Quando la nebbia si diradò,Percy fu il primo che la vide.
Annabeth era in piedi. Davanti a lei c’era Eris. Il braccio della dea,con le sue unghie nere e affilate come artigli,aveva penetrato l’addome di Annabeth.
-E una è andata.- disse,ritirando a se il braccio e lasciando cadere la ragazza,che ora giaceva svenuta in una pozza di sangue.
Percy perse il controllo. Tirò fuori dalla tasca la penna che gli aveva dato Chirone la prima volta,schiacciò la molla e la penna si trasformò nella sua spada.
Eris si voltò verso le prede rimanenti. Grover era ancora sotto shock,mentre Eros e Tizianae si preparavano ad attaccare: Eros ora impugnava un arco d’oro e Tizianae una lancia.
Si lanciarono tutti e tre contro la dea,ma a lei bastò muovere la mano per rispedirli tutti contro il pavimento.
-Accidenti..!- disse Eros.
-Annabeeeth!- urlò Percy,correndo verso di lei.
-Mi dispiace,ma Ade mi ha chiesto espressamente di uccidervi tutti. Oh no,aspettate. Non mi dispiace per niente!- disse Eris,ridendo,per poi intercettare Percy.
-Non riuscirai a salvarla. La ferita che le ho inferto è troppo grave perché possa sopravvivere. Se hai qualcosa da confessarle,ti conviene farlo alla svelta!-
Con i suoi artigli,la dea teneva testa alla spada di Percy.
-Ti sbagli! Non la lascerò mai morire!- urlò lui,pieno di rabbia.
Che cosa poteva fare? Aveva le potenzialità per battere una dea? Avrebbe scommesso di no. Lui e gli altri suoi amici sarebbero morti lì,in quel posto? No. Non poteva permetterlo.
Mentre pensava questo,sentì chiaramente la voce di suo padre.
-Percy,non lasciarti soggiogare dall’agonia. Pensa. Pensa e combatti. Puoi farcela,io credo in te.-
Il ragazzo fu pervaso da una scarica di adrenalina,ma ora non era più in balia dell’agitazione,grazie alla voce di suo padre,che gli ricordava il dolce suono delle onde nel mare,si era calmato.
Pensa,Percy. Si disse,nella sua testa,poi alzò il volto ed ebbe un’idea.
Mentre la dea continuava ad attaccarlo e a ridere ad alta voce,il ragazzo pensò che si trovavano in un appartamento,quindi all’interno dei muri ci dovevano essere delle condutture,così sorrise.
-Che hai da sorridere?!- gli disse Eris,offesa per il fatto che la ignorasse.
-Niente.. spero solo che tu sappia nuotare!- urlò Percy,poi aprì le braccia e tutta l’acqua dell’impianto idraulico si riversò nella stanza.
Tutti furono sommersi dall’incredibile quantità di acqua che travolse tutto,tutto tranne Annabeth. Percy riuscì a controllare i flutti in modo tale che non colpissero la ragazza ferita per terra,poi quando vide che la dea era in difficoltà,alzò il braccio e formò un tridente con l’acqua. Prese la mira,e lo lanciò con tutta la sua forza.
L’arma colpì in pieno il ventre di Eris,trafiggendola in tre punti.
Le urla della dea fecero quasi scoppiare i timpani a tutti i presenti (che fosse la dea del caos era sicuro),e quando smise di gemere,una nube nera la avvolse e sparì insieme a lei,ma non prima che avesse minacciato i ragazzi.
-Tornerò,stanne certo,Perseus Jackson!!-
 
Una volta che Percy si fu rilassato,anche l’acqua si tranquillizzò,lasciando pozze gigantesche per terra.
-Annabeth,non temere,ti salveremo..!- disse il ragazzo stringendola tra le braccia.
-Fatti da parte,se vuoi che viva.- continuò Eros,strattonando Percy.
-Tu..tu puoi salvarla?-
-Non io. Ma una nostra conoscenza. Ora stai indietro.-