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Autore: Jeles    19/01/2014    1 recensioni
Il mio nome è Kaori, e in quelle giornate felici da ragazza libera avevo appena compiuto 17 anni, frequentavo il liceo di città, e non avevo la minima esperienza con l'altro sesso. Per quanto avessi avuto piccole cotte o sguardi di interesse, non ero mai riuscita ad arrivare a confessare il mio amore, o a stringere un rapporto con un ragazzo. Mai. Finché non ho conosciuto lei: Saki.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri
Note: Lime | Avvertimenti: Incompiuta, Triangolo | Contesto: Scolastico
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Prima di introdurvi la storia, volevo dare alcune premesse.
Nel racconto non citerò mai nomi di paesi, di scuole, o talvolta anche cognomi. Si, lo faccio apposta, perché in questo caso ognuno può liberamente immaginare
l'ambientazione e il luogo della vicenda. Tuttavia vorrei chiarire che ho chiaramente preso spunto dai classici manga/anime/drama giapponesi per quanto riguarda la cultura e i nomi. L'opera si basa sull'amore tra due donne, anche detto Yuri, perciò se disprezzate il genere, meglio trattenersi dal leggere anziché criticare un contenuto che non è dei propri gusti.
Aggiungo, per chiarire, che questo capitolo non è altro che un breve prologo. Detto ciò, vi auguro buona lettura.

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BIP. BIP. BIP. BIP. BIP. BIP.
"Ma insomma, ti vuoi svegliare o no? Farai tardi a scuola!".
Un urlo femminile si levò dal piano di sotto, che si unì letteralmente con l'allarme della sveglia, il cui suono non fu altro che rumoroso e ininterrotto. Fosse per me, sarei rimasta accoccolata su quel letto morbido e caldo, ma la scuola è scuola, ed era sempre meglio non tardare se non volevo ritrovarmi il muso di quella strega che invadeva camera mia. Iniziò così una nuova mattina, e non è di certo la parte della giornata che preferisco.
 

Ma partiamo con le presentazioni! Cadetta Kaori Maeda a rapporto! Beh, se contiamo l'età non dovrei più essere una cadetta, ma lo ero a quel tempo. Avevo appena compiuto 17 anni, e cominciavo il terzo anno delle scuole superiori. Non ero tra le preferite delle persone che conoscevo, e in classe venivo notata giusto per le risposte sgarbate che davo ai miei professori, da testa calda quale sono tutt'ora. Forse ero un po' arrogante e viziata, e decisamente invadente, non ero nemmeno tra le possibili ragazze da frequentare, ma non ne ero preoccupata più di tanto (avrei dovuto?). In quegli anni vivevo da sola con mia madre, lei prendeva le redini della famiglia e si impegnava il doppio per crescermi bene, e credetemi, la mancanza di un padre non mi ha mai dato problemi, perché, effettivamente, non mi mancava nulla: mia madre sapeva darmi tutto l'amore di cui avevo bisogno, e anche di più. Non smetterò mai di ricordarla con un sorriso sulle labbra, ma, ahimè, quelle memorie sono divenute lontane.
Tornando a me, come avrete ben inteso, non avevo un bel caratterino, e questo era uno dei motivi per cui non avevo molti amici, o meglio, essi erano più conoscenti o compagni di classe. L'unica migliore amica che avevo era Aya, e sapevo che qualsiasi cosa sarebbe successa, potevo andare da lei e raccontarle tutto: dai problemi di famiglia, ai problemi di cuore, ai problemi in cucina! Lei mi avrebbe sempre aiutata. Ma lei aveva anche molta esperienza con i ragazzi, mentre io, al contrario, non avevo la minima conoscenza dell'altro sesso. Per quanto avessi avuto piccole cotte o sguardi di interesse, non ero mai riuscita ad arrivare a confessare il mio amore, o a stringere un rapporto con un ragazzo. Mai. Finché non ho conosciuto lei. E' imbarazzante ammetterlo: era la professoressa di inglese di Aya. Io ed Aya non frequentavamo la stessa classe, perciò non avevo mai visto questa professoressa colta e gentile, ma è bastato uno sguardo, uno solo, per immergermi nella sua anima calda e accogliente. E' complicato descriverla. Non posso parlarvi di lei in modo casuale: nel mio cuore ha occupato un posto davvero speciale, per cui anche la sua storia, la nostra storia, deve essere speciale. Vi va di leggere un bel racconto? Perché io non vedo l'ora di parlarvi della prima donna che mi rapì il cuore, la prima donna a cui diedi il mio primo bacio, la prima donna a cui diedi la mia prima confessione, e, probabilmente, fu la prima donna che mi rubò molte altre mie prime volte: Saki.

  
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