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Autore: Najara    03/06/2008    2 recensioni
(Cold Case) Lilly trova una piccola sorpresa in ufficio, è l'inizio di un nuovo caso irrisolto e forse di un nuovo amore...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo secondo

Approfitto del secondo capitolo per ringraziare tutti quelli che hanno letto le mie FF o che in futuro lo faranno. In particolare Cipollina, Sammy4ever e Pucchetta90 che mi hanno recensito. Spero che leggendo le mie storie vi sia venuta voglia di vedere l’originale, telefilm a mio parere tra i migliori mai realizzati! Grazie mille e buona lettura!!!

 

Capitolo secondo

 

In centrale Stillman e Jeffries avevano controllato il caso della madre, non era sorta nessuna traccia valida, coloro che avevano indagato sul caso la prima volta erano giunti alla conclusione che fosse uno sconosciuto, aveva visto la ragazza, aveva tentato di rapinarla lei si era difesa, e lui l’aveva colpita troppo forte uccidendola, poi era scappato senza portare via nulla, nel panico. Stillman, per impegnare Ann, le aveva mostrato come ordinare i rapporti, lavoro che la teneva tuttora impegnata, non sapendo leggere non era disturbata dalle violenze descritte su quei fogli, ma era totalmente presa dai numeri, che sapeva riconoscere e che doveva ordinare. Stillman non la controllava tanto tra quei rapporti c’era già una tale confusione che peggio la bambina non poteva fare.

Lilly, Scotty, Vera e Kat arrivarono praticamente insieme, fecero rapporto e furono informati più nei dettagli sul caso di Marie. “Betty Suss ci ha parlato di un collega di Peter, forse un suo amico, credo che dovremmo andare a parlargli” “Si, Lilly, però è ora di pranzo e io ho fatto una promessa, comunque a quest’ora non troveremmo nessuno negli uffici dove lavora Peter” Stillman si voltò verso Ann “Ann vieni, mettiti il cappotto, avrai fame no? Lilly e Scotty ti portano a mangiare” Ann si alzò felice “Che bello, avevo quasi finito però…” Vera vide che indicava i rapporti e disse “ Lilly ma è davvero il tuo clone! Ha solo quattro anni ed è già una stacanovista come te! A meno che non sia contagioso!” “No non è contagioso, basta guardare te!” Scotty non aveva perso l’occasione di vendicarsi per la battuta della mattina, tutti risero. Lilly, Scotty e Ann presero i capotti ed uscirono, gli altri avrebbero mangiato come al solito qualcosa portato da un fattorino, ma il capo voleva che la piccola mangiasse bene e che si allontanasse un po’ dalla centrale.

“Cosa vuoi mangiare?” chiese Scotty ad Ann “Mi piace molto la pizza…” “Vada per la pizza allora, va bene Lilly?” “Certo, Ann conosci qualche amico del tuo papà?” Scotty guardò Lilly sorridendo, non riusciva proprio a perdere tempo! “Vuoi dire David?” “Lavora con tuo padre?” continuò Scotty “Sì, a volte viene a casa e mi porta delle caramelle…” “Bene grazie mille, sei veramente molto utile lo sai!” la piccola si illuminò al complimento di Lilly, era evidentemente alla ricerca della sua approvazione. Andarono a mangiare Ann chiacchierava con Lilly e Scotty felice e spensierata. Alla cassa la commessa fece a Scotty lo sconto famiglia e gli fece i complimenti per la bellissima ed educata bambina che aveva, lui, rimasto interdetto, non aveva obiettato. Quando si era voltato Lilly stava parlando con Ann che le aveva preso la mano, sembrava non avesse sentito nulla anche se quando aveva alzato lo sguardo su di lui era leggermente arrossita. Ann che invece non aveva notato nulla prese con la sua mano libera quella di Scotty ed uscirono.

Rientrati in centrale il capo li riunì nell’ufficio “Peter non sembra voler tornare, Lilly e Scotty andrete a vedere sul posto di lavoro se trovate qualcuno che lo conosce o che sa qualcosa, mentre Will, Nick e Kat, voi andate in stazione, forse qualcuno dei bigliettai riconosce la foto e sa dirci dove è andato” “Ok capo, abbiamo chiesto ad Ann e ci ha dato un nome di un collega di Peter che a volte viene a trovarli a casa, probabilmente un amico” “Bene, speriamo di cavare qualcosa di più rispetto a questa mattina. Io mi occupo della bambina, non ho mai avuto i rapporti così in ordine!” Sorrisero alla battuta del capo, poi si diressero ai propri compiti, Ann, questa volta, non disse niente vedendoli partire, li salutò poi entrò nell’ufficio di Stillman, pronta all’importante compito che questi volesse affidarle.

Lilly e Scotty si diressero all’agenzia dove lavorava Peter, appena arrivati parlarono con il direttore che disse loro che Peter era un buon impiegato, puntuale e rigoroso nelle consegne, sempre gentile, non aveva mai dei litigi, anche se dalla morte della moglie non parlava più praticamente con nessuno, lavorava e basta. Due giorni prima gli aveva chiesto un paio di giorni di ferie, lui gliel’aveva concessi, era la prima volta che faceva una richiesta simile dalla morte della moglie e lui sperava avesse finalmente superato il trauma. I due ispettori gli chiesero se conosceva Marie, il direttore rispose di no, l’aveva vista una sera, poco prima che morisse, ad una festa dell’agenzia, non avevano neanche parlato. Lo ringraziarono e gli chiesero dove avrebbero potuto trovare un certo David che avrebbe dovuto lavorare per lui, il direttore gli disse che doveva trattarsi di David Pitterson e indicò loro come raggiungere il suo ufficio. Salirono le scale e arrivarono all’ufficio di David, Scotty bussò alla porta ed entrò.

Scotty: Salve, detective Valens e Rush della omicidi, vorremmo parlare di Peter

David Pitterson: Non mi dite che ha fatto una sciocchezza!

Lilly: Perché? Cosa sa lei?

David Pitterson: Ieri mi ha chiesto di tenerle la bambina e visto la faccia che aveva e la sua ossessione…

Scotty: Quale ossessione?

David li guardò, era confuso “Non sapete nulla?”

Lilly: Perché non ci dice cosa è successo?

David Pitterson: Va bene… Peter ha perso la moglie…

Scotty: Questo già lo sappiamo, vada avanti…

David Pitterson: Sì… da allora non è più lui, è un anno che indaga, alla ricerca del colpevole, non era mai giunto a niente, poi due giorni fa ha chiesto un permesso, quando la sera sono passato da lui era fuori di sé, mi diceva che l’aveva trovato, che aveva un nome, che finalmente avrebbe fatto giustizia!

Lilly: E lei cosa ha fatto?

David Pitterson: Ho cercato di calmarlo, di farlo ragionare, ma lui niente allora gli ho ricordato che aveva una figlia, che non poteva abbandonarla.

Scotty: Allora Peter gli ha chiesto di tenerla?

David Pitterson: Sì, per qualche giorno, magari anche di meno… io non sapevo più cosa fare per trattenerlo, così ho rifiutato e me ne sono andato… oggi ho scoperto che non era a lavoro e che aveva chiesto ancora qualche giorno al direttore…

Lilly: Perché non ha chiamato la polizia? Non avremmo perso tutta la mattina, se lei avesse chiamato!

David Pitterson: Io non sapevo cosa fare, non volevo metterlo nei guai…

Scotty: Se non fosse per lei sarebbe in guai minori! Ci dica dove è andato, e da chi!

David Pitterson: Io non lo so! Vi ho detto tutto, ve lo giuro!

Lilly: Dove è andato ieri?

David Pitterson: Da un’amica di Marie, una che aveva conosciuto al liceo…

Scotty : Il nome!

David Pitterson: Sandy… Sandy Baker… mi pare…

Lilly: Se Peter commetterà una stupidaggine sappia che sarà anche colpa sua!

Scotty: Arrivederci

I detective uscirono dall’ufficio, appena furono più lontano Scotty scosse la testa, “Non è possibile e si definisce un amico!”, Lilly annuì concorde. Tornati in centrale iniziarono le ricerche di Sandy Baker, probabilmente era lei la chiave del caso, era lei che aveva rivelato a Peter il dettaglio che gli aveva fatto scoprire il colpevole. Will, Nick e Kat non erano ancora tornati dalla stazione, più il tempo passava più temevano di sentire il telefono squillare con la notizia dell’arresto di Peter per omicidio. L’unica a non partecipare alla tensione generale era Ann tranquilla e beata continuava a giocare, aveva già disegnato tutti e cinque i detective e il tenente, ora stava ordinando le matite che Lilly teneva sulla scrivania. Jeffries, Vera e Miller arrivarono molto tardi, si riunirono nell’ufficio di Stillman. “Perché le stazioni toccano sempre a me?” Chiese Vera a tutti e a nessuno, fece un sospiro e vedendo l’aria interrogativa dei colleghi rimasti in centrale, iniziò a spiegare “Ci siamo fatti tutti i bigliettai, gli inservienti e gli impiegati della stazione! Non potete immaginare quanti sono!” Will che era subito dietro lo interruppe “Smettila di lamentarti… alla fine abbiamo trovato un barbone che ci ha confermato di aver visto Peter e Ann questa mattina, ricordava la piccola perché gli aveva fatto un bel sorriso” tutti sorrisero a questa affermazione, quella bambina era davvero gentile, Kat continuò “E ora la bella notizia, il barbone ci ha assicurato che Peter ha preso un biglietto per Providence! Il che ci da più tempo, considerando che il treno che ha preso non era un diretto e che ha dovuto attendere a New York la coincidenza, dovrebbe essere arrivato a Providence da poco, se siamo fortunati non conosce l’indirizzo della persona che cerca…” “Quindi se tutto va bene abbiamo tempo fino a domani” la interruppe Vera. Stillman prese la parola “Lilly, Scotty avete trovato Sandy Baker?” “No capo, sembra non esistere…” rispose Scotty scuotendo la testa. “Avete provato tra i matrimoni? Forse a cambiato cognome…” propose Jeffries abituato più degli altri alla ricerca “No, avevamo appena finito di cercare tra i detentori di patenti quando siete arrivati voi, è un ottima idea inizieremo subito” disse Lilly. Uscirono tutti dall’ufficio pronti a cercare questa Sandy. Stillman bloccò la detective “Lilly, aspetta un attimo… devo chiamare i servizi sociali, non posso farne a meno…” Scotty che non era ancora uscito sentì la frase e rientrò nell’ufficio, Lilly era di spalle, ma anche da così poteva notare la piega presa dalle sue spalle, la forma che assumeva quando allontanava il dispiacere e il dolore per non soffrire, doveva fare qualcosa, si erano tutti affezionati a quella piccola, Lilly in particolare e lui non voleva che la bambina e Lilly soffrissero, quindi senza sapere bene perché intervenne “Capo, potrebbe stare con noi ancora un po’…” “Cosa intendi Scotty? Sono le sette deve mangiare e andare a dormire, non posso aspettare oltre!”, Lilly che aveva capito cosa volesse dire Scotty parlò “Potrebbe dormire da me… non sarebbe un problema e per lei credo sarebbe più facile che dormire in un istituto…” Stillman che si era affezionato alla piccola non seppe cosa rispondere, era ovvio che per la piccola era meglio stare con Lilly, però non sapeva quanto fosse legale. Li guardò e sospirò “Lo sapete che accetterei volentieri… farò qualche telefonata per vedere cosa si può fare, ma non vi prometto niente, chiaro? Ora andate a cercare questa Sandy…” Lilly e Scotty uscirono dall’ufficio trionfanti Lilly fece un enorme sorriso a Scotty “Grazie mille! Non avevo pensato a questa soluzione!” Scotty felice rispose “E’ per questo che siamo una coppia perfetta!” entrambi arrossirono, Scotty ancora più di Lilly non si era reso conto che quello che stava per dire poteva non avere che il significato di coppia di colleghi. A tirarlo dall’imbarazzo fu Vera che vedendoli lì imbambolati intervenne “Avete intenzione di darci una mano sì o no?”, non gli risposero, ma Scotty si rivolse di nuovo a Lilly “Speriamo che il capo ce la faccia…” poi più forte a beneficio di tutti disse “Andiamo, Vera senza di noi non ce la fa!”. Si godettero un po’ di rispostacce di Vera, poi tutti si rimisero al lavoro.

  
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