Fanfic su artisti musicali > Taylor Swift
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Autore: Scarlet Lilium    19/01/2014    1 recensioni
So don't you worry your pretty little mind because people throw rocks at things that shine.
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Incompiuta, Triangolo
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Perfectly Good Heart.

 

*quattro settimane dopo*

 

Un fischio acutissimo si propaga nell’aria. Scott ed io ci tappiamo le orecchie strizzando gli occhi “scusate” cinguetta Abigail ridacchiando a mo’ di scusa mentre si affretta a rimette apposto le apparecchiature con cui stava giocando.

E’ una bella giornata primaverile, fuori splende il sole e le persone, rimaste chiuse in casa durante i lunghi mesi invernali, cominciano ad uscire per le strade gustandosi il tepore e l’aria fresca. Io, Abigail e Scott, il mio manager, siamo rimasti chiusi tutto il giorno nello studio; obiettivo? Completare il quinto album. Dopo circa 5 ore di duro lavoro Scott aveva proclamato che l’album era pronto, le canzoni perlomeno erano state completate e le basi decise, dovevo solo inciderlo, ma fin dal primo momento, non ne ero stata troppo convinta.

Riascoltavo ancora le canzoni, mentre discutevo animatamente con Scott, per me l’album non era completo, mancava ancora qualcosa. Abigail, che mi aveva fatto compagnia, cominciava ad annoiarsi ed aveva fatto proprio quello che sarebbe stato meglio non fare, giocare con i suoni.

Il fischio si disperde nell’aria lasciandomi le orecchie formicolanti e sono costretta a massaggiarmele con un po’ di vigore, leggermente divertita dall’imprevisto, ma anche profondamente scocciata dall’aria da bastian contrario che Scott continuava  ad ostentare.

“Taylor, l’album è pronto, non so’ cosa tu voglia ancora…” mi dice con l’aria di chi spiega che uno più uno fa due. Roteo gli occhi e li piazzo su Abigail che intanto sta’ cantando nel microfono della stanza di registrazione, stona parecchio, ma è anche divertita da tutto quello; come se fosse una bambina  è impossibile farla stare ferma. Devo solo ringraziarla comunque, senza di lei mi sentirei molto meno spronata ad andare avanti. Schiocco appena le labbra, come se fossero una frusta “l’album è il mio” fulmino il mio manager con lo sguardo e lui non fa altro che scrollare il capo.

Lo guardo prendere la giacca e avviarsi alla porta, ma poi si ferma, proprio sotto l’arcata di legno “hai 20 giorni prima dell’incisione, voglio che l’album sia pronto e messo fuori per il 13 Giugno. Non un giorno di più” mi dice con un tono che non ammette repliche, poi esce senza aggiungere altro.

“Taylor Alison Swift” Abigail esce dallo studio di registrazione con l’aria di una che ne sa una più del diavolo e comincia a girarmi attorno, senza smettere di fissarmi con quell’aria maliziosa che dopo tre giri mi irrita ancora di più e mi fa girare la testa. Come al solito non riesco a dirle niente che sia cattivo, chiudo gli occhi e mi massaggio le tempie, sto per chiedere ad Abigail di aiutarmi in qualche modo quando la sento trafficare con la mia borsa. Apro un occhio, poi anche l’altro, mi tolgo le mani dal viso “che stai facendo?” le chiedo mentre la guardo prendere il mio cellullare.

Non mi risponde.

“Abigail Anderson!” esclamo a metà tra l’esasperato e il divertito. Sembra non sentirmi mentre continua a digitare qualcosa sul telefono. Mi avvicino e le punto le dita nei fianchi, so’ che soffre tanto il solletico, infatti non appena la tocco fa un salto di mezzo metro prima di cominciare a ridere “no, niente. Guardavo una cosa su Facebook” dice mentre prende fiato dalle risate prima di rimettere il cellulare al suo posto.

 

*quella sera*

 

Il panino cucinato da Abigail ha qualcosa di stomachevole, ma non glielo dico, non vorrei offenderla. La vedo andare in giro tutta trionfa per casa, coperta di salsa da capo a piedi, i capelli raccolti in una coda che permetteva a ciuffi ribelli di svolazzare qua e la. Quella ragazza è tutto fuorché una cuoca.

Mando giù l’ultimo boccone della cena quando il telefono comincia a squillare all’impazzata. Rispondo con difficoltà, ho ancora le mani sporche di salsa e olio “pronto?” dico senza leggere il nome che brilla sullo schermo e per poco non cado dalla sedia.

Lancio un’occhiata ad Abigail che sembra in procinto di dire che non è colpa sua, qualunque cosa si tratti.

“Uhm… ok. Si, domani. Ciao” poso il cellulare sul tavolo ed alzo un sopracciglio in maniera critica fissando la mia amica.

“Che… c’è?” mi chiede un po’ preoccupata.

“C’è che tu non ti fai mai i fatti tuoi. C’è che mi rovini l’esistenza, mi obblighi sempre a fare cose assurde senza un filo di logica; c’è che non hai un minimo di ritegno” mi alzo dallo sgabello e mi avvicino lentamente scura in volto alla mia amica “agisci sempre senza mettermi al corrente delle tue intenzioni” un altro passo e le sono vicinissima, potrei tirarle una testata “c’è che se fossi uomo ti bacerei!” esclamo.

Lei sembra non capire. Un attimo prima sembra che io la voglia uccidere, un secondo dopo sto ridendo di felicità. La prendo per le spalle “qualcuno ha accettato di fare una collaborazione con me! So’ cosa mancava al mio album!”

Comincio a ballare senza darmi un contegno ed Abigail, ancora incerta, si sente in dovere di chiedermelo “cosa?”.

Mi fermo interrompendo una piroetta e la fisso sorridendo “Ed Sheeran.”.

 

Spazio autrice:

Ciao a tutti!

Come vedete questo capitolo non è un granchè, so’ bene che mi dilungo con le varie vicissitudini, ma spero comunque che non vi abbia annoiato. Comunque potete recensire lo scritto, a me farebbe solo tanto piacere ricevere i vostri pareri! E magari mi aiutate anche a migliorarmi.

Detto questo, spero di rendere meglio con il prossimo capitolo.

Alla prossima J

Enjoy yourself! <3

  
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