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Autore: slanif    19/01/2014    2 recensioni
Draco/Harry
La fan fiction si svolge in un mondo futuro, non meglio identificato, in cui c'è una battaglia finale tra Harry e Draco, amanti ma nemici. E' la fine di tutto. Chi vincerà?
Quella che vi trovate davanti è la prima fan fiction che scrivo su "Harry Potter" da... secoli, credo! Almeno sei o sette anni, direi! Perciò... spero di aver combinato qualcosa di buono!
Inoltre, Harry forse vi apparirà OOC, ma vi posso assicurare che per la visione che ho io del personaggio, per me è assolutamente IC! Comunque ho messo l'avviso, perchè comprendo che non è così praticamente per nessuno! XD!
Se vorrete commentare, ne sarò davvero felice! :)
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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End
di slanif

**

Ti guardo, mentre sei lì, mezzo morto.
Vorrei ucciderti, la mia rabbia me lo ordina.
Vorrei sgretolarti, massacrarti e distruggerti.  Disintegrarti.
Vorrei con tutte le mie forze lanciarti contro questo Avada Kedavra e farla finita una volta per tutte.
Vorrei disperatamente farla finita, con te, adesso, perché è troppo tempo che rimando.

“Avrei voluto che le cose tra di noi andassero diversamente”.

“Uccidimi, bastardo!”.

Me lo sputi in faccia, letteralmente.
Ti stringo ancora più forte dal colletto del mantello, strattonandoti. La mia bacchetta si infilza ancora più a fondo nel tuo petto.
Posso perforarti con questa? Posso porre fine alla tua vita pugnalandoti al cuore?
Come un Vampiro, con un paletto di legno.
Perché tu sei un Vampiro, Draco Malfoy. Tu sei stato la mia rovina, quella di innumerevoli notti sbagliate.
Mi hai conquistato nel buio della notte, nella calma delle tenebre, nella coltre delle coperte che, come un mantello, copriva i nostri atti impuri, testimone di qualcosa di sbagliato e sporco che mai avremmo dovuto condividere.

“COSA ASPETTI?”.

Urli, urli, urli…
Sei qui che urli come un pazzo, con gli occhi grigi pieni di terrore.
E’ la prima volta che mi guardi così. Mai prima d’ora avevi avuto paura di me.
In tutti questi anni, soprattutto in quelli della scuola, mi hai guardato in innumerevoli modi: scherno, desiderio, rabbia… ma mai con paura.

“Adesso finalmente l’hai capito chi è il più forte”.

Non so perché te lo dico, forse perché voglio distruggerti almeno con le parole, finché non troverò il coraggio di distruggerti anche fisicamente.
Voglio porre fine alla tua vita, Draco. Per sempre.
Adesso.

“Voglio vederti morire…”.

“Allora non sei meglio di me, Harry Potter”.

Lo so.
Lo so.
Lo so.
Non è un caso se il Cappello Parlante voleva mettermi a Serpeverde, in quella lontanissima sera di anni e anni fa, che stento quasi a ricordare.
Non è un caso se scatto d’ira, mi arrabbio, urlo e strepito e scuoto mia moglie Ginny.
Non è un caso se l’ho tradita con te tanto a lungo, guardando nella notte quel tatuaggio che ti porti al braccio e che mi ricorda ogni istante che tu non sei come me, che siamo diversi, che il tuo Padrone è colui che io ho distrutto ma che ancora, incredibilmente, vive nella paura e nel dolore di tutti noi.
Non è un caso se i nostri rapporti erano solo di rabbia e violenza, crudeli, alla continua ricerca della supremazia.
Anche in quei momenti volevamo stabilire chi era il più forte tra noi.
Chi lo è, Draco?

“Sono io il più forte?”.

Te lo chiedo.
Perché anche se adesso sei tu, che stai perdendo la battaglia finale, io ho paura.
Ho terribilmente paura.
Con che coraggio posso ucciderti? Con che coraggio posso vederti morire? Con che coraggio posso continuare a guardare i tuoi occhi che, da vivi, si spengono lentamente, lasciando scappare la tua anima che eternamente abbandonerà il tuo corpo da quel momento in poi?
Come posso fare tutto questo?
Tu non mi rispondi.
Continui a guardarmi, con quegli occhi gelidi.
Sei serio, mentre lo fai, e vedo il sangue colarti dai lati della bocca.
Tossisci, poi esali:

“In te ha sempre vissuto un animo cattivo, Harry. Non sei l’angelo che tutti credono…”.

La rabbia che mi coglie fa definitivamente perforare il tuo petto con la mia bacchetta, in un ringhio furioso e in un tuo rantolo distrutto.
Il sangue schizza ovunque, bagnandomi la mano e il braccio, nonché il mantello chiuso sul petto.
Il tuo sangue, quello stesso che ti ho causato tante volte sotto le lenzuola, che tu tante volte hai causato a me, adesso è qui tra noi e non è il preludio di niente se non della fine.
La verità, sbattuta in faccia, è quello che mi ha sempre fatto più paura di te, Draco.

“E’ finita”.

Lo dico senza nessuna inflessione nella voce.
Lo dico perché è così, è quello che sta per succedere.
E’ quello che sto per compiere.
E’ la fine.
Di tutto.
Di me.
Di te.
Di noi.
Della nostra eterna lotta.
Di questa battaglia senza fine tra Bene e Male.
Avremmo potuto scegliere. Scegliere da che parte stare. Scegliere bene, pensarci bene, decidere seriamente seguendo quello che sentivamo.
Ma in realtà abbiamo scelto in base a quello che è stata la nostra storia: io ero figlio di Auror, di due persone per bene uccise da Voldemort e come chiunque si aspettava, allora dovevo vendicarli e far parte del Bene. Tu eri figlio di Mangiamorte, e dovevi far parte del Male.
Nessuna scelta.
Già tutto deciso.
Ed ero convinto, Draco, credimi… lo ero davvero!
Ma poi la vita va avanti, e io sono cresciuto.
E tu sei arrivato nella mia vita.
Hai distrutto quell’unico, ultimo barlume di pensiero sano che avevo in testa.

“Ero sempre stato convinto di essere una persona buona, Draco, ma tu hai saputo tirare fuori il peggio di me”.

Ti dico la verità, tanto ormai non fa nessuna differenza.
E devi pensarlo anche tu, perché mi dici:

“E tu il mio meglio”.

Ti guardo.
I tuoi occhi si stanno spegnendo.

“Ti ho amato, Draco”.

Il bagliore verde si accende tra di noi.
I tuoi occhi mi guardano sbarrati, per un momento, poi diventano vacui.
Sei morto.
E’ finita.
Il mio rimpianto, la mia vergogna, tutto è finito con te.
Non c’è più niente.
Il mio cuore è vuoto.

“No, non sono migliore di te, hai ragione amore mio…”.

Te lo sussurro a fior di labbra, prima di baciarti, anche se tu non puoi più sentirmi.
Il tuo sangue è caldo e viscido nella mia bocca.
Il tuo corpo è pesante e esanime.
Sei finito.
E’ finita.
Finita.
Fine.
Stacco la mia bocca dalla tua, sfilo la bacchetta dal tuo petto.
La giro verso di me.

Avada Kedavra”.

Oggi.
La fine di tutto.
Della mia vergogna.
La fine…

**FINE**

   
 
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