvisamente dall’incrocio, non so proprio cosa gli sia preso! Ho appena fatto in tempo a frenare!

Scesero dall’auto, tassista e passeggero, e si diressero arrabbiati verso l’altro taxi con cui si erano scontrati.

- Si può sapere quale razza di ubriaco ti ha dato la patente, pezzo d’imbecille?

Allora smontò anche l’altro guidatore, sputando una serie di insulti verso il suo oculista, e la persona che trasportava arrivò quasi subito al suo fianco.

- Che mi venga un colpo, lei è la donna di stamattina!

 

Riza guardò disorientata l’uomo davanti a sé. E sì, ad osservarlo bene, poteva riconoscere l’uomo che aveva preso in pieno la sua borsa, quella mattina.

- Ah, buonasera! Mi dispiace rincontrarla in una simile situazione…

- In effetti, sembra proprio che lei attiri disgrazie, cosa ne pensa?

Riza si guardò intorno, con evidente voglia di andarsene. Insomma, chi l’aveva detto che doveva essere proprio lei la calamita di sventure? Erano in due, dopotutto!

- Però questa volta non le permetterò assolutamente di andarsene e piantarmi in asso come ha già fatto, sa?

Riza chiuse gli occhi, maledicendo per un attimo tutti i tassisti e gli incroci della città. Lo fissò dritto negli occhi e parlò lentamente, casomai l’altro avesse problemi di udito.

- Scusi, ma non posso proprio. Vede, devo tornare…

- No no no! La obbligo a venire con me! Signori miei, vi lasciamo alle vostre beghe, ecco qui i soldi della corsa di entrambi.

E dicendo così, prese il portafoglio e porse delle banconote ai due uomini, che non avevano ancora finito di ingiuriare i relativi parenti dell’altro. Poi, afferrò per il braccio Riza e si diresse verso un marciapiede, mentre le macchine continuavano a sfrecciare loro intorno.

Decisamente, quel tipo aveva problemi di udito.

- Posso almeno sapere dove mi sta portando?

- Conosco un ristorante cinese qui vicino, posso offrirle la cena e sdebitarmi per questa mattina, che ne dice?

Riza non rispose, certa che qualsiasi protesta potesse presentargli, non sarebbe servita a nulla. Valutò anche di mentirgli, dicendo che in realtà una sua amica stava molto male ed era in ospedale, e lei doveva assolutamente andarla a trovare (e in quel preciso momento Winry, alle prese con una battuta particolarmente difficile, starnutì, beccandosi i rimproveri del regista) ma il tempo di aprire la bocca, e si ritrovò davanti alla porta del famoso ristorante, “La Muraglia Cinese”. L’interno era molto particolare, grandi lampioni rossi illuminavano l’ambiente, e sui muri spiccavano dei dipinti di stile orientale. Riza si soffermò a guardare una pittura raffigurante una giovane donna attorniata da grandi uccelli, mentre Roy si dirigeva verso il bancone, dietro il quale ad accogliere i clienti vi era una ragazza dai capelli neri e gli occhi a mandorla.

- Un tavolo per due, vero?

In tutta risposta, l’uomo sorrise con fare rassicurante e si riavviò i capelli. La ragazza lo guardò interrogativa, ma non avendo risposta, inarcò le sopracciglia e chiamò un cameriere.

- Lo prenderò per un sì… Ling, per favore, puoi venire?

Dopo appena alcuni secondi si presentò un ragazzo alto, con i capelli legati in un codino dietro la testa e un’aria allegra.

- Hai chiamato, Lan Fan?

- Sì. Un tavolo per due ai signori, grazie.

- Subito!

Il giovane fece strada attraverso la selva di tavolini che occupavano la sala, e si fermò davanti ad un tavolo già apparecchiato, protetto da un separé dall’ambiente intorno.

- Tornerò fra cinque minuti a prendere le ordinazioni.

E con un ultimo sorriso se ne andò. Roy scostò la sedia, facendo accomodare Riza, per poi sedersi di fronte a lei e afferrare con un gesto deciso il menu.

“Chissà quante volte si sarà trovato in questa situazione” pensò Riza, con un velo di disillusione.

Non le piaceva essere lì, ma visto che l’altro aveva insistito tanto, riteneva che farsi offrire una cena non sarebbe stato così male. Almeno se lo sarebbe tolto di torno una volta per tutte. O almeno, così sperava.

Il ragazzo tornò quasi subito, e ordinarono. Poi, iniziarono a parlare del più e del meno. Si presentarono, e Riza venne a sapere che l’altro era uno stimatore e venditore di opere d’arte, e che lavorava in un lussuoso edificio poco lontano da dove era andata a lavorare lei la mattina.

- E lei, invece? Mi dica, che lavoro fa?

Riza venne colta in castagna. Cosa poteva inventarsi, ora? Roy si accorse del suo tentennamento, e le propose d’indovinarlo.

- Mi lasci indovinare, non me lo vuole dire! Va bene, allora procederò a caso! Quante domande mi mette a disposizione?

- Una decina, direi. Meno una, questa. Ah, e per inciso… Non è detto che se anche lei indovini, io le dirò se la sua intuizione è giusta.

- Perfetto.

Chiamò il cameriere, affinché gli portasse nove bastoncini. Li prese, e iniziò le sue domande, mentre Ling, dietro al separé, terminava di preparare un altro tavolo.

- Dunque… E’ una libera professionista?

Riza sorrise. Sarebbe stato facilissimo, a questo punto.

- Se si può dire così, sì… Lavoro per una ditta, ma sostanzialmente io e le altre ragazze non ci incontriamo mai.

Sia Roy che il giovane ragazzo cinese tesero le orecchie. Roy afferrò un bastoncino e lo spostò di lato.

- Perfetto… Ancora otto, quindi. Le piace quello che fa?

Riza ci rimuginò un po’ sopra.

- Diciamo che lo faccio per necessità. Il lavoro non mi entusiasma molto, ma è l’unica cosa che posso fare per mantenervi, fino a che non riuscirò a debuttare sul palco.

- Ed è brava in ciò che fa?

- Nessuno dei miei clienti si è mai lamentato.

Il giovane cameriere si sedette, mentre ascoltava interessato la conversazione. Roy prese un’altra bacchettina e la tolse dal mucchio.

- Lavora in casa?

Riza rise di gusto e ripensò alle energiche pulite ai fornelli che l’aspettavano una volta tornata nel suo buco di appartamento.

- In quelle degli altri, certamente. Anche se mi tocca far qualcosa anche da me, ma questo solo privatamente, fuori dal lavoro.

- Si occupa del… Benessere degli altri?

- In un certo senso, sì.

- Capisco…

Ling deglutì, e si riavviò nervosamente il ciuffo di capelli davanti al viso. Si poteva sapere che razza di gente frequentava il locale di Foo?

- Ha mai fatto questo lavoro anche prima?

- Facevo qualcosa a casa mia, ma mai più del necessario. Non sono una maniaca, dopotutto.

“Dell’ordine”, pensò immediatamente dopo. Eppure, gli altri due avevano capito tutt’altra cosa.

- Come viene considerato questo lavoro dagli altri? Per esempio, da me?

Riza ci rifletté qualche minuto.

- Direi molto utile. Praticamente, do una mano alla gente.

- E c’è molta competizione?

- Un po’. Ma io svolgo bene quello che mi è richiesto, quindi sono chiamata spesso dal principale.

A quel punto, Ling si alzò e si diresse tremando verso la cucina.

- Ling, che succede?

- Foo… Io non sapevo ci fossero simili donne che vanno in giro così, come se niente fosse… E che potessero entrare così in questo locale!

 

- E mi dica, per lavorare, ha bisogno che i clienti siano con lei?

- Assolutamente no. Anzi, devono essere via, lavoro completamente sola.

Roy tirò un sospiro di sollievo.

- Ci rifletterò sopra, e le saprò dire. Bene, la riaccompagno a casa, a questo punto, cosa ne dice?

- Oh, non si disturbi, chiamerò un taxi…

- Ma per nulla al mondo! Venga!

La afferrò per un braccio – Riza cominciava ad averne abbastanza di essere scarrozzata in giro senza potersi ribellare – dopo aver lasciato delle banconote sul tavolo, e uscirono quasi di corsa nella via affollata. Roy chiamò un taxi e si rivolse allegramente a Riza:

- In quale strada abita?

Riza sbiancò, e in mente le ritornò ciò che le aveva detto quella mattina Winry, sul fatto che non avrebbe mai avuto il coraggio di portare un uomo in quella casa. Quindi si inventò lì per lì una grande frottola.

- Ehm… Alla 58ª Avenue, grazie.

- Oh, ma che coincidenza!

Riza lo guardò sospettosa, mentre entravano in macchina.

- Come, scusi?

- No, niente…

Prima avrebbe verificato il suo indirizzo, e poi le avrebbe detto che abitava anche lui nella 58ª Avenue.

 

- Può anche lasciarmi qui, sa?

- Ma no, insisto per accompagnarla fin sopra.

Riza stava rischiando di essere arrestata per aggressione. Non aveva mai provato tanta voglia di strozzare qualcuno, veramente.

Anche se in realtà, tutta la colpa era sua. Si era inventata di abitare nella via dell’appartamento dove aveva lavorato la mattina, e non era riuscita a scollarsi l’uomo di dosso neppure davanti al portone principale del palazzo.

Pensò che era nei guai, in guai seri, mentre salivano insieme le scale dell’edificio.

 

“Non sapevo abitasse qui anche lei… Tanto meglio, nulla di perso, tutto di guadagnato!”

Eppure si bloccò quando vide Riza infilare le chiavi nella serratura di una porta. La porta del suo appartamento.

Intendo, dell’appartamento di Roy.

“Ma che diamine…?”

 

 

 

 

 

 

Attenzione attenzione!! Prima di proseguire, leggete questo:

Si avverte la gentile clientela che l’11 giugno coinciderà con il RoyAi Day, e tutti coloro che sono interessati all’evento sono pregati di partecipare, postando qualcosa con tema RoyAi su EFP esattamente l’11 c.m. ^^

Grazie per la cortese attenzione, ci scusiamo per l’eventuale disturbo^^

 

 

 

Note finali:

Ling! Mio adorato Ling!! *si riprende* Ok, scusate XD

Tanto tornerà ^^

Comunque, come vedete altro capitolo da dementi XD Le dieci domande mi hanno messa in crisi, spero comunque di essere riuscita a rendere l’idea che dava il film (su quel pezzo sono morta XD). Shatzy è testimone della mia crisi ù_ù

Questo capitolo era incentrato quasi unicamente (tranne per Ling!! *____*) su Roy e Riza, vedremo nel prossimo tornare alcuni personaggi ^^

XD Ok, ora passo ai ringraziamenti personali ^^

 

Shatzy: Shore!! La descrizione dell’appartamento ha fatto morire anche me XD *animo sadico* Io spero che i personaggi continuino ad essere IC fino alla fine ç____ç Maes continuerà a rompere le scatole, sì XD Ok, vado, che altrimenti qua faccio notte, e devo ancora finire quella stramaledetta ricerca XD Grazie di tutto, kissoni!!

 

Sisya: Gemy, sei stata puntualissima, scherzi?? Poi il tuo commento mi ha fatto tanto tanto piacere >.< Ti adoro anch’io ^^ E lasciar lì Roy come un idiota è piaciuto troppo anche a me *____* *le gemelle si guardano complici* Anch’io mi aspetto molto RoyAi da questa ff, ovvio X°°°D

Grazie mille di tutto ^^ Kissoni!!

 

Alyah: Spero veramente che l’una non peggiori l’altra X°°°D Bisogna dire però, che Riza ha già inventato una panzana degna di Winry, quindi non si sa mai XD *Accarezza Winry sulla testa* Quando hai definito Roy mandrillo… *rotola* Sei una grande!! XD Kissoni!!

 

Valy88: Valeeeee!! No, il ragazzo del fornaio non era Ed XD E sinceramente, neanche mi interessa sapere chi era *spietata con i personaggi che non le servono* Ma Ed c’è, Winry c’è… Chissà ^^ XD Felicissima che ti sia piaciuta ^^ Adoriamo tutte Maes, già già XD Grazie di tutto ^^ Kissoni!!

 

The_Dark_Side: Con il lavoro di Pretty Woman ci sei andata vicina, però, perché a Roy sembrava proprio quello all’inizio XD Ovviamente, non lo è XD Il film non era malaccio, diciamo che era il classico film da casalinghe disperate X°°°D Sono sadica, ma non quanto l’Arakawa, quindi ho intenzione di far mantenere Hughes vivo e vegeto fino alla fine, tranquilla ^^ Grazie mille! Kissoni!!

 

Siyah: Felice di sapere che ti piaccia, dammi notizie anche per questo capitolo ^^ Kissoni!!

 

E per ultimo, come sempre, kissoni a tutti!!

   
 
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