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Autore: Londonimhere    18/01/2014    1 recensioni
“Gail?” mi voltai scocciata verso di lei “Questo non è il tuo negozio?” mi mostrò una delle immagini del giornalino.
Annuii e quando mi voltai verso il professore, mi richiamò, picchiettando con la mano sul mio braccio
“Che c'è?”
“Harry Styles era davanti al tuo negozio con una rosa in mano. Devi dirmi per caso qualcosa?!”
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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ps: scusate l'assenza del banner ma non me lo faceva caricare





“E così studi ad Oxford” esordì dopo qualche imbarazzante minuto di silenzio, nel quale Christian era intento a giocare con il telefono gentilmente prestatogli da Harry.
Alzai lo sguardo dal tovagliolo ormai distrutto nelle mie mani “Già”
“Non lo trovi scomodo?” aggrottai le sopracciglia non capendo “Intendo il viaggio. Ogni giorno fare avanti e indietro..” sorrisi e scossi la testa
“No. Anzi lo trovo un modo per evadere dai problemi” confessai estraendo dalla tasca dei jeans il telefono, che aveva preso a suonare
-Tesoro- mi presi mentalmente a calci per essermi dimenticata di avvisare che la visita di Christian era andata bene
“Mamma. Scusa ma mi sono dimenticata di chiamarti” la sentii sospirare pesantemente
-Sei sempre la solita sbadata..-
“Mamma, Gigì fammi parlare con la mamma.” senza mollare il telefono di Harry, prese quello che io gli porsi e felicemente raccontò cosa il dottore gli aveva detto, dicendogli anche che il riccio si era proposto di aiutarlo con i combattimenti e inventandosi che, ad essi, avrei preso parte anche io.
Più lo guardavo più ci rivedevo la faccia del nonno Sam: gli stessi occhi castani tendenti al dorato, le stesse orecchie con una leggera punta sull'estremità, le stesse espressioni quando mettevano il broncio o sorridevano, l'unica differenza tra di loro erano i capelli, fortunatamente Christian non li aveva ancora bianchi.
“Tieni” la voce di mio fratello mi risvegliò e presi il mio cellulare per appoggiarlo sul tavolo dove eravamo seduti da più di mezz'ora.
“Ti alleneresti davvero con me.. cioè c-con noi?” sobbalzai a quella domanda e risposi bruscamente
“No”
“Perché no? Tu stessa mi hai detto di averlo fatto da bambina, perché non riprovare?” fissai la sua espressione speranzosa per qualche secondo, prima di sospirare e rispondere
“Ci penserò, d'accordo?” mi sorrise felice e prima che potesse dire qualcosa, Christian lo anticipò
“O-ops” mi voltai e lo trovai a fissare il telefono del ragazzo seduto di fronte a me con un'espressione preoccupata e anche un po' impaurita quando incontrò lo sguardo del riccio
“N-non l'ho fatto apposta” mi chiesi di cosa stesse parlando e sperai che non ne avesse combinata una delle sue.
Harry si mosse sulla sedia e si avvicinò a lui per individuare il danno e i suoi occhi spalancati alla vista di qualunque cosa avesse combinato quel nanerottolo, non mi piacquero per niente
“Cosa è successo?” chiesi titubante avvicinandomi
Harry si grattò la nuca, forse più per l'imbarazzo della situazione “Lo schermo è diventato tutto bianco e.. dice che non è presente nulla sul telefono” questa volta furono i miei occhi a spalancarsi del tutto e arrivare diretti nella direzione di Christian, il quale respirava profondamente e sapevo a cosa avrebbe portato
“Christian!” mi voltai di nuovo verso Harry che cercava di risolvere il problema “Mi dispiace, i-io non so come scusarmi..” tirò un sorriso
“Tranquilla” presi mio fratello per il braccio facendolo alzare
“Scusaci un secondo” il riccio annuì, continuando a maneggiare il telefono e pregando in qualche modo che ritornasse tutto a posto.
Mi allontanai dal tavolo e mi inginocchiai davanti a Christian, che continuava a tenere lo sguardo basso
“Si può sapere cosa diamine hai combinato? Christian ti rendi conto di cosa hai fatto? Lo conosci a malapena e gli hai rotto il telefono. Mi spieghi come facciamo? Sai che non abbiamo i soldi per potergliene comprare uno nuovo. Devi sempre combinare qualche danno! Adesso vai lì e gli chiedi immediatamente scusa” lo spinsi leggermente per incitarlo a camminare e quando arrivò davanti a lui si strofinò gli occhi e come provò ad aprire bocca un singhiozzo gli sfuggì dalla bocca, seguito da molti altri e da altrettante lacrime.
Harry abbassò lo sguardo su di lui e poi lo posò su di me, come in richiesta d'aiuto ma, in quel momento ero tanto bloccata ed incapace di fare qualcosa quanto lui.
Tra i tanti singhiozzi riuscì a pronunciare solo uno scusa troppo balbettato e troppo basso perché si capisse bene.
Mi sentivo in un certo modo impotente: Christian aveva sbagliato ma vederlo in quello stato mi faceva male e non sapevo se avvicinarmi per consolarlo e fare la figura delle menefreghista nei confronti di Harry o nei confronti di mio fratello. Entrambe le cose mi sembrava sbagliate ma scelsi la prima, sedendomi sulla sedia accanto ad Harry, dove prima era seduto Christian, facendo sedere quest'ultimo sulle mie gambe e stringerlo forte tra le mie braccia
“Basta Christian, dai” ma anche tutte le mie parole non lo avrebbero fatto smettere in quel momento.
“Un bravo pugile non piange mai, sai?” non mi ero accorta dello spostamento di Harry, inginocchiato davanti a me per poter parlare a Christian, che alzò di poco la testa, appoggiata sul mio seno “Non c'è nessun bisogno di piangere, campione. So che non lo hai fatto apposta, e non sono arrabbiato con te” Chris tirò su col naso “Adesso fammi un bel sorriso, forza” gli accarezzò una guancia e, involontariamente, le nostre dita si sfiorarono, facendo andare a fuoco le mie guance. Ritrassi subito la mano imbarazzata e la poggiai sul fianco del bambino, continuando però a far sfiorare le dita per ricreare quel contatto, che a quanto pareva, mi ero piaciuto.


“Scusami ancora, Harry” slacciai la cintura di sicurezza e scesi dalla macchina, aprendo la portiera posteriore per far scendere Christian.
“Tranquilla, è tutto a posto! Piuttosto pensa alla mia richiesta” lo fissai per qualche secondo non collegando il discorso e poi ricordai
“Va bene”
“Ciao Harry” Chris si sbracciò per salutare il ragazzo che ricambiò con un gesto altrettanto ridicolo e sorridendogli
“Ciao Christian. Aspettati una mia chiamata, Gail” aprii la bocca per poter dire qualcosa, ma era già fuggito.


Maledetto lui e quel suo aspettati una mia chiamata.
Era da come avevo messo piede nel corridoio di casa che guardavo costantemente il telefono, in attesa che suonasse e il suo nome apparisse sul piccolo display.
Cercavo di distrarmi studiando dal piccolo quadrato tecnologico per il prossimo esame.
Odiavo la tecnologia, o meglio, odiavo il fatto di non essere in grado di utilizzare neanche correttamente un computer risalente alla preistoria senza combinare qualche danno. Odiavo il fatto che all'università avessero messo i libri online su Ipad donati dalla scuola. Avevo sempre amato aprire il libro appena acquistato e sentire il profumo della carta e del classico odore da 'libro nuovo', quando si formavano le pieghe, causate dal troppo utilizzo o le linguette per tenere il segno. Mi piaceva vedere tutti i libri ordinati sulla mia scrivania e osservarla, fiera di averne letti così tanti.
Mamma mi foderava sempre i libri scolastici e si raccomandava che io non ci scrivessi sopra con la penna o con l'evidenziatore, ma adoravo studiare con le linee gialle, arancioni e fucsia che spiccavano tra le righe del verso di una poesia, tra un paragrafo di storia o su una formula di fisica.
Sbuffai, calciando un cuscino caduto dal letto e facendolo atterrare davanti alla finestra che portava al piccolo balcone. Spensi quell'aggeggio infernale e mi coricai a pancia in su nel letto, pensando all'avvenimento di quel pomeriggio.
Cosa avrei dovuto fare? Accettare il suo invito a fare boxe con loro?
Erano troppi anni che non mettevo piede in una palestra, ma l'idea di ricominciare a farlo, mi eccitava parecchio. Forse era il fatto che ci fosse Harry o forse perché mi piaceva quello sport.
Un bussare alla porta mi fece ritornare con la testa sul pianeta Terra.
“Avanti” mormorai a bassa voce
La testa di Christian fece capolinea nella mia stanza “Posso stare un po' con te?” mi chiese timidamente.
Annuii sorridendogli, facendogli spazio nel letto, sul quale saltò per poi sdraiarsi accanto a me
“Gigì?” mi sdraiai su un fianco, sollevandomi con il gomito per guardarlo meglio e incitandolo ad andare avanti “Harry è arrabbiato con me, vero?” mi morsi l'interno della guancia e poco dopo lo avvicinai a me, facendogli poggiare la testa sul mio petto e accarezzandogli i corti capelli castani
“No, pulce. Solo che... come ti sentiresti se mamma e papà ti cancellassero, senza farlo apposta, tutti i videogiochi sulla console?” lo sentii sospirare
“Tanto male”
“Ecco. E saresti arrabbiato con loro?” scosse la testa, facendo spostare di qualche millimetro la mia maglietta
“Quindi mi darà lo stesso le lezioni di boxe?” risi leggermente, stringendolo forte al mio petto e pizzicandogli i fianchi, facendo ridere anche lui
“Certo, Christian” d'improvviso si tirò su a sedere e mi scrutò per qualche minuto con la sua solita faccia indagatrice
“Ti piace Harry?” sussultai a quella domanda, postami da un bambino di sei anni appena compiuti
“I-io... Christian.. t-tu... è tardi, devi andare andare a dormire” lo spinsi giù dal letto scendendo anche io per scortarlo verso la sua cameretta
“Non è vero, mamma non lo ha detto” sbuffai per la troppa intelligenza di quel nanerottolo
“Si si, non l'avrai sentita. Forza a nanna” accessi la luce della stanza
“Quindi posso dire a Harry che ti piace?” m'irrigidii all'istante
“Non ti ho mai detto nulla del genere” lui si voltò verso di me dopo essersi messo sotto le coperte
“Ma non mi hai detto che non ti piace” la mia bocca si schiuse di poco, cercando di respirare l'aria che era fuggita dai
miei polmoni, senza riuscire a dire più nulla “Allora?”
Gli lasciai un bacio sulla fronte “Dormi pulce”
“Ma..”
“Dormi” uscii chiudendomi la porta alle spalle e sospirando, anche se non me l'ero poi tanto cavata.










Note dell'autrice: 
Non ho nessuna scusa plausibile per questo assurdo ritardo. 
Sono mesi che non pubblico un capitolo, sia per pigrizia che per mancanza di tempo. 
Probabilmente molti di voi non si ricorderanno nemmeno che storia sia questa, ma io spero che possiate perdonarmi e che ricomincerete a leggere i capitoli che d'ora in poi pubblicherò. 
Riguardo al capitolo, sono perfettamente consapevole che non sia il migliore che io abbia scritto, ma lo avevo scritto un pò di tempo fa e non l'ho ricontrollato molto, quindi perdonate eventuali errori e stupidaggini. 
Beh, vi chiedo ancora umilmente scusa... 
Buon sabato sera a tutti, 
un bacio grande
Marta :) 

  
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