Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: RomanticGiuls    18/01/2014    4 recensioni
Cosa successe dopo? Cosa successe dopo i concerti, i tour, le biografie, i grandi successi e le grandi visualizzazioni di massa su YouTube?
I One Direction. Dicembre 2031
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Cosa successe dopo? Cosa successe dopo i concerti, i tour, le biografie, i grandi successi e le grandi visualizzazioni di massa su YouTube?

Dicembre 2031

Harry era immobile davanti allo specchio. I ricci non gli cadevano più davanti agli occhi. Ora aveva un taglio ordinato, giusto un po’ più lungo della media.
L’orologio da polso segnava le dieci del mattino. Si sistemò velocemente il bavero della giacca. Quel dicembre sembrava essere più freddo di tutti gli altri precedenti. E ormai il freddo lo infastidiva. In fondo, non era più un ragazzino. 37 anni e sembrava non volerlo accettare.
Non era felice. O meglio, lo era, ma non completamente. Avrebbe voluto che ci fosse lei a salutarlo mentre si allontanava dalla villetta a schiera. La villetta che avevano scelto, arredato, insieme. Ma lì sul vialetto a salutarlo non c’era nessuno. Aveva lasciato Amy da Anne. Fece una deviazione prima di dirigersi alla stazione. Le avrebbe portato un mazzo di fiori prima di partire.


“Papà, posso venire con te?” il piccolo Jamal si sporse verso il suo papà, in piedi davanti all’armadio.
“No piccolo. Il papà ha un impegno importante.” Spinse via alcune giacche appese poi sbuffò costernato. “Perrie, hai visto la mia giacca?”
La voce di sua moglie arrivò alle sue spalle. “Quale giacca Zayn? Ne avrai cento!”
“Quella blu, l’ho comprata una settimana fa!” Continuò a spostare furioso gli attaccapanni con appese le giacche.
Lei sorrise dolcemente poi gli posò una mano sulla spalla “hai provato a guardare nell’altra anta?”
“Non le metto mai li.” Era serio e fissò severo la moglie che tenendo una mano sul vistoso pancione si avvicinò all’anta alla destra di quella aperta e aprendola.
“Meno male che non la mettevi mai lì!” disse divertita indicando la giacca al marito.
“Lo sai che ti amo, vero?” scoppiò a ridere il moro.
“Vai o finisci per arrivare in ritardo!”
“Tanto loro mi conoscono!”


“Io davvero non capisco, possibile che ci sia tutta questa gente all’aeroporto anche di prima mattina?” Niall sbuffò dirigendosi verso il gate di imbarco.
“Ehi, che ti aspettavi!? Domani è la vigilia di Natale per tutti!” Lo rimproverò Greg, che si era gentilmente offerto di accompagnare il fratello minore.
“Theo, vuoi smetterla di trafficare con quell’affare e saluti tuo zio?” sbottò Greg guardando in cagnesco suo figlio.
Il biondino staccò gli occhi dal cellulare per fissarli in quelli di suo zio, per poi farsi stringere in un abbraccio.
“Mi ricordo ancora quando ti compravo le scarpette uguali alle mie. Sono passati diciassette anni, è inquietante.”
Niall strinse ancora il fratello, per poi dirigersi con il trolley al seguito, verso l’imbarco.
“Volo per l’aeroporto Robin Hood di Doncaster – Sheffield con scalo a Londra, giusto?” chiese all’hostess all’imbarco.
“Si signor Horan.” Gli prese gentilmente il biglietto. “Grazie di aver scelto di volare con noi.”


“Ma t – tu sei… non può essere. Sei Liam? Liam Payne?” Il treno era ancora in stazione e Liam stava cercando il vagone in cui aveva prenotato un posto in poltrona.
L’uomo dall’elegante abito gessato nero si voltò lentamente guardando incuriosito la proprietaria di quella bella voce.
“Si, sono io.” La donna teneva per mano una bambina che guardava spaesata la mamma.
“Mamma, chi è questo signore?”
La donna non rispose, continuò a guardare negli occhi quell’uomo che aveva sognato per anni da ragazzina.
Liam le sorrise dolcemente poi si incamminò verso il suo vagone.
Non si era ancora allontanato abbastanza da non sentire quella bella voce dire alla bambina: “Lui è stato il mio sogno per una vita intera.”
Liam amava le stazioni, gli aeroporti. Amava quei luoghi in cui le persone si rivedono dopo tanto tempo.
 Quelle persone che mollano valigie in mezzo alla strada e corrono ad abbracciare le persone che amano. Sono i luoghi dove le persone si amano, i luoghi dove ci si ritrova.


Arrivarono tutti a destinazione, chi in aereo, chi in treno.
All’appuntamento era in un posto preciso. Il Keepmoat Stadium. Alle 21:30 si sarebbe tenuta l’ultima partita dell’anno per i Doncaster Rovers.
Liam era sotto, da dove i giocatori entravano in campo. La partita era in corso.
Sarebbero entrati nello stadio alla fine della partita. Ma lui era solo. Non poteva crederci che gli altri si fossero dimenticati dell’appuntamento.
Si appoggiò al muro ispirando profondamente e chiuse gli occhi.
“Non ti starai addormentando, spero!” L’accento irlandese che sentì lo fece sorridere.
“Nialler!” Liam si allontanò dal muro e si avvicinò al biondo e lo strinse in un abbraccio. Era come se non fosse passato un giorno da quando lo aveva visto, invece era passato più di anno dalla loro ultima rimpatriata. “Come vedi siamo solo noi due. Harry e Zayn non ci sono.”
“Vieni con me.”
Liam seguì Niall fino fuori la porta anti- incendio. Appoggiato ad un moretto c’era uno Zayn con la barba più lunga di quanto si ricordasse e una sigaretta tra le labbra. Harry, in piedi di fronte a lui.
Dondolava su e giù, guardando distrattamente lontano. Era così. Harry era rimasto bloccato a due anni prima quando sua moglie Sarah aveva avuto delle complicazioni durante il parto per dare alla luce Amy. Non ce l’aveva fatta, ma la piccola sì. Harry viveva per lei.
I due si accorsero di Liam e Niall e gli andarono incontro.
CI furono abbracci e sorrisi, pacche sulle spalle. Erano pur sempre Fratelli.
Guardarono l’orologio. Il cielo era ormai buio, illuminato solo dai fari dello stadio.
Erano le undici e trentacinque. Probabilmente erano ai tempi supplementari.
Era ora di andare.


A mezzanotte meno dieci la partita finì, con la vittoria dei Doncaster Rovers.
Lo speaker annunciò ai tifosi locali di aspettare perché ci sarebbe stata una sorpresa per un tifoso speciale.
Loro quattro, nell’ombra che li avvolgeva sorrisero.
Il loro Peter Pan stava per diventare ancora più grande.
A mezzanotte meno cinque il microfono arrivò tra le mani di uno dei quattro e la voce rimbombò nello stadio.

“40 anni fa tra qualche minuto, è nata una persona speciale. Qualcuno che ha segnato la mia vita profondamente.” Liam.

“21 anni fa, era un numero, uno dei tanti. 155204.” Harry.

“21 anni fa, è rimasto un numero, non più uno dei tanti. Era 1/5 di qualcosa che era completamente nuovo. Era il Peter Pan del gruppo, nonostante fosse il più grande.” Zayn.

“E ora, a distanza di ventunanni, nel giorno del suo quarantesimo compleanno, è ancora un quinto.” Niall.

Erano tesi quando la voce dello speaker li chiamò. “E gli altri quattro quinti sono qui per festeggiare con lui e con tutti noi, il suo quarantesimo compleanno.”

Uscirono insieme mentre gli applausi si diffondevano nel grande stadio.
Arrivarono nel campo. Alzarono le braccia in saluto. Ma Louis dov’era?
Gli applausi continuarono.
Quando, da dietro una transenna, un uomo con per mano un bambino si affacciò, dirigendosi verso di loro. Era lui, era il loro Louis.
Louis li aveva li, di fronte a lui, e non poteva crederci. Erano li per lui.


Ecco cosa succede dopo tutti i grandi successi, dopo tutta la storia che si fa.
Si rimane una famiglia. Qualcosa di senza tempo.
Chi c’era all’inizio, ci sarà anche alla fine.

 

   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: RomanticGiuls