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Autore: BrutalLove    19/01/2014    3 recensioni
Può l'amore essere tanto forte da portarti a rinunciare a quello che provi davvero per preservare una nascente amicizia?
La storia di due vite molto diverse, eppure con qualcosa in comune, che si incontrano e si intrecciano, lasciando impronte indelebili l'una nell'altra.
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Billie J. Armstrong
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il giorno dopo il loro addio, Billie si svegliò presto, si vestì in tutta fretta e corse a perdifiato per le vie di Oakland per salutare Gloria un'ultima volta, prima che partisse.

Voleva stringerla ancora tra le sue braccia, assaporare le sue labbra per l'ultima volta.

Quando arrivò di fronte alla casa, però, la trovò deserta.

Se n'era già andata.

Lo aveva abbandonato.

Si sedette sulla panchina lì vicino con la testa fra le mani, e pianse tutte le sue lacrime, da solo.

La persona che più amava e che più lo aveva amato, se n'era andata. Lo aveva lasciato senza nessuno.

Rimase così, con le ginocchia al petto, per una buona mezz'ora, noncurante dei passanti che gli gettavano occhiate curiose.

Quando ebbe pianto tutte le sue lacrime, si alzò e si avvicinò a quella che era stata la casa di Gloria.

Era stata anche sua, per un periodo. Averci vissuto e sapere di non poterci più ritornare rendeva tutto più difficile.

Provò ad aprire la porta ma era chiusa.

Girò attorno al perimetro dell'abitazione e trovò una finestra dimenticata socchiusa.

La aprì con forza ed entrò nella villa.

Così vuota sembrava ancora più grande.

Non era rimasto più nulla, solo muri spogli e dipinti di bianco.

Salì al piano di sopra e raggiunse la stanza dove aveva dormito per settimane con la ragazza che amava.

Vuota. Completamente vuota.

Pensieri e ricordi vorticarono nella sua mente veloci e dolorosi.

Gloria gli mancava già. Quel vuoto che sentiva dentro di sé sembrava essere qualcosa di incontrollabile e incolmabile. Si chiese se il dolore dell'abbandono sarebbe mai passato.

Il ricordo di lei, vivo nella sua mente, lo faceva soffrire, ma allo stesso lo confortava. La certezza che lei fosse davvero esistita e non se la fosse solo immaginata, che qualcuno l'avesse amato e lo stesse forse ancora amando era qualcosa che gli permetteva di sentirsi meno solo.

Anche se quel qualcuno ora non c'era più.

Misurò a grandi passi lo spazio del locale e si avvicinò alla finestra per guardare di sotto.

Scorse un filo arancione appoggiato sul davanzale e aprì la finestra per afferrarlo.

No, non era un filo. Era un elastico per capelli. Gloria doveva esserselo dimenticato lì, al momento della partenza.

Lo prese in mano delicatamente, come se fosse qualcosa di estremamente delicato e prezioso, ed in effetti per lui lo era.

Era appartenuto a lei.

Lo mise con cura in tasca e si ripromise che l'avrebbe conservato per sempre.

Per ricordarsi di lei.

Rimase ancora qualche istante nella casa deserta, poi uscì dalla finestra e corse a perdifiato verso casa.

Aprì la porta e trovò suo fratello David intento a preparare la colazione.

Gli si gettò tra le braccia e scoppiò in un pianto disperato.

Sei solo. Tutti ti lasciano, prima o poi. Perchè non sei abbastanza per nessuno?


-Nobody likes you, everyone left you, they're all out without you having fun-.




Fu in quel periodo che Billie cadde in depressione.

Per tutta l'estate non fece altro che starsene in camera sua a fissare il vuoto, senza che nessuno riuscisse a confortarlo.

Si sentiva solo, fragile, inutile.

Anche Mike aveva tentato in ogni modo di aiutarlo a superare il trauma, ma senza risultato.

Billie, impassibile, ormai non piangeva neanche più perchè non aveva più lacrime da versare.

Mangiava poco e di rado, i suoi fratelli non sapevano che fare.

Gli proposero più di una volta di provare a cercare il numero di Gloria e chiamarla, ma lui rifiutò, deciso.

Sapeva che non era la cosa giusta da fare. La ragazza aveva ragione. A cosa serviva confortarsi a distanza? Finita la telefonata si sarebbe sentito anche peggio, il sollievo provato sentendo la sua voce sarebbe svanito all'improvviso lasciandolo solo e perso più di prima.

Si consolava pensando che a lei importasse ancora di lui, ma non ne era poi così certo.

Si fidava di lei, ma come poteva essere sicuro che lei non l'avesse già dimenticato?

Bella, intelligente, disponibile. Chissà quanti ragazzi lo avevano già sostituito.

I mesi passarono e la situazione non migliorò.

Quando iniziò la scuola Billie si presentò una settimana dopo con poca voglia di vivere e ancora meno di studiare.

Lo espulsero una, due, tre volte in pochi mesi.

Ricominciò a soffrire di crisi epilettiche e la depressione aumentò in modo impressionante. L'alcool divenne suo compagno giornaliero, insieme alle sigarette.

Possibile che nessuno intorno a lui si sentisse così? Possibile che a nessuno mancasse Gloria?

Perfino Amanda sembrava averla dimenticata. Come poteva essere?

Forse era possibile perchè lui l'aveva amata e continuava ad amarla. Nessun altro si era affezionato a lei in quel modo, e per tutti loro il distacco era stato più facile.

Fu intorno al mese di gennaio che Billie riprese a suonare dopo mesi di inattività.

Solo come non mai, trovò conforto e compagnia nella sua chitarra, Blue.

E iniziò a comporre.

Si chiudeva per ore nella sua stanza e scriveva testi senza sosta. Le parole sgorgavano naturali e silenziose dalla penna, imbrattando la carta.

Iniziò ad allontanarsi maggiormente dal mondo della scuola e cominciò a rifugiarsi nel capannone tutti i pomeriggi, suonando le sue composizioni.

Decise anche di cambiare il nome del gruppo che aveva creato. Non voleva che la gente li conoscesse come gli “Sweet children”, perchè di dolce in lui c'era ben poco, pensava.

Green day” era un nome che gli faceva più giustizia.

Ben presto anche Mike si adattò alle sue abitudini, ed entrambi lasciarono la scuola poco prima che Billie compisse diciotto anni.

La scuola non sarebbe stata la loro vita. La loro vita sarebbe stata la musica.

Colei che non ti abbandona mai, a meno che a volerlo non sia tu. Una presenza costante, sempre pronta a confortarti e sostenerti, una certezza come nessun'altra.

Avrebbero iniziato il loro primo tour poco dopo.

Avevano già organizzato ogni cosa quando Al si ritirò dal progetto.

Voglio andare al college, studiare, farmi una vita. Non voglio finire sotto i ponti con una batteria sgangherata vicino e delle bacchette di legno in mano” disse.

Fu così che li abbandonò da un giorno con l'altro, lasciandoli senza un batterista, ma nessuno dei due si lasciò abbattere e ben presto la fortuna girò dalla loro parte.

Un giorno, mentre guidavano su una strada poco trafficata, si imbatterono in un ragazzo della loro età che stava facendo l'auto-stop e che aveva con sé dei tamburi.

Carpe Diem non era mai stato così azzeccato.

E colsero l'attimo, eccome se lo colsero.






Angolo autrice

Yahoooooooo non sono tremendamente in ritardo questa volta :D.

Bene, cosa ne pensate? Vi è piaciuta questa parte?

Questo che avete letto è il penultimo capitolo della fanfiction anche se il prossimo è più un epilogo che un vero e proprio capitolo.

Ringrazio di cuore i lettori che hanno recensito, sappiate che mi fa davvero tanto piacere leggere la vostra opinione su ciò che scrivo.

A presto con l'ultimo capitolo!


BrutalLove xx

  
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