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Autore: PersephoneAm    19/01/2014    3 recensioni
' -Mi fai incazzare!-urlai,-Buonanotte!-.
Mi girai per andarmene, ma lui mi afferrò il polso e lo strinse saldamente.
-Ma quale buonanotte! Tu rimani qui!-. '
PS. Primi tre capitoli in revisione(:
Genere: Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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Sbuffai per l'ennesima volta. Un rave party. Eravamo a un cazzo di rave party. La prima volta che uscivo di mia (quasi) spontanea volontà, mi ritrovavo a un rave? Ma porca troia.

«Madonna, Alice!»si lamentò Alex. «Smettila di sbruffare!»

«No. Perché nessuno mi ha detto che era un rave?»mi lamentai.

Teo si avvicinò ridacchiando e mi abbracciò.

«Ali, ti devi divertire e basta.»mi disse.

Lo guardai male. «Divertirmi in questa gabbia di matti?» Mi guardai attorno: almeno un quarto dei presenti era completamente ubriaco, mentre un numero più ristretto se ne stava quasi svenuto sul pavimento.

«Pensavo sapessi che tipo di festa era.»mi rispose, alzando le mani come per scusarsi.

«Tutta colpa di Stefania, che mi ha costretta ad uscire di casa.»borbottai, facendolo ridere di nuovo.

Il DJ passò in quel momento "Animals" alla consolle e io sgranai gli occhi. «Oh meo deoooo!»imitai la Rodriguez, spingendo Teo verso la pista. «Amo troppo 'sto pezzo!»
Iniziai a ballare con Teo e Luca, mentre gli altri se la ridevano come matti.

«E meno male che fino a cinque secondi fa si stava lamentando...»disse Alex.

«Che ci vuoi fare, amico?»sospirò Stefano, dando una pacca a mio fratello e ricevendo una linguaccia dalla sottoscritta.

«Raga!»li chiamò Tommy. «Forza.»

Vidi gli altri annuire e dispersersi per il palazzo. Anche Luca era sparito, lasciando soli me e Teo. Il mio miglior amico ed io alzando le mani a tempo di musica, facendo delle facce buffissime.

Matteo era stato amichevole con me fin dal primo momento e, quando i ragazzi non erano a casa di zia Clara a giocare alla play o alla Xbox, lui rimaneva con me a casa, guardando col comico o giocando a carte. Da fuori sembrava un bravo ragazzo, ma quando c'era da menar le mani era forse uno dei più violenti, come quando aveva pestato l'ex di Stefania e aveva passato quattro mesi tra carcere e lavori socialmente utili.

Eravamo molto simili di carattere ma tutti e due sapevamo che non ci sarebbe stato nulla oltre una profonda amicizia: Matteo era follemente preso da Stefania, e io li vedevo bene insieme.

«Tommy e Sharon si sono lasciati ieri, sai?»buttò lì Teo.

«E quindi?»chiesi, ridendo.

«Niente niente.»rise lui, facendomi l'occhiolino.

«Teo, non iniziare con i tuoi viaggetti mentali! Per quanto possa sembrarti a me non piace Thomas.»mentii.

«Se lo dici tu...»urlò lui. «Io e Ste ci siamo messi insieme, oggi.»

Mi fermai e saltai addosso a Teo. »Che bello! Finalmente una buona notizia.!»

Beh, anche quella di Tommy single era una buona notizia...

«Ehi, lascia stare il mio tipo, bambola.»rise qualcuno dietro di me.

Mi voltai e vidi la mia migliore amica, abbracciando anche lei con la stessa delicatezza di un tir. Stefania rise poi baciò Teo sulle labbra.

«L'ho sempre detto io che insieme state benissimo!»esclamai contenta per loro. «Ma quando sei arrivata?»

«Adesso.»rispose lei. «Non trovavo un vestito adatto e ho messo i pantaloncini.»

La guardai e la trovai davvero bella: i capelli biondi erano stati lasciati sciolti e il trucco marroncino con una linea di matita e il mascara valorizzavano ancor di più gli occhi verdi di Stefania. La conoscevo dal primo anno di superiori, poi ci eravamo messe a fare spettacoli, nei quali io ballavo e Stefania cantava. Insieme eravamo cresciute, eravamo diventate grandi e tutti ci chiamavano nei teatri. Quando Stefania e il suo ex poi si erano lasciati, le avevo fatto conoscere Matteo e i due avevano legato da subito, un po' come era successo a me con... Nessuno.

«Ragazzi, gli sbirri!»urlò il dj, spegnendo la musica e fuggendo via con la sua auto dall'ingresso posteriore del palazzo.

Tutti iniziarono a precipitarsi fuori, mentre io rimasi imbambolata al centro della pista. Non trovavo più Stefania e Matteo. Non è che mi avevano smollata lì, vero? Qualcuno mi afferrò il polso e mi fece correre fino a un albero avvolto dal buio.

«Chi diavolo sei?»esclamai, tenendomi il polso dolorante.

«Fa' silenzio o ci beccano.»mi disse lo sconosciuto, guardando verso la porta da dove stavano scappando via tutti. «Sono qui!»

Qualcuno si avvicinò con passo da elefante e inciampò sul mio piede. «E sta attento, idiota.

Quello mormorò uno "Scusa" e si girò a osservare i poliziotti che portavano via un bel po' di gente.

«Ci conviene andare via.»disse quello che mi aveva aiutata ad uscire dal palazzo. «Tra poco controlleranno anche nei dintorni.» Mi porse una mano. «Vieni, qui è pieno di rami e buche, perciò tieniti a me!»

E io lo feci, mi aggrappai al braccio dello sconosciuto e camminai fino a una villa solitaria. Entrammo e mi sedetti su un divano, guardandomi attorno.

«Abiti lontano da qui?»mi chiese il ragazzo. «Posso accompagnarti in macchina...»

«Alice, mi chiamo Alice.»mi presentai. «E no, non c'è problema. Chiamerò mio fratello e mi verrà a prendere. Dimmi in che via siamo, per favore.»

«Io sono Christian e lui è Michael. E purtroppo non possiamo fare venire qui tuo fratello, senza sapere chi sia.»

«Si chiama Alessandro. Alessandro Marra.»

I due si irrigidirono.

«Oh Cristo.»sibilò il ragazzo chiamato Michael. «Chiamo io tuo fratello, lo conosco.»

Lo guardai confusa, mentre faceva la chiamata. «Tua sorella è da noi.. si.. è a casa di Cri.. no sta bene.. tranquillo.»

Capii che tra quei due e mio fratello non scorresse buon sangue e andai alla porta, trovandola chiusa a chiave. Mi voltai verso di loro, vedendo che Christian mi si era avvicinato forse un po' troppo, con un sorriso stanco sul volto.

«Non ti faremo nulla.»cercò di rassicurarmi. «Puoi tornare a sederti sul divano, fino all'arrivo di tuo fratello.»

«Ringrazia che è Cri il capo! Perché, se lo fossi stato io, tuo fratello ti avrebbe trovata legata e nuda fuori dalla porta!»

Trasalii al tocco di Christian sul mio fondoschiena. «Zitto Mike! Mi spiace per te, piccola. Sei entrata in mezzo a questa storia per caso. La prossima volta però non dire chi è tuo fratello. Lui e i suoi amici potranno avere potere, ma proprio per questo tutti li odiano, sotto sotto.

«Posso andarmene a casa da sola.»sussurrai.

«No no. Tu stai qui. Non sia mai che poi ti potesse accadere qualcosa è poi la colpa è nostra.»mi fermò lui.

Sospirai quando sentii il citofono suonare e il ragazzo aprì la porta con le chiavi. In pochi secondi mi trovai tra le braccia di..

«Stai bene?»mi chiese Tommy, preoccupato.

Mi staccai da quel corpo caldo. «Che ci fai qui?»

«Alex sta controllando chi è stato preso dagli sbirri e sono venuto io.»mi spiegò a bassa voce, guardando male i due ragazzi che stavano dietro di me. «Ora rispondi alla mia domanda.»

«Si si! Sto bene.»gli dissi.

«Sta tranquillo, Tommy.»ci interruppe Christian, ghignando. «Non le ho torto neanche un capello.»

«Non devi neanche azzardarti a pensarlo.»lo minacciò Tommy, passandomi un braccio attorno alla vita e portandomi via da lì.

Mi voltai da sopra le spalle di Thomas, vedendo Christian farmi l'occhiolino. Rigirai la testa in avanti.

«So camminare.»dissi, staccandomi da Tommy.

«La prossima volta fatti prendere dai poliziotti! Sei più al sicuro con loro che con Christian e Michael.»

Nonostante la curiosità non chiesi nulla e arrivammo a casa in silenzio. I ragazzi e mio fratello Alex mi guardarono male, mentre Stefania mi sorrise.

Andai in camera mia e mi tolse le scarpe, poi svuotai le tasche e trovai un bigliettino con un numero di telefono e una frase: "Quando avrai bisogno chiama C.".

Rimasi un attimo paralizzata dal foglietto, poi lo nascosi tra la batteria e lo sportellino del telefono dove nessuno avrebbe mai guardato. Scesi le scale sentendoli parlare, poi quando entrai in cucina tutti rimasero in silenzio, guardandomi prendere il brick del succo e un bicchiere, mentre rispondevo a un messaggio.

Ah quindi Stefania poteva rimanere ad ascoltarli e io, che li conoscevo da più tempo ed ero sorella di uno di loro, no?

«Fanculo.»mormorai.

Tolsi il disturbo, salendo le scale e buttandomi sul letto, ascoltando Ludovico Einaudi.
 
 
 
Il pomeriggio successivo mi chiamò Ferdinando per fissare un incontro e fare due mesi di stage nella compagnia di ballo della "Scala". Lo dissi quella sera, dopo la cena. Clara mi aveva dato il permesso ed ero al settimo cielo: due mesi di stage in un acompagnia importante, come quella milanese, era un miracolo!

«Non se ne parla.»disse Alex, ricevendo un'occhiataccia da Stefano, Teo e Stefania.

«Cosa?!»esclamai. «Io faccio quello che mi pare.»

«Non rivolgerti a me in questo modo!»alzò la voce Alex, alzandosi dal divano e puntandomi un dito contro.

Anche Teo e Stefano lo imitarono, mettendosi tra Alex e me.

«Perchè? Perchè tu puoi fare tutto e io no?»sibilai, andandogli incontro e spingendolo.

Il tonfo sordo di uno schiaffo si propagò nella stanza, facendomi voltare la testa verso destra, mentre i miei capelli  finivano tutti davanti alla mia faccia. Stefania sussultò.

«Alex...»lo riprese Thomas, venendomi incontro.

«No.»lo fermai, girandomi poi verso mio fratello, che mi guardava con gli occhi sgranati. «Sei proprio uno stronzo. Per fortuna non manca tanto ai miei diciotto anni, così almeno non dovrò più vederti e avrò la piena autonomia sulla mia vita.»

«Beh, guarda un po': purtroppo sono tuo fratello e tu, per un po' di mesi, sarai ancora minorenne.»continuò Alex e l'espressione furiosa tornò sul suo viso.

«Alex.»lo riprese Teo, afferrando il braccio di mio fratello. «Non c'è bisogno di andare oltre.»

«E perchè no? C'è bisogno invece!»urlai. «Vuoi fare il despota? Bene fallo! Ma non con me! Non ci sei mai stato! Non ci sei stato alla mia cresima, ai miei compleanni, ai miei saggi e l'unica cosa che ti sei concesso di dire è stato criticare il set e le foto del mese scorso!»

«Avevo da fare Alice.»mi interruppe lui, con tono quasi disperato e colpevole.

«Che cosa, mh?»feci. «Giocare alla play o andare a ballare?»

«Alice, smettila ora.»mi disse Stefania.

«Non ti immischiare, tu.»sibilai. «Hai ottenuto ciò che volevi e adesso mi devi venire contro? Ma andate a fanculo tutti.»

Corsi fuori dalla villa, presi il telefono e feci un numero, il suo.

«Pronto?»mi rispose.

Presi un respiro e poi:«Christian! Posso venire da te?»
   
 
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