19/01/2014
1 recensioniUn amico. Il mio.
Ehi Marco, ora che ci penso, non abbiamo avuto molto tempo per raccontarci le ultime minchiate fatte durante il campo d'addestramento! Tu crollavi sempre appena entrato in baracca, mentre io passavo le notti insonni a tremare dalla paura di morire da un giorno all'altro. Così siamo arrivati fino al giorno della "prova" generale, eppure tu non sapevi ancora alcune cose di me, e adesso non le saprai mai più. Ricordi che ti avevo parlato della ragazza dai capelli corvini, meravigliosa, bhè... lei mi piace. Un sacco. All'inizio credevo di avere qualche speranza visto che ero uno dei migliori cadetti, ma poi ho visto che aveva occhi solo per quel novellino sfigato. Eren. Cos'avrà lui in più? Non ci sono ancora arrivato. Ma continua ad occupare i miei sogni. Non posso farci niente. Sai mi mancano molto le nostre chiacchierate al villaggio, davanti ad un piccolo falò, mangiando schifezze raccolte in giro e parlando di tutto e di più. Tu sei stato sempre al mio fianco, dandomi coraggio e spronandomi verso obiettivi che avevo creduto irraggiungibili. Anche quel giorno, tu mi dissi che non ero forte, ma che proprio lì stava la mia forza... Ridicolo no? Mi avevi appena ringraziato per averti fatto giungere sano e salvo alla base per il rifornimento di gas. Già. Quello stramaledetto giorno. Cos'è andato storto? Non mi perdonerò mai per la tua scomparsa. Lì da solo... Nessuno ha visto nulla e quelli che hanno visto sono morti con te. Questo mondo fa schifo. Ne sono sempre più convinto. Perchè non possiamo semplicemente estinguerci? Perchè dobbiamo continuare a lottare per un futuro che non esiste? Per un libertà che non giungerà mai? Dobbiamo rassegnarci a vivere dentro queste quattro mura oppure farci mangiare vivi da quei maledetti titani. Vedi amico, io sono diverso da quel cretino di Eren; io non sento il fuoco esplodermi nelle vene, non sento la vendetta che mi devasta... Non sento nulla. Voglio solo nascondermi. Cancellare tutto questo orrore. Ricominciare. Non è possibile vero? Ma con te al mio fianco ero sicuro di poter fare qualunque cosa, pensavo pure di entrare nell'unità di Ricognizione. Ma ho paura. Cosa devo fare? Dimmelo ti prego. Cosa mi diresti adesso? Qui, davanti alla piazza per i reclutamenti, davanti alla paura di molti e alla determinazione di pochi. Rimanere? Fuggire? Cos'è più giusto fare? Amico mio, non sai quanto vorrei che ancora una volta tu mia guardassi e mi dicessi “sono qui”, non chiedo molto... Quello può bastare. Io avevo immaginato un futuro diverso per entrambi: entrare nella polizia e stare al sicuro dentro le mura. E invece eccomi qui, disposto a sacrificare la mia vita fuori. Fuori, dove non ci sono ripari, dove non si è al sicuro. Ma che importa? Chi mi piangerà da morto? Nessuno. Perchè ti sei fatto uccidere? Detestavi davvero così tanto la tua vita? Non ci credo! Tu eri come tutti noi: immobilizzato dalla paura di morire, di fare errori, di vedere amici morire... Ma adesso ho deciso. Non m'importa del futuro che no vedrò mai, voglio vivere appieno questi pochi anni che mi sono stati dati. Non importa quanto vivrò ancora, ma tutto quello che farò lo farò per te, per l'umanità, anche se sarà inutile, anche se provocherà un altro sterminio. Adesso capisco perchè ti volevo vicino a me. Hai dovuto morire perchè lo capissi. Che stupido eh?! Tu nella tua fragilità eri sempre positivo, sorridente. Eri tu il mio leader. Io ho ancora bisogno di te, del tuo appoggio, della tua amicizia. Ho bisogno di te.
Ti prego, rimani per sempre nella mia memoria. Non la lasciare.
Ti voglio bene.
Jean