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Autore: Gabx    19/01/2014    2 recensioni
Sono tornata con una nuova storia su Katherine ed Elena. Le due hanno finalmente una relazione e anche se le cose non vanno sempre bene, si amano. Fino a quando una sera Elena ha un incidente e da lì le cose iniziano a cambiare.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Katherine Pierce, Stefan Salvatore | Coppie: Elena/Katherine
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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5 - Reflections on the water
 
Mi stiracchiai e mi sentii improvvisamente senza forze. Avevo bisogno di caffè e così mi trascinai in cucina. Mi colpì la fragranza di caffè appena fatto. Katherine, ti adoro. Mi aveva preparato la colazione e si era messa a leggere il suo fumetto preferito: Batman. In mano aveva una brioche e nell’altra teneva il fumetto; le gambe erano allungate su una seconda sedia. Indossava una maglietta bianca e un paio di pantaloncini rossi. I capelli erano raccolti indietro con una pinza.
Appena entrai nella stanza, alzò il volto verso di me e mi sorrise.
“Ho preparato il caffè e ci sono delle brioche anche per te.” Mi avvicinai e le diedi un bacio veloce sulla guancia. Presi il caffè e la brioche e mi sedetti accanto a lei. Quando leggeva Batman, non c’era niente che potesse distrarla, per cui mangiai in silenzio, gustandomi la brioche alla marmellata di albicocche.
Qualche volta buttavo uno sguardo: era così  meravigliosa mentre leggeva, tutta concentrata e emozionata. Posai la tazza vuota nel lavandino  e mi sciacquai le mani.
Mi sentii stringere da dietro. Il suo respiro caldo nel mio orecchio destro. Lasciò un bacio leggero sul mio collo.
“Buongiorno, bellissima … mi sei mancata.”sussurrò e io mi sciolsi.
“Buongiorno a te, amore e mi sei mancata anche tu.”
Mi fece il solletico sui fianchi e mi misi a ridere. Poi mi fece girare e mi baciò. Mi persi in quel fiume di emozioni che mi stavano invadendo.
Quando ci staccammo, lasciammo che le nostre fronti si sfiorassero. I suoi occhi si chiusero e poi sussurrò due parole che riuscirono a togliermi il fiato.
“Sono felice.”
Poi li riaprì e mi diede  un bacio veloce sulla fronte e tornò al suo fumetto. Rimasi alcuni istanti ferma a riflettere su quello che mi aveva appena detto. Era forse il suo modo per dire che mi amava? Erano ormai due mesi che stavamo ufficialmente insieme e ora passava quasi tutte le notti a casa mia, come se fossimo sposate. Noi due sposate? Sorrisi a quel pensiero e poi decisi che dovevo fare qualcosa di speciale per lei dopo che si era aperta così con me.
 
 
Feci spesa al supermercato e poi tornai a casa di Elena. Stranamente non era in casa, forse era ancora da Stefan e Damon. Alzai le spalle e riposi via la spesa. Cucinai qualcosa per noi due e mi sedetti ad aspettarla. Passò un’ora, poi presi il cellulare e la chiamai.
Suonava a vuoto.
Era impegnata o era successo qualcosa. Telefonai anche a Stefan ma non seppe dirmi dove fosse: non era venuta da loro quel giorno. Provai con Bonnie e mi disse che era andata alla casa sul lago per prendere i diari dei Gilbert ma che doveva già essere tornata per allora. Mi prese il panico.
 Le era successo qualcosa. La casa distava un’ora dalla città ma se ci era andata in mattinata, ormai doveva essere tornata. Presi la giacca e uscii. Andando a tavoletta, raggiunsi la casa in mezz’ora. Parcheggiai e osservai la casa. Tutto era immerso nel buio. Silenziosa, entrai nella casa. In cucina i piatti erano tutti rovesciati a terra. Sembrava fosse stata preparata una cena romantica che però giaceva sparpagliata sul pavimento di legno. Nulla si muoveva intorno a me.
Poi lo udii, un gemito al piano di sopra. Veloce come non mai, mi fermai di fronte alla camera da letto. La porta era chiusa ma udii per la seconda volta il gemito e, rompendo la serratura, entrai. Sentivo il cuore di Elena che batteva furiosamente. Poi una botta, caddi a terra. Era così veloce, non capivo da dove venissero i colpi se non dopo averli ricevuti.
 Era un vampiro con molta esperienza, non un originale ma era di sicuro più vecchio di me.
Mi concentrai sul suono che emetteva il bastone ogni volta che cadeva sulla mia schiena. Poi finalmente lo udii alzare il braccio e senza pensare, mi tolsi dalla sua traiettoria, gli torsi il braccio e piantai il bastone nel cuore. Lo sentii irrigidirsi e cadere.
Trovai l’interruttore e la luce invase la stanza. Elena era nell’angolo opposto, in lacrime, mentre il vampiro nemico era ai miei piedi.
Corsi da Elena, liberai i legacci che le stringevano i polsi e tolsi il nastro dalla sua bocca.  Mi si gettò fra le braccia. La strinsi come se avessi paura potesse scivolare via da me, di nuovo. Iniziò a piangere e mi ritrovai a piangere insieme a lei.
“E’ finita.. shh, non piangere, ci sono io qua con te.”
“Lo so … lo so..”
La presi in braccio e la portai in salotto dove la feci stendere sul divano. Le portai una coperta e le dissi di riposare.
“Non lasciarmi..”disse Elena mentre le rimboccavo le coperte.
“Non lo farò, devo solo occuparmi del corpo poi torno da te. Dormi ora.” Le diedi un bacio leggero sulle labbra e andai a pulire al piano di sopra. Sfregai via le lacrime dal mio viso e trascinai via il corpo. Poteva morire. La mia Elena poteva sparire per sempre. E io non ero lì con lei.
Una lettera, trovata nella tasca del vampiro che avevo ucciso, spiegava a Mark, il vampiro appena deceduto, che Michael aveva tentato di uccidere Elena, per lui un’umana come un’altra,  e che Jeremy, il fratello, lo aveva prontamente ucciso. Quindi era per questo che aveva attaccato Elena stasera. Saputo della morte dell’amico, aveva tentato di ucciderla ma ero sempre con lei, fino ad oggi. Oggi poteva morire, sapeva che ci saremmo preoccupati e sperava arrivasse Jeremy, essendo il fratello. Invece sono arrivata io. Non avrei mai dovuto lasciarla sola. Stupidi errori. Non potrei immaginare la mia esistenza senza di lei.
Tornai in casa e mi lasciai cadere vicino a lei. La strinsi a me  e piano piano mi addormentai.
 
Mi girai verso di lei. Dormiva o se non dormiva, teneva gli occhi chiusi. Osservai i suoi lineamenti e mi stupii ancora di più della sua bellezza.
“Che fai? Mi spii?”disse e senza aprire gli occhi, si girò verso di me e mi baciò. Mi lasciai trasportare dal momento  e il bacio si fece più appassionato. Quando ci staccammo, fu solo per riprendere un po’ di ossigeno. Beh, almeno io.
Mi guardò come se mi vedesse per la prima volta. Arrossii. Nessuno mi aveva mai guardato come faceva lei. Nessuno mi faceva sentire speciale nella mia normalità.
Con una mano spostò una ciocca ribelle e lasciò la mano sulla guancia, dove con il pollice raccolse le lacrime che erano scese improvvisamente dagli occhi.
“Sei bellissima e non posso stare senza di te. Sei tutto quello che ho ormai.”
Mi chinai verso le sue labbra e sussurrai:”Tu sei il mio faro.”
 
Pulimmo il disastro in cucina e poi preparammo un cestino per fare una gita sul lago. Ci mettemmo pane, marmellata di pesche, latte e biscotti. Presi anche una coperta e poi Katherine fece scivolare in acqua la barca e mi prese la mano per farmi salire. Era un bel pomeriggio e la luce del sole avvolgeva tutto con la sua calda carezza. Sfilai la coperta dal cestino e me la buttai addosso, coprendo anche Katherine che mi teneva il braccio attorno alla vita. Aveva remato fino al centro del lago e poi avevamo iniziato a mangiare, accoccolate una vicino all’altra.
“Era per me?”mi chiese improvvisamente, dopo una pausa. Mi voltai verso di lei, interrogativa.
“Cosa?”domandai.
“Quella cena romantica.”
Diventai rossa e guardai da un’altra parte. Mi prese il viso con le dita e mi baciò.
“Era una idea magnifica.”
Abbassai lo sguardo.
“Volevo che fosse tutto perfetto per noi, sai. Volevo fosse una serata speciale.”
Rimase in silenzio.
“Ma poi è successo quello. Ha bussato alla porta ed era in pieno giorno. Era ferito e senza pensarci l’ho fatto entrare. Solo dopo mi sono accorta che era un vampiro e che portava una protezione magica contro i raggi del sole, un braccialetto. Non sono riuscita a fermarlo e se non fossi arrivata tu, penso che non sarei qui oggi.”
Posò il cucchiaio e mi prese le mani.
“Se non fosse stato così vecchio, avresti potuto ucciderlo. Di così vecchi, ce ne sono pochi e gli originali sono dalla nostra parte. Tu sei forte e voglio tu sia indipendente, che ti senta sicura sempre.” Mi avvolse in un abbraccio a cui mi abbandonai.
“Io voglio stare con te. Voglio tu mi stia accanto. Sei tu la mia vita e ho organizzato quella cena per dirti che io ..”Presi un respiro e poi glielo dissi.
“Che io ti amo.”
I suoi occhi si velarono di lacrime che scesero lentamente.
“Lo so.”
Mi aspettavo una risposta tipo “anche io” o “ti amo”. Non “lo so”. Mi alzai in piedi così bruscamente che feci sbilanciare la barca a remi e inciampai nella coperta. Stavo per finire fuori bordo se Katherine non mi avesse afferrata per il braccio e attirata a sé.
Aspettammo che la barca non ondeggiasse più. Ero ancora infagottata nella coperta e nel suo abbraccio.
“Anche io, lo sai.”disse poi.
“Tu, cosa?”
“Anche io ti amo.” E mi baciò.
La luce del sole pomeridiano illuminò le nostre figure, creando ombre sull’acqua cristallina.
 
 
Fine
 
 
 
  
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