-Freddo, freddo, freddo, freddo…-
Si aggirava per la sala comune ripetendo il suo mantra, sfregando le mani tra loro e strusciando le gambe coperte dal doppio paio di calze di lana.
-Freddo, freddo, freddo, freddo…-
Fece dietro front, ripercorrendo il tappeto della sala, segnando il solco, netto sulla trama dell’arazzo, della marcia che compiva ormai dalla mattina, camminando svelta davanti al divano occupato.
-Freddo, freddo, freddo, freddo…-
Infossò il viso tra le spalle, stringendosi il cappuccio sulla testa, premendo le braccia sui seni prosperosi tentando di scaldarsi.
-IO HO FREDDO!!!!- urlò con tutto il fiato che aveva in gola Nami.
-Ma dai?!?- sbottò seccato Zoro, alzando i piedi sul divano per non farseli calpestare –Non l’avevo capito da quante volte l’hai ripetuto-
La navigatrice lo fulminò rabbiosa.
-Zitto tu- berciò.
Saltellando sul pavento gelido, si accostò alla finestra della sala, osservando Franky bestemmiare contro il cielo e la neve che vi cadeva, imbiancando ogni centimetro quadrato della nave.
Erano incagliati da due giorni in una spessa lastra di ghiaccio, che aveva bloccato la Sunny, ghiacciandone le tubature e rendendola gelida e inospitale.
Il carpentiere aveva assicurato che entro un giorno o due avrebbe messo in moto l’ariete sfonda tutto della nave, ma il freddo e il ghiaccio rallentavano i lavori, richiedendo per la liberazione della cara Sunny qualche giorno in più.
-NON PUOI TENERE IN OSTAGGIO COSI’ LA MIA PICCOLA, DANNATO GHIACCIO!!!!- imprecava il cyborg, echeggiando per tutta la nave.
Con uno sbuffo sconsolato, Nami tornò al centro della sala, imbronciandosi infreddolita.
-Ho freddo- si buttò sul divano, mogia.
Zoro la squadrò con mezz’occhiata.
Dalla cucina proveniva la solita cagnara dei compagni, riuniti nella stanza, non solo perché i fornelli sempre accessi la rendevano più abitabile, ma anche per l’effetto stalla che si creava ad ogni focoso rimprovero del cuoco al capitano per i suoi furti di cibo.
-Va in cucina…- sbottò alla compagna.
-No grazie- si strinse e gambe al petto –Brook continua a infilarsi sotto la tavola per vedere di che colore ho le mutandine e Sanji, con le sue moine, mi fa venire il mal di testa-
Batté il capo sulle ginocchia.
-Ho freddo- ripeté attutita dalla sua pesante maglia.
-Per me esageri…- si stiracchiò sul divano, aprendo le braccia lungo lo schienale -… non è poi così eccessivo-
-Parli tu, che con tutti quei muscoli addosso prima di sentire anche solo fresco, devono ghiacciarsi anche le bave di Rufy?!?- lo additò imbronciata -Ho freddo-
Zoro alzò gli occhi al cielo: che piaga.
-Ho freddo-
Chiuse gli occhi, provando a dormicchiare.
-Ho freddo-
Respirò a fondo, portando pazienza.
-Ho freddo-
Una vena iniziò a pulsare nervosa sulla sua ampia fronte.
-Ho freddo-
Sempre più nervosa, e pure rossa.
-Ho freddo-
Alzò un lembo della bocca, ringhiando irritato.
-Ho…-
-HO CAPITO!!!- urlò isterico, spalancando la bocca e aguzzando i denti.
Nami lo fulminò con lo sguardo, alzando un pugno come minaccia per il suo tono, che subito andò a segno.
-Senti mocciosa…- si massaggiò il ponte del naso lo spadaccino, mentre sulla sua fronte dondolava un nuovo fumante e caldo bernoccolo -… sono disposto a tutto, anche andare ad affettare il ghiaccio con le unghie, ma smettila di ripete che hai freddo-
Gli occhi di Nami si illuminarono colmi di gioia.
Aveva detto proprio “disposto a tutto”?
Sorrise malandrina, pronta ad approfittarsi del compagno, e a rubare un piccolo momento solo per loro due.
-Ma tutto, tutto, tutto?- s’interessò.
-Si, tutto…- sospirò –Ma tu smetti… ehi!!!-
Con slancio, la rossa si mise cavalcioni sul bacino di Zoro, accomodandosi per bene con le gambe attorno ai suoi scultorei fianchi. Non contenta, pizzicò, per rendere più accogliente, il petto del verde, rassettandogli il maglione nero, prima di affondarci con il florido seno e il visino su cui era ancora calato il cappuccio di pelo.
-Comoda?- sbottò ironico lo spadaccino.
Nami si guardò attorno, osservando la posizione naturale del compagno.
Notò le sue grandi e calorose braccia aperte lungo lo schienale e, con nonchalance, le prese entrambe con le mani, obbligandolo a chiuderle attorno al suo costato, stingendola forte e scaldandola con il suo calore.
-Si…- sospirò soddisfatta la rossa -… ora sono comoda-
-Io…- ringhiò Zoro, pronto a sollevare le mani dai fianchi della cartografa alla sua carotide, per stringerla e soffocarla, ma si fermò osservandola attentamente.
Il suo dolce corpicino, tutto rannicchiato contro il suo torace, respirava debolmente, di già assopito, emettendo un lieve rumore di fusa.
Le mani, fredde, si erano infilate sotto il suo maglione, posandosi dolcemente sui suoi addominali scolpiti, accarezzandoglieli con amore, mentre il suo capo ramato si strusciava in cerca di calore contro la sua gola.
Tutto sommato non era per niente male, anzi.
Il calore di Nami lo scaldava, e la morbidezza del suo corpo aveva qualcosa di magnetico per il suo, che s’imponeva il divieto di dividersene.
-Non male- ghignò, sprofondando nel divano e posando il capo su quello della compagna.
L’accarezzò dolcemente, fino a prendere sonno, assopendosi con lei, non prima però di aver sperato ardentemente che il freddo continuasse a essere pungente per i giorni seguenti e che la Sunny restasse imprigionata nel ghiaccio ancora a lungo.