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Autore: Melitot Proud Eye    18/01/2014    3 recensioni
«Cerchiamo di essere maturi, anche se sarà difficile.»
«Cerchiamo di non essere masochisti, anche se sarà impossibile» ribatte Thor.

[Thunderfrost] [pseudo-incesto] [future!fic post-Avengers/TDW]
Genere: Angst, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Loki, Thor
Note: Movieverse | Avvertimenti: Incest
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Note: questo è nientemeno che il prototipo di Doveri, quando ancora, povera ingenua, credevo di cavarmela con una doppia flashfic *ride* Magari postarlo mi farà perdonare per il mezzo hiatus di Doveri (come no XD). 
Lo potete anche leggere come pezzo a sé, ambientato in un lontano, pacifico futuro, ma credo abbia più senso se avete letto la serie
Presso fuochi di campo e troni di re incoronati fino alla parte XII. E' editato rispetto alla versione che ho sul mio lj. Che altro aggiungere... spero vi piaccia anche se è una scemenza angst-fluffosa!
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Il sovrano che sposerà Asgard




I



Deve convincere Thor a sposarsi.
Loki è un politico affinato; sa che mettere sul trono di Asgard una regina con parentele influenti e un corpo sano è la mossa giusta. Garantirà un futuro di pace a tutti i regni, come un tempo fecero le nozze di Frigga. (Capricci dei figli adulti a parte.)
Purtroppo, Loki è anche una persona profondamente egoista – e in particolar modo quando si tratta di Thor Odinson. Considerato quello che hanno, essersi accollato la seccatura organizzativa del tutto gli sembra già un sacrificio enorme. Non vuole impiegare uno sproposito di energie per convincere il futuro sposo, tante grazie.
Com'è naturale, quindi, Thor s'impegna a combattere l'idea passo per passo.
«Per favore» sbotta, interrompendo l'ultimo panegirico. «Non vorrei Krimildhe neanche se fosse l'ultima donna dei Nove. Senza offesa al suo onore.»
Studio privato, ala personale del Válaskjálf. Una bella giornata. Pochi impegni.
Loki quasi senza argomenti.
Le cose che deve sopportare.
«Sigyn, allora.»
Thor lo scruta nel modo in cui scruta i comandanti d'incerta lealtà, facendo ruotare un pennino sulla punta. «No» risponde, lento.
«Hyordisa.»
«No
«Vigdys?»
Il pennino si conficca nel libro di rendiconto. Thor si alza dalla scrivania.
«Basta, Loki.»
Va al focolare spento, tocca un cimelio sulla cornice, lo posa. Va alla finestra. Lì, sfiatando come un drago, sfrega le nocche di una mano sul davanzale, indeciso forse tra lo spellarsele contro il marmo e l'usarle per sfondare le vetrate. In altre circostanze sarebbe divertente da osservare. Al momento, Loki vorrebbe solo prenderlo per la nuca e sbattergli la faccia contro il muro.
«Sono stanco di questo carosello» sta dicendo, mentre Loki si gode il sogno a occhi aperti. «Balli, feste, cerimonie... le fai costare più di una guerra e sono inutili. Non c'è bisogno di una regina sul trono di Asgard.»
Loki disaccavalla le gambe e si alza a sua volta.
«Certo che ce n'è» dice, incoraggiante. «Ogni sovrano ne ha bisogno.»
«Mi correggo» è la risposta che incombe dall'alto, capelli biondi e occhi torvi. «Non voglio una regina.»
Si fissano.
«E lo sai. O la memoria ti viene meno?»
Loki sospira e si costringe a non incrociare le braccia, perché non è più un ragazzo – ma i suoi occhi cercano il soffitto.
«Cerchiamo di essere maturi, anche se sarà difficile.»
«Cerchiamo di non essere masochisti, anche se sarà impossibile» ribatte Thor.
Lo ignora, benché ormai la spina sia confitta in profondità, più dolorosa a ogni respiro. Se solo Thor capisse e la smettesse di opporsi. Ogni giorno d'incertezza è tortura per entrambi, niente di più.
E cosa devono fare, in fondo? Certo non separarsi. Soltanto sopportare un terzo incomodo per il minimo tempo richiesto. Non è una rivoluzione.
(La sua gelosia si dissocia con sentimento.)
«Credevo che un re avesse dei doveri» dice, mantenendo la calma. «Tu devi garantire la successione, o presto sarà il caos.»
Thor lo guarda come se fosse lui, il povero imbecille.
«E ho bisogno di una donna per questo?»
Una domanda del genere, qualche secolo fa, e Loki avrebbe raso al suolo tutta l'ala; detesta esser trattato da idiota, soprattutto in famiglia.
«Non sembri ubriaco» gli rivolge un sorriso-coltello, «ma di certo sei irritante.»
«Sei tu che fai finta di non capire.»
«Cosa c'è da capire?» esclama, esaurita la pazienza. Norne salvatelo. «Devi fare dei figli; per fare dei figli hai bisogno di qualcuno che abbia un utero degno, e per avere qualcuno che abbia un utero degno devi sposarti in una...» l'espressione di Thor si fa incoraggiante «...casa reale.»
Thor non ha problemi a incrociare le braccia. Su di lui non stona. «E naturalmente non conosci nessuno, qui, che corrisponda alla descrizione.»
Loki sente caldo e freddo come se qualcuno lo avesse appeso al soffitto per le caviglie.
Ha la bocca troppo secca per rispondere a tono. Ci ha pensato, ha sperato, ma il realismo che fa di lui un buon politico ha subito scartato l'idea. Sarebbe un'idiozia. Peggio, un'idiozia dannosa.
Invece quel–quel–glielo sta chiedendo davvero. Non si rende conto di niente.
Thor gli chiude le dita intorno a un avambraccio e lo avvicina, tirandolo nel fascio di luce ambrata della finestra. Intorno a loro, lo studio è intimamente silenzioso.
«Perché non vuoi prenderlo in considerazione?»
Loki distoglie lo sguardo. «Lo sai perché, stupido.»
«Questa volta fai previsioni sbagliate. Non ci porterà alla rovina» con un movimento riattira i suoi occhi, «ma alle vette, dove nessun altro è mai arrivato.»
«Questo lo dici tu.»
Un mezzo sorriso. «Non solo io.»
«Non hai mai pensato che, forse, nessuno l'ha mai fatto perché sarebbe disastroso?»
«Penso che non ci sia stata mai occasione. E penso che qualcuno, in passato, sia stato codardo a non crearla.»
All'insulto indiretto, Loki viene attraversato da una scarica di risentimento. Ma non può durare a lungo, oggi, quando Thor lo guarda in quel modo.
«Unisciti a me, Loki. Davanti a tutti.»
Dalla sua gola esce un verso strano.
«Hai la corona di Jötunheim. Sii il sovrano che sposerà Asgard, dalle eredi luminosi... e insieme regneremo.»
«Da consorti?» fa, incredulo. «Thor, essere amanti è una cosa
»  Stringe le labbra. «Il Padretutto non può prendersi nel letto dinastico la bestia del Ragnarök.»
Prevedibilmente, quelle parole mandano Thor su tutte le furie. Loki si ritrova le spalle strette in una morsa.
«Ancora questa storia! Tu non sei–»
«Va bene, forse non sono una bestia» dice, in nome del quieto vivere. L'ironia ha le gambe lunghe. «Ma sono chi scatenerà la fine. Lo sappiamo: abbiamo visto nel passato.»
Il viso di suo non-fratello si deforma. Loki si trova avvolto e protetto dalle uniche braccia che gli abbiano mai dato conforto.
«La storia non è invariabile come vuoi credere» gli sussurra Thor all'orecchio, gola stretta. «Ma se anche dovesse ripetersi, potresti far sì che stavolta non sia colpa tua.»
«Cambierebbe qualcosa?» mormora.
«Per me tutto. Tutto, Loki.»
E quelle poche parole riescono dove tutto il resto ha fallito.
Non c'è altra via, ormai. Non c'è mai stata. Sa che, per lui, tenterà.



   
 
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