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Autore: fraviaggiaincubi    19/01/2014    1 recensioni
Dal capitolo 7
“Un’arma?”domandò debolmente e il Nazgul annuì soddisfatto che la sua preda si interessasse delle sue parole, non c’era niente di meglio che allarmarlo facendogli intuire su quale baratro stesse per scivolare la Terra di Mezzo. Con un sorriso sadico che l’uomo non poteva cogliere proseguì: “Esatto, un’elfa che contiene in sé anche il sangue di uno stregone della terra di Angmar.”si indicò con un gesto teatrale. “Capace di creare guerrieri invincibili...
Genere: Drammatico, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kili, Nuovo personaggio, Tauriel, Un po' tutti
Note: Movieverse, OOC, What if? | Avvertimenti: Violenza
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Capitolo 2
 
Passato perduto
 
Ho solo una cosa da dire miei lettori/lettrici, anche silenziosi, che fino a qui siete dunque giunti.
Intanto grazie, soprattutto se avete lasciato recensioni di ogni tipo, ma anche di prepararsi, leccatevi i baffi(magari voi maschi) e mettetevi comode, sto per stravolgere il Signore degli anelli con una rivisitazione che spero Tolkien non si rigiri nella tomba. Ah ah non lo faccio se non a scopo di divertimento, ma comunque avverto per chi voglia sapere, la storia originale(almeno una parte) verrà stravolta per diventare la mia fic, io vi ho avvertito;)
Buona lettura!
 
 
“No.” bisbigliò Tauriel mentre osservava pallida le figure avanzare entrando nella verdeggiante radura. Sembrava che la loro presenza la inquinasse turbando la dolcezza dei momenti che fino a poco prima erano avvenuti, come acqua che si infiltrava dentro ad un frutto marcendone il cuore all’interno allo stesso modo i nove cavalieri neri distruggevano il luogo segreto racchiuso dentro quella foresta.
Il primo ad avanzare emanava un tale potere che Tauriel sentiva la magia oscura sussurrare dentro di lei, come a scavarsi una strada verso il suo essere più segreto e inviolato, quello che voleva dire due semplici parole a Kili capaci di mostrare il suo amore, quello che affondava nel suo sguardo e che lo cercava la notte nel letto per sentire il suo calore, quella parte dolce e vulnerabile di lei come la brina sulle foglie ora lottava per fuggire a quel male e Tauriel si accorse di non avere la forza di lottare. La magia di quella presenza le distruggeva ogni ribellione e l’elfa si premette le mani sulle orecchie appuntite appena il sussurro dell’essere la raggiunse come una frustrata.
“Siete voi Tauriel e Kili?” domandò il cavaliere in testa al gruppo e la sua voce uscì dal buco nero posto sotto la maschera di ferro sul capo, tagliente come la lama di una spada e oscuro come la notte più nera.
Kili lo guardò con astio e sfida stringendo Tauriel a sé. Per la prima volta da quando la conosceva, l’elfa non lottava. Si limitò a stringersi a lui tremando e la sua voce flebile giunse al suo orecchio: “Io lo conosco.”
“Cosa?”. Il nano la fissò cercando il suo sguardo e lei ricambiò con terrore, un sentimento che mai aveva letto in lei. “Tauriel chi è lui?”le domandò, ma non fu lei a rispondere.
“Forse dovresti chiederlo a me Kili il nano. Dopotutto è di me che parli.”sibilò infastidito il cavaliere e anche se non aveva viso al nano crebbe la sensazione che stesse ridendo. Non poteva sapere quando lo avrebbe fatto e nel momento che la voce parlò di nuovo al posto della lingua corrente ne uscì uno strano suono sibilante, come il fuoco nella carne o il lento penetrare di una lama nel petto e Kili urlò portandosi le mani alle orecchie. Quella strana lingua gli bruciava la mente come se qualcosa scavasse nella sua testa e solo quando smise di pensare a quelle parole incomprensibili il dolore scemò lasciandogli solo il sudore che scivolava sulla fronte appiccicandogli i capelli neri alle tempie. Tauriel accanto a lui gemeva piano sussurrando nella sua lingua elfica e Kili si accorse dell’intenso bruciore alla lingua, come se non bevesse da giorni.
“Che cosa ci hai fatto?” domandò con voce impastata tentando debolmente di alzarsi e il cavaliere rise, una risata fredda e senza gioia. “La lingua di Mordor ti turba giovane nano? Che peccato, dove andiamo è il mezzo di comunicazione più diffuso”. Si sporse dall’immenso destriero nero accarezzandogli con una mano coperta di scaglie di metallo il muso scavato e scese a terra in un frusciare di stoffa. Kili osservò i giochi di luce riflessi sul tessuto, liquido come acqua e lucido come seta. Sembrava quasi magnetico e si perse in esso mentre il cavaliere avanzava.
Giunto di fronte al nano lo stregone di Angmar lo afferrò per il collo stringendo la presa e lo sollevò da terra come se non pesasse nulla. In confronto a Kili era alto il doppio e il potere che scorreva in lui avrebbe piegato il suo corpo come un ramo spezzato, ma la presa sul collo non si strinse troppo e di nuovo la lingua nera scivolò fuori dal cappuccio accompagnando in una danza le grida di Kili.
“Come sei patetico.”lo derise il Nazgul e stavolta anche gli otto cavalieri neri alle sue spalle risero divertiti comunicando tra loro nella lingua nera. Uno di loro avanzò frenando il destriero ed estrasse una lama scura pulsante di magia oscura. “Sauron ha detto di portarli vivi, ma non necessariamente interi mio signore.”disse con voce carica di desiderio e lo stregone afferrò la lama puntandola al petto del nano, dove il cuore scorreva sotto la carne. “Sauron sa bene come farmi deliziare.”fu il suo unico commento e a quelle parole Kili tentò di divincolarsi, ma la presa era ferrea e le placche taglienti gli ferirono la carne, lasciando scivolare il sangue sul braccio del Nazgul.
Lo stregone puntò la lama al petto sfiorandolo con delicatezza. “Fammi ascoltare il tuo dolore nano. Manca all’appello della mia collezione di vittime uno della tua razza, sarà divertente farti desiderare di essere morto.”sibilò maligno, ma prima che la lama affondasse qualcosa scattò agile come un felino colpendolo al braccio e con uno stridio lo stregone mollò la presa furioso.
Kili cadde a terra mentre Tauriel si poneva di fronte a lui. Gli occhi castani brillavano di furia e il corpo esile era teso e fremente, pronto all’attacco.
“Toccalo un’altra volta e desidererai tornare dal tuo padrone strisciando sul ventre.”minacciò con voce vibrante di collera.
“Tauriel”. L’elfa si voltò verso la voce di Kili e all’istante le fiamme nei suoi occhi diventarono limpide polle di amore e preoccupazione. “Kili.”rispose chinandosi su di lui, ma il nano avvertiva che era ancora all’erta contro eventuali attacchi. “Sei ferito.”bisbigliò l’elfa sfiorando il sangue sul collo del nano, ma Kili scosse la testa alzandosi. “Dobbiamo scappare, non sei nemmeno armata e lui...lui...avverto un forte potere oscuro in lui.”la pregò e Tauriel si morse il labbro, ma prima che potesse parlare una mano gelida l’afferrò congelandole il braccio in una morsa. Tauriel avvertì il potere dello stregone avvolgerla e tentò disperata di afferrare la mano del nano, ma ogni cosa si scioglieva sotto il suo tocco come fango nella pioggia. La radura svanì davanti a lei e il viso di Kili sfumò assieme ad ogni rumore mentre la sua mente veniva trasportata indietro, in un passato che a lungo era stato perduto.
 
Una piccola elfa piangeva disperata, le mani minuscole aggrappate al braccio senza vita di una donna. Una pozza di sangue si allargava sotto di lei impregnando una chioma dello stesso intenso rosso, come tentacoli che si scioglievano portandosi via la vita che un tempo aveva animato il pallido viso dagli occhi sbarrati riverso a terra.
“Mamma, ti prego alzati arrivano. Dobbiamo andare.”singhiozzò la piccola elfa scuotendo il corpo senza vita. Si aggrappò al petto, ma con uno strillo dovette di nuovo allontanarsi, la piccola mano completamente zuppa di sangue là dove l’aveva posata sull’immenso squarcio di una lama, il biancheggiare delle ossa in rilievo.
“Mamma...”. La bimba si alzò tremante voltandosi con uno scatto. Una figura nera avanzava verso di lei portandosi dietro un corpo senza vita. Terrorizzata l’elfa attese che la sovrastasse incapace di muoversi e quando ormai stava per travolgerla la figura gettò a terra il corpo. Una testa rotolò trattenuta da una vena bluastra al collo decapitato e il viso pallido si fermò rivolto versò la piccola mentre dalla bocca sfregiata da segni sanguinanti di denti una voce usciva in un lieve ansimare: Tauriel, è colpa tua se siamo morti, Tauriel.”
“Papà.”pianse la bimba terrorizzata, le lacrime che scivolavano sulle guance. “Papà ho paura.”pregò, ma nessun rispose al suo appello.
“Ci hai uccisi, ha strappato la nostra vita ed è colpa tua.”intonò un’altra voce e l’elfa stesa a terra girò di scatto la testa, gli occhi privi di vita. “Maledetta, vorrei non fossi mai nata.”
La bimba scoppiò in singhiozzi, il corpo scosso dal pianto. “No mamma, ti...ti prego.”
“Mi hai ucciso te!”urlò il cadavere più forte e un fiotto di sangue uscì dalle labbra esangui. “Il tuo sangue urla malefici dalle tue vene.”
“Ucciso...”urlò la testa dell’uomo tentando di afferrare con la bocca sfregiata la caviglia della bimba, che si spostò urlando terrorizzata mentre la figura nera davanti a lei scoppiava a ridere.
“Non dovevi nascere.”
“Figlia di uno stregone e di un elfa.”
“Sangue malvagio...”
“Corrotta e impura. Assassina!”
“Maledetta...”
 
“No, basta!”
Tauriel gridò e la visione si interruppe. Sentì la mano dello stregone lasciarla e cadde a terra accorgendosi di avere il viso inondato di lacrime. Non aveva mai visto quei ricordi e nemmeno rammentava il suo passato prima che re Tharandil l’accogliesse e l’allevasse. Per anni le avevano detto che l’avevano trovata nel bosco, sola e senza nome e da lì l’avevano chiamata Tauriel, figlia del bosco, crescendola come un’elfa del Reame Frondoso, ma qualcosa le sussurrava che quelle visioni che quell’essere le aveva mostrato erano vere perché la figura che rideva davanti ai suoi genitori uccisi era lui. Anche dietro le palpebre poteva vedere la luce della luna che si rifletteva sulla maschera di ferro sul capo.
Lo stregone di Angmar. Ecco perché conosco questo nome.
Tauriel capì perché la sua vista aveva acceso il suo terrore. Era nel suo passato, nel suo passato perduto e ora che aveva portato alla luce gli orrori dimenticati il Nazgul la osservava dall’alto divertito, lo avvertiva dalla posa vittoriosa del suo portamento.
Offuscata dalle lacrime Tauriel avvertì la presa forte di Kili e si abbandonò contro di lui piangendo. “Ho ucciso i miei genitori Kili.”pianse, aspirando il profumo del suo corpo che fino a quel momento le aveva dato conforto. “Il mio passato, l’ho visto.”
Kili la fissò sgomento stringendola disperato prima di percorrere con lo sguardo quella figura vestita di nero e potere oscuro ritta di fronte a lui. Antichi racconti parlavano di Mordor e di stregoni e forze antiche che un tempo avevano dominato quelle terre, ma mai Kili avrebbe pensato di incontrarli.
Da dove vengono e cosa vogliono da noi.
“Che cosa volete?”gridò furioso odiando quell’oscurità senza volto che ricambiava il suo sguardo. “Rispondete!”incalzò con rabbia avvolgendo Tauriel per proteggerla. Avvertiva che il Nazgul l’osservava con avidità e lo odiò ancora di più.
Lo stregone di Angmar finalmente parlò e la sua voce gelida colpì Kili come se lo avesse fatto fisicamente: “Sauron, il mio signore desidera l’elfa Tauriel. Essa è figlia di uno stregone della mia antica stirpe estinta e di un’elfa e il suo sangue racchiude il potere che cerchiamo per creare un’armata perfetta che distruggerà ogni popolo della Terra di Mezzo.”
Kili spalancò gli occhi mentre l’orrore e il terrore avvolgeva il suo corpo, paralizzandolo come un veleno. “Sauron? Ma lui non esiste da secoli, è stato distrutto, lo dicono i grandi scritti!”gridò, ma il Nazgul lo ignorò voltandosi in un elegante fruscio del mantello. “I grandi scritti stanno per cambiare e lei è la chiave.”rispose annoiato con voce monocorde indicando l’elfa tra le sue braccia. Si rivolse al suo silenzioso seguito: “Catturateli.”
I Nazgul obbedirono avanzando, ma Kili si pose di fronte a Tauriel. “Non vi lascerò prenderla.”disse con sfida e la risata gelida dello stregone derise la sua patetica difesa mentre la sua voce fredda lo schiaffeggiava:“Tranquillo piccolo nano, vieni con noi anche tu. Ci serve una leva per far collaborare il tuo piccolo amore.” disse con cattiveria e una strana litania scivolò da sotto il suo cappuccio.
Kili sentì qualcosa stringerli i polmoni e disperato lottò per respirare, ma era come se annegasse lentamente. Ignorando il terrore che lo attanagliava facendo battere impazzito il suo cuore con un ultimo sforzo afferrò la mano gelida di Tauriel, immobile a terra, lo sguardo perso nel vuoto e la strinse mentre tutto diventava buio.
Perdonami...amore mio.
 
 
Wella, che record questo capitolo sarà un po’più lunghetto e sfornato oggi, incredibile!!!
Non adagiatevi comunque non posso sostenere sempre questi ritmi, dipende da molti fattori e ho un’altra fic in via di conclusione da aggiornare quindi dovrete aspettare(non troppo dai, sono veloce) il capitolo 3, curiosi?=B
Non vi deluderò vedrete, Mordor riserva sempre capitolo molto belli, quelle parti mi vengono sempre bene, ma non voglio vantarmi,lascerò a voi decidere e valutare e nel caso vogliate lasciare una recensione piccola piccola, - o +, ve ne sarò grata>.<
Ah, dimenticavo, se siete interessati ad una bella storia d’amore(tema principale il mare!) scritta veramente bene e molto bella ecco qui il link, se vi capita dateci un occhio è veramente scritta bene e avvincente. E’ in corso, ma la ragazza è veloce, ho letto altre fic molto belle scritte da lei.
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2390814
Ancora grazie a chi legge questa fic<3, buonanotte^.^
Fraviaggiaincubi
 
 
 
 
 
  
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