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Autore: Linster    18/01/2014    2 recensioni
Erano la coppia più bella che il Mondo Magico avesse mai visto. La coppia che commosse tutti con la loro storia e travolse tutti con il loro amore.
Insieme si completavano. Erano uno la metà dell'altro. Ma non anime gemelle -in cui nessuno dei due credeva- bensì gli esatti opposti.
Lui, Purosangue, Serpeverde, Mangiamorte, faceva parte di una delle casate considerate migliori nel Mondo Magico, era un Malfoy.
Lui era Draco Lucius Malfoy.
Lei, Mezzosangue, Grifondoro, l'eroina che faceva parte del trio che sconfisse Voldemort, la strega più brillante della sua generazione.
Lei era Hermione Jean Granger.
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Scorpius Malfoy | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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L'amore è eterno finché dura, ed il loro è scritto nelle stelle. Non finirà mai.


Avevano passato i due anni migliori della loro vita.
Non vi erano incomprensioni tra loro, ma solo un amore così intenso, così travolgente, che era riuscito ad emergere nonostante l'astio che vi era stato tra i due per molti anni.
Erano la coppia più bella che il Mondo Magico avesse mai visto.
La coppia che commosse tutti con la loro storia e travolse tutti con il loro amore. Insieme si completavano.
Erano uno la metà dell'altro. Ma non anime gemelle -in cui nessuno dei due credeva- bensì gli esatti opposti.
Lui, Purosangue, Serpeverde, Mangiamorte, faceva parte di una delle casate considerate migliori nel Mondo Magico, era un Malfoy.
Lui era Draco Lucius Malfoy.
Lei, Mezzosangue, Grifondoro, l'eroina che faceva parte del trio che sconfisse Voldemort, la strega più brillante della sua generazione.
Lei era Hermione Jean Granger.
Nessuno si sarebbe aspettato che tra loro due potesse nascere una relazione.
Nessuno aveva mai preso in considerazione l'idea.
Perché Draco Lucius Malfoy non sarebbe mai stato insieme ad una Mezzosangue. Non era nemmeno un tipo che s'impegnava, era il solito ragazzo presuntuoso che si faceva tutte le Purosangue bellissime che incontrava.
Perché Hermione Jean Granger non si sarebbe mai fatta abbindolare da uno come lui. Il suo orgoglio da vera Grifondoro glielo impediva. Non sarebbe mai ceduta alle sue lusinghe. Non si sarebbe mai lasciata calpestare.
Ma successe.
Si rubarono il cuore a vicenda.
Si concessero l'uno all'altro non solo tramite il bacio, ma anche nel più intimo dei modi. Il loro odio reciproco si dimostrò solo una maschera di cui non erano nemmeno consapevoli.
Si abbandonarono alla passione.
Si scelsero.
Si innamorarono.





Ma quel giorno di metà maggio qualcosa cambiò radicalmente la vita di entrambi.


Hermione si era accorta che da un po' di tempo Draco non era più lo stesso, ma non riusciva a trovare una valida motivazione per giustificarlo. Era sempre perso nei suoi pensieri, si prendeva delle ferie dal lavoro per permettersi di stare più tempo possibile con lei, quando facevano l'amore sentiva che era sempre più dolce, più bisognoso.
Così quel fatidico giorno lei glielo domandò. Era stanca di vederlo in quel modo e, in ogni caso, voleva rallegrarlo con una notizia tanto attesa da entrambi.
«Che cosa succede, Draco? E' da un po' che ti vedo distante,» gli disse avvicinandosi al suo volto e appoggiando le mani sulle sue guance, per scrutarlo meglio negli occhi. Ma inaspettatamente lui fece un passo indietro con un'espressione sofferente in viso.
«Draco, cosa...» non ebbe il tempo di terminare la frase che lui le fu addosso. La circondò tra le braccia, imprigionandola, e con una passione inaudita si avventò sulle sue labbra. Hermione ci mise qualche secondo per realizzare quello che stesse accadendo, e in quel momento si sciolse e si abbandonò a quel bacio. Era ancora un po' sconcertata dal comportamento del suo compagno, ma non esitò a rispondere con la stessa intensità. Draco le mise una mano dietro la nuca, tra i suoi capelli, per approfondire il bacio ancor di più. Insieme, le loro lingue presero a danzare in modo disperato, quasi violento, e ad esplorare minuziosamente la bocca dell'altro.
Hermione era sorpresa. Lui non l'aveva mai baciata in quel modo, sembrava quasi che quello fosse il loro ultimo bacio, che lui dovesse dirle addio. Ma lei ancora non lo sapeva ch'era veramente così.
Draco si staccò da lei a malavoglia, la strinse tra le braccia un'ultima volta e poi si allontanò di qualche passo. In quel momento si sentiva svuotato, perché aveva la consapevolezza che non avrebbe mai più sentito le sue labbra sulle sue, le sue braccia che lo incatenavano in uno di quei suoi abbracci soffocanti. Non avrebbe più visto quell'espressione felice che lei aveva sul volto quando erano insieme, perché lui gliel'avrebbe tolta per sempre dopo pochi istanti. Non avrebbe più potuto udire la sua risata maliziosa. Non avrebbe più potuto esplorare ogni centimetro della sua pelle ed averla. Non avrebbe più potuto osservare con tenerezza la donna che giaceva accanto a lui, ed accarezzarle i capelli dolcemente dopo aver fatto l'amore. Non avrebbe più potuto esser sua.
Lei lo guardò confusa, non capendo il motivo del suo allontanamento. Cercò di prender parola, ma lui la precedette.
«Hermione, sai quello che provo per te. Io ti amo, e non amerò mai nessun'altra allo stesso modo. Io amerò sempre e solo te. Ma io non posso più restare. Ho cercato di ritardare questo momento il più possibile perché io sono felice con te e non voglio lasciarti, ma devo. E' giunto il momento che io me ne vada- sospirò.- Mio padre uscirà da Azkaban stasera per annunciare il fidanzamento tra me e Astoria...»
«Quindi sposerai Astoria...,» affermò Hermione sentendosi una stupida illusa per aver creduto che avrebbero potuto costruirsi un futuro insieme. Avvertì un vuoto nel petto cominciare ad espandersi a tutto il suo corpo, ormai scosso dal dolore.
Vide Draco annuire tristemente. Avrebbe voluto pregarlo di rimanere con lei, di non andarsene, di affrontare suo padre. Ma le parole le morirono in gola. Era sopraffatta dal dolore e le lacrime minacciavano di uscire a fiotti.
Sapeva di non poter chiedere nulla a Draco, egli aveva troppo timore di suo padre per combattere per lei, con lei.
Così con le lacrime agli occhi disse solo: «Sii felice, Draco.» Lui la guardò stralunato, come se pensasse che fosse impazzita.
«Io non potrò mai essere felice al fianco di Astoria, ma non ho altra scelta, Hermione.»
Le scappò una risata isterica, e poi sputò con voce dura e sprezzante: «C'è sempre un'altra scelta, Malfoy. Sei tu che sei troppo codardo per cercare di ottenerla.»
Lo sguardo di Draco si fece cupo e malinconico perché sapeva che Hermione aveva ragione. Aveva sempre ragione, ma questo non gliel'avrebbe mai confessato.
Lei stava per crollare, non ce la faceva a sopportare tutto quello che aveva sentito, tutto quel macigno che lui gli aveva scaraventato sul cuore. Ma non voleva che lui la vedesse in quel momento. «Vattene, Malfoy! Va dalla tua futura moglie, e lasciami sola,» urlò, provando a far uscire un po' del dolore che defluiva nelle sue vene, senza ottenere il minimo risultato.
«Spero che tu un giorno riesca a perdonarmi, Hermione. Ora per me è tempo di andare, ma voglio che tu sappia che io t'ho amata davvero, come si ama solamente una volta nella vita. Addio, mia piccola Mezzosangue.»
Hermione non riuscirà mai a dimenticare l'espressione che Draco aveva sul viso subito dopo aver pronunciato quelle parole. Gli occhi erano velati di lacrime e colmi di sofferenza, la mascella era serrata -come per dimostrare la sua lotta interna tra la voglia di restare accanto alla donna della sua vita e il dovere che lo chiamava a gran voce, dicendogli di andarsene-, e infine gli angoli della bocca piegati all'ingiù. Nel momento in cui Hermione sentì il crack della smaterializzazione, sussurrò un flebile: «Ti amo anch'io, Draco, e ti amerò sempre.» Poi si accasciò a terra, facendo scorrere tutte le lacrime represse e ormai incontrollabili lungo il suo volto, e permettendo a quell'orribile sofferenza di spaccarla in due. Ma ormai fu come se lei si fosse svuotata della maggior parte di sè, perché era consapevole che quella parte se n'era andata insieme all'unico uomo che lei abbia mai amato veramente, e a cui stava per confessare di stare aspettando il frutto del loro amore. Il bambino che avevano sempre desiderato.
Però era troppo tardi. Lui non sarebbe più ritornato, e promise a sè stessa di cercare di sopravvivere ai giorni a venire per riuscire a crescere quella creatura ch'era all'interno del suo grembo, che avrebbe amato più della sua stessa vita e che avrebbe protetto da tutto e da tutti, perché era l'unica cosa che le rimaneva come prova dell'amore che aveva condiviso con Draco.






Hermione abbandonò il Mondo Magico un mese dopo la sua rottura con Draco. Non riusciva a sopportare il fatto che lui e Astoria fossero sempre sulla Gazzetta del Profeta -che annunciava tutti i giorni quanto mancasse al loro matrimonio per mancanza di altre notizie succulente-, e del dispiacere che provavano tutti i maghi e le streghe per la rottura tra lei e Malfoy.
Ma soprattutto non poteva permettere che qualcuno la vedesse con il suo imminente pancione, non voleva che Draco venisse a conoscenza della sua gravidanza.
Se n'era andata anche da Londra perché non c'era nessun legame che la tratteneva lì.
Non aveva più nessuno. Non era riuscita a trovare un contro incantesimo per i suoi genitori, lei e Ron non si parlavano più da quando lei scelse Malfoy invece che lui -che adesso era felicemente sposato con Lavanda Brown-, Harry era morto insieme a Voldemort nell'impresa di ucciderlo, e con Ginny non aveva più nessun tipo di contatto perché era ancora troppo presa dal suo dolore per aver perso suo fratello e l'amore della sua vita.
Così Hermione si trasferì a Glasgow, non riusciva ad abbandonare la sua amata Inghilterra.
I giorni passavano lenti, ed Hermione, grazie alla sua innata intelligenza, in pochi mesi riuscì a laurearsi in medicina e iniziò a lavorare in un ospedale babbano.






Sette mesi dopo, Hermione era nella sua piccola e modesta casa. Era seduta su una sedia a dondolo e stava vicino al camino per scaldarsi dal freddo gelido di quell'inverno. Stava bevendo una cioccolata calda, cercando di sciogliere quella corazza di ghiaccio che aveva costruito intorno al suo cuore otto mesi fa. Ormai il momento era vicino, presto suo figlio sarebbe venuto al mondo, e non poteva donargli amore se aveva congelato il suo cuore.
Erano mesi che cercava di sopprimere i suoi sentimenti. Cercava di occupare la sua testa leggendo libri e immergendosi totalmente nel lavoro, così i suoi ricordi non avrebbero preso il sopravvento. Tuttavia, era un'impresa troppo ardua per lei, e a volte la sera si abbandonava a quelle lacrime che la trascinavano giù, in quell'abisso di ricordi condivisi con Draco. Non riusciva a smettere di amarlo. Nonostante si fosse sposato con Astoria, nonostante l'avesse lasciata con un bambino da crescere da sola, anche se lui non lo sapeva.
Sentì un dolore provenire dal bassoventre e dopo pochi minuti avvertì un'altra contrazione. Aveva letto molti libri riguardo alla gravidanza, e sapeva che tra un po' le contrazioni avrebbero dovuto stabilizzarsi e che le avrebbe avvertite ogni cinque minuti.
Intanto, prese la sua auto babbana e si diresse verso l'ospedale, ma all'improvviso sentì un dolore lancinante al bassoventre e sbandò.
L'ultima cosa che vide fu una luce bianca accercarla. 



Draco era comodamente seduto sul divano di Malfoy Manor quando gli arrivò una lettera dal Ministro della Magia in cui gli riferiva ch'egli avrebbe dovuto recarsi nel suo ufficio appena avesse ricevuto la lettera. Si domandò cosa quell'uomo volesse da lui, forse hanno trovato Hermione, pensò. Così si affrettò ad andare al Ministero della Magia.



L'uomo l'accolse con un'espressione alquanto cupa in volto, e gli intimò di accomodarsi. «Signor Malfoy, so che sarà ancora in lutto per la morte di sua moglie, le faccio le mie più sentite condoglianze, e sono davvero angustiato dal darle questa notizia che di certo non credo apprezzerà, anche se non conosco i dettagli della sua vita privata...»
«Ministro, arrivi al punto,» disse Draco irritato dal giro di parole che stava usando l'uomo seduto di fronte a lui. Egli lo guardò, e sospirando disse: «Stanotte è avvenuto il decesso della signorina Hermione Jean Granger a Glasgow, a causa di un incidente stradale babbano. Ho voluto avvertirla di questa notizia con tanta urgenza non solo perché lei personalmente mi ha chiesto di cercarla, ma perché la signorina era incinta. Per fortuna il bambino è riuscito a salvarsi, ed il padre del bambino è lei, signor Malfoy.» Il mondo di Draco crollò.





Undici anni dopo...
«Papà, papà, alzati o faremo tardi! Il treno parte tra quaranta minuti,» e così lo svegliò quell'uragano di Scorpius Malfoy, gettandosi sul letto di suo padre e scuotendolo vivacemente. «Ora mi alzo, piccolo, ma ora va a preparati» disse Draco con la voce ancora impastata, e notando che suo figlio era ancora in pigiama.

Arrivarono alla stazione di King Cross cinque minuti prima della partenza del treno diretto ad Hogwarts. Dopo aver attraversato il muro per raggiungere il binario nove e tre quarti, vide suo figlio rimanere sbalordito da tutte le persone che dovevano prendere quel treno, ma vide i suoi occhi grigi rattristarsi mentre scrutava tutte quelle famigliole felici che salutavano i propri figli. Scorpius si voltò, con quella sua chioma castana di ricci indomabili, presi dalla madre, e con la tristezza nel sorriso.
Draco capì che suo figlio stava soffrendo nel vedere che gli altri bambini avevano una madre da salutare e da abbracciare. Così si abbassò alla sua altezza, e guardandolo negli occhi gli disse: «Scorpius, sappi che tua madre sarebbe fiera di te.»
«Papà, io vorrei tanto averla conosciuta...» singhiozzò il bambino.
«L'avrei tanto voluto anch'io, piccolo mio. Ma ricorda che lei ti osserva sempre da lassù,» gli sussurrò abbracciandolo e indicandogli il cielo. «Sai, a me manca tanto la tua mamma. Avrei voluto che fossimo una famiglia felice, ma il destino ha deciso di portarcela via. Sai, lei mi manca sempre, così le parlo. La sera guardo il cielo e individuo la stella più luminosa di tutte. La tua mamma è quella stella, Scorpius. Io le parlo tutte le notti, le dico quando mi manca, quanto l'ho amata e quanto vorrei averla a fianco. Dovresti farlo anche tu. Quando sentirai il bisogno di dirle qualcosa, vai sulla Torre di Astronomia, trova la stella più luminosa e dì a tua madre tutte le cose che vorresti che sapesse. Lei ti ascolterà.» Dopo aver detto queste parole lasciò suo figlio, che gli promise che avrebbe ascoltato le sue parole e l'avrebbe fatto sicuramente. Draco lo guardò dirigersi verso il treno che l'avrebbe portato verso il suo primo anno a Hogwarts.
Suo figlio non era l'unico che avrebbe voluto che Hermione fosse lì con lui in quel momento così importante.
  
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