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Autore: Lau_McKagan    18/01/2014    2 recensioni
“…ho solo bisogno di stare da solo per un po’, lontano da qui, da tutto questo… ho fatto un bel casino”
“E stai scappando dalle conseguenze”
“Si, lo sto facendo”
“Forse non è stata una buona idea”
“Forse avrei dovuto farlo da un pezzo, non credi?...”
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Comincio prima oggi... Allora, scusate per il titolo, faccio pietà lo so XD di solito metto i numeri e stop, ma vabè, questa volta ho voluto esagerare, no comment. Subito subito ringrazio tantissimo Bettajovi, Swan74 e VickyDepp (<3) grazie fanciulle che vi adoperate a leggere questa... cosa. Questo capitolo comunque non doveva proprio esserci, cioè, come al spolito doveva essere tutto molto più breve, ma poi mi dilungo, e l'orridio zio Terry ha avuto più spazio del previsto. Spero sia finita qui con lui, già mi da fin troppo sui nervi.
Non aggiungo altro, solo buona lettura!
Lau



***

Terry non amava particolarmente andare a prendere Jared a casa del fratello. Non amava le occhiate torve che Shannon gli riservava, non amava le raccomandazioni che rifilava a Jared ogni volta, e non amava nemmeno quell’aria preoccupata che gli si leggeva in faccia. Bè, la cosa era reciproca, nemmeno a lui piaceva Shannon. Troppo rompicoglioni, diceva. In fondo non obbligava di certo Jared a cercare la sua compagnia. Era Jared che lo cercava, e finchè l’avesse fatto lui non si sarebbe tolto di mezzo, come invece era chiaro che il maggiore dei Leto desiderava.
Iniziò a suonare il clacson, prima o poi sarebbe sceso, ma non aveva alcuna intenzione di andare alla porta e imbattersi in quell’animale del fratello.

Shannon guardò fuori dalla finestra “Ancora lui, cazzo!” fece tra sé irrigidendo la presa della mano sulla tenda. Sentì dietro di lui dei passi veloci, e si voltò appena in tempo per vedere Jared che scendeva le scale “Jared!”
“Ci si vede Shan”
“Dove stai andando?”
“Esco”
“Lo vedo! Jared, non…”
“Finiscila! Non sono un bambino ok?! Non ho bisogno delle tue fottute raccomandazioni, e per la cronaca, frequento chi cazzo mi pare, fattene una ragione!” urlò.
Shan scosse la testa guardandolo “Sai, odavo Farrell per come ti faceva stare… ma… odio di più Terry per quello che ti ha fatto diventare” rispose amaramente, ferito da quel comportamento che Jared gli stava riservando, e che no, non si meritava.
Jared rimase a fissarlo dopo quella frase. Era stata una perfetta stilettata dritta la cuore, faceva male, perché era vero. Ma non poteva farci niente “Ciao Shan” ripetè voltandosi, e uscendo dalla sua casa, salendo dritto in macchina di Terry.
A Shannon non rimaneva che sperare, in qualsiasi cosa.

“Tuo fratello ha rotto ancora le palle mmm?”
“Dai, andiamo” rispose semplicemente Jared, con il cappuccio calato in testa, mentre Terry ripartiva, e la sua mano andava lascivamente a posarsi sulla sua gamba “Hai portato qualcosa?”
“Ho tutto a casa. Che succede Jay Jay?”
Anche Colin lo chiamava così, e glie era sempre sembrato il suono più dolce del mondo “Ho bisogno di distrarmi”
“Hai litigato con Shannon? Cazzo, sei stato nominato agli Oscar, dovresti festeggiare, non sballarti con il sottoscritto... non che non mi faccia piacere, sia chiaro”
“Taci Terry, ho mal di testa e non mi va di parlarne…” tagliò corto.
In realtà Terry immaginava il motivo di tanto malumore. Mica era scemo, aveva letto i giornali. E poi a Los Angeles non si parlava d’altro. Jared gli aveva raccontato tutto di loro, o per lo meno le cose importanti. Ma ora nominare Colin era fuori discussione, perciò se ne stette zitto, godendo del fatto che almeno avrebbe passato un pomeriggio interessante.  Jared in quello stato poteva essere uno spasso.

Difatti non passò molto che si trovarono a casa sua. Jared solo con i pantaloni addosso e già piuttosto fatto, continuava a ridere e a mettersi in posa mentre lui scattava foto. Era una meraviglia. Aveva un corpo invidiabile, ed era bello da stare male. Era anche tremendamente sexy, e già pregustava le attenzioni che gli avrebbe riservato in seguito. Ancora una pasticca, e poi sarebbe stato cotto a puntino.
“Bravo, così… che ne dici di levarti anche quelli? Un bel nudo da aggiungere alla collezione privata dello zio Terry”
Jared rise “Il solito porco”
“Avanti, so che ti piace…” Jared si stava sbottonando i pantaloni lentamente, barcollando in modo casualmente sensuale e provocante “Così, si…” e Terry scattava, senza sosta, continuando anche quando i pantaloni di Jared finirono a terra lasciandolo meravigliosamente nudo davanti a lui “Oh si, diamine Jay, ora dovrai succhiarmelo per bene, perché non vieni più vicino?”
Il sesso con Terry non era mai stato un gran che, a volte si chiedeva come cavolo ci si era ritrovato. In un certo senso Terry riusciva a dargli quello che voleva. Compagnia, amicizia, qualche anfetamina di tanto in tanto, e perché no, un po’ di sfogo fisico. Non si era mai fatto scopare però, chissà perché. Terry avrebbe sicuramente voluto, spesso allungava le mani sotto di lui toccandolo molto più intimamente, ma Jared aveva sempre gentilmente schivato quel genere di attenzioni. Però si toccavano, Jared glielo succhiava e accadeva anche che Terry ricambiasse il favore di tanto in tanto, e si lasciava fottere.  Ma quel giorno, Terry sembrava particolarmente su di giri, forse pensava che lo stato di sconforto in cui Jared era caduto, misto alla roba che gli aveva dato, avrebbero giocato a suo favore,  facendolo cedere e concedendogli ciò che ancora non aveva avuto modo di provare.
Ma quando Jared sentì le sue dita cercare di spingersi dentro di lui, si ritrasse, spingendolo via “N… no…”
“Su Jay… so che lo vuoi anche tu…”
“No!” urlò, scostandosi “No… Terry, questo no ok?”
“Andiamo, che stronzata è questa?!” sembrava piuttosto incazzato “Me l’hai appena succhiato, che differenza vuoi che faccia?!”
“Fa differenza invece… per me... mi dispiace, io… io devo andare” Jared iniziò ad avere paura, non di Terry, ma di se stesso. Raccolse i vestiti sparsi in giro e si rivestì “mi dispiace” ripetè di nuovo, mentre Terry, ancora nudo e sdraiato a terra, non cercò nemmeno di fermarlo.
“Chiamami quando sarai di umore migliore!” gli urlò soltanto.


Uscì dal suo appartamento in uno stato pietoso. Era confuso, disorientato, e aveva davvero paura di quello che era diventato. Shannon aveva ragione. Si sentiva una persona schifosa adesso. L’effetto della roba stava passando mentre camminava al freddo per la strada, lasciando posto ad una voragine che lo stava divorando. Pianse, gli occhi appannati faticavano a mettere a fuoco la strada, fu un miracolo che riuscì a tornarsene a casa. Si chiuse la porta alle spalle e crollò a terra singhiozzando, l’unico suono in tutto quel silenzio, oltre a quello della sua anima che lentamente cadeva a pezzi. 
   
 
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